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Como, Caqueret: “Questa squadra ha un progetto ambizioso, e sul Lione…”

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Il calciatore del Como Maxence Caqueret ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni de L’Équipe sul momento che sta vivendo nel club lariano

Como, le parole di Caqueret

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LA FORMAZIONE DEL COMO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Di seguito le dichiarazioni rilasciate dal centrocampista francese del Como Maxence Caqueret ai microfoni de l’Equipe sul momento che sta vivendo nel club lombardo e sulla sua esperienza al Lione:

Dopo dodici anni a Lione, per Caqueret il trasferimento è stato una vera rivoluzione:

“Professionalmente, non avevo mai messo piede fuori Lione. All’inizio è stato un po’ strano. Conoscevo la città a memoria, avevo tutti intorno a me. È stato uno shock, soprattutto le prime settimane in albergo, da solo, mentre mia moglie era rimasta a Lione.

Ma ora la vita a Como è incredibile. La gente è allegra, l’ambiente tranquillo. Dicono che d’estate qui arrivino tantissime star…”. Nonostante il distacco emotivo dal club che lo ha cresciuto, il 24enne non ha dubbi sulla scelta fatta: “Lasciare l’OL è stato molto emozionante, ma ero pronto per una nuova esperienza. Volevo scoprire un altro progetto e un nuovo paese”.

L’ultima fase della sua avventura con l’OL non è stata semplice, con sempre meno spazio nelle scelte tecniche:

“È stato il periodo più complicato della mia carriera. Da un giorno all’altro ho smesso di giocare, nonostante mi allenassi bene e dessi sempre il massimo. Ero consapevole che il mio livello non fosse all’altezza di quello che so fare”.

Nonostante in passato abbia avuto offerte da club europei, ha preferito restare: “Ho avuto l’interesse di squadre che giocavano in Europa, ma ho scelto di restare. Non me ne pento”.

Ora Caqueret guarda avanti con grandi ambizioni, credendo nel progetto del Como, neopromosso in Serie A:

“L’obiettivo è giocare in Europa negli anni a venire. Abbiamo un progetto ambizioso e voglio dare il mio contributo per portare il club sempre più in alto”.

Serie A

Roma, Milan ultimo ostacolo per la gloria europea

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La Roma dopo lo stop di Bergamo ospiterà il Milan all’Olimpico, in un big match fondamentale per la corsa alla Champions League. La tensione sale sempre di più.

I giallorossi devono rialzare la testa dalla sconfitta contro l’Atalanta ma l’effetto dei 19 risultati utili consecutivi non è ancora svanito. L’Olimpico è pronto a spingere la squadra di Ranieri oltre l’ultimo ostacolo.

Roma, sogno Champions dietro l’angolo ma c’è da vincere

Il miracolo compiuto da Claudio Ranieri nella seconda parte di stagione potrebbe essere etichettato impresa al termine di questa stagione. L’infortunio di Dybala in primis aveva spento il morale del gruppo ma, al contrario, i risultati non ne hanno risentito.

Le vittorie pesantissime contro Inter Fiorentina ma anche i pareggi contro JuventusLazio hanno permesso alla Roma di rimanere in corsa per qualificarsi alla prossima Champions League.

roma

CLAUDIO RANIERI PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La classifica oggi recita Juventus 64, Lazio 64, Roma 63, Bologna 62. I felsinei, conquistata la qualificazione in Europa League grazie al trionfo in Coppa Italia, probabilmente abbasseranno i giri del motore ma non è detto che perderanno punti. I cugini invece saranno ospiti dell’Inter ancora in corsa per lo Scudetto mentre i bianconeri se la vedranno contro Udinese Venezia.

Per Dovbyk e compagni invece all’Olimpico arriverà il Milan, fresco perdente della finale proprio contro la squadra di Italiano e tornerà nello stesso campo calcato mercoledì. Dal punto di vista mentale potrebbe essere un vantaggio per i giallorossi, che intendono sfruttare qualsiasi fattore per vincere e arrivare a giocarsi tutto all’ultima giornata.

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Serie A

Inter, non tutto è perduto: i motivi per crederci ancora

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Inter

L’Inter si avvicina al prossimo impegno di campionato contro la Lazio, nel quale dovrà dare continuità al duello col Napoli. C’è ancora speranza per lo Scudetto.

I nerazzurri dopo la conquista della finale di Monaco tornano a San Siro per, quantomeno, rimandare ogni discorso sul prossimo campione della Serie A all’ultima giornata.

Inter, la speranza è l’ultima a morire

I passi falsi contro Bologna Roma uniti alla continuità del Napoli hanno contribuito a far scivolare la squadra di Inzaghi al secondo posto in classifica. Il punto di distanza con due sole partite da giocare sembra irrecuperabile tuttavia, in casa nerazzurra la speranza è l’ultima a morire e a sostegno di questa tesi le argomentazioni sono diverse.

Asserendo che il destino non è più nelle mani di Lautaro e compagni, i motivi per crederci si possono identificare a partire dai titoli persi dai nerazzurri al fotofinish della Serie A. Se si torna al drammatico pomeriggio di Roma quando la Lazio vinse 4-2, consegnando lo Scudetto alla Juventus oppure al recupero contro il Bologna e la famosa “papera” di Radu il primo sentimento di rabbia e voglia di rivalsa.

Barcellona-Inter

ESULTANZA INTER ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Tante volte il titolo è stato assegnato sul gong e diverse di queste hanno coinvolto i nerazzurri, in questa stagione l’epilogo potrebbe essere lo stesso. Tuttavia la solidità del gruppo e la costanza dimostrata col passare delle giornate unite al vantaggio costruito fino al mese di Aprile, fanno pensare a un possibile ribaltone nelle ultime due giornate. Se il Napoli dovesse inciampare a Parma, l’Inter sarebbe pronto ad approfittarne e si riporterebbe in testa con un solo match da disputare.

La finale di Champions League deve rimanere il 31 maggio e non entrare nella testa dei giocatori già adesso. Ovviamente solo il pensiero genera una scarica di adrenalina non indifferente ma è fondamentale mantenere il focus. I motivi per crederci ci sono, tocca a Inzaghi gestire al meglio la situazione.

 

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Serie A

Serie A: 21 anni fa l’ultimo match di Roberto Baggio

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Il 16/05/04 la Serie A, ma in generale tutto il mondo, assisteva all’addio al calcio di uno -se non il migliore- calciatore italiano degli ultimi 30 anni.

“Da quando Baggio non gioca più, non è più domenica”. Così canta Cesare Cremonini, e a pensarlo non solo lui. Da quel maggio del 2004, in cui il Divin Codino giocò la sua ultima partita, il calcio ha perso un altro pò della sua magia.

Serie A

Italian football star Roberto Baggio waves to fans during a promotional event for Olympic products in Guangzhou, south Chinas Guangdong province, September 2, 2007.
Italian football star Roberto Baggio arrived in China August 29, 2007. It is the second time for Roberto Baggio to come to China, and he is here to be an ambassador for Olympic products. His six-day-trip in China covers Beijing, Hangzhou and Guangzhou.

Serie A: l’ultima alla scala del calcio

A San Siro, quella domenica, si festeggiava lo scudetto del Milan. Ma si sa, per ogni buona notizia c’è sempre il rovescio della medaglia. Destino ha voluto che in quello stadio, in cui aveva giocato, il numero 10 del Brescia chiudeva una carriera magica. Una vita calcistica quasi a livello del miglior poema epico, con gioie e dolori, soprattutto fisici. Infatti, il nativo di Caldogno in carriera tra le tante noie fisiche annovera due menischi in meno, i legamenti di un ginocchio ricostruiti, tre operazioni e due anni senza giocare.

Ma l’amore per il calcio sempre vivo. Quel 16 maggio di ormai 21 anni fa il “ragazzo”, fortemente voluto da Carletto Mazzone, con gli occhi e le ginocchia di cristallo lasciava il calcio in quel di Milano. Una tela impreziosita da quella cornice che era San Siro, in lacrime.

Commozione e gratitudine, ammirazione e consapevolezza che le sua magie palla al piede sarebbero rimaste uniche, irripetibili.

Serie A: il momento esatto in cui il tempo calcistico si è fermato

Ottantaquattro. Un numero come un altro? Non quel giorno. Al minuto 84′, Roberto Baggio esce dal campo. Una passerella annunciata e strameritata. Indimenticabile l’abbraccio con un’altra leggenda del nostro calcio: Paolo Maldini. 

Come marchiate a fuoco le parole di Fabio Caressa in telecronaca: “Si chiude qui una delle carriere più belle della nostra del calcio italiano. Esce dal campo forse il giocatore più amato del calcio italiano. Sicuramente uno dei più forti di tutti i tempi.”.

A più di vent’anni da quello storico pomeriggio, Baggio ricorda bene il giorno del suo addio: “Ricordo ancora molto bene quella mia ultima domenica sul campo, davanti al meraviglioso pubblico di San Siro: 80.000 persone tutte in piedi per regalarmi un applauso che mai potrò dimenticare e che porto nel cuore come un prezioso ricordo pieno di gratitudine e di riconoscenza: in quel momento, compresi che qualcosa di buono avevo fatto anche io”.

Le prodezze del Codino

Tanti hanno parlato di lui: Michel Platini lo definì “più che un 10 un nove e mezzo”.

Con il pallone ai piedi è stato l’italiano più brasiliano che sia mai esistito, ma soprattutto è stato il giocatore più amato dagli appassionati, anche se un po’ meno da alcuni tecnici. Baggio ha unito l’Italia intera del tifo che ama la bellezza pura. È stato capace di vestire le maglie “contrapposte” della Serie A di Fiorentina, Juventus, Milan e Inter, e semmai i tifosi si sono divisi per lui – come nel ’90 per il passaggio dal viola al bianconero – non contro di lui.

I gol a Italia ’90, le lacrime per il rigore sbagliato a Pasadena al Mondiale 1994, le magie in campo, gli infortuni e le rinascite, la conversione al buddhismo, la delusione per la mancata convocazione al Mondiale in Korea e Giappone, l’addio totale al mondo del calcio, il buen ritiro in Argentina. Percorsi difficili da pensare di essere fatti in una vita e da una persona soltanto.
I numeri, poi, quasi irreali per un uomo con alle spalle tutte quelle operazioni chirurgiche (la maggior parte in giovane età). Per il Divin Codino 643 presenze e 291 gol. Quasi impossibile da contare gli assist.  Il pallone d’oro con la Vecchia Signora del 1993. Giocatore geniale e leader silenzioso. Roberto Baggio è stato unico nel suo genere. Leggenda, poesia, musica. Finché per molti, per tutti, non è stata più domenica.

Gli omaggi al Divin

Molti hanno “cantato” di lui. Dal già citato Cesare Cremonini, al grande Lucio Dalla, che nel 2001 cantava “Baggio Baggio”. Per arrivare poi al più recente Diodato, con la canzone “L’uomo dietro il campione”, colonna sonora del film “Il Divin Codino”. Probabilmente la pellicola che non gli ha reso la giustizia che meritava.
D’altronde non sarà un film a rovinare, o meglio, depotenziare tutto quello che il ragazzo classe 1967 ha regalato al mondo.
Da quel maggio del 2004 “Non è più domenica”.

 

 

 

 

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