Le interviste
Esclusiva CS Fabrizio Ravanelli: “Sentenza contro la Juventus ingiusta e inammissibile, Allegri sta facendo un grande risultato. Su Del Piero…””
Fabrizio Ravanelli, bandiera e bomber della Juventus, ci parla della situazione attuale della Juventus di Allegri e di Andrea Fortunato e Gianluca Vialli.
Benvenuto Fabrizio e grazie per la disponibilità. In questi giorni abbiamo visto, per il caso plusvalenze, che la Juventus ha depositato la sua difesa e a quanto pare sembrerebbe che i punti tolti possano essere riconsegnati e poi bisognerà aspettare gli esiti dell’indagine “Prisma”. Un tuo pensiero al riguardo di questa situazione della Società e della squadra?
“Bah, per quanto riguarda la Società credo che stia lavorando bene poi è difficile dare un giudizio da fuori, io credo che la Juventus abbia cercato prendendo anche i migliori avvocati di poter fare valere le proprie ragioni. Quindi, io credo che la Juventus come Società i è sempre distinta per la grande professionalità, per la trasparenza, per la correttezza, per l’educazione sportiva. Questa squadra e questo Club si è sempre contraddistinto non solo in Italia ma nel mondo e ha avuto sempre come binomio la correttezza e la professionalità e anche i grandi successi in campo. Quindi sono convinto che si sta operando bene e sono convinto che allo stesso tempo che la Juventus riavrà i 15 punti e questo credo sia quantomeno logico, perché quello che è stato fatto è un qualcosa di non giusto e scandaloso. Dare 15 punti di penalizzazione lo trovo assolutamente inammissibile la sentenza contro la Juventus. Poi per quanto riguarda la Juventus di oggi sul campo credo che stia recuperando in questo momento i suoi migliori giocatori. E’ ancora un po’ prematuro poter dire dove poteva arrivare questa squadra qual ora fosse stata al completo ed al 100%, però possiamo dire che nonostante le mille problematiche di inizio anno, quelle vissute in Champions League causate da diversi problemi ed anche da diversi infortuni, la Juventus si sta riprendendo alla grande! Ci auguriamo che la Juventus ci possa regalare grandi soddisfazioni in campo, come magari ci ha regalato l’ultima con il Torino con un secondo tempo fantastico e, perché no, regalarci un 2° posto in campionato e magari anche un trofeo tra Coppa Italia ed Europa League. Saranno due competizioni molto dure e molto difficili dove ci vorrà sicuramente una grandissima Juventus sotto tutti i punti di vista. Da quello caratteriale, temperamentale e a quello tecnico dove dovrà dimostrare di essere una squadra granitica nella fase difensiva e migliorare soprattutto sotto porta perché nonostante tutto la Juve crea diverse palle goal ma riesce quasi sempre a sfruttare solo il 50% di quello che crea. Quindi dovrà riuscire a migliorare sotto questo punto di vista ma sono convinto che a fine anno potremmo trarre delle somme positive!”.
Il lavoro di Massimiliano Allegri, oggi i tifosi sono un po’ divisi su questo, secondo te è un operato positivo o miglioreresti qualcosa?
“Credo che a migliorare sia in primis Massimiliano a volerlo fare, io credo che stia lavorando veramente bene. Ci sono stati dei momenti dove anche il mister avrà avuto le sue colpe ma credo che tutti nell’arco di una stagione, dai giocatori alla Società e all’allenatore, possono avere dei momenti non dico di debolezza ma dei momenti dove non riescono magari a raggiungere il massimo della performance. Come lo è per un giocatore lo è allo stesso tempo per il mister. Io credo che se avesse l’opportunità di tornare indietro a inizio anno certe situazioni potrebbe anche correggerle per poter migliorare i risultati. Però alla base di questo credo che stia facendo un grandissimo risultato perché con i 15 punti saremmo a 50 punti se non sbaglio e i 2 punti persi e tolti in maniera scorrettissima, uso questo aggettivo perché quello che è capitato contro la Salernitana è stato qualcosa di veramente scandaloso per non usare altre parole, quindi fare un 52 punti nonostante tutto vuol dire che sta facendo un grande risultato. Semifinale in Coppa Italia, sta andando avanti in Europa League. E’ logico che quello che è successo in Champions League è da cancellare però credo che sia da cancellare soprattutto anche per mancanza degli effettivi, di giocatori, perché la Juventus non dimentichiamoci che è stata costruita sulla forza di Pogba, sulla forza di Federico Chiesa, sulla forza di certi giocatori che poi sono venuti a meno anche per problemi fisici! Quindi non credo che sia un’attenuante per lui però non ci sono sempre stati. La Juventus quando arriva nel momento topico, soprattutto agli ottavi (prima) di Champions League, arrivavamo sempre incerottati, quest’anno purtroppo ancora prima e siamo usciti dalla Champions League. Io sono ancora speranzoso che Allegri possa dare ancora tanto a questa squadra, ci credo e sono convinto che potrà regalarci delle grandi soddisfazioni da qui alla fine del campionato o quantomeno ce lo auguriamo tutti quanti”.
Da grande bomber e per tutta l’esperienza che hai avuto, avresti un consiglio da vero bomber di razza, quale tu sei, da dare a Dusan Vlahovic? Credi nelle sue potenzialità e che possa rimanere a lungo nella Juventus?
“Questo non lo so perché non sono un allenatore, nel senso non sono allenatore in questo momento della Juventus e quindi non conosco benissimo i programmi della Juve per il futuro. E’ logico che per il momento Dusan Vlahovic non sta rendendo per quello che tutti quanti ci aspettavamo e credo che allo stesso tempo sia lui in primis a non essere contento anche vista l’uscita dopo la partita con il Toro. Credo che il suo viso faceva capire quanto lui non era contento, non tanto della sostituzione ma quanto magari per la sua performance. Come qualità credo che siano indiscusse, è un giocatore che ha delle grandi qualità e delle potenzialità incredibili e credo e mi auguro che lui possa rimanere più tempo possibile alla Juventus e regalarci tanti goal! E’ logico che un consiglio che gli posso dare da attaccante, visto che potrei essere anche suo padre, gli direi di stare tranquillo. Di trovare quella serenità e quella tranquillità interiore che serve nei momenti più difficili per tornare ad essere protagonista non solo in campo ma soprattutto nella fase finale degli ultimi 20m dove lui, in questo momento, trova grosse difficoltà”.
Fabrizio, c’è una semifinale di Coppa Italia contro l’Inter e questa partita contro il Friburgo. Secondo te quante possibilità ha la Juventus di centrare entrambi gli obiettivi o anche solo uno dei due?
“E’ difficile dirlo. Molto dipenderà dagli infortuni e dalla condizione fisica della squadra. Mi sembra che la squadra sia in una buona condizione fisica, ci auguriamo di recuperare tutti i giocatori e credo che non ci siano ulteriori stop per giocatori importanti. Allo stesso tempo credo che partiremo con il 50% di probabilità alla pari con l’Inter in Coppa Italia. Per quanto riguarda il Friburgo credo che la Juventus abbia leggermente un minimo vantaggio, però al di là di tutto è una squadra che è 4° nel campionato tedesco dove ci sono Bayer Monaco, Union Berlino e Borussia Dortmund che comunque stanno facendo una stagione pazzesca! Abbiamo visto che tra l’altro il Dortmund ha battuto il Chelsea in Champions League e quindi questo vuol dire che il livello del calcio tedesco si sta alzando. Il livello medio e normale delle squadre tedesche si sta alzando e quindi sarà un test molto difficile per la Juve! Quindi dico 51% per la Juventus e 49% per il Friburgo ma sarà una partita combattutissima dove saranno, ancora una volta, i dettagli a fare la differenza ma soprattutto saranno i grandi campioni a spostare gli equilibri come è successo a Nantes con Di Maria”.
Tu hai alzato la Champions League, che consiglio daresti alla Juventus per far sì che questo gap europeo possa essere colmato per un futuro in Europa?
“Mah, il consiglio è quello di andare sempre ad acquistare i giocatori che sono in rampa di lancio e che abbiano grande talento ma soprattutto italiani! Non dimentichiamoci che noi nel ’96 abbiamo vinto la Coppa dei Campioni con 9/11 di in campo di italiani, quindi questo ti fa capire quanto sia stato forte, il 22 maggio ’96, il senso di appartenenza di quella squadra. Sarebbe stata pronta a buttarsi e gettarsi nel fuoco per quei colori bianconeri, per il proprio allenatore, e ognuno di noi avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutare un compagno per alzare quella coppa! Ci è tornato molte volte in mente tutti i sacrifici che avevamo fatto per poter raggiungere quel traguardo! Tutti questi elementi messi insieme oggi, ieri e domani, faranno sempre la grande differenza. Quindi, da parte mia, dico alla Juventus ed alla Società Juventus di andare sempre a cercare talenti ma italiani, poi che ci debba essere un giusto mix con giocatori che vengono dall’estero e che hanno quel senso di appartenenza e di professionalità che ha sempre contraddistinto i grandi campioni. Oggi nella Juve vediamo quel senso di appartenenza in Danilo e quindi giocatori del genere sono la fortuna degli allenatori, sono la fortuna delle Società e dei tifosi! Ci vorrà del tempo ma la Società dovrà essere brava ad andare a cercare quei talenti come oggi abbiamo dimostrato di avere, perché Iling, Fagioli, Miretti, Soulé e tanti altri ragazzi giovani potranno, in futuro, riuscire a dare quella forza e quel senso di appartenenza a questa squadra. Riformare uno zoccolo duro italiano per far sì che questa squadra possa tornare di nuovo a vincere non solo in Italia ma anche a rialzare dopo tantissimi anni la Champions League”.
Fabrizio, un pensiero particolare per tutti noi che abbiamo a cuore i nostri campioni che ormai non ci sono più. Il tuo grandissimo amico Andrea Fortunato e Gianluca Vialli. Un pensiero per queste due bandiere che ricordiamo costantemente tutte le volte che si va allo stadio.
“Sembrano che siano parole di circostanza, erano due caratteri totalmente diversi. Andrea era un ragazzo intraprendente con un carattere molto forte e che aveva voglia di arrivare e spaccare il mondo! Lui aveva firmato un contratto per 4 anni alla Juventus, era nel giro della Nazionale e quindi aveva tutte le possibilità per imporsi e diventare uno dei terzini più forti d’Italia. Purtroppo la sua malattia ce lo ha portato via ma io credo che comunque da su in cielo ci osserverà e ci darà… Nonostante il tempo passa sarà sempre al fianco nostro. Io ho avuto l’opportunità di conoscerlo già nel servizio militare, abbiamo vinto un campionato del mondo insieme, ci siamo ritrovati a dividere la camera quando eravamo nel servizio militare a Napoli e poi ci siamo ritrovati a dividerla nella Juventus. C’era un rapporto veramente molto stretto. Con Gianluca Vialli ancora non dico di più ma è stato un qualcosa di incredibile! E’ stato il nostro capitano e sarà il nostro capitano anche ora e in futuro! E’ stato una persona che ci ha insegnato tante cose, ci ha insegnato veramente cosa voglia dire l’umiltà, cosa significa essere leader, cosa significa essere un capitano di una squadra. Lui è stato il vero nostro capitano della squadra! Ci ha trascinato con le sue gesta, con il suo modo di comportarsi, con i suoi modi gioiosi, con i suoi scherzi, con il suo modo di sdrammatizzare anche i momenti difficili e allo stesso tempo di farsi scivolare tutti quei “complimenti” che in certi momenti piovevano dalla critica e dai tifosi. Quindi era veramente un grande saggio e ci manca tantissimo! Ci manca tantissimo non solo come calciatore e come uomo di sport ma come uomo! Io credo che mancherà tanto alle sue due figlie e a sua moglie. Per me è stato il mio idolo, il mio simbolo. Io non mi vergogno a ridire che ho sempre cercato di emularlo in tutto e per tutto e quindi sarà sempre devoto a Gianluca Vialli! Lo ringrazierò sempre per tutta la mia vita di quello che mi ha insegnato! Rimarrà sempre un grande simbolo nel mio cuore e nella mia mente ma questo credo che apparterrà come giocatore non solo ai tifosi Juventini o della Nazionale Italiana o della Sampdoria ma rimarrà nel cuore di tutti i tifosi che amano il calcio!”.
Ultimissima domanda: secondo te, alla fine di questa stagione quando tutta questa situazione che coinvolge la Juventus sarà finita, prevedi in Società qualche cambiamento come magari l’arrivo di un grande campione in Società come Del Piero? Potebbe cambiare il CDA o credi che rimarrà tutto uguale in Società?
“Beh, queste sono domande a cui io non posso rispondere. Posso soltanto sperare che magari Alessandro Del Piero, che è stato un grande capitano e un simbolo di questa Società, possa oggi tornare a rappresentare questo Club nel miglior modo possibile. Credo che non ci sia miglior persona come Alessandro per poter rappresentare la Juventus. Poi per altri discorsi io credo che non sia all’altezza e non devo nemmeno essere così presuntuoso da poter esprimere i miei giudizi o quello che dovrebbe fare la Società perché non sono in grado. Ci saranno delle persone che sono molto più brave di me a capire chi dovrà entrare nella Società e quali saranno i ruoli di quelle persone che entreranno”.
Fabrizio un saluto per il canale Beppe Bianconero, per tutta la redazione di Calcio Style e tutti gli ascoltatori che ti stanno seguendo.
“Ciao ragazzi, vi saluto anche io con grande affetto e mi raccomando “Fino alla fine” forza Juventus! Non dimentichiamoci mai! Grazie a voi!”
Video intervista:
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Angelo Di Livio: “Questa Juventus mi piace, ma troppi infortuni. Inter favorita per lo scudetto. Su Fiorentina-Inter…”
L’ex centrocampista della Juventus e della Nazionale Angelo Di Livio ha rilasciato alcune dichiarazioni ai nostri microfoni sull’avvio di stagione dei bianconeri e la corsa scudetto. Leggi con noi le parole di “Soldatino”.
Angelo Di Livio, una delle figure più amate del calcio italiano degli anni ’90 e primi 2000, si è raccontato ai nostri microfoni, offrendo una panoramica generale sull’attualità calcistica e sul momento della sua ex squadra. Conosciuto da tutti come il “Soldatino” per il suo caratteristico stile di corsa, Di Livio è stato una pedina imprescindibile del primo ciclo vincente di Marcello Lippi con la Juventus. Di seguito le sue parole in esclusiva rilasciate ai microfoni di Calciostyle.
Le parole di Angelo Di Livio
Come ha visto la Juventus di ieri sera?
“A me questa squadra piace, nonostante le tante difficoltà per infortunio. È chiaro che forse tira un pò troppo poco in porta ma ieri ha comunque giocato con grande personalità, contro una signora squadra e su un un campo molto difficile. È stato un test davvero positivo.”
Crede che la qualificazione ai playoff sia compromessa? La Juve ha solo 8 punti…
“Non penso, ci sono ancora diverse partite da giocare. Indubbiamente sono partite difficili, ma mi auguro che presto i vari Douglas Luiz, Nico Gonzalez e Vlahovic possano tornare a disposizione perché avere delle alternative importanti in panchina fa sempre la differenza.”
Le sta piacendo l’approccio di Thiago Motta?
“Mi piace molto come è entrato e l’idea di gioco che ha proposto. Ha iniziato un percorso e non si può avere tutto subito, eppure mi sembra sia sulla buona strada. Sta valorizzando giovani come Savona e Yildiz. Il problema è che quando non hai i giocatori con l’esperienza giusta in queste competizioni – come Douglas o Nico – diventa più difficile gestire il tutto.”
Che idea si è fatto sui tanti infortuni al J-Medical?
“È un grosso problema. Se sono muscolari diventa un problema più grande…Bisognerà valutare bene tutti gli aspetti dei lavori fisici poiché, di solito, se ci sono così tanti infortuni c’è sempre un perché. È una situazione da non sottovalutare.”
Quali obiettivi si deve porre questa Juventus?
“Secondo me gli obiettivi sono tutti alla portata di questa squadra. Il campionato è ancora lungo sebbene ci siano squadre nettamente più forti come Inter, Napoli e Atalanta. Tuttavia le stagioni sono strane. Ricordo ancora quando tre anni fa il Milan, sotto di 8 punti, riuscì a rimontare l’Inter e a vincere lo scudetto. In Champions League la Juve ci sta e se la giocherà. Sarà dura contro Benfica e Manchester City… ma lo sarà anche per loro.”
Cosa ne pensa del Campionato?
“Negli scorsi anni, a quest’ora, ci eravamo già fatti un’idea ben precisa di chi potesse vincere il campionato. Quest’anno invece c’è molto più equilibrio. Tutti parlano di Inter e Napoli ma credo che quest’anno anche l’Atalanta possa fare un salto in più ed essere competitiva per una corsa scudetto.”
Mi saprebbe dire qual è secondo lei la squadra favorita?
“Penso sia l’Inter dal momento che è una squadra che lavora da più tempo insieme. Anche Atalanta e Napoli si conoscono molto bene rispetto alla Juventus che invece ha un gruppo nuovo, con tanti giovani che hanno giocato insieme poche volte.”
Sempre riguardo la corsa scudetto, ci stiamo dimenticando che c’è anche la Fiorentina lì davanti…
“La Fiorentina sta facendo un campionato di grande personalità e c’è molto entusiasmo a Firenze. Tuttavia credo che non siano ancora pronti per la corsa scudetto. Non avevano iniziato benissimo ma ora stanno facendo vedere un grande calcio.”
Come finisce domenica Fiorentina-Inter?
“Sarà una bella partita e il fatto che si giocherà al Franchi può fare la differenza. Non credo ci sia un risultato già scontato: può succedere di tutto.”
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Fabrizio Fontana: “Al Milan manca un leader. Fonseca troppo morbido. Su Ibrahimovic e Leao…”
Fabrizio Fontana, un comico, cabarettista e personaggio televisivo italiano, ha parlato ai microfoni di Calciostyle del momento del Milan, sua squadra del cuore.
Intervista a cura di Alessandro Aglione.
Milan, le parole di Fabrizio Fontana
Un giudizio su questo momento così particolare del Milan? Settimo in classifica, 19 punti…
C’è da essere oggettivi, quindi non è la classifica che ci si aspettava, è vero d’altro canto che la rosa non è quella che punta allo scudetto, quindi diciamo che siamo un po’ sotto quello che dovrebbe essere e lì le dichiarazioni di Fonseca sono state emblematiche, perché soprattutto per gli errori in difesa, cosa che ha causato sconfitte e pareggi, ha detto che ci sono degli errori di concentrazione, credo che questi si debbano risolvere con la motivazione, quindi credo che il carico sia su Fonseca nel motivare i propri giocatori nell’essere concentrati, perché se si perde per sviste e per dimenticanze e sbadataggini è un disastro.
Ma scusi se mi permetto, ma Fonseca ha sempre dichiarato che invece il Milan punta allo scudetto…
E’ una bella opinione, non mi sembra che i risultati siano dalla sua ecco.
Può dipendere anche dal momento di Leao, cosa ne pensa di questa discontinuità di Leao?
Leao fino adesso i fatti dicono che è cronico, per cui anche lì c’è un problema psicologico. Ricordiamoci che i calciatori prima di essere calciatori sono delle persone, soprattutto sono dei ragazzi, che vengono messi su palchi molto importanti con stress annessi e connessi, per cui un apporto psicologico sarebbe come in altri sport per altro
Un mental coach diciamo…
Eh sì, perché sembrava anni fa che fosse una roba da matti, invece nelle migliori squadre è chiaro che la componente psicologica e sociologica la fa da padrone, perché ripeto poi scende in campo la persona calciatore, per cui le persone calciatori che sono così intermittenti, evidentemente hanno bisogno di motivazione. Guarda per esempio De Ketelaere, evidentemente da una parte ha trovato le motivazioni e dall’altra no.
Si parla sempre che a Milan mancano delle figure di calcio, secondo lei non può essere un equivoco la figura di Ibrahimovic che sembra più una figura istituzionale piuttosto che una figura di campo come era Maldini o Massara? Che ne pensa?
Secondo me sì, nel quadro generale che io vedo e riscontro anche in altre squadre europee di spicco, per esempio nell’Ajax per capirci, c’è un ex campione portiere che cura i portieri, un ex campione di centrocampo che cura la tattica, un ex allenatore che conosce la realtà dell’Ajax, che è allenatore.
E anche qua il fattore psicologico di competenza, cioè chi fa cosa, lì è molto chiaro. Per cui è chiaro che se io sono un portiere novello e ho davanti a me Van Der Sar mi fiderò di quello che dice perché l’ha dimostrato sul campo. Invece nel Milan vengono tolte queste figure, che è incredibile perché è il contrario.
E come se lo spiega?
È una gestione un po’ troppo manageriale e meno umana e a contatto con le persone e la realtà umano-calcistica di Milano come in altre squadre. Vedi la Roma per esempio, sono tutti esempi di distacco che poi peraltro gli ritornano indietro come un boomerang perché non ci sono i risultati, quindi evidentemente non funziona.
Quindi forse Ibrahimovic è più una figura tipo gagliardetto per far star tranquilla la gente, piuttosto che come Maldini e Massara che avevano comunque portato con Pioli lo Scudetto.
Sì, perché comunque Maldini aveva pescato per esempio Theo Hernández, poi ci stanno degli errori, però percentualmente mi fido di più di Maldini che è sul campo da anni, ha un affetto smisurato per il Milan, per capirci. Poi ha fatto anche degli errori, però tendenzialmente mi fido di più di uno che ha giocato a calcio e che dimostra di avere testa. Ibrahimovic oggi era funzionale e lo è stato, fatti alla mano, quando nell’epoca di Pioli fungeva da motivatore interno.
Quindi ha più un comportamento, più la ciliegina sulla torta diciamo.
Esatto, perché Pioli come tipo di carattere, e vado sempre sul personale perché poi tatticamente e tecnicamente è più facile, tra virgolette, comprendere quali sono i pregi e i difetti.
E’ molto più interessante secondo me l’aspetto psicologico, cioè il fatto che Pioli fosse più morbido e che Ibrahimovic fosse più duro evidentemente questo tipo di sintonia ha creato un ambiente favorevole al dialogo con Pioli. Poi nel caso in cui ci fosse voluta della motivazione extra arrivava Ibrahimovic ed evidentemente è successo qualcosa, peraltro di miracoloso come lo Scudetto.
Non può essere però troppo aleatorio il fatto di pensare che sia solo una cosa psicologica? Forse i dettami di Fonseca non sono adatti a questo tipo di squadra? Lei che ne pensa? Forse è stato il coordinatore sbagliato in questo momento per il Milan?
Ma certo io parlavo della componente psicologica perché non se ne parla mai. Chiaramente, faccio un esempio cardine così iconico e chiaro, Conte sostanzialmente per ciò che riguarda il mondo del calcio unisce la motivazione, quindi quella determinazione nel raggiungere un risultato ha una conoscenza calcistica, quella della tattica che è di valore e riesce a trasmettere le due, quindi sono d’accordo che ci vogliono tutte e due quelle fasi ai calciatori, allora sì che funziona. Fonseca a mio avviso è troppo morbido per ciò che riguarda il mondo del
calcio per arrivare a risultati importanti e tatticamente anche lui ha commesso qualche errore.
Siccome l’anno scorso si era visto che uno dei problemi fondamentali del Milan era l’attacco, quindi segnare poco, lei pensa che comunque è stato giusto puntare su Morata che non è un goleador, su Abraham che aveva avuto problemi a Roma venendo da un infortunio oppure avrebbe puntato, spendendo dei soldi, su un grande attaccante?
Assolutamente sì perché come ricordano i saggi del calcio fatti alla mano, facciamo l’esempio dell’Italia del 2006, comunque avevamo una colonna vertebrale che era fatta da Buffon, portiere fortissimo, difesa Cannavaro, centrocampo di contenimento con Gattuso, e in avanti avevamo gente come Totti, Del Piero e attaccanti di valore.
Manca lo spirito della squadra, ma io puntavo proprio sull’attacco perché comunque tra Morata e Abraham pochissimi gol, se Leao non segna è difficile.
Assolutamente sì, andava investito qualche soldino in più per dare una certezza, perché alla fine comunque il gioco del calcio si concretizza con il gol, quindi o hai una struttura come il Barcellona con il tiki taka e tutti arrivano lì perché è una struttura di gioco, se no storicamente avere un capoccione come Vieri, un Vieri-Del Piero per capirci, uno piccolo e uno grande per me, e il 4-4-2 e non sbagli mai. Quindi la risposta è sì, investire sicuramente su un attaccante di esperienza spendendo anche un po’ di più e però via fiducia alla squadra e la consapevolezza del fatto che se la metti lì qualcosa succede, una garanzia, invece non è stato così.
Un altro problema potrebbe essere che il Milan è sempre stato caratterizzato da giocatori con grandi caratteri, vedi Pirlo, Seedorf, ma anche Ibrahimovic, mentre adesso nel centrocampo del Milan, che è il ruolo nevralgico, manca comunque un giocatore alla Tonali, un giocatore che ragiona, certo sono tutti buoni giocatori, ma sono come dei cavalli da corsa, quindi quando ci sono momenti di difficoltà… Forse al Milan manca qualcuno come Nesta, o altri giocatori che prendono in mano la situazione. Che ne pensa lei? Cosa penserebbe da tifoso? Cosa servirebbe secondo lei?
Il massimo sarebbe avere, ma è un’utopia magari nei prossimi anni, un giocatore che cresce nel Milan, che sa tutte le metodiche, l’insieme di quello che è la società Milan e quindi diventa un leader. Purtroppo nel caso moderno non c’è…
Qualcuno che trasmette i valori del Milan?
Sì qualcuno che senta forte l’attaccamento alla maglia e che quindi più probabilmente possa essere carismatico e quindi una persona ascoltata dal gruppo perché dimostra l’attaccamento e anche la competenza nel giocare a calcio. Calabria non può rappresentare appieno quello che ho detto.
Se diciamo che manca un Boban, un Pirlo…
Eh sì, hai citato due persone che come carisma siamo a livelli altissimi, è chiaro che viene ascoltato.
Questo forse è un problema che riguarda tutte le squadre italiane perché si punta poco sul vivaio e poco sulle Under 23, a differenza della Juve che poi ha avuto dei vantaggi vendendo dei giocatori e guadagnando tanti soldi, mentre in Italia non c’è questa cultura, forse pure per quello?
Eh sì, se parliamo degli anni 80 e 2000 comunque c’era questo mondo qua. Anche i giocatori carismatici rimanevano più tempo nella stessa squadra e quindi diventavano dei leader da subito o poco dopo.
Perché uno diceva vado a giocare con Maldini, vada a giocare con Giusti, vada a giocare con Totti, vada a giocare con Pirlo…
Era un onore andare in queste squadre proprio perché c’erano questi calciatori e come si diceva, peraltro erano molto più spettacolari, era molto più spettacolare il calcio da vent’anni fa indietro.
Se non corri non c’hai il fisico, poca tecnica alla Baggio e più forza fisica alla Gattuso…
Bravissimo, esattamente, esattamente quello.
Se potesse fare un paio di acquisti, facciamo un gioco, per gennaio per migliorare questo Milan. Chi comprerebbe due tasselli che le piacciono per migliorare la qualità di gioco del Milan?
Mi piacerebbe un centrocampista con le idee che faccia andare la squadra.
Facciamo un esempio, uno che le piace anche se non è prendibile, però un’idea insomma per capire il tipo.
Purtroppo non mi viene in mente, evidentemente perché sono troppo pochi, non mi viene in mente un centrocampista, se ti vengono dei nomi da suggerire. Diciamo un Rodri… Sì, ad averne, certo, uno da Pallone d’Oro, chiaro.
Oppure un vecchio, come si diceva un tempo, come era stato per un anno e mezzo alla Roma, uno tipo Strootman quando stava alla Roma, un Nainggolan, diciamo…
Esatto, quel mix lì tra fisico e testa che fa andare la squadra. Dico, Rejinders ultimamente ha fatto due o tre partite in cui riusciva a farsi dalla palla e andava dentro con velocità. Invece di fare il solito gioco orizzontale in difesa e non succede niente per minuti, il noiosissimo antispettacolo perché su 90 minuti perdi 30 a passartela di fianco per trovare il pertugio. Una volta come citavamo prima, se c’è Rejnders che prende la palla e va in mezzo, se c’è Xavi e Iniesta che dialogano, se c’è Baggio comunque che la riceve sulla tre quarti e fa dei numeri e io mi diverto…
Uno in attacco, uno che segna, non so cosa le viene in mente, uno alla Inzaghi, uno alla Shevcenko, uno alla Ibrahimović…
Certo. Una volta ne avevi una ventina papabili tra bravi e molto bravi, eccezionali c’erano. Adesso mi vengono in mente solo quelle supergaranzie.
Che attaccante le piace per il Milan se potesse?
Se potessi più completo comunque è Haaland perché tra fisico ti tiene sulla squadra sempre e sa giocare a calcio anche con i piedi, quindi a livello di gol e spettacolo ho detto il massimo. Anche lui tiene sulla squadra perché è grosso, quindi male che vada se non riesci ad attaccare col gioco la lanci su e poi vediamo. Chiaro che ha citato lui.
Ma invece un suo giudizio flash su questa partita che è stata
considerata deludente contro la Juventus, l’ultima del Milan che dice che è stata più seriosa.
Incredibile… Stavo cambiando canale. Poi io sicuramente io che vengo dalo spettacolo, devo dare un risultato che è la battuta e far ridere, quindi posso parametrare un po’. Posso fare dei numeri da spettacolo, però comunque devo farti ridere, devo raggiungere un risultato che a spanne è paragonabile al calcio. Calcio vuol dire che devi segnare, però se non raggiungi attraverso un gioco di squadra che diventa spettacolare o hai singoli che aggiungono al gioco di squadra, oltretutto fai sì che ci siano più persone e diventa anche economico alla fine, perché il Barcellona del tempo o il Milan di Sacchi attirava le persone e diventa anche economico.
Quindi con un aggettivo come la identificerebbe la partita con la Juve?
Non è una partita di calcio, si è visto.
Quindi per fare un giudizio sul Milan, lei dove pensa che possa arrivare alla fine del campionato, anche se mancano tante giornate, però in proiezione, come la vede?
Mi auguro che possa arrivare quarta o quinta, purché le altre in qualche maniera rallentino.
Le prime quattro chi hanno dimostrato di essere fino adesso?
Napoli, Inter, Juve e Atalanta.
Per esempio l’Atalanta è un esempio virtuoso, di bel gioco con risultati, quello sì, quello è calcio.
Facciamo un giudizio flash sull’Inter, se lei potesse dire fino adesso come la vede l’Inter, se uno gli chiede
che tipo di squadra è l’Inter, brevemente cosa direbbe?
L’Inter è una squadra compatta che gioca a calcio, sanno cosa devono fare e in più è una squadra, con dei singoli eccezionali. Il Napoli di Conte oggettivamente è Conte, è grazie a lui che si hanno dei risultati, perché l’organico per confrontarlo con l’Inter è meno impattante dell’Inter, però è Conte.
Invece la Juventus di Motta?
La Juventus di Motta è in crescita, deve ancora trovare la quadra, comunque rimane lì in classifica, quindi se parliamo di risultati gli danno sufficientemente ragione fino adesso, poi però deve diventare come storicamente era la Juventus.
Invece l’Atalanta di Gasperini?
C’è spettacolo, il calcio.
E poi per chiudere un’idea sulle tre squadre, Roma, Fiorentina e Lazio, come ha fatto fino adesso? Sulla Roma che pensa?
La Roma… purtroppo c’è confusione direi, se dovessi dare un aggettivo è confusione, peraltro non per colpa dei giocatori ma per tutto quello che è successo, perché è inaudito mandare via De Rossi, è quello che dicevo prima, c’è proprio uno sbilanciamento tra i manager e il gioco del calcio, lo spogliatoio.
I presidenti non hanno capito dove si trovano praticamente, perché hanno cambiato dopo quattro giornate, poi hanno ricambiato perdurando e ora hanno cercato una strada di pronto soccorso per risolvere la situazione, pensa questo lei?
Esatto, cosa che anche senza essere un calciofilo e senza discorsi da bar è intuitivo, De Rossi era seguitissimo dall’anno prima, che ha fatto benissimo, è il cuore di Roma, sa esprimersi, sa comunicare il proprio tipo di gioco, per poi scegliere che cosa? Deve andare migliorando chiaramente e Juric non era certo il nome adatto, bravissimo, però non era la piazza al momento adatto, è tutto sbagliato, è evidente voglio dire.
Forse con Ranieri si possono risolvere le cose soltanto per cercare di salvare il salvabile, secondo lei?
Sì, secondo me si tampona.
La Lazio di Baroni che all’inizio era criticata e invece sta facendo un ottimo campionato, come per dargli un giudizio veloce, quale sarebbe il suo?
La situazione è sorprendente perché l’alchimia Baroni, che comunque non ha allenato grandi squadre fino ad adesso e la campagna acquisti con pochi soldi, scegliere le pedine giuste con grandi sorprese, soprattutto in avanti, è sorprendente.
E per chiudere, la Fiorentina di Palladino che dopo quattro partite aveva tre punti, a differenza di De
Rossi non è stato mandato via, ora è secondo in classifica?
Esatto, qui c’è stata una cura e un crederci nei confronti di Palladino che aveva già fatto bene a Monza, quindi aveva già dimostrato. La Fiorentina è comunque una piazza complessa, hanno creduto in lui giustamente perché dopo tre partite aspetti un attimo, non fosse altro perché si è arrivato tre partite prima, quindi un attimo e sta dimostrando veramente la grande… peraltro facendo crescere anche dei giocatori tipo Kean, si capisce che lì c’è un…
La perseveranza diciamo…
Esatto, la perseveranza, il crederci. Peraltro facendo gruppo, perché poi lo stare bene, il capire che cosa bisogna fare in campo fa sì che poi vengano risultati che poi fanno sì che uno ci creda di più e così via, si cerca, si crea un circolo vizioso che è positivo, è quello che è successo.
E quindi per chiudere, se lei dovesse salutarci con un pensiero sul Milan, lei cosa vorrebbe che il
Milan facesse?
Il mio pensiero è di stima e di incoraggio, come dico di solito con Capitan Ventosa, ancora di più in questo momento storico per il Milan, quindi di stima e di incoraggio a trovare la quadra che sia psicologica, sia tattica, vi auguro di trovarla, perché come adesso è
difficile.
Le interviste
Fiorentina, Kean: “Palladino come un padre. La Nazionale è giovane e forte. Su McKennie…”
L’attaccante della Fiorentina e della Nazionale italiana, Moise Kean, ha parlato ai microfoni del suo momento di forma e di quello della squadra viola.
Inizio di stagione strepitoso per Moise Kean, l’ex attaccante della Juventus ha siglato 12 gol in 14 partite con la maglia della Fiorentina, in merito a questo è stato intervistato dalla tv americana CBS durante la trasmissione dedicata al calcio Sports Golazo.
Fiorentina, le parole di Kean
In seguito le parole dell’attaccante italiano:
Momento personale
“Lo scorso anno ho avuto molti infortuni. Quando passi questi periodi non devi tenere la testa bassa ma devi rimanere positivo. Mi ero promesso di tornare ad alti livelli”.
La figura di Palladino
“Non vi mentirò, mi aveva chiamato già lo scorso anno. Palladino ai miei occhi è come un padre. Abbiamo un ottima connessione in ogni cosa che facciamo. Non tutti hanno la fortuna di avere un allenatore con cui puoi parlare. E ora le cose stanno iniziando ad andare molto bene”.
La Nazionale italiana
“Sento che siamo una buona squadra, con molti giocatori giovani e forti. Spalletti è molto bravo, giochiamo un bel calcio”.
L’amicizia con McKennie
“Con lui ho trascorso un grande anno, stavamo sempre insieme. Lui ti trasmette tanta energia positiva, condividiamo molto, lo reputo come un fratello”.
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