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Bruno: “Alla Juventus non mi sentivo a mio agio”

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Pasquale Bruno, ex giocatore della Juventus

Pasquale Bruno, in passato giocatore della Juventus e del Torino, ha detto la sua in merito al calcio moderno e al suo glorioso passato professionistico.

Dell’aggressività in campo, l’ex terzino destro Pasquale Bruno ha fatto la sua cifra distintiva.

Classe 1962, nato in un paesino in provincia di Lecce, Bruno, che veniva soprannominato in modo significativo O’ Animale, si è reso spesso protagonista di episodi di grande grinta agonistica e, talvolta, di violenza, collezionando un numero impressionante di ammonizioni: più di 100 in 16 anni.

Vale la pena di ricordare le ammonizioni, culminate in un’espulsione, da lui ricevute in occasione del derby Juventus-Torino del 17 novembre 1991, quando fu espulso per aver dato una gomitata a Casiraghi, all’epoca in forza alla Juventus.

Aggressivo sì, ma anche forte, e capace di realizzare gol: 9 quelli segnati con la maglia del Lecce a inizio carriera.

La Juventus e il calcio moderno secondo Pasquale Bruno

“Era un altro calcio, anzi era calcio: sicuri che lo sia ancora con questi rigorini fischiati appena sfiori una scarpetta? Oggi non prenderei un giallo perché gli attaccanti sono scarsi, nemmeno sanno stoppare. Fossi nato vent’anni dopo, avrei avuto vita facilissima”.

Bruno, che ha giocato sia alla Juventus che al Torino, fa i dovuti distinguo tra le due esperienze: “Alla Juve, che era il mio sogno, ho vinto ma non mi sentivo a mio agio. Il Torino era il mio ambiente, lo percepivo già quand’ero dall’altra parte. La Juve era forte e ricca, ma il Toro rappresentava il popolo: era storia, amore, emozione e sofferenza”.

Serie A

Chivu: “Roma? sta vivendo un momento di cambiamento”

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Chivu

Cristian Chivu, ex calciatore con le maglie di Roma e Inter, ha rilasciato delle dichiarazioni significative a La Gazzetta dello Sport, esprimendo il suo parere su due delle squadre che hanno segnato la sua carriera.

L’intervista di Chivu si è concentrata principalmente sull’analisi delle rose attuali di Roma e Inter, evidenziando punti di forza e debolezza delle formazioni e offrendo un punto di vista esperto sul momento che le due compagini stanno vivendo.

Chivu: “Attenti a quei due dell’Inter…”

A seguire le parole di Cristian Chivu:

Proviamo a leggerla insieme la partita dell’Olimpico?
“La verità è che una sosta di campionato è sempre un momento particolare per preparare una gara, da allenatore non sai mai cosa aspettarti. Mi metto soprattutto nei panni di Juric: è arrivato da poco, per di più ha visto andare via i giocatori con le nazionali, non sa bene come li ritroverà”.

Quindi, pronostico chiuso?
“No, perché di fronte ci sono due squadre con tante individualità che possono incidere nella singola partita. Ragionando in assoluto, però, l’Inter ha un’identità di gioco precisa: la crescita del gruppo è stata eccezionale, sotto ogni punto di vista. Giocano quasi a specchio, ma in realtà è un’illusione. Juric ama le marcature a uomo. E allora dico: sarà proprio quella la chiave tattica della partita di domenica. Il risultato dipenderà da quello che la Roma riuscirà a fare marcando uomo su uomo ovunque. Il problema per i giallorossi è che solitamente proprio di fronte a squadre che giocano in questo modo l’Inter sa dare il meglio. Soprattutto per merito di quei due”.

A chi si riferisce?
“A Thuram e Lautaro. Sono due maestri nei movimenti, nel farsi trovare liberi, nel dare un riferimento ai propri compagni sia nel gioco corto sia sulla palla in verticale. Dura, davvero dura bloccarli”.

Chivu

L’ESULTANZA DI MARCUS THURAM E PAVARD ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Una domanda da ex difensore: chi la stuzzica?
“Detto che per domenica prevedo una gran battaglia fisica in campo, in termini individuali adoro Bastoni: ho visto da vicino l’evoluzione del ragazzo, più passa il tempo più diventa un giocatore completo, in Nazionale gioca anche da centrale puro. Se quello può essere il ruolo del suo futuro? Io lo vedo più come braccetto. Perché in quella posizione può sfruttare meglio il suo piede nell’impostazione, in fase offensiva, con lui Inzaghi guadagna tanto perché crea superiorità sulla zona sinistra”.

La Roma è da quarto posto?
“Beh, la qualificazione in Champions League l’ha già mancata di poco lo scorso campionato. Adesso si vive una fase di grande cambiamento, non è facile assorbire tutto, bisognerà vedere quanto velocemente i giocatori si adatteranno al nuovo allenatore e al suo nuovo stile di gioco. E mica è semplice, anche perché siamo ormai al terzo tecnico in meno di un anno. Certo, per status dico che la Roma dovrebbe sempre ambire a giocare la Champions”.

Sorpreso dall’esonero di De Rossi?
“Prima di tutto, dico che l’ho vissuto da compagno e da avversario. E per nessuno come per lui potrei dire che si vedeva che sarebbe diventato allenatore. Era un giocatore cerebrale. Con lui sono rimasto sorpreso due volte, prima quando l’hanno chiamato al posto di Mou. E poi adesso che l’hanno mandato via dopo un contratto rinnovato per tre anni. Ai tecnici va dato tempo, questa è la verità. Vale soprattutto per quelli a cui la squadra è stata completata proprio nelle ultime ore di mercato. Una squadra non nasce da un giorno all’altro”.

Avesse la bacchetta magica, quale giocatore porterebbe in una sua squadra tra quelli di Inter e Roma?
“Senza dubbio Mkhitaryan. Ho visto ad Appiano come si allena, la sua qualità, il modo di interagire con i compagni. Guardi, non è cosa comune nel calcio trovare giocatori che pensano di gruppo e non in termini individuali. Lui è davvero così. E’ intelligenza pura”.

Se lo immagina domani, un Roma-Inter con lei in panchina da una parte o dall’altra?
“Mai dire mai. Ma devo ancora iniziare il mio percorso. Mi sento pronto per farlo, la mia ambizione è misurarmi anche a quei livelli, però devo partire dal basso. Sto aspettando la chiamata di un direttore sportivo che mi sottoponga un progetto e che abbia piena fiducia in me”.

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Serie A

Roma, allarme rientrato: puoi contare su di lui

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Roma, Juric

Roma, si avvicina la fatale sfida contro l’Inter che deciderà il destino di Ivan Juric in panchina. L’allarme riguardante un titolare pare essere rientrato.

Le ultime ore sono state di grandi ambascie per la Roma. Dall’estero sono arrivate cattive notizie: sembrava che un elemento importante della compagine giallorossa si fosse infortunato.

Alludiamo ad Artem Dovbyk, che in questi giorni è stato impegnato con la Nazionale ucraina. Ieri il giocatore non ha preso parte alla rifinitura, mettendo in allarme Trigoria. A rincarare la dose era stato il ct dell’Ucraina, che su di lui aveva dichiarato: “Dovbyk ha avuto un piccolo infortunio, ma spero possa essere a disposizione”.

Le ultime dal fronte, letteralmente, fanno tirare al club un sospiro di sollievo: il centravanti ucraino appare, infatti, nella lista dei convocati in occasione della partita contro la Repubblica Ceca.

Juric, a quanto pare, può ben sperare.

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Serie A

Milan, agente Gabbia: “Mi hanno chiamato, a breve ne riparleremo. Sulla fascia da capitano…”

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Milan

Intervistato da TuttoMercatoWeb, Tullio Tinti (agente di Gabbia) ha parlato della situazione del suo assistito e dell’imminente rinnovo.

Il contratto che lega Matteo Gabbia al Milan scadrà nel 2026. Tuttavia, la dirigenza rossonera e il suo entourage sono in contatto da tempo per prolungarlo fino al 2030. La ritrovata fiducia che Fonseca ha dato al ragazzo e la possibilità di prendere la fascia da capitano sono due segni di un’inequivocabile stima.

Milan, le parole di Gabbia

Di seguito le parole rilasciate da Tullio Tinti (agente del giocatore) in un’intervista concessa a TMW.

Rinnovo

Gabbia ha fatto il salto nelle ultime due stagioni, è consapevole dei suoi mezzi. E’ un ragazzo fantastico e un giocatore importante, lo ha dimostrato sul campo. Si è guadagnato tutto da solo, dopo i sei mesi in prestito al Villarreal ha fatto benissimo al Milan. E’ partito dietro, ma si è guadagnato il posto con grandi prestazioni. Per il rinnovo mi hanno chiamato, a breve ne parleremo. Lui è molto felice, ha la maglia del Milan addosso da quando è bambino e quindi è super felice di prolungare e di essere un giocatore importante per il Diavolo. Poi ovviamente bisogna discutere“.

Fascia di capitano

E’ pronto per queste cose. E’ un ragazzo maturo, è un esempio per tutti. E’ il primo ad arrivare al campo e l’ultimo ad andare via. E’ un ragazzo top, è pronto a tutto“.

Attualmente il difensore italiano guadagna un milione netto l’anno più bonus. Secondo quanto riportato da Sky Sport, lo stipendio del prodotto del settore giovanile rossonero potrebbe essere raddoppiato.

Milan, Gabbia

Photo Source: A.C. Milan Official Website.

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