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Ettore Viola: “Vi racconto la trattativa Ancelotti. L’anno prossimo si può tornare in Champions”

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Brasile, Ancelotti

Ettore Viola, figlio del Presidente Dino Viola, ha parlato all’emittente radiofonica del mercato e della squadra di Mourinho.

Ettore Viola, avvocato e figlio dell’ex Presidente della Roma Dino Viola, ha parlato ai microfoni de “il Diabolico e il Divino” programma condotto da Giuseppe Falcao, Simone LP e Gabriele Ziantoni, in onda su New Sound Level 90FM.

Ettore Viola: “L’anno prossimo la Roma può tornare in Champions”

milan

Carlo Ancelotti ha appena vinto l’ennesima Champions, tu lo conosci bene, ci racconti qualche aneddoto

Guarda Giuseppe, ti racconto della “trattativa” che lo portò al Milan. Eravamo io e Giorgio Perinetti a Milano, riceviamo un invito da Galliani a cena fuori, accettammo e ci ritrovammo in questo hotel io, Perinetti Galliani e Braida, dopo aver sentito mio padre al telefono naturalmente. Si incomincia a parlare, discussioni in generale e inaspettatamente cominciano a parlare di Ancelotti, mi trovarono impreparato perché da noi era considerato incedibile. A questo punto mi alzo e vado al telefono, chiamo mio padre e lo avverto, lui mi disse che non era in vendita.

Che cosa fecero Galliani e Braida a quel punto?

Si fecero insistenti, parlavano in modo molto agguerrito e a un certo punto spuntò un prezzo, 5 miliardi e 800 milioni. Mi rialzai. Mio padre mi disse di nuovo che era incedibile, se avessero alzato a 6 miliardi e 200 milioni se ne poteva parlare ma dovevano chiamarlo la mattina dopo. Io vado tranquillamente a letto e il giorno dopo scoppia il finimondo, mi chiamò mio padre e mi disse che Ancelotti era a Porto Rotondo, che gli avevano mandato un aereo a prenderlo e gli fecero sottoscrivere un contratto. Galliani annunciò che era stato comprato dalla Roma.

E come reagì il presidente?

Mio padre alla notizia fu molto imbarazzato e provò una sorta di disdegno. La cosa proseguì come una valanga, Ancelotti chiamò mio padre per incontrarsi all’ufficio al Circo Massimo. Successe che Ancelotti convinse mio padre a cederlo, era molto preoccupato per le ginocchia e quell’ingaggio gli garantiva un futuro sicuro. Credo che piansero entrambi, c’era grande affetto, il padre ci seguiva in trasferta. Mio padre dovette accettare la questione con grande tristezza. Scrisse una lettera a Berlusconi molto polemica, non solo per l’acquisto piratesco ma anche per il prezzo di 5 miliardi e 800 milioni. Ci fu uno scambio di lettere molto focoso tra i due e i rapporti si ruppero in maniera clamorosa e definitiva.

Da ex dirigente della Roma, cosa ne pensi delle parole di Totti sul caso Dybala, secondo te ha ragione a parlare così o doveva stare più attento?

Io ho avuto un ruolo più importante, essendo il figlio del presidente. Totti tempo fa ci provò con Conte per prenderlo come allenatore, lui vide la Roma un po’ in difficoltà e scelse l’Inter.

Coi giocatori possono parlare tutti, anche io, ma a Dybala interessano l’ingaggio e la proiezione della campagna acquista della squadra dove vuole andare. Non da meno il discorso della moglie, anche se ora la sua volontà si è un po’ affievolita, ma l’Inter e Milano ora si fanno preferire. Ci sono anche un sacco di argentini.

Ci possono parlare tutti coi giocatori ma le cose si fanno in modo diverso, in questo momento le cose più importanti sono il potenziamento della squadra, Milano, che non è una brutta città e la scelta della moglie. Mi fanno piacere le segnalazioni di Totti, che è riconosciuto come un grande calciatore e una bravissima persona, ma lasciano un po’ il tempo che trovano. Potrebbe anche esserci un cambio d’idea clamoroso ma lo stipendio all’Inter è superiore.

Che voto dai alla stagione della Roma?

Calcolando che è stato il primo anno di Mourinho, che la formazione non è stata scelta tutta da lui, è stato un anno di acclimatamento. Con la vittoria della coppa abbiamo chiuso bene ma ora non si può sbagliare campagna acquisti, bisogna comprare solo giocatori di livello, scelti da Mourinho. Il Napoli si sta lentamente smantellando, l’anno prossimo si può tranquillamente arrivare quarti.

Serie A

Juventus, Motta: “Domani non ci saranno Rouhi e Cambiaso. Torna Nico Gonzalez”

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Juventus, Thiago Motta

Il tecnico della Juventus, Thiago Motta, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della delicata sfida interna contro il Venezia di Di Francesco.

Thiago Motta, allenatore della Juventus, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della gara interna contro il Venezia di Di Francesco, valida per la 16° giornata di Serie A. Il match dello Stadium è in programma domani, sabato 14 dicembre, alle ore 20:45.

Juventus, Vlahovic

LA GRINTA DI DUSAN VLAHOVIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Juventus, le parole di Motta

Come sta la squadra dopo la vittoria contro il City?

“Stanno bene fisicamente e mentalmente. Ovviamente la vittoria aiuta, ma il gruppo è concentrato per la prossima”.

Domani può esserci una prova di maturità?

“Il nostro approccio è sempre lo stesso. Abbiamo sempre lo stesso rispetto per le avversarie e con l’idea di entrare in campo e dare il nostro meglio con umiltà e serietà. Dobbiamo fare una grande partita”.

Come stanno Cambiaso e Nico?

“Indisponibili saranno Bremer, Cabal, Milik e Rouhi che ha un infortunio muscolare non grave. Cambiaso non è ancora recuperato. Nico rientra in gruppo, lui è molto contento perchè ha lavorato tantissimo per mettersi a disposizione. Spero di potergli dare qualche minuto”.

Sul Venezia?

“È una squadra che prova sempre a giocare bene. Ha messo in difficoltà tante squadre con il suo gioco. Loro giocano bene e hanno un allenatore molto esperto. Domani dobbiamo essere determinati a fare la nostra partita”.

Quanta consapevolezza c’è dopo mercoledì?

“È stata una bella partita con una vittoria meritata, ma fa parte del passato. Ora pensiamo al Venezia”.

Quanto mancherà alla squadra?

“Questo lo vedremo domani, perchè sarà la prima volta. Penso e spero che inciderà poco, anzi che possa alzare il livello di responsabilità della squadra. Dall’alto si vedevo altre cose che si possono vedere, perchè nel campo alcune cose si percepiscono diversamente. Dobbiamo iniziare la partita con grande intensità e ritmo per portare la partita dalla nostra parte”.

Giocherà Di Gregorio?

“Vediamo, Di Gregorio è un grande portiere. Abbiamo tre grandi portieri e questo fa bene alla squadra”.

Farà delle rotazioni?

“Prima le rotazioni non vanno bene, ora vanno bene. Vedremo. L’importante è che le rotazioni possano alzare il livello. Chi subentra deve aiutare la squadra”.

C’è qualche giocatore che può adattarsi a fare il difensore?

“Weah, McKennie e Locatelli possono farlo. Sono grandi giocatori possono fare altri ruoli e farli molto bene”.

Su McKennie?

“Può giocare titolare. Ho la fortuna di avere giocatori con caratteristiche diverse che possono dare tanto. Weston è entrato molto bene ed ha aiutato la squadra nel momento del bisogno. Per il gol ha caratteristiche fisiche e atletiche, ma lui deve arrivare sempre in area di rigore e fare gol. Sul suo gol la squadra è partita bene tecnicamente e fisicamente per far gol. Lui ha il fisico per arrivare lucido in zona gol e finire le azioni”.

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Serie A

Ballotta: “Il Derby di Roma più bello? Il primo”

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L'intervista a Marco Ballotta

Ai microfoni di Radio Roma Sound, durante la trasmissione Tackle, il dirigente sportivo Marco Ballotta ha commentato le squadre della Serie A.

Marco Ballotta, oggi dirigente sportivo, è un ex giocatore di Inter e Lazio.

Ecco che cosa ha detto in diretta radiofonica su Radio Roma Sound.

L’intervista radiofonica a Marco Ballotta

Sul match Lazio-Inter

“Il pronostico deve rispecchiare un po’ il momento di classifica. L’Inter ha perso a Leverkusen in una delle partite giocate con meno intensità quest’anno, cercando il pareggio. Non è stata l’Inter che conosciamo ma non dobbiamo prenderla come esempio. Lunedì sarà un’altra partita.

La Lazio merita la posizione che ha, ha vinto due volte contro il Napoli, sono stato a Parma a vederla e non meritava di perdere per la prestazione che ha fatto.

Vedo una Lazio che sbaglia poche partite, ma se continua ad avere un rendimento costante, giocando così bene e a viso aperto, darà fastidio a molti. È anche bella da vedere, Baroni sta dimostrando di essere all’altezza e la squadra lo segue sotto tutti i punti di vista, non penso che si fermeranno qui”.

Ballotta sul derby di Roma

“Tutti i derby vinti si ricordano con più felicità, ma il primo quando sono subentrato a Marchegiani che si era infortunato tra primo e secondo tempo forse é stato il più bello.

Ce n’è un altro con Peruzzi che era andato a fare il riscaldamento pre-partita, poi negli spogliatoi mi ha detto che non ce la faceva, mi chiamava ‘pupetto’ e mi ha detto ‘pupetto, guarda non ce la faccio, vai tu in porta’. Penso di aver vissuto tutti i derby in maniera uguale, il derby é una partita a sé e si sa quanto ci si tiene a Roma, quindi la motivazione é sempre maggiore. Poi il primo anno abbiamo vinto quattro derby di fila ed é stato indimenticabile”.

Sulla Juventus di Thiago Motta

“Ci sono stati grossi cambiamenti, tanti giocatori non riconfermati che forse avrebbero fatto comodo. Pogba forse serviva tenerlo per l’esperienza, ma hanno fatto una scelta ben precisa di voltare pagina e di azzerare tutto. Non dico che ci si aspettava di più ma quando ci sono questi cambiamenti ci vuole un po’ di pazienza, il problema é che nella Juve ci si aspettano sempre risultati immediati.

Con un po’ di pazienza sono convinto che le cose si mettano a posto, Motta avrà un sacco di lavoro da fare ma la vittoria contro il City darà fiducia alla squadra e all’ambiente, soprattutto per come hanno vinto, con determinazione e concretezza. E ora devono partire da lì per avere risultati più importanti, ma é tutto nuovo anche per Motta e non é semplice trasferire il suo modo.

Anche a Bologna ha dovuto convincere i giocatori e trascinarli, molti devono ringraziarlo ma lui anche deve ringraziare i giocatori per ciò che gli hanno permesso”.

Sul Napoli di Conte in Coppa Italia

“Non ho capito il comportamento di Conte e De Laurentiis in Coppa Italia, a maggior ragione essendo fuori dall’Europa. La Coppa Italia poteva essere una coppa da giocarsi, magari con un turnover più leggero, cambiare tutti i giocatori in una volta é un rischio, non me l’aspettavo così rinunciatario. Vuole puntare il campionato ma qualche turno di coppa secondo me non gli avrebbe dato fastidio, si é visto che non ci ha tenuto.

Poi ha perso la partita anche di campionato ma come ho detto non é facile giocare contro la Lazio, ma non credo si sia rotto il giochino e li vedo ancora come seri candidati alla vittoria del campionato. Hanno solo questo obiettivo e tutta la settimana per prepararsi, le altre invece con le competizioni europee lasceranno qualcosa per strada, ma ci sono rimasto anche io a vedere Conte con questo atteggiamento in coppa, anche perché passare agli ottavi permette di avvicinarsi alla fase calda senza troppa fatica.

Poi comunque é sempre un trofeo, va giocato, avrebbe potuto cambiare 5-6 giocatori per dare minutaggio ma comunque mantenendo il livello. Non mi aspettavo questo da Conte“.

Sulle dichiarazioni di Fonseca al Milan

“I problemi arrivano sempre dall’alto, la società non é ben definita, i ruoli meno, le scelte non sono state chiare e di conseguenza sarebbe un miracolo se il Milan volasse senza problemi. Quando succedono queste cose vuol dire che c’è poca vicinanza della società. Le dichiarazioni di Fonseca ci stanno come sfogo, ma poteva gestirla dentro la spogliatoio.

Forse però essendo sempre criticato forse ha voluto prendere in mano la situazione per responsabilizzare i giocatori. Il Milan é discontinuo e non si sa mai che partita potrà fare e anche per l’allenatore non é semplice. Gli mettono la croce addosso ma non é facile per Fonseca, e non credo riusciranno a risolvere in breve questo problema“.

Sul portiere più forte: Provedel o Svilar?

“Mi piacciono entrambi, sono completamente diversi, Svilar é più reattivo, più rapido, Provedel é più concreto e impostato. Si equivalgono a livello di valore assoluto.

La Lazio é lì anche per merito del portiere, Svilar invece vive un’annata particolare, ora la Roma si riprenderà perché ha l’allenatore giusto al momento giusto e penso che Ranieri possa dare qualcosa in più a tutti, giocatori e ambiente“.

Su Sven-Göran Eriksson

“Solo cose positive con lui, ci si capiva al volo e io che spesso ho fatto la panchina se potevo gli davo una mano. Magari gli facevo arrivare qualche pensiero per dargli una mano, io che ero sereno in panchina.

Magari gli segnalavo le difficoltà di un singolo durante la partita e lui si fidava, osservava e magari prendeva delle contromisure. Se trovi un allenatore del genere come giocatore gli dai il 110%”.

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Serie A

Inter, Bastoni: “Impossibile giocarle tutte. Mercato? mai pensato di cambiare squadra”

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Inter, Bastoni

Inter, il difensore Alessandro Bastoni si è raccontato in un lunga intervista concessa a Libero in cui ha analizzato le ultime prestazioni in nerazzurro e il periodo della squadra.

A seguire l’intervista completa di Bastoni.

Inter, Bastoni: “Scudetto? speriamo di vincerlo noi…”

UN GIUDIZIO SU QUESTA PRIMA PARTE DI STAGIONE
“Se devo dare un voto a questa prima parte di stagione dico un 8. Siamo partiti un po’ a rilento perché non c’è più stacco tra una stagione e l’altra, non è stato facile recuperare da quella scorsa e questo a livello mentale ha influito. Ma ci siamo ripresi: ad agosto avremmo firmato per trovarci in questa situazione tra Champions e campionato”.

IL PRIMO KO IN EUROPA
“Non è stata facile da digerire, come non lo è mai un ko; quando sono tornato a casa ho ripensato a tutto, e basta guardare in che posizione sono Bayern Monaco, Manchester City o Real Madrid per capire che stiamo facendo bene. Se hai abituato tutti ad essere eccellente, devi essere bravo a mantenere quello standard; questa è una responsabilità nostra, poi è chiaro che non possiamo vincere tutte le partite”.

A LEVERKUSEN PER IL PAREGGIO?
“No, non è così. Si gioca sempre per vincere, ma quando ha il pallone tra i piedi il Bayer è più forte anche del City. E sicuramente noi non eravamo in una delle giornate migliori”.

GIOCARLE TUTTE?
“E’ impensabile, non è umano farlo sempre al 100% a livello nervoso. Il riposo è indispensabile, perché se non sei al massimo la squadra va in difficoltà”.

MERCATO
“Qualche club che mi ha cercato c’è stato, ma io ho sempre dato massima priorità all’Inter. Sono in una squadra al top che gioca per vincere tutto, non ho ai pensato di dover cambiare squadra. Anche perché oltre il calcio c’è una vita, e la mia famiglia qui a Milano si trova benissimo”.

PREGI E DIFETTI DI INZAGHI
“La qualità principale è che riesce a fare sentire tutti i giocatori della rosa fondamentali e parte integrante del gruppo; all’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà nel capire il suo calcio, ma è stato più un problema nostro che un difetto suo: venivamo dalle idee di Conte che sono completamente diverse”.

Inter

LA GRINTA DI SIMONE INZAGHI E IVAN JURIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

CONTE E QUELLE FRASI SULLA FAVORITA
“Ha detto quelle cose per il bene del calcio. Lo conosciamo bene, sa che siamo i favoriti e ha provato a destabilizzare un po’ l’ambiente”.

SCUDETTO O CHAMPIONS
“Se devo scegliere tra la certezza del 21° scudetto o la finale di Champions prendo assolutamente la finale”.

FINALE DI ISTANBUL
“Lì ci è mancato un po’ di fortuna e quella consapevolezza che ancora non avevamo. Adesso sappiamo di essere a quel livello”.

SCUDETTO
“Spero che lo vinciamo noi”.

CHI GIOCA MENO
“Fuori dallo spogliatoio è difficile far capire l’importanza di tutti i giocatori, ma noi la conosciamo. Non leggo più commenti e frasi negative che arrivano da fuori, l’importante è sapere che all’interno della squadra si sentono tutti importanti”.

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