Serie A
Fiorentina, Palladino contro il proprio maestro: si affida alle certezze

La Fiorentina attende domenica pomeriggio al Franchi l’Atalanta per il 30esimo turno di Serie A.
I viola stanno preparando la gara contro la Dea, che non avrà Gasperini in panchina, espulso per proteste nell’ultima gara al Gewiss Stadium contro l’Inter. Il Gasp che dovrebbe essere agli ultimi mesi sulla panchina della società bergamasca è sicuramente uno dei maestri di Palladino, suo giocatori ai tempi del Genoa. Non più di un paio di giorni fa il tecnico viola ha definito Gasperini “un fenomeno” e maestro ai microfoni di Sky Sport.
La Fiorentina, anche per tenere una classifica viva e ambiziosa per questo finale di stagione, vorrebbe aggiungere il nome dell’Atalanta a quelle delle big cadute in questa stagione al Franchi: Lazio, Milan, Juventus, Roma e Inter sono uscite con le ossa rotte da Firenze, per il momento solo il Napoli ha raccolto soddisfazioni.
Palladino per la gara contro Gasperini dovrebbe affidarsi agli undici delle ultime gare: davanti a De Gea ci saranno Ranieri e Pablo Marì, con l’unico dubbio tra Comuzzo e Pongracic, con quest’ultimo favorito, a completare la difesa.
Sulle linee esterne di centrocampo, Dodò a destra e Gosens a sinistra. Dovrebbero essere confermati i tre di centrocampo, Fagioli, Cataldi e Mandragora, nonostante Adli e Folorunsho stiano scalpitanto per tornare in campo dopo gli infortuni. In attacco la coppia Kean-Gudmundsson.
Serie A
Juventus: il confronto tra la prima gara di Tudor e l’ultima di Motta

L’esordio di Igor Tudor sulla panchina della Juventus ha segnato un cambiamento evidente nello stile di gioco della squadra.
Anche se il risultato finale contro il Genoa (1-0) è stato fondamentale, indipendentemente dalla brillantezza del gioco.
Tudor ha apportato alcuni cambiamenti chiave rispetto al precedente allenatore, Thiago Motta, a partire da un approccio tattico differente che si è riflesso nei numeri della partita.
Meno possesso palla:

THIAGO MOTTA PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Sotto la guida di Motta, la Juventus era solita dominare il possesso palla, con una media che superava spesso il 65%, come visto nelle partite contro Verona, Atalanta e Fiorentina. Tuttavia, contro il Genoa, il possesso palla della Juve è sceso drasticamente al 49%, un dato che suggerisce una strategia più pragmatica e meno orientata al controllo del gioco. Questo potrebbe essere un segno del fatto che Tudor preferisca un approccio più diretto, con meno passaggi orizzontali e più verticalità.
Maggiore verticalità nel gioco:
L’altra grande differenza risiede nel tipo di passaggi e nella loro distribuzione. Con Motta, la Juventus aveva un alto numero di passaggi orizzontali, ma con Tudor i passaggi sono diventati più diretti e verticali. I passaggi lunghi sono aumentati, con ben 52 nella partita contro il Genoa, rispetto ai 31 della gestione Motta. Inoltre, la percentuale di giocate in verticale è cresciuta dal 26% al 38%, confermando un cambio di filosofia che privilegia il gioco rapido e offensivo.
Maggiore libertà ai singoli:
Un altro aspetto interessante è il maggiore spazio dato alla creatività dei singoli giocatori. Mentre Motta tendeva a sviluppare schemi più codificati, Tudor sembra incentivare l’improvvisazione e la libertà espressiva dei suoi calciatori. Questo si è tradotto in un aumento significativo dei dribbling riusciti: da una media di 7.6 per partita sotto Motta, a ben 12 contro il Genoa, segno che i giocatori hanno più margine per esprimersi individualmente.
Questi cambiamenti sono indicativi di un approccio più diretto e meno ossessionato dal controllo del possesso palla, con l’obiettivo di rendere la squadra più dinamica e pronta a sfruttare le qualità individuali. Nonostante le difficoltà iniziali, Tudor sembra aver posto le basi per un gioco più verticale e incisivo, con l’obiettivo di puntare alla qualificazione per la Champions League nelle prossime partite.
Serie A
Bologna, Calabria: “Felice qui, voglio restare e vincere”

Davide Calabria esprime il suo desiderio di restare a Bologna e punta a successi futuri in Coppa Italia e Champions League.
Calabria conferma il suo amore per Bologna
Davide Calabria, il noto terzino italiano, ha recentemente espresso la sua soddisfazione per il periodo trascorso a Bologna. In un’intervista a Repubblica, ha dichiarato la sua intenzione di restare nel club rossoblù e di contribuire al raggiungimento di importanti traguardi. Calabria ha sottolineato il suo desiderio di vincere la Coppa Italia e di portare il Bologna in Champions League, dimostrando un forte legame con la squadra e la città.
Il futuro dell’ex capitano del Milan
Le dichiarazioni di Calabria arrivano in un momento cruciale per il mercato dei trasferimenti, con molti club interessati alle sue prestazioni. Il giocatore ha ribadito la sua fedeltà al Bologna, ignorando le sirene di altri club. Questa conferma rappresenta un segnale positivo per i tifosi, che sperano di vedere Calabria come uno dei pilastri del futuro successo del Bologna.
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Fonte: l’account X di Schira
Davide #Calabria confirms to Repubblica: “I’m very happy here and I would like to stay. I want to win Coppa Italia and to arrive in Champions League with #Bologna…”. #transfers https://t.co/XJHdS5O8KF
— Nicolò Schira (@NicoSchira) March 31, 2025
Serie A
Atalanta, solo 5 vittorie nel 2025: è crisi?

Un’inversione di rotta è un segno d’allarme per l’Atalanta. La sconfitta contro la Fiorentina ha un peso specifico: quarta sconfitta nelle ultime otto.
Dall’inizio della stagione la squadra ha vinto solo 5 gare nelle 18 partite giocate tra campionato e coppe. Un segnale che preoccupa molto i tifosi dell’Atalanta. 5 partite vinte su 8 fanno la differenza. È un segnale che preoccupa il posto con Bologna, Juventus, Roma e Fiorentina.È necessario cambiare ritmo.

GIAN PIERO GASPERINI SORRIDENTE ALL’OLIMPICO DI ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Atalanta, le parole di Gasperini
Un dato che preoccupa è la mancanza di tiri. Dall’inizio del nuovo anno solare, l’Atalanta ha segnato solo in 5 gare su 8. Le parole di Gasperini in conferenza stampa: “È stata una giornata così, di quelle in cui puoi incappare nell’arco di un campionato, col cambio di stagione e subito dopo la sosta. Va accettata, purtroppo, poi ci si mette magari quel gol rocambolesco preso a fine primo tempo, in cui stavamo facendo qualcosa in più. Lì si è complicata: senza passo, dinamismo ed energia non la raddrizzi e rischi anzi di subire un altro gol – continua – lo Scudetto? Era un sogno impossibile che penso sia sparito nella partita con l’Inter. Però lì avevamo giocato bene. Ora abbiamo squadre che hanno fatto strisce di risultati importanti e ci sono ancora 8 partite. Abbiamo un po’ di vantaggio e giocheremo cinque partite in casa su otto. Avremo subito scontri diretti con Lazio e Bologna dai quali dipenderà la classifica, ma anche le altre devono scontrarsi tra loro.”
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