Serie A
Empoli, sconfitto ma soddisfatto

L’Empoli archivia la sconfitta interna contro il Napoli con rammarico ma anche con la consapevolezza di essersela giocata contro una squadra inarrestabile.
Empoli, Zanetti tra soddisfazione e delusione
Alibi non ne cerca. E, prima di tutto, mette l’accento su un aspetto: di fronte c’era il Napoli, quindi non esattamente una squadra di secondo piano. Nell’archiviare con comprensibile muso lungo lo 0-2 subito in casa dai suoi con il Napoli, il tecnico dell’Empoli Paolo Zanetti prova però a vedere il bicchiere mezzo pieno. Perché, al netto di qualche pecca su cui dovrà lavorare, il fortino toscano sembra avere retto abbastanza bene. Insomma, per essere stata una partita con il Napoli, non tutto deve essere gettato via ma polpa da salvare ve ne è. E in abbondanza.
“Credo che i complimenti vadano fatti prima di tutto al Napoli– dichiara a “Pianeta Empoli” il tecnico dei toscani – abbiamo incontrato una squadra che a oggi è ingiocabile perchè sa gestire tutte le fasi tranquillamente, noi però non abbiamo mai mollato, abbiamo forse pagato un po’ di tensione e commesso errori che in altre partite non abbiamo commesso”. Del resto la tensione nel dovere affrontare chi sta ammazzando il campionato vittoria dopo vittoria ci può stare tutta. Se bisogna però andare a cercare il pelo nell’uovo, Zanetti lo individua in tre parole: mancanza di coraggio. “In alcune fasi – prosegue- il coraggio ci è un po’ mancato, comunque devo fare i complimenti ai ragazzi perchè se la sono giocata bene contro una squadra obiettivamente fortissima”.
Certo, ammette, le assenze dalla scacchiera delle pedine di Akpa Akpro, Bandinelli e Cambiaghi un po’ di peso l’hanno avuto. Ed è soprattutto su quest’ultimo che Zanetti si sofferma: “sicuramente è un giocatore che ha le caratteristiche di riuscire a strappare in mezzo al campo e di saper andare sull’azione – spiega- e questo ci è obiettivamente un po’ mancato oggi”.
Menzione d’onore per il reparto difensivo che, nonostante lo 0-2, ha comunque fatto il suo dovere senza particolari sbavature: “la difesa è stata abbastanza buona – spiega – dovevamo solo essere un po’ più coraggiosi in certi frangenti, Osimhen ci ha certamente messo in difficoltà, forse avremmo dovuto abbassare un po’ la linea ma portiamo a casa un risultato più che dignitoso”.
Nel campo visivo e nei pensieri vi è ora la sfida con il Monza. Nella quale l’Empoli dovrà cercare di mettere l’autografo su una vittoria che non si materializza ormai da cinque turni.
Serie A
Kolo Muani, il centravanti completo: più decisivo di Vlahovic anche nel lavoro per la squadra

Kolo Muani non segna dal 7 febbraio. Tuttavia, per l’attaccante francese si prospetta comunque un posto da titolare nella prossima sfida contro l’Atalanta.
Vediamo insieme le ragioni di questa scelta. L’attaccante francese, arrivato alla Juventus nel mercato di gennaio, era partito a razzo con 5 reti in 3 partite Era difficile pensare che potesse mantenere quei ritmi, ma nonostante il calo, Thiago Motta continua a puntare su di lui al posto di Dusan Vlahovic. E lo fa per dei motivi ben precisi.
Kolo Muani-Vlahovic, ecco le differenze

L’ESULTANZA DI KOLO MUANI E KHEPHREN THURAM ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Kolo Muani e Dusan Vlahovic si distinguono per il loro approccio al gioco. Muani è più preciso sotto porta, con una percentuale di tiri in porta del 67% e una conversione del 41,67%, mentre Vlahovic ha rispettivamente il 37% e il 14,75%. Nonostante il numero inferiore di partite giocate, Muani ha superato Vlahovic nei dribbling riusciti.
Tuttavia, l’aspetto più rilevante per Thiago Motta è il contributo alla squadra: Muani è più coinvolto nel gioco, lavorando sia in fase offensiva che difensiva. Le sue heatmap mostrano un movimento continuo dal centrocampo all’attacco, mentre Vlahovic si concentra principalmente sulla trequarti destra.
In termini statistici, Muani ha creato quasi lo stesso numero di occasioni (9 contro 11), ha vinto il doppio dei contrasti e ha recuperato lo stesso numero di palloni. Questo lo rende un attaccante più funzionale al gioco di squadra rispetto a Vlahovic. Inoltre, la situazione contrattuale di Vlahovic suggerisce un possibile addio, mentre la Juve guarda al futuro con Muani, puntando su di lui come elemento chiave per la squadra.
Serie A
Venezia, servono punti, ma prima le reti: dati preoccupanti

Venezia: la squadra di mister Di Francesco si avvicina alla sfida contro il Como, in programma sabato pomeriggio, con la speranza di racimolare punti pesanti in ottica salvezza.
Attualmente al penultimo posto, i lagunari devono invertire rotta quanto prima per provare a raggiungere la salvezza. Ogni turno che passa, però, l’obiettivo si fa sempre più lontano, anche perché vi è, nella squadra, un problema non indifferente.
Per portare a casa qualcosa di più di un misero punto (cosa nemmeno sempre certa) servirebbe tornare a segnare. Difatti, il gol manca dal 1° febbraio, quando Gytkjaer trovò la rete del momentaneo pareggio contro l’Udinese.
Diversi fattori, sicuramente, influenzano tale aridità offensiva. Su tutte, la cessione di un riferimento quale era Joel Pohjanpalo. Il finlandese, capitano e guida carismatica della squadra, non è stato praticamente sostituito sul mercato.
L’innesto di Fila, infatti, non rappresenta di sicuro, fino ad adesso, la giusta pezza per provare a rammendare lo strappato tessuto che rappresenta attualmente il Venezia.

Joel Pohjanpalo ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Atalanta, Maldini: il cognome, un problema?

Daniel Maldini, trequartista ventitreenne dell’Atalanta, ha rilasciato una dichiarazione a l’Eco di Bergamo riguardo la “pesantezza” del suo cognome. Apparentemente sembra essere abbastanza positivo.
Alcune dichiarazioni emesse durante l’ultima intervista sembrano non tralasciare particolari segni di titubanza. Ciò che emerge dalla stampa è la questione riguardo “la pressione del cognome”: il calciatore sembra essere ‘abituato’ a convivere col peso del cognome, a tal punto di non farne un problema.

LA GRINTA DI DANIEL MALDINI IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La dichiarazione di Maldini:
“Non la vivo come una pressione. So che può sembrare strano, ma da sempre sono abituato a convivere con questa situazione e non mi ha mai dato fastidio, neanche da piccolo. Più che un peso, è qualcosa che ti abitui a gestire naturalmente”.
Alcuni dettagli un po’ particolari emersi a seguito dell‘intervista, invece, sono rivolti su questioni private del calciatore. L’eventuale “spintarella” da parte del padre forse non è mancata nella carriera del calciatore. Forse, il punto cardinale in molte questioni calcistiche, è il padre.
I consigli del padre sono utili?
Nella dichiarazione emersa, alcune riflessioni sono state incentrate sul padre: “Certamente mio padre, con la sua esperienza, è prezioso. Mi ha dato consigli importanti, ma tutta la famiglia mi sostiene sempre nelle scelte, incluso questo passaggio all’Atalanta. È fondamentale avere persone vicine che ti supportano.”
Tuttavia, alcuni metodi ricevuti direttamente da Gasperini sono stati utili al fine della guarigione e il ritorno in campo. Maldini ha dichiarato apertamente i miglioramenti dopo l’infortunio con l’auspicio di continuare a migliorare.
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