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Buffon: “Dopo la finale di Berlino piangemmo abbracciati. Su Ronaldo e Oliver…”

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Spalletti, Italia

L’ex calciatore Gianluigi Buffon ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di  Tuttosport, relativi a vari episodi legati alla sua carriera

L’ex calciatore di Juventus e PSG Gianluigi Buffon ha rilasciato delle dichiarazioni in occasione della presentazione del suo libro “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi ” riportate da Il Corriere Dello Sport, dove ha parlato di vari episodi legati alla sua carriera e non solo.

Le parole di Buffon

Buffon

GIANLUIGI BUFFON FA IL SEGNO OK ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall’ex calciatore della Juventus e attuale capo della delegazione italiana Gianluigi Buffon:

Il miglior portiere della storia? 

“Non amo definirmi così, sarebbe presuntuoso, ho tanto rispetto verso tutti i miei colleghi. Insieme ad altri 3-4 abbiamo fatto qualcosa di clamoroso. Gli attaccanti spesso litigano per questo motivo.

E allora io dico: sono stato il più scarso… Scherzi a parte, penso di essere stato tra i 3-4 migliori. Record di imbattibilità? Giocavo in una grandissima squadra e avevo grandi compagni in difesa, come Chiellini, ad esempio.

Prima di superare lui, Barzagli e Bonucci arrivavano stanchi da me. Mi ricordo che con il Sassuolo avevamo rischiato il gol in qualche occasione e non ci eravamo accorti quasi del record. L’attenzione per noi era sulla partita e sulla vittoria”.

La finale di Berlino contro il Barcellona:

“Mi ha riempito di orgoglio alla finale di Berlino e avevo 37 anni. Quando mi ha chiesto la maglia ho detto tra me e me’ Mamma mia come sei bello!’. Uno dei momenti in cui mi sono sentito non a disagio ma mi sono guardato con occhi diversi.

Abbiamo fatto lo scambio con la sua maglia. A fine partita però avevamo altri problemi, non sapendo che qualche anno dopo avremmo avuto un’altra occasione in finale”.

Sulla finale contro i blaugrana, Buffon svela un retroscena: 

“Erano le 5.30 e con mia moglie Ilaria piangemmo abbracciati. Dopo Berlino tornai a casa. Tu sei stordito dalla sconfitta, come dopo una serata di una ubriacatura. Io rimango in salotto, lei si cambia e non ci diciamo una parola.

Ci siamo abbracciati e abbiamo pianto per 5 minuti e poi siamo andati a letto. Condividere le stesse sensazione ed emozioni fa tanto.  Sempre meglio vincere. Perché ti dà consapevolezza e autostima. Ma solo le sconfitte ti spingono a ragionare per capire cosa non è andato, e quindi a migliorarti”.

La sfuriata contro l’arbitro Oliver al Bernabeu:

“Non mi piace cercare alibi o fare la vittima. Per questo oggi, quando ripenso alla sfuriata nei confronti dell’arbitro Oliver dopo il ko in Champions contro il Real Madrid, mi sento a disagio, perché ho dimostrato di non accettare di aver perso.

Però dico che bisogna fare i conti anche con le emozioni. Poi, a casa, mia moglie mi ha preso per le orecchie”. Ma su errori commessi in carriera chiarisce: “Non ho mai fatto grandi cavolate.

Perché, quando ho sbagliato, ho sempre fatto del male a me stesso, mai ad altri. Però, quando mio padre mi ha detto di ricordarmi del cognome che porto e del fatto che i miei errori avrebbero inciso anche sulla reputazione della mia famiglia, ho riflettuto molto”.

Su Cristiano Ronaldo:

“Cristiano è una persona, per chi l’ha vissuto, con cui se entri in confidenza e chiaramente fuori dalle telecamere è un ragazzo di grande sensibilità. Ti fa capire il difficile percorso che ha attraversato da ragazzo.

Poi mette addosso l’armatura da super uomo per difendersi anche da tutto quello che ha avuto e per far sì che gli altri siano attratti dalla sua figura. C’è uno sdoppiamento di personalità: quando c’è CR7 e quando c’è Cristiano.

La qualità dell’uomo mi è piaciuta tanto. Da giocatore: il cinismo e la cattiveria che aveva e che ha non l’ho mai visto in nessuno. Se però Ronaldo supera gli anni, torno a giocare anche io”.

Serie A

Juventus, Thiago Motta come Sarri?

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Juventus

La situazione di Thiago Motta alla Juventus sembra ormai segnata: il suo futuro sulla panchina bianconera è in bilico, e il dibattito non è più se lascerà, ma quando.

Dopo la pesante sconfitte contro la Fiorentina, si era ipotizzato un esonero immediato, ma le dichiarazioni di Cristiano Giuntoli hanno momentaneamente congelato questa possibilità.

Come può Thiago Motta ‘salvare’ la stagione?

L’unica strada percorribile per Motta è ricucire il rapporto con lo spogliatoio, soprattutto con i giocatori più importanti. Deve dimostrare flessibilità tattica e gestionale, abbandonando – almeno in parte – le idee che lo hanno accompagnato fino a questo punto.

Un esempio da seguire potrebbe essere Maurizio Sarri, che, pur restio ai compromessi, ha saputo adattarsi per raggiungere l’obiettivo dello scudetto nel 2019-2020, anche in un ambiente che non lo ha mai completamente accettato.

Thiago Motta e Sarri: i punti in comune alla Juventus

Le similitudini tra le due esperienze sono evidenti:

  • Rapporto difficile con la squadra → Come Sarri, anche Motta sembra avere problemi nel farsi seguire dallo spogliatoio.
  • Empatia mancata → Entrambi hanno faticato a trovare sintonia con i giocatori, fondamentale per tenere unito il gruppo.
  • Necessità di adattamento → Sarri ha capito che era meglio limitare i danni e garantire il risultato minimo.

Tuttavia, le differenze sono altrettanto chiare:

  • Sarri aveva a disposizione un gruppo esperto e vincente (Buffon, Chiellini, Ronaldo, Dybala), capace di reggersi anche in autogestione.
  • Thiago Motta ha una rosa meno strutturata e con obiettivi molto più modesti (un quarto posto, anziché lo scudetto).
Adani sulla Juventus di Thiago Motta

(Foto di Salvatore Fornelli)

L’unica via: ascoltare la squadra

Con nove partite ancora da giocare, non è detto che Motta resterà fino alla fine. Ma per raggiungere almeno l’obiettivo Champions League, l’unica strategia possibile è collaborare con i giocatori, individuare insieme il piano più efficace e mettere da parte l’ostinazione tattica.

Andando avanti per la sua strada, ha già collezionato troppe sconfitte. Adesso, deve dimostrare di poter cambiare, per non affondare con la Juventus.

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Serie A

Lazio, Nuno Tavares è un caso: salta le visite e vola in Portogallo

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Lazio, Nuno Tavares

La Lazio cade a Bologna e perde ancora Nuno Tavares. Il terzino portoghese è partito per gli impegni con la Nazionale ma non si allena in gruppo.

In questo periodo c’è preoccupazione in casa Lazio. Dopo la brutta sconfitta in casa del Bologna, i biancocelesti si trovano ora a dovere affrontare anche una nuova emergenza infortuni, con Castellanos e Nuno Tavares ancora ai box. Se per il centravanti argentino la prognosi già nota (si parla di 2/3 settimane di stop), per il terzino questo stop si sta trasformando quasi in un caso.

Lazio

NUNO TAVARES RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lazio, solo palestra per Nuno Tavares in Nazionale

Il portoghese, infatti, ha saltato la partita con il Bologna per un riacutizzarsi del problema agli adduttori, ma non ha voluto sottoporsi agli esami di rito per valutare l’entità de problema. Nonostante il fastidio, però, il classe 2000 ha risposto alla chiamata della Nazionale lusitana, e questo gesto ha sollevato non poche polemiche tra i tifosi.

Inoltre, stando a quanto trapelato dal Portogallo, il terzino biancoceleste non si sta allenando con il resto del gruppo e sta svolgendo solo lavoro in palestra per provare a smaltire l’infortunio. Non è da escludere che nelle prossime ore possa effettuare nuovi esami per capire se potrà essere davvero utile alla Nazionale o se dovrà tornare a Roma per curarsi con lo staff medico biancoceleste.

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Serie A

Juventus, Cassano: “Motta in 7 mesi è peggiorato, ultime 2 settimane deludenti”

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Juventus, Thiago Motta

Juventus, da Viva El Futbol arrivano le dure critiche di Antonio Cassano al club e all’operato dell’allenatore Thiago Motta: ecco che cosa ha detto.

Cassano e le sue dure parole su Thiago Motta

Antonio Cassano, noto per le sue opinioni schiette, ha espresso il suo disappunto riguardo alla gestione tecnica di Thiago Motta. Durante un’intervista a Viva El Futbol, l’ex calciatore ha dichiarato che Motta, nei suoi ultimi sette mesi, ha mostrato peggioramenti evidenti, con le ultime due settimane particolarmente deludenti.

Secondo Cassano, nonostante le capacità di Motta come allenatore, manca lo status necessario per guidare una squadra come la Juventus. Cassano ha inoltre sottolineato la confusione tattica di Motta, criticando l’assenza di una chiara idea di gioco e rimarcando l’inazione di Giuntoli nel prendere posizione.

Il futuro di Motta e le sfide della Juventus

Le osservazioni di Cassano arrivano in un momento critico per la Juventus, che sta affrontando una fase di transizione. Le parole di Cassano sollevano interrogativi sul futuro di Motta e sulla capacità del club di Torino di ritrovare la giusta rotta.

La mancanza di risultati e la confusione tattica potrebbero spingere la dirigenza a riconsiderare la posizione di Motta. Intanto, si attende una reazione da parte della società e dei suoi dirigenti, mentre i tifosi restano con il fiato sospeso in attesa di sviluppi.

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Fonte: l’account X di Schira

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