Le interviste
Chicco Evani in esclusiva: “Paolo Maldini super, il Milan merita lo scudetto. Ma il calcio di oggi..”
È un Chicco Evani a tutto campo quello incontrato ieri a Porto Sant’Elpidio, nelle Marche. L’ex centrocampista del Milan, che con lo staff azzurro di Roberto Mancini ha vinto l’Europeo, ha raccontato senza filtri gli anni d’oro del Milan di Arrigo Sacchi, illustrando il suo libro ‘Non chiamatemi Bubu’. Proprio Sacchi ha firmato la prefazione del suo libro (Mondadori), scritto con Lucilla Granata. ‘Chicco’ Alberico Evani ha parlato ieri sera del Milan di oggi, esaltando l’operato di Paolo Maldini, commentando gli Europei vinti con la Nazionale, esprimendo altresì un giudizio sul calcio odierno, sui settori giovanili italiani e in particolare sul rush finale del Milan in campionato. Secondo Chicco Evani, calciatori come Demetrio Albertini e Frank Rijkaard servirebbero al pallone moderno… Andiamo a scoprire le sue parole.
Ciao Chicco e grazie per essere qui con noi. Che libro dobbiamo aspettarci e quali sono le ragioni che ti hanno spinto a dar vita a questo volume? Questo libro non è sicuramente autocelebrativo, non vuole essere un racconto di quanto ho fatto. È un volume che rappresenta ciò che sono. L’intento è quello di spiegare fino in fondo il mio carattere. Riconosco di avere un carattere difficile, chiuso, riservato. In molte situazioni provo tanto e dimostro poco, anche con le persone a cui voglio più bene. Non tutti hanno avuto la possibilità di conoscermi fino in fondo, dunque con questo libro voglio aprirmi un po’. Credo sia un libro sentimentale, scritto da me che dovrei essere l’ultimo a parlar di sentimenti…
Prefazione di Arrigo Sacchi con cui hai vissuto momenti fantastici. A distanza di tanti anni… Che ricordo hai di Arrigo? Per fortuna ho vissuto tanti aneddoti fantastici col Milan. Ricordiamoci che sono passato anche dalla Serie B. Sono stato al Milan dal 1977, da ragazzino, fino al 1981 in cui ho cominciato a giocare in prima squadra. Poi dal 1981 al 1993 l’emozionante percorso che mi ha portato a vincere praticamente tutto. E Arrigo Sacchi in tal senso è stato sicuramente un allenatore che ha rivoluzionato il modo di giocare a calcio. Meriti al Presidente Berlusconi che lo ha saputo pescare dalla serie B, quasi da sconosciuto. Sacchi ha stravolto il calcio per noi, l’ha stravolto in Italia e in Europa, ha cambiato completamente il modo di concepire il calcio.
C’è un giocatore che ti piacerebbe vedere nel Milan di oggi? In linea generale quello che ho vissuto io è un calcio diverso. C’erano dei fenomeni, dei centrocampisti incredibili. Ancelotti, Frank Rijkaard, Demetrio Albertini. Dei grandissimi campioni di cui il calcio moderno avrebbe bisogno.
Qual è il tuo giudizio complessivo sul calcio odierno? Ormai è un calcio amarcord per così dire, non ci sono più i Berlusconi e i Moratti. Oggi ci sono aziende, si pensa al business.
Che calciatore sarebbe stato Chicco Evani nell’era della rivoluzione digitale? Diciamo che lo smartphone oggi ce l’ho anch’io sotto mano. ‘Cazzeggio’ pure io sui social. Il digitale rappresenta un po’ un passatempo, i social media non rappresentano necessariamente un difetto dei giocatori di oggi. Noi il tempo libero lo impiegavamo in altro modo. Nonostante ciò, capisco e comprendo i giovani calciatori di oggi…
Presente all’evento, guidato dall’impeccabile Marta Bitti (addetto stampa Ancona Lega Pro), l’Evergreen Sig.ra Irene Terrenzi di Comunanza (AP), la tifosa rossonera più longeva delle Marche, insieme a vari membri del Milan Club Franco Baresi di Porto Sant’Elpidio. Nell’occasione uno scatenato Chicco Evani (esaltato dal popolo rossonero e accompagnato dal suo amico Dott. Riccardo Cappellini di Pistoia, presente con la moglie conduttrice Antonella Mati) ha proseguito senza filtri, parlando anche del Milan di oggi e della Nazionale.
Chicco, dacci un giudizio sul Milan. Il titolo di Campione d’Italia sembra essere vicino. Quali sono le tue sensazioni a riguardo? Sono stato a San Siro di recente per il match con la Fiorentina per visionare alcuni nostri giocatori. Nell’occasione ho rivisto Donadoni e Tassotti, e devo dire che è sempre bello salutarsi e parlare un po’. Il Milan? Mi fa piacere sia lì a giocarsi il campionato. Se lo merita davvero, mi piace molto il progetto, mi intriga”.
Chi ti ha colpito di più di questo Milan? Paolo Maldini si è dimostrato un direttore perfetto e ha saputo allestire una squadra giovane e di prospettiva, con ottimi giocatori. Una squdra che può solo migliorare.
Dal Milan alla Nazionale. Ti saresti mai aspettato di vincere, al fianco di Roberto Mancini, il Campionato Europeo? Ci sono segreti in questo successo? È stata una notte più azzurra che mai quella della Finale degli Europei vinta contro l’Inghilterra… Devo dire che lo staff azzurro è composto da amici ed ex compagni. Con Roberto Mancini e tutto lo staff c’è un rapporto bellissimo e anche la squadra ha percepito questa nostra relazione trasferitasi in automatico, senza troppi sforzi da parte nostra. È come se si fosse composto un blocco unico. Una magia.. C’è stato grande spirito di gruppo. Siamo stati i migliori anche se forse c’erano squadre più attrezzate di noi. Il nostro gioco è stato brillante agli Europei, credo sia stata una vittoria meritata perché abbiamo sempre giocato bene se non dominato. Siamo felici di aver regalato questo trionfo a un paese intero che col Covid ha sofferto tanto. È stata una liberazione, una spinta per tutta la nazione.
Alcuni oggi parlano di qualità non proprio eccelsa dei settori giovanili… Qual è il tuo giudizio complessivo sui giovani azzurri del domani? Credo che in Italia abbiamo dei talenti. Il talento c’è. A conferma di ciò le nostre nazionali giovanili stanno facendo un bel percorso, produttivo. In questo senso, un tempo mi ricordo c’era una differenza enorme con altre nazionali come la Germania… Nel corso degli anni con il progetto scouting, con le squadre che giocano in un certo modo, devo dire che le nostre nazionali sono diventate forse le migliori, mi riferisco in particolarm odo alle categorie che vanno dall’Under 16 in su. Quasi tutte in fondo nelle rispettive competizioni europee. In linea generale, oggi in nazionale si chiamano giocatori funzionali, si chiama chi gioca con e per la squadra. Non abbiamo bisogno di talenti solisti. Peccato però perché nei club, su oltre 20 giocatori in media, ce ne saranno soltanto 3 di italiani che giocano. È un po’ un problema per noi, per uno staff della nazionale, perché ci troviamo a chiamare gente che non gioca in campionato.
Ma perché nel nostro paese si segue questa ‘strana’ filosofia… Perché nel campionato italiano i giovani, pur se di elevata qualità tecnica e umana, fanno fatica a trovare spazio? Il perché non giocano? Non lo so, non dovete chiederlo a me. Forse ci vuole più coraggio a farli giocare, occorre investire di più sui giovani. È ovvio che ci vuole pazienza, va dato loro il tempo di sbagliare e non bisogna al contrario far credere che si è già arrivati al top. Dovrebbe avvenire questo nei club… Ma ripeto, i ragazzi italiani sono bravi e di talento, mi auguro un bel futuro.
Infine due battute… È vero che non c’è mai stato, in tante situazioni, un rapporto idilliaco tra Arrigo Sacchi e Van Basten? “Forse Arrigo Sacchi è stato un allenatore talvolta un po’ stressante per Van Basten. Forse il fuoriclasse olandese alla fine non ce la faceva più e ha ‘ceduto’… Ma tenga bene a mente che il Pallone d’Oro l’ha vinto con il Milan, nel Milan…”.
Ci risulta che il tuo look, il tuo stile è stato celebrato come ‘modello’ dal popolo britannico e da altre nazioni. Hai particolari ingredienti segreti o magari ti sei affidato al tuo amico Dott. Cappellini che sembra aver portato oggi un nuovo interessante stile di abbigliamento e calzature nelle Marche? Altro che Cappellini… Meriti dell’eleganza vanno dati soltanto a tutto lo staff azzurro (ride, ndr). Come un giocatore viene esaltato dal lavoro di squadra, anche io sono stato esaltato dallo stile chic di tutta la Nazionale che ha indossato abiti n1, leader di settore. E’ proprio il caso di dire che.. L’abito in questo caso fa il monaco.
Sopra l’estratto-video intervista – Daniele Bartocci Channel
Le interviste
ESCLUSIVA – Piero Schiavazzi: “Il Giubileo sia un reset, l’aborto non va politicizzato. Putin e Netanyahu…”
L’ex-arbitro, ora presentatrice, giornalista e opinionista televisiva, Alexandra Colasanti ha intervistato l’analista dell’Huffington Post Piero Schiavazzi.
Sono le 16.00 del 13 gennaio 2025, la Porta del Giubileo è stata inaugurata la Porta Santa e mi trovo a incontrare dopo qualche anno Piero Schiavazzi, Vaticanista, analista per l’Huffington Post, Docente ed uno dei massimi esperti di geopolitica Vaticana.
Su incarico del Ministero degli Esteri Piero Schiavazzi ha curato un ciclo di Conferenze in 40 città del Mondo, inaugurate a Cracovia e Buenos Aires alla presenza dei Cardinali Ratzinger e Bergoglio, innanzitutto grazie, tra timore e piacere inizio, non è proprio così simile parlare di calcio e di Jubilee, ma chi meglio di te, potrà dare una visione reale di quanto porterà Roma ed il Vaticano al centro dell’attenzione Mondiale…
Piero Schiavazzi, l’intervista di Alexandra Colasanti
Preghiera, pentimento, indulgenza, che peso ha il Giubileo 2025 nel contesto di profonda instabilità geopolitica nel quale si inaugura, Piero Schiavazzi?
“Il Giubileo è un reset nella percezione di Francesco e lo è in chiave di metafora volendo dare una cornice prima di andare a descrivere il quadro, perché nell’Apocalisse si parla dei quattro angeli ai quali viene dato il potere di ribaltare la terra ed i mari, non era mai accaduto come in questi venticinque anni di inizio secolo e di millennio, ecco perché ti porto i quattro angeli. Quattro crisi economica ed ecologica 2007-08, Crisi pandemica2020, Crisi Belliche 2022 24/02 Ucraina 07/10 Gaza che rivestono un ruolo cruciale catalizzatore per innescare la terza.
La parantesi post caduta 1989 ed il 2001, finisce il 2011.
C’è una serie di false partenze del secolo e del millennio resettiamo questa è la lettura del reset di Francesco, lettura laica, poi c’è la lettura intima dell’Indulgenza e delle specificità religiose di riflessione e preghiera
Secondo Piero Schiavazzi potrebbe il Giubileo a seguito di questa riflessione, anche dei grandi capi di Stato a pronunciare la parola fine a questi due conflitti bellici che stanno segnando in maniera importante
“Cara Alexandra torno indietro quando il Papa fu eletto, evocò l’immagine evangelica del buco sul tetto (come io l’ho descritta) Zeffirelli lo racconta magistralmente nel suo Gesù di Nazareth: la metafora è Quando il terreno a terra arde cosi tanto di odio occorre fare un foro sui tetti per far si che la pace cada dall’alto, non maturata dal basso”.
“Non mi pare che le vedute delle grandi potenze in Terra Santa collinino mentre diverso sull’altro fronte bellico”.
“Perché vedi sul fronte ucraino-russo Putin è consapevole che non reggerà per molto l’impegno su più fronti, è consapevole che il piano geopolitico estero-interno gli sta costando più, dell’estero-estero. Mi spiego meglio l’Ucraina a Putin è costato il Medioriente. A quest’ultimo Putin è molto interessato per i mari caldi. Inoltre c’è una convergenza di interessi a chiudere il conflitto da parte degli attori principali che prevale sugli attori divergenti. Probabilmente l’Ucraina finirà con il cedere il 20% del territorio, poiché il Big Bang potrebbe dire da un momento all’altri rien va plu, i giochi sono fatti, per queste motivo negli ultimi mesi si sta combattendo per metri cubi.
Mentre… E qui l’espressione di Bergoglio trova la sua massima realizzazione, differente la situazione in Terra Santa dove si può congelare la situazione, ma dal sette ottobre 2024 si è seminato troppo odio, e da quello che è accaduto dopo. Sono morti tanti bambini, violati molti essere umani, sarebbe solo una momentanea soppressione delle tensioni latenti aiutate dal fatto che il Tycoon sostiene e sprona Netanyahu a differenza del democratico Biden, quindi se anche fosse imposta una pace sotto il carbone rimarrebbe la brace”
Ma il Giubileo 2025 è quello dei Pellegrini della Speranza, e per far si che tutto si realizzi nel pieno della sicurezza il sistema di intelligence italiano ha installato un discreto numero di telecamere che si avvalgono dell’intelligenza artificiale, allora ti chiedo a fronte del tilt che c’è stato nelle Chat Gpt del 26/27 dicembre quanto possono essere sicure?
“I lavori del Giubileo, ha rivestito un carattere che in parte definirei artigianale siamo sono andati all’italiana che si affidano alla forza ed alla intelligenza degli esseri Umani, lo puoi vedere tu con i tuoi stessi occhi, Basta agirarsi a San Pietro e dintorni su strada possiamo notare tanti occhi, quindi questo fai da te, ci garantisce”; prosegue:
“Questo ritardo storico rispetto agli altri paesi ci garantisce, una cosa del genere potrebbe accadere in quei paesi consegnati armi e bagagli alla tecnologia come la Corea ed il Giappone”.
Il Vaticano, la Chiesa sono soddisfatti di come sono stati svolti i lavori di ristrutturazione in vista del Giubileo?
“Il Papa si è pronunciato più volte, il segretario di Stato, il Cardinal Fisichella, il Cardinal Reina c’è una coralità di consensi, quindi non è un mio parere è un fatto”.
“Roma non è stata ristrutturata, è stato effettuato un restyling, un approccio leggero ti porto alcuni esempi per il quale il primo termine non si può dire che è stato attuato.
Non è stato fatto un sottopassaggio a P.zza Risorgimento, è stato cambiato senso di marcia intensificando il rosso per le auto.
Un’altra ti riporto il tram sarebbe dovuto arrivare
Infine si allungano i lavori della metropolitana fino agli affari Esteri ed ancora nulla.
In ultimo le radici che affiorano, la pulizia, io faccio il vaticanista ci vivo ma, non si può parlare di ristrutturazione.
Ristrutturazione avrebbe dovuto comportare un approccio di sistema differente, possiamo definirlo restyling.
La gestione c’è del flusso sino ad oggi è stata più che ottimale, ci sono stati 500.000 pellegrini, sino ad oggi, ci sarà una breve flessione ora a gennaio che si intensificherà a febbraio con gli eventi in programma ed avremo una reale prova della security, ma non credo che avremo problemi a riguardo”.
Andiamo all’essenza, lasciando da parte la logistica, i problemi burocratici che ormai sono le radici di questa città così forte, così importante, così complessa che è Roma, i temi caldi di cui si parlerà in questo Giubileo, sono il fine vita, su cui la Chiesa non si è espressa in maniera positiva e quello dell’Aborto su quest’ultimo il Papa Francesco è stato molto duro chiamando Sicari i medici che effettuano aborti, considerandolo peccato, ma assolvendo dal peccato.
Si potrà trovare una risposta ed una possibile apertura su questi temi così delicati e personali?
“Abbiamo un Papa che è stato chiarissimo ed anche molto insistente, utilizzando termini forti ed urticanti che i suoi predecessori hanno talora evitato: Francesco ha sburocratizzato il momento del perdono da parte della Chiesa di chi lo ha commesso, ma non depenalizzato il peccato”. Segue “Ripete è un Omicidio, un assassinio”, al ritorno dal Belgio “Sapete come la penso, perché me lo chiedete”.
“Quindi nel rispetto della sacralità fra il credente e Cristo l’intermediario è direttamente il Sacerdote con cui ci si confessa.
Mi spiego prima quando si confessava l’aborto, si interrompeva la pratica ed il Sacerdote doveva attivare una procedura, passavano anche settimane prima dell’assoluzione, oggi questo grazie all’apertura del Papa è cambiato”.
Quindi il Papa e Piero Schiavazzi in questa intervista lo conferma ci ha ribadito la differenza tra errore ed errante; ormai tradizionale nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II.
In conclusione con questo cambiamento il Papa ha rimesso al centro il Sacerdote che somministra il sacramento e depotenziato l’umiliazione delle Donne.
La Contraddizione a cui tu facevi riferimento porta la spiegazione su quanto segue cara Alexandra:
“Come mai il Papa semanticamente più duro di chiunque altro vieta le veglie in America davanti le cliniche abortistiche, le nuove chiese evangeliche?
Ti do Due risposte per sciogliere il nodo:
Il Papa tema che diventi appannaggio della destra non vuole politicizzare l’aborto e farlo diventare un fatto di destra o di sinistra, mosso principalmente dai movimenti politici repubblicani negli USA, spesso antiabortisti. Le cosiddette processioni delle sentinelle se sponsorizzate potrebbero portare ad accostare l’aborto alla destra.
La seconda ragione perché impedisce le veglie è che si consideri l’aborto un fatto religioso, la Posizione di Francesco…” prosegue “Lo ripete spesso lo dice la scienza che li dopo un mese si forma una vita non la religione!”
“Sino a che uno scienziato non dimostrerà che il contrario non è un fatto religioso, è omicidio, lo dice la scienza!”.
Concludendo Piero riporta pensiero laico vicino al pensiero di Papa Francesco.
“HOBBS: Lo Stato nasce per difendere i diritti dei più deboli, difendere i deboli per evitare la dottrina dei più forti, la dottrina è laico di del seicento.”
Questa la Dottrina di Bergoglio sull’aborto,
Per quanto riguarda il suicidio assistito, ci sarà un’apertura o confermi?
“Per il tema del suicidio assistito i numeri sono diversi, quelli sull’aborto stanno crescendo in maniera esponenziale”.
“Bergoglio ossessivamente ripete che ci troveremo in una società in cui si penserà che i vecchi non servono più. Non è così fantascientifico in uno scenario in cui l’umanità non sorregge più il peso economico degli anziani”.
“Il Papa teme uno scenario in queste società contemporanee in cui i più deboli non verranno protetti, ed è irremovibile sull’edificazione di muri per proteggere i più deboli e questi sono gli anziani, sul fine vita non si parla dei malati malati” “Vuole difendere il valore della vita come un tabù che non si tocca, la sua ossessione è questa”.
Abbiamo parlato molto in quest’intervista di Vita, il Giubileo 2025 si sintetizza con “Pellegrini della Speranza” pellegrinaggio come metafora del viaggio della VITA. Ti chiedo che cosa è la vita e se in una società sempre più frenetica, in cui si rincorre il successo a tutti i costi si possa trovare la vera pace interiore…
“A me la pace interiore non piace molto, mi piace quella nella società, fra Nazioni. La pace interiore non ha mai fatto parte né delle mie aspirazioni, né delle mie dimensioni di Vita. A me piace andare a cavallo e mi piace di più quando c’è vento come in Cime Tempestose. La Speranza a cui tu facevi riferimento, è un fatto economico, il leit motiv di questo JUBILEE, la speranza è anche un fatto economico. Lo dico anche a tutti quelli che si interrogano su cosa sia il tema della Speranza. Gli economisti ci spiegano perché la borsa non è prevedibile? Perché c’è una variabile, indefinita che dipende dalla Speranza, questo valore è imponderabile ed a volte si sottrae ai calcoli dell’algoritmo. La Speranza è un valore enormemente concreto”
Ma non mi hai risposto su cosa è la Vita per Piero Schiavazzi !…?
“Una sana inquietudine interiore, anche un po’ insana.”
Sono passati 58 minuti e siamo giunti al termine. Grazie Piero Schiavazzi, a presto.
Le interviste
Esclusiva CS – Renzo Ulivieri: “A Motta serve tempo, mi aspettavo questo Baroni. Su Conte e Ranieri…”
L’ex-allenatore Renzo Ulivieri ha concesso un’intervista esclusiva ai microfoni di CalcioStyle, parlando a 360 gradi del calcio italiano.
L’ex-allenatore, nonché figlio d’arte, Renzo Ulivieri ha parlato in esclusiva ai microfoni di CalcioStyle. In una intervista concessa al nostro collega Alessandro Aglione, Ulivieri ha parlato a 360 gradi della Serie A.
Le parole di Renzo Ulivieri a CalcioStyle
Di seguito le parole di Ulivieri.
Juventus
“La Juventus sta passando attraverso una fase di ricostruzione. Ha perso giocatori importanti, fra cui Bremer che gli stava tenendo in piedi la difesa, e davanti ha qualche problema, ma chi conosce il calcio vede il tentativo di realizzare l’idea di calcio di Thiago Motta: così come la vedevo a Bologna. Ci si legge dentro l’intenzione di realizzare questo progetto e ho la sensazione che i giocatori lo seguano.”
Bremer
“A inizio anno la Juventus prendeva pochi gol, poi ha perso un giocatore fondamentale dietro. Va in vantaggio e poi prende gol, perché non riesce a gestire il vantaggio. Parlo anche di Danilo, ma soprattutto di Bremer. Oggi manca un giocatore come lui, che pulisce l’area di rigore in certe situazioni. Non c’entrano Gatti e Kalulu, c’entra solo il valore di Bremer. Non dipende né dai sostituti né dall’assetto difensivo.”
Vlahovic
“Tutti gli attaccanti affrontano periodi nei quali vedi la porta grande e il portiere piccolo, ma anche periodi nei quali la porta si rimpiccolisce e il portiere s’ingrandisce. Succede a tutti gli attaccanti, anche ai grandi e secondo me Vlahovic è un grande attaccante. Serve pazienza e che continui a giocare, senza pensare soltanto a fare gol. Si vede che lo sta facendo perché il suo contributo alla manovra in fase di possesso è aumentato.”
Kolo Muani
“Lo conosco relativamente poco, ma non parlo dei giocatori singolarmente. Non era il mio mestiere nemmeno quando ero un allenatore. Al massimo davo consigli, ma non entro in certe dinamiche. Io non do giudizi né consigli. A queste cose devono pensare Motta e la società. Non è il mio mestiere, lasciamoli lavorare. E’ il primo anno di una ricostruzione e, probabilmente, lo scudetto ora è per altre squadre.”
Conceicao
“Fonseca è un allenatore valido e l’ha dimostrato da tante parti, ma i giocatori non lo seguivano. Conceicao è stato mio giocatore a Parma e si vede che i giocatori lo seguono di più. Poi, se vuoi la spiegazione reale, si prendono Theo Hernandez e Leao e ti rendi conto che non sono parenti neanche alla lontana di loro due di un mese fa. Se giocatori del genere prima erano sottotono e ora te li ritrovi così, fa tutta la differenza.”
Conte
“Mi aspettavo che avrebbe avuto questo impatto, altrimenti non sarebbe stato Conte. Conte è questo, è bravo nel compattare la squadra e nel trasmettere velocemente le sue idee. Sottolineerei anche il lavoro di Oriali nel tessere i rapporti fra squadra e allenatore. Io lo conosco bene, perché ci ho lavorato quattro anni a Bologna e mi ha levato tanto lavoro da fare. La loro mano si vede, anche sul mercato: ha recuperato molti giocatori.”
Kvara e Neres
“Io faccio un discorso generale, non parlo né di Neres né di altri. Kvaratskhelia è stato un giocatore molto importante nella stagione dello scudetto con Spalletti. Evidentemente ha ricevuto altre proposte, ma Conte è bravo a fare con quelli che ha. Se intervenire o meno sul mercato è una decisione che spetta a lui e società.”
Scudetto
“Il Napoli ha certamente un vantaggio dal punto di vista di gestione delle forze e delle energie, perché ha tante partite in meno, mentre l’Inter ha più impegni. Serve che siano bravi a gestirsi dal punto di vista fisico e mentale. L’anno scorso lo sono stati, hanno scelto di andare avanti su tutti i fronti e ce l’hanno fatta ad arrivare fino alla fine. Per lo scudetto ci sono Atalanta, Inter e Napoli: ma non so chi sia la favorita.”
Atalanta
“Secondo me incide l’allenatore, ma anche una società del genere alle spalle fa la differenza. Poi non so a chi vada la maggior parte dei meriti, ma la mano del tecnico è evidente e non si può negare.”
Gioco
“Non so cosa voglia dire giochista. Io non faccio queste suddivisioni, so che sono venute fuori ma quando allenavo io nemmeno c’erano. A me non riesce farla, perché alla lunga chi gioca fa i risultati. Nessuno rinuncia al gioco sperando che i risultati piovano dal cielo. Allegri ha vinto gli scudetti quando la sua squadra giocava bene, perché giocare bene vuol dire fare un gioco rapportato alle caratteristiche dei giocatori che si hanno. Per esempio, se ho attaccanti alti 1,60 e crosso tanto nel mezzo allora non ho contezza dei giocatori che ho. Fare l’allenatore significa esaltare le caratteristiche dei giocatori che si hanno.”
Roma
“Al momento c’era bisogno di fare risultati e Ranieri li sta facendo. Poi il prossimo anno non lo so, questa domanda non dovete farla a me. Fatela a Ranieri, forse lui il prossimo anno non sarà l’allenatore ma sarà dirigente: quindi chiedetelo comunque a lui. Sarà un dirigente capace, con un passato da grande allenatore e quindi io non mi permetto di dargli suggerimenti sulla scelta di un nuovo allenatore.”
Dovbyk
“Chi si adatta prima nelle squadre sono i difensori e i centrocampisti. Anche Platini, la prima volta che arrivò in Italia, ci mise qualche mese ad adattarsi. Per l’attaccante è diverso. O si adatta subito, perché magari si trova da subito bene in Italia e nel campionato italiano, oppure è fisiologico che ci voglia più tempo.”
Fiorentina
“Conosco bene la Fiorentina, essendone tifoso. Palladino è bravo e lo so da quando ha fatto il corso da allenatore con me. Da Coverciano escono allenatori con idee diverse e questo mi rende orgoglioso, perché vuol dire che la scuola calcistica italiana porta gli allenatori a non essere tutti uguali e questa è una cosa molto importante. La squadra ha avuto difficoltà all’inizio, poi sicuramente c’è stato un periodo in cui ha raccolto forse più di quanto meritasse e ora lo sta pagando. E’ un momento negativo, ma la mano dell’allenatore si vede anche ci sono difficoltà. La Fiorentina paga la situazione di Bove non solo per la sua assenza a livello tattico, ma anche dal punto di vista mentale: per i precedenti con Astori.”
Baroni
“Pensando alla storia di Baroni, mi aspettavo che potesse fare così bene alla Lazio. Nel suo passato ci sono due cose eccezionali, entrambe l’anno scorso con l’Hellas Verona. Il girone d’andata e poi anche quello di ritorno, dopo che gli avevano smontato la squadra a Gennaio. Eppure, guardandolo dall’esterno, si aveva la sensazione che avessero sempre giocato assieme. E non è un miracolo, ma solo frutto del suo lavoro.”
Termina qui l’intervista di Ulivieri a CS.
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Fusato: “Supercoppa? Inter superiore e l’ha dimostrato. Le amnesie sono costate, ora testa al campionato. Su Frattesi…”
Riccardo Fusato, giornalista e tra le altre cose opinionista dell’Inter a Telecity e Radionerazzura, ha rilasciato in esclusiva alcune dichiarazioni.
In particolare, si è soffermato sul momento dei nerazzurri dopo la sconfitta di Riyadh e sulle prossime partite in programma per la squadra di Inzaghi.
Esclusiva Calciostyle, Fusato: “Partita spettacolare a Riyadh, Inter superiore”
Volevo chiederle un suo punto di vista sulla sfida di Riyadh…Che partita è stata?
“La partita di Riyadh è stata spettacolare per il calcio, un po’ meno per gli interisti. L’Inter è superiore al Milan e l’ha dimostrato fino al 2-0. Purtroppo ci sono queste amnesie che costano negli ultimi minuti le rimonte… A parziale scusante c’è da dire che fuori Calhanoglu, fuori De Vrij, senza Thuram, Bastoni un po’ acciaccato, Dimarco con dei problemi è vero che sei più forte però non puoi concedere 5/6 titolari al Milan, soprattutto in una finale secca. Dopodiché secondo me l’Inter ha fatto una buona partita però ci sono delle crepe che vanno risolte perché non è la prima volta, vedi Juve e Leverkusen, che l’Inter negli ultimi minuti subisce la squadra avversaria”.
Come si riparte e se può lasciare strascichi…
“Secondo me non lascerà strascichi perché l’Inter è una squadra matura, è un anno che gioca ad altissimo livello tutte le partite. La squadra è col mister e Marotta è un ottimo dirigente e seppur con qualche problema di formazione, son convinto che contro Venezia, Bologna e Lecce farà 9 punti e si rilancerà in campionato anche sfruttando gli scontri diretti che ci saranno tra le altre”.
E se si aspetta qualcosa in chiave mercato
“Non mi risultano movimenti di mercato dell’Inter, va monitorata un attimo la questione Frattesi. L’Inter ha sparato alto perchè indispettita con l’agente Riso che ha fatto il doppio gioco con Roma e Napoli offrendo il giocatore. Lui non ha mai spinto per andare via, è chiaro che a determinate condizioni e con un’alternativa valida l’Inter potrebbe cederlo. Non mi risultano movimenti su Cristante“-
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