Serie A
Fiorentina, ora è allarme difesa
La Fiorentina torna da Bergamo con una sconfitta pesante dopo un buon primo tempo nella seconda parte di gara la squadra si sfalda. Difesa sotto accusa.
Sembra quasi un paradosso, i ragazzi di Palladino giocano un buon primo tempo al cospetto dell’Atalanta ma subiscono tre reti, nella ripresa probabilmente scioccati dall’uno due subito nel finale del primo tempo dai nerazzurri a fatica tengono i ritmi di una Dea che si presenta troppo spesso davanti alla porta di De Gea.
I numeri purtroppo parlano chiaro nelle prime sei uscite stagionali della Fiorentina sono 10 le reti subite troppe per una squadra che vuole essere ambiziosa e provare a tornare in Europa. La difesa a tre proposta dall’ex tecnico del Monza, visti i giocatori della rosa viola, sembra convincere molto poco.
Pongracic, il colpo di mercato più costoso della linea difensiva con 16 milioni spesi, ha sempre giocato in una linea quattro. Da capire se le in difficoltà iniziali di questo suo inizio di stagione sono dovute al modulo o ad un ambientamento difficoltoso in riva all’Arno fatto sta che anche ieri gli è stato preferito capitan Biraghi nei tre di difesa.
Di Martinez Quarta si conoscono pregi e difetti, qualche calo pericoloso di concentrazione durante la gara ma anche innate doti di realizzatore, anche ieri in gol al Gewiss Stadium.
Chi sta particolarmente deludendo in questo inizio di stagione è Ranieri, dopo essere stato il primo cambio spesso molto affidabile della linea quattro di Vincenzo Italiano, con Palladino gli è stato assegnato per il momento il ruolo di difensore centrale della linea tre.
In questo inizio di stagione però gli errori sono tanti, anche ieri a Bergamo è entrato negativamente nelle tre reti dei ragazzi di Gasperini: sul primo gol si perde Retegui al centro dell’area, nel secondo si fa sovrastare da De Katelaere, nel terzo da in maniera improvvida la schiena al tiro di Lookman.
Fiorentina, anche De Gea giù
Nella trasferta di Bergamo non ne è parso del tutto incolpevole anche il portiere De Gea, all’esordio assoluto in serie A dopo le buone prove in Conference League.
Soprattutto il secondo gol ha messo in risalto una delle sue carenze storiche che gli sono state incolpate spesso anche nella fantastica carriera al Manchester United: le uscite alte. Sul cross arrivato da calcio da fermo sul colpo di testa di De Katelaere ci si poteva aspettare l’uscita invece il belga ha colpito praticamente indisturbato.
Pure nel terzo gol non è apparso particolarmente reattivo anche se poi nella ripresa è stato più volte decisivo perché il risultato della Fiorentina non diventasse troppo pesante nel suo passivo.
Palladino nel dopo gara ha provato a smorzare gli allarmi dichiarandosi soddisfatto della prestazione dei suoi ragazzi, di sicuro al Viola Park ci sarà molto da lavorare in questa settimana in vista della sfida contro la Lazio, nella speranza sia anche la gara che vedrà l’esordio di Gudmundsson, che potrebbe alimentare la forza offensiva della viola.
L’importante è difendere bene ma lo è ancora di più segnare un gol in più degli avversari…
Serie A
Lazio, Luis Alberto al vetriolo: “Sarei rimasto a vita, ma il clima lì è marcio. Su Tare e Inzaghi…”
Luis Alberto ha rilasciato un’intervista esclusiva a “Cronache di Spogliatoio”, in cui ha ripercorso i motivi del suo addio alla Lazio.
Luis Alberto e la Lazio, quantomeno nei panni della società biancoceleste, non si sono lasciati benissimo. A dimostrazione di tale assunto l’acredine con la quale il centrocampista spagnolo parla quando ne ha occasione.
Lazio, le parole di Luis Alberto
In un’intervista concessa a “Cronache di Spogliatoio“, il calciatore iberico ha ripercorso le orme del suo ciclo in biancoceleste ed è tornato sui motivi che lo hanno portato alla decisione di lasciare la Capitale.
Di seguito, le sue parole.
“Non sarei mai andato via dalla Lazio. Sarei rimasto a vita… Perché sono andato via? Ditemi uno che è uscito bene dalla Lazio. Fanno così: guardate ora proprio Cataldi… era lì fin da piccolo. È un peccato perché poi vedi altre squadre che si comportano diversamente: almeno ti fanno fare un saluto o una conferenza stampa. Radu, ma anche con Lulic e Milinkovic-Savic, a nessuno di loro è stato concesso. Tutti escono male perché non parlano in faccia, è un peccato. La Lazio è una società speciale, però non per le persone che ci sono dentro, ma per quello che c’è fuori, che è una roba pazzesca. Ho tanti amici tifosi, auando parli con loro è tutto. C’è gente che lo mette davanti alla famiglia. Noi eravamo felici dentro perché c’erano Inzaghi e Tare. Con Igli ho litigato mille volte, ma sapevamo che eravamo due persone giuste e trovavamo la ragione. Dopo quel periodo è finito tutto. Quella è stata la differenza, anche quando è andato via Sarri, era finito il ciclo. Avevo appena rinnovato, per me l’idea era restare a vita. Non mi andava però di rimanere in un posto in cui non vedevo niente di pulito. Non sono mai stato zitto. Era il momento di andarmene e stare più tranquillo calcisticamente”.
Serie A
Roma, Sabatini duro: “Friedkin in delirio di onnipotenza. Come si può esonerare De Rossi?”
Walter Sabatini, ex-dirigente della Roma, ha commentato con un duro post su Instagram la decisione dei Friedkin di esonerare De Rossi.
L’ex-direttore sportivo giallorosso, che già aveva modo di commentare la situazione di De Rossi alla Roma in un’intervista a Radio Serie A, si è espresso in maniera lapidaria sull’esonero dell’ex-bandiera romanista.
Roma, le parole di Sabatini su De Rossi
Di seguito le parole dell’ex-dirigente giallorosso.
“Sono amareggiato. Anni fa un notabile dell’ambiente disse una cosa sottoscrivibile: il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti. Oggi vale solo il primo presupposto ed è inutile aspettarsi che ci si possa essere accorti dei miglioramenti di una squadra sperimentale. E’ altrettanto inutile aspettarsi che si rendano conto di dover acquisire cultura calcistica e generale, assumendo, con pieni poteri, profili come Boban e Maldini, che tre anni fa, insieme a Massara, hanno dato vita alla rifondazione del Milan: che ha portato allo scudetto in pochissimo tempo. Ma De Rossi licenziato no, non si può fare: qualcuno sta vivendo in un delirio di onnipotenza“.
Serie A
Esonero De Rossi, Sensi: “Sono amareggiata, fa male vedere De Rossi allontanato da Trigoria”
Questione che sta facendo discutere in molti quella dell’esonero di Daniele De Rossi. Alla lista si aggiunge anche l’ex presidente Rossella Sensi.
Sono tante le persone che stanno commentando la scelta dei Friekin. Una di queste è Rossella Sensi, presidente dell’As Roma dal 2008 al 2011 e figlia del grande Franco Sensi, che ha espresso su un post instagram le sue sensazioni in merito all’esonero di Daniele De Rossi.
Roma, le parole di Rossella Sensi su De Rossi
Su Instagram scrive: “Sono sorpresa ed anche amareggiata, fa davvero molto male vedere Daniele De Rossi allontanato da Trigoria per la seconda volta. So quanto possa stare male ora. Non giudico le questioni o le scelte altrui. Forse non sarebbe nemmeno giusto. Ma mi sento di dare tutto il mio supporto a un uomo che non è solo una bandiera di questo club. Ma è anche un professionista serio e preparato. Il mio in bocca al lupo ora va a Ivan Juric, lo aspetta un compito non facile ed i sarò sempre dalla parte di chi veste quei colori”.
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