Termina 1-0 Fiorentina-Atalanta, big match decisivo per le ambizioni delle due squadre. A deciderla, ancora una volta, un incredibile Moise Kean.
Fiorentina–Atalanta non era una gara come le altre. In palio c’erano punti pesantissimi per due squadre con ambizioni altissime: da un lato la Viola, alla ricerca di continuità per tenere vivo il sogno Champions League; dall’altro la Dea, desiderosa di rimanere agganciata al treno Scudetto dopo la frenata contro l’Inter.
Palladino ha scelto la continuità, confermando modulo e uomini delle ultime uscite, con l’unica novità di Parisi al posto dell’indisponibile Gosens. Gasperini ha risposto affidandosi ai titolarissimi, eccezion fatta per lo squalificato Ederson, sostituito da Pasalic a centrocampo.
Raffaele Palladino ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’avvio di gara ha subito raccontato quale delle due squadre fosse entrata in campo con il piglio giusto: la Fiorentina ha aggredito la partita con intensità e coraggio, mettendo sotto l’Atalanta. I nerazzurri si sono affacciati pericolosamente al 17’, ma il forcing nerazzurro è durato solo cinque minuti.
Da lì in avanti, è stata solo Viola: manovra fluida, pressione alta e tante giocate in verticale, con un’unica pecca: la precisione negli ultimi metri.
A spezzare l’equilibrio una giocata del solito Kean,
che a 30 secondi dalla fine sfrutta un errore in controllo di Hien, ruba il pallone dopo una cavalcata di 50 metri è freddissimo davanti a Carnesecchi e insacca nell’angolino, premiando così l’approccio mentale superiore della sua squadra.
GIAN PIERO GASPERINI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Nella ripresa Gasperini prova a cambiare volto ai suoi con i cambi, ma la musica non cambia. È sempre la Fiorentina a tenere in mano le redini del gioco e a rendersi più pericolosa, sfiorando il raddoppio in diverse occasioni. La più clamorosa arriva sui piedi di Ranieri, che però spreca a tu per tu con Carnesecchi.
Poco male, perché la difesa viola è impeccabile e non concede nulla a un’Atalanta spenta, senza idee e sopraffatta dallo spirito combattivo dei padroni di casa. La firma è ancora una volta quella di Kean, autentico trascinatore, ma è tutta la squadra a meritare la standing ovation finale.
Una prestazione da incorniciare, che alimenta il sogno Champions, ora distante solo 5 punti. Per la Dea, invece, arriva una sconfitta pesante che, dopo il k.o. con l’Inter, sa tanto di addio allo Scudetto.
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