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De Rossi: “La Roma è una cosa che ti porti dietro. I tifosi sono il motore che ci muove”

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Roma, De Rossi

Daniele De Rossi, allenatore della Roma, ha parlato ieri pomeriggio durante il Business Club, evento organizzato dalla società per incontrare gli sponsor.

La Roma di Daniele De Rossi è tornata a lavorare in vista della sfida di Pasquetta contro il Lecce nella giornata di ieri. Proprio ieri, il mister giallorosso ha preso parte al Business Club, evento organizzato dalla società per incontrare gli sponsor presso il centro sportivo Fulvio Bernardini.

Roma, De Rossi

Rome, Italy 20.01.2024: New Coach Daniele De Rossi debuts on the Roma bench in the Italian Serie A TIM 2023-2024 football match AS Roma vs Hellas Verona at Olympic Stadium in Rome.

Roma, le parole di De Rossi

“Non mi piace fare promesse, ma posso dire che un tasto su cui batto spesso con i miei giocatori è che alla Roma non deve mancare mai il coraggio. Potrei anche dire che avremo sempre grinta, ma sarebbe una frase fatta”.

Sul significato che ha nel mondo il nome di Roma e della Roma.

“L’impatto visivo del marchio Roma in giro per il mondo è importantissimo. La Roma è una cosa che ti porti dietro. Spalletti racconta sempre un aneddoto: allenava lo Zenit San Pietroburgo e incontrò un bambino in ascensore. Nonostante il mister portasse il cappotto dello Zenit, con lo stemma del club russo, il bambino gli ripeteva: “Tu Roma, tu Roma”. Roma e la Roma sono questa cosa qui. I tifosi sono il motore che ci muove, ogni giorno”.

Quando ancora giocava, in molti vedevano Daniele De Rossi come futuro allenatore.

“Ho sempre saputo che avrei fatto questo mestiere, ma ho cominciato a dirlo alle persone a me vicine negli ultimi 5-6 anni della mia carriera. Un allenatore lavora tante ore al giorno e deve essere ossessionato dalla perfezione. Nella Roma il trasporto emotivo è diverso, ho quarant’anni di storia alle spalle, ma il mio approccio alla professione era lo stesso anche alla Spal”.

Serie A

Juventus, i dubbi su Motta: ecco i possibili sostituti

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Juventus, Thiago Motta

Juventus, dopo le delusioni in Champions e in Coppa Italia, il tecnico si gioca la conferma. Ci sono quattro nomi sullo sfondo

La Juventus vive settimane di riflessione sul futuro di Thiago Motta. Dopo l’eliminazione dalla Champions League e dalla Coppa Italia nell’arco di una settimana, l’allenatore bianconero si trova ora a giocarsi la riconferma nelle ultime 12 giornate di Serie A e nella possibile partecipazione al prossimo Mondiale per Club. Gli occhi della dirigenza sono puntati sulla squadra e sulla sua capacità di blindare almeno il quarto posto in campionato, obiettivo minimo per evitare un’altra stagione senza competizioni europee di primo piano.

Juventus, Giuntoli difende Motta ma servono risposte sul campo…

Il responsabile dell’area tecnica bianconera, Cristiano Giuntoli, ha confermato ufficialmente la fiducia a Motta, ma tra le parole e i fatti il passo è lungo. Il rendimento della squadra nelle prossime settimane sarà decisivo per determinare il destino del tecnico.

Juventus

CRISTIANO GIUNTOLI PREOCCUPATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Secondo La Gazzetta dello Sport, in caso di separazione a fine stagione, la Juventus avrebbe già individuato una lista di possibili successori. I nomi in pole position sono tre ex juventini: Antonio Conte, Gian Piero Gasperini e Igor Tudor. I primi due potrebbero valutare un addio ai rispettivi club, mentre Tudor è libero e potrebbe rappresentare un’opzione più immediata e meno complicata dal punto di vista contrattuale.

Oltre ai profili con un passato juventino, spunta anche una candidatura inedita. Tuttosport rilancia il nome di Roberto Mancini, ex ct dell’Italia e attuale allenatore dell’Arabia Saudita. Pur non avendo mai avuto legami diretti con la Juventus, il suo profilo potrebbe rappresentare un’opzione intrigante per la dirigenza bianconera.

La Juventus si trova dunque davanti a un bivio cruciale per il proprio futuro. Il destino di Thiago Motta si deciderà sul campo, mentre sullo sfondo continuano a prendere forma scenari alternativi per la panchina della prossima stagione.

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Serie A

Il flop Koopmeiners e l’infausto destino di chi lascia l’Atalanta

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Atalanta

Delude ancora Teun Koopmeiners. L’olandese continua a non rendere alla Juventus e riaccende il dibattito sui giocatori che lasciano l’Atalanta di Gasperini.

La Juventus ha fallito il secondo obiettivo stagionale uscendo dalla Coppa Italia contro l’Empoli ai calci di rigore. Una sconfitta pesantissima, definita “vergognosa e inaccettabile” non solo dai tifosi bianconeri, ma anche da Thiago Motta e Giuntoli. 

Un ritratto perfetto della stagione deludente della Juventus potrebbe essere l’acquisto più inseguito e desiderato della scorsa estate: Teun Koopmeiners. Il trequartista olandese, protagonista ieri di una giocata goffa diventata virale sui social, sta faticando enormemente a rispettare le aspettative. 

Certo, certi errori possono capitare a chiunque, ma i suoi vengono ormai amplificati al massimo, ponendolo sempre al centro delle critiche. Ovviamente Koopmeiners non sta giustificando gli oltre 50 milioni di euro spesi in estate per strapparlo all’Atalanta ma, al tempo stesso, Thiago Motta non sta facendo nulla per proteggerlo, insistendo su di lui anche quando il rendimento è chiaramente insufficiente.

Atalanta, Hojlund Manchester United

Rasmus Hojlund of Manchester United during the Emirates FA Cup Third Round match Wigan Athletic vs Manchester United at DW Stadium, Wigan, United Kingdom, 8th January 2024
(Photo by Conor Molloy/News Images)

Quando lasciare l’Atalanta diventa un problema

Il caso Koopmeiners ha riacceso un dibattito che si ripresenta ciclicamente: perché così tanti giocatori che lasciano l’Atalanta faticano altrove? Il club nerazzurro ha visto partire negli anni diversi talenti che, una volta cambiata squadra, non sono riusciti a confermarsi sui livelli mostrati con Gasperini in panchina. 

Le storie sono tante e diverse: alcune legate agli infortuni, come nel caso di Mattia Caldara, altre a semplici difficoltà di adattamento o alla pressione di palcoscenici più esigenti. Da Andrea Conti a Robin Gosens, da Merih Demiral a Rasmus Højlund, passando anche per Grassi, Boga, Gagliardini e Cristante: l’elenco di chi non ha saputo mantenere il livello visto a Bergamo è lungo. 

Alcuni di loro sono stati acquistati a peso d’oro e hanno deluso, altri hanno avuto un percorso meno drastico, ma il filo conduttore rimane: lontano dall’Atalanta, il rendimento si abbassa.

Inter, Atalanta

ALESSANDRO BASTONI SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Quando il talento si conferma altrove

Non tutti, però, hanno sofferto la separazione da Gasperini. Alcuni giocatori sono riusciti a dimostrare il proprio valore anche con altre maglie. Gianluca Mancini si è imposto con continuità alla Roma, Franck Kessié è diventato un perno del Milan campione d’Italia, mentre Alessandro Bastoni e Cristian Romero sono indispensabili per Inter e Tottenham. 

Questi casi dimostrano che il talento c’è e può emergere, ma servono le giuste condizioni e un ambiente adatto.

Serie A, Atalanta

GIAN PIERO GASPERINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Atalanta, Gasperini e il segreto del rendimento

L’andamento dei giocatori ex Atalanta potrebbe non fare altro che confermare il lavoro straordinario di Gasperini. Il tecnico nerazzurro sembra riuscire a costruire un sistema in grado di esaltare le caratteristiche dei suoi calciatori, nascondendone i difetti e permettendo loro di rendere ben oltre le aspettative. Un modello di gioco aggressivo, un contesto tattico chiaro e una mentalità collettiva sono le basi del successo atalantino.

Ma è solo questo? In realtà, ci sono tante altre variabili da considerare. Alcuni giocatori non riescono a reggere la pressione di squadre più blasonate, altri faticano a inserirsi in sistemi di gioco diversi, altri ancora semplicemente hanno raggiunto il loro massimo proprio a Bergamo. 

Resta però la domanda: ha davvero senso per i top club fare la spesa in casa Atalanta?

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Serie A

Inter, il Player of the Month è Barella: un bilancio in nerazzurro

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Inter, Barella

Inter, i tifosi hanno scelto il Giocatore del Mese in maglia nerazzurra: a vincere è Nicolò Barella. Analizziamo le sue performance.

L’Inter ha appena designato il miglior giocatore della rosa nell’ultimo mese: la scelta dei tifosi è stato Nicolò Barella. Il centrocampista cagliaritano è stato tra i protagonisti di 24 partite giocate in questa stagione di Serie A, in 22 delle quali è partito da titolare in campo.

Inter, la centralità di Barella nella rosa: i numeri

Colpito da un solo infortunio stagionale finora – l’infortunio alla coscia che lo ha tenuto fuori gioco in sole 2 partite di campionato, le due vittorie contro l’Udinese e contro il Torino – per Inzaghi è una certezza.

E lo manda quasi sempre in campo: Barella è vicinissimo al traguardo delle 300 presenze nella massima serie di campionato. Insieme a Lautaro, Bastoni e Mkhitaryan, è uno dei giocatori più presenti in campo.
Nel solo mese di febbraio ha preso parte a tutte e 5 le partite di Serie A, che hanno prodotto 2 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte.

Inter, Barella

Anche in Champions League è un giocatore imprescindibile: tranne la partita in casa contro lo Stella Rossa, saltata per infortunio, Barella ha sempre risposto presente all’appello del suo allenatore. E con lui in campo l’Inter ha vinto (6) o pareggiato (1) tutte le partite a cui ha partecipato, con la sola eccezione della sfida contro il Leverkusen.

Anche contro il Napoli, in occasione della prossima sfida di campionato, cruciale anche in ottica scudetto, potrebbe essere una delle armi segrete dell’arsenale nerazzurro: d’altra parte complessivamente ha preso parte a quattro gol contro gli azzurri in campionato con un gol – in trasferta la scorsa stagione – fornendo 3 assist.

Non sorprende, quindi, che l’Inter e i suoi tifosi lo abbiano incoronato Giocatore del Mese di febbraio.

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