Fiorentina, nei giorni scorsi il Fenomeno Adrian Mutu è tornato per una veloce full immersion nella sua Firenze: questi alcuni stralci della sua intervista alla Gazzetta dello Sport.
Ha girato parecchio Adrian Mutu in carriera, ha vestito maglie importanti come quelle di Inter, Chelsea e Juventus tra le altre, ma quella viola se la sente decisamente sua, una seconda pelle.
A Firenze ha giocato dal 2006 al 2011 segnando 69 reti in 143 partite, alcuni dei quali spettacolari che hanno fatto sognare a più riprese i tifosi viola, che lo hanno sempre riempito di affetto. «I tifosi sono unici e incredibili. La passione è rimasta immutata, è un elemento importante».
Oggi in una intervista alla Rosea, Mutu parla della sua quattro giorni in terra toscana. L’ex 10 viola era al Franchi anche per la partita Fiorentina-Milan.
Il suo pensiero sulla partita: «La Fiorentina ha aspettato il Milan e ripartiva. Lo ha fatto bene. Erano anni che non vedevo la squadra dal vivo. Bello, proprio una bella sensazione. Ho riconosciuto i meriti della squadra, anche se dal Milan mi aspettavo di più».
Sul gioco di Palladino: «Mi piacciono gli uno contro uno a tutto campo, ricordano quelli di Gasperini, che lui ha avuto. Non è un’idea nuova, ma mi ha colpito».
Gli viene chiesto se Gudmundsson un po’ gli assomiglia e se gli piace Kean: «Lo stile è quello, sì. Contro il Milan è stato gratificato anche dal gran bel gol. È un signor giocatore, l’unica cosa è che deve entrare più nel gioco, più nel vivo, a volte aspetta.
Kean è forte fisicamente e aiuta a far salire la squadra. Mi è piaciuto tanto per questo atteggiamento, anche se l’ho visto sbagliare un rigore contro il Milan. La Fiorentina ha tanto bisogno di uno come lui. Dovrà soltanto maturare ancora un pochino per esplodere in maniera definitiva».
Una visita al Viola Park, che lo ha impressionato: «Sono rimasto impressionato dalle strutture. Campi stupendi, stadietti interni, camere, piscine, palestre. Non manca nulla, c’è tutto. Dicendo altissimo livello non esagero. È un centro pazzesco che ti mette nelle condizioni di dare il meglio,di migliorare le prestazioni. È il futuro del calcio, questo. Ogni club dovrebbe partire dal progetto di un impianto importante. Non dico che devono essere tutti come il Viola Park, ma un centro funzionale e moderno è fondamentale».
Infine, due parole sul proprio futuro, che è quello di allenatore: «Sì, ormai alleno. Dopo aver fatto pure il dirigente, ho capito e deciso che il mio lavoro è questo. Che il mio futuro nel calcio è ancora sul campo. E mi piacerebbe venire in Italia. Sento che le prime squadre fanno per me. Ho fatto l’esperienza nelle nazionali Under 21 e 23 della Romania, è stata una bella esperienza perché alleni il talento, conosci i ragazzi, ma ora penso di aver dato con i giovani.
Io adesso voglio stare nei club, voglio vivere la quotidianità. Sono stato in quattro società del mio Paese: l’ultima il Cluj, ma anche Craiova, Rapid Bucarest. Oltre che in Azerbaigian»
Aggiornato al 16/10/2024 7:05
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