Serie A
Como-Juventus, il rigore di Gatti fa ancora discutere: stasera parla l’AIA
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Como-Juventus, una partita che non ha ancora esaurito le discussioni. Il mancato rigore per tocco di Gatti continua a far discutere: si cerca uniformità.
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Il tocco di mano di Federico Gatti su Tasos Douvikas, avvenuto poco prima del rigore decisivo trasformato da Randal Kolo Muani in Como-Juventus 1-2, ha scatenato accese discussioni. Tra le voci più critiche spicca quella dell’allenatore del Como, Cesc Fabregas, che non ha usato mezzi termini: “Non c’è alcuna interpretazione, era un rigore nettissimo”.

CESC FABREGAS ALZA LE MANI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Secondo quanto emerso nelle ultime ore, questa sera, nel programma Open Var di DAZN, i vertici dell’AIA analizzeranno gli audio tra l’arbitro di campo e la sala VAR per spiegare perché Abisso e Guida abbiano ritenuto il movimento di Gatti conforme all’azione e non punibile.
Tuttavia, Fabregas pone l’accento su un’altra questione, condivisa anche dal designatore arbitrale Gianluca Rocchi: la necessità di uniformità nelle decisioni arbitrali. Senza una linea chiara e coerente tra un episodio e l’altro, le polemiche rischiano di ripetersi ogni weekend, alimentando dubbi e contestazioni.

Il 16/05/04 la Serie A, ma in generale tutto il mondo, assisteva all’addio al calcio di uno -se non il migliore- calciatore italiano degli ultimi 30 anni.
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“Da quando Baggio non gioca più, non è più domenica”. Così canta Cesare Cremonini, e a pensarlo non solo lui. Da quel maggio del 2004, in cui il Divin Codino giocò la sua ultima partita, il calcio ha perso un altro pò della sua magia.

Italian football star Roberto Baggio waves to fans during a promotional event for Olympic products in Guangzhou, south Chinas Guangdong province, September 2, 2007.
Italian football star Roberto Baggio arrived in China August 29, 2007. It is the second time for Roberto Baggio to come to China, and he is here to be an ambassador for Olympic products. His six-day-trip in China covers Beijing, Hangzhou and Guangzhou.
Serie A: l’ultima alla scala del calcio
A San Siro, quella domenica, si festeggiava lo scudetto del Milan. Ma si sa, per ogni buona notizia c’è sempre il rovescio della medaglia. Destino ha voluto che in quello stadio, in cui aveva giocato, il numero 10 del Brescia chiudeva una carriera magica. Una vita calcistica quasi a livello del miglior poema epico, con gioie e dolori, soprattutto fisici. Infatti, il nativo di Caldogno in carriera tra le tante noie fisiche annovera due menischi in meno, i legamenti di un ginocchio ricostruiti, tre operazioni e due anni senza giocare.
Ma l’amore per il calcio sempre vivo. Quel 16 maggio di ormai 21 anni fa il “ragazzo”, fortemente voluto da Carletto Mazzone, con gli occhi e le ginocchia di cristallo lasciava il calcio in quel di Milano. Una tela impreziosita da quella cornice che era San Siro, in lacrime.
Commozione e gratitudine, ammirazione e consapevolezza che le sua magie palla al piede sarebbero rimaste uniche, irripetibili.
Serie A: il momento esatto in cui il tempo calcistico si è fermato
Ottantaquattro. Un numero come un altro? Non quel giorno. Al minuto 84′, Roberto Baggio esce dal campo. Una passerella annunciata e strameritata. Indimenticabile l’abbraccio con un’altra leggenda del nostro calcio: Paolo Maldini.
Come marchiate a fuoco le parole di Fabio Caressa in telecronaca: “Si chiude qui una delle carriere più belle della nostra del calcio italiano. Esce dal campo forse il giocatore più amato del calcio italiano. Sicuramente uno dei più forti di tutti i tempi.”.
A più di vent’anni da quello storico pomeriggio, Baggio ricorda bene il giorno del suo addio: “Ricordo ancora molto bene quella mia ultima domenica sul campo, davanti al meraviglioso pubblico di San Siro: 80.000 persone tutte in piedi per regalarmi un applauso che mai potrò dimenticare e che porto nel cuore come un prezioso ricordo pieno di gratitudine e di riconoscenza: in quel momento, compresi che qualcosa di buono avevo fatto anche io”.
Le prodezze del Codino
Tanti hanno parlato di lui: Michel Platini lo definì “più che un 10 un nove e mezzo”.
Con il pallone ai piedi è stato l’italiano più brasiliano che sia mai esistito, ma soprattutto è stato il giocatore più amato dagli appassionati, anche se un po’ meno da alcuni tecnici. Baggio ha unito l’Italia intera del tifo che ama la bellezza pura. È stato capace di vestire le maglie “contrapposte” della Serie A di Fiorentina, Juventus, Milan e Inter, e semmai i tifosi si sono divisi per lui – come nel ’90 per il passaggio dal viola al bianconero – non contro di lui.
Gli omaggi al Divin
Serie A
Sartori-Italiano, la “coppia d’oro” fa la storia del Bologna
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38 minuti fail
16/05/2025
Il Bologna trionfa in Coppa Italia dopo 51 anni, battendo il Milan 1-0 allo Stadio Olimpico: Sartori e Italiano protagonisti di un successo storico.
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VINCENZO ITALIANO PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Un trionfo atteso da mezzo secolo
Il Bologna ha finalmente riscritto la storia, riportando a casa la Coppa Italia dopo ben 51 anni. Grazie al lavoro impeccabile di Giovanni Sartori e Vincenzo Italiano, i rossoblù hanno conquistato un trofeo che mancava da troppo tempo nella bacheca del club. Nonostante le loro capacità siano state spesso sottovalutate dalle grandi squadre, Sartori e Italiano hanno dimostrato di essere tra i migliori nei rispettivi ruoli. La loro dedizione e strategia hanno permesso al Bologna di ottenere un successo che sembrava quasi un miraggio.
Sartori e Italiano: pilastri del successo
Giovanni Sartori, direttore sportivo, e Vincenzo Italiano, allenatore, hanno saputo costruire una squadra solida e competitiva, capace di affrontare avversari di alto livello e portare a casa la Coppa Italia. La loro visione e il loro impegno hanno trasformato il Bologna in una squadra capace di competere ai massimi livelli del calcio italiano. Questo trionfo non solo rappresenta un importante traguardo per il club, ma è anche un riconoscimento del talento e della competenza di due professionisti che hanno saputo lavorare in sintonia per un obiettivo comune.
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Fonte: l’account X di Schira
Primo meritatissimo trofeo alzato al cielo per Giovanni #Sartori e Vincenzo #Italiano. Da anni tra i più bravi in assoluto nei loro ruoli, eppure sempre snobbati dalle big. Meglio così per il #Bologna che se li gode e grazie a loro è tornato dopo 51 anni a vincere la Coppa Italia pic.twitter.com/I3kYoZT2dz
— Nicolò Schira (@NicoSchira) May 15, 2025

Sospetti da quasi da congiura in Serie A con la tifoseria interista che non ha gradito la designazione dell’arbitro di Torre Annunziata come AVAR.
A 180 minuti dal termine della stagione 24/25 di Serie A non è solo il calcio giocato a tenere banco. Nonostante un solo punto a dividere Napoli e Inter -e questo dovrebbe già bastare ad alzare la pressione di questo finale di stagione- qualcuno ha ritenuto opportuno criticare la scelta del fischietto in sala VAR.

L’ARBITRO MARCO GUIDA ( FOTO SALVATORE FORNELLI )
Serie A: galeotta fu la designazione
Sui social è partito subito un processo alle “streghe”. Il motivo?L’arbitro Guida è della sezione di Torre Annunziata e vive in provincia di Napoli. Tuttavia non sarebbe neanche la componente geografica a creare tutto questo polverone. Bensì le parole del fischietto campano.
Qualche tempo fa, infatti, in collegamento con Radio CRC – emittente ufficiale del Napoli – lo stesso Guida aveva confessato di aver chiesto espressamente al designatore Rocchi di non assegnarlo alla squadra partenopea. Scelta condivisa anche con Maresca, arbitro anch’egli della sezione di Napoli. La motivazione? Evitare guai e proteggere la famiglia.
Le parole dell’arbitro Guida
“A Napoli il calcio viene vissuto in maniera diversa da altre città come Milano, anche se abbiamo avuto la proposta”. Queste le parole di Guida alla radio. “Non ci sono linee territoriali, abbiamo fatto solo quello che riteniamo fosse più opportuno”. E ancora: “Io vivo la città di Napoli e abito in provincia. Ho tre figli e mia moglie ha un’attività. È una scelta personale. La mattina devo andare a prendere i miei figli e voglio stare tranquillo“.
Infine: “Quando ho commesso degli errori non era così sicuro passeggiare per strada così come andare a fare la spesa. Pensare di sbagliare ad assegnare un calcio di rigore e di non poter uscire due giorni di casa per svolgere le mie attività sportive non mi fa sentire sereno”.
Molti dopo queste dichiarazioni si sono chiesti se il fischietto di Torre Annunziata riuscirà ad essere tranquillo nel gestire la sua posizione al VAR con l’Inter che si gioca lo Scudetto. Tra questi il giornalista Tancredi Palmeri, che su X ha detto la sua.
“Ma come può l’arbitro Guida fare l’assistente Var in Inter-Lazio se ha dichiarato che non ha la serenità di arbitrare il Napoli per proteggere la famiglia? Questa è una designazione totalmente illogica. Non sono a prescindere contro Rocchi ma questa scelta è inspiegabile”. Questo lo sfogo social del giornalista.
Tuttavia, per dovere di cronaca, per Inter-Lazio è stato designato Chiffi, arbitro di Padova, con Di Paolo al VAR. Dunque, Guida sarà solo l’assistente di quest’ultimo.
Inter e Napoli: sfida a colpi social
Oltre al post di Palmeri, sono tantissimi i messaggi sui social che urlano a complotti atti a voler favorire la squadra lombarda. Una sorta di Marotta League all’incontrario, con tanto di accuse e invettive. “Che direste a parti invertite”, punge un sostenitore dell’Inter. E ancora: “Non è tanto marginale la figura dell’AVAR. Se ascoltate l’audio di diversi interventi VAR, vi renderete conto di quanto partecipi attivamente alle decisioni”.
I tifosi del Napoli, ovviamente, non restano in silenzio ma controbattono: “Dunque il problema sarebbe Guida AVAR in Inter-Lazio. Doveri che arbitra Parma-Napoli e viaggia con lo zainetto dell’Inter, Simonelli presidente di Lega che va allo stadio con la sciarpa dell’Inter, Infantino presidente FIFA che è ultrà nerazzurro, tutto ok?”.
Un finale di campionato che, probabilmente, è già teso per il distacco di classifica, e quindi magari tutto questo contorno poteva anche non esserci. Sta di fatto che, ad oggi, lo Scudetto si “combatte” anche così.
Chi avrà ragione alla fine?
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