gianpaolo calvarese referee during Inter vs Roma, Italian Soccer Serie A Men Championship in Milano, December 06 2019 - LPS/Fabrizio Carabelli
Calvarese condivide le impressioni sul mancato rigore nel match Monza-Roma di domenica ai microfoni del “Messaggero” e parla anche di mancanza di uniformità.
Il mondo del calcio sembra in subbuglio dopo il mancato rigore sullo “step on foot” subito da Baldanzi da parte di Kyriakopoulos domenica scorsa durante Monza-Roma. Tutti sembrano voler dire la loro su quanto accaduto e di certo l’episodio ha sollevato scompiglio. Se da un lato Ghisolfi ha commentato tranchant a caldo nel post partita ai microfoni di DAZN definendo l’episodio “inacettabile”, non tutti sono d’accordo con lui.
Infatti Andrea Gervasoni dal canto suo ha certificato senza fallo l’azione di Kyriakopoulos su Baldanzi. Gervasoni giustifica questa visione dichiarando a DAZN: “Non vogliamo che dei microtocchi siano puniti con il rigore”. Scelta più che legittima, se non fosse per una mancanza di congruenza interna alle regole. Il VAR poi non é intervenuto, e questo suscita tutt’oggi moltissime polemiche.
Secondo Calvarese non sarebbe però l’episodio in sé a destare delle polemiche in quanto appunto la scelta di non punire con rigore avrebbe anche potuto essere legittima se non si facesse un paragone con quanto avvenuto solo qualche settimana prima. E lui lo spiega così ai colleghi del Messaggero:
“Ci vuole uniformità. Nel calcio, come in giurisprudenza, un episodio diventa un benchmark per gli addetti ai lavori visto che il regolamento è difficile da interpretare. Semplificare il tutto è ancora più difficile. Il problema si pone non su ieri (domenica, ndr), ma sulla concessione del rigore al Verona della scorsa settimana con un intervento del Var per una cosa molto minore”.
Calvarese fa notare quindi una discontinuità rispetto ad alcune linee guida dell’arbitraggio che andrebbero teoricamente seguite per tutti, anche se valgono ad un livello puramente metaforico ed anche se la linea di demarcazione può spesso essere molto sottile:
“L’arbitraggio e il regolamento sono davvero difficili. Capisco la volontà di standardizzare alcune tematiche come lo ‘step on foot’, ma non bisogna mai perdere di vista la qualità dell’arbitro fatta di dettagli. In un pestone va capito che la palla è a terra o in aria, quale è l’obiettivo del calciatore, se saltare, anticipare l’avversario, o altro. Sono dettagli che non sono codificati. Partendo da Mourinho (rigori moderni) passando per Baroni, Fonseca, Gotti, sono rigori che non piacciono agli addetti ai lavori, ma se vengono assegnati anche al Var allora bisogna adottare una linea comune. Questo quasi uguale a Lecce-Milan dell’anno scorso chiamato dal Var.”
Insomma sembra inutile differenziare tra “microtocchi” o “macrotocchi”, un fallo resta sempre tale e bisognerebbe applicare sempre la stessa ricetta per tutti. Calvarese infatti conclude così la sua intervista:
“Premesso che per la Can questo non è rigore, ascoltando l’audio del dialogo tra arbitro e Var è stato detto che è “un piccolo step on foot”. Io credo che piccolo o grande, non dia la giusta interpretazione a un evento ed è qui che entra in gioco la qualità di arbitro e Var.”
Aggiornato al 08/10/2024 12:24
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