Le interviste
Fulvio Collovati: “L’Inter è la squadra più forte del campionato” (VIDEO)
Fulvio Collovati, campione del mondo con la nazionale del 1982, è intervenuto ai microfoni di Calciostyle.it rispondendo alle nostre domande
Riportiamo un estratto dell’intervista live rilasciata da Fulvio Collovati che i nostri lettori potranno seguire in versione integrale tramite il link che vi riportiamo. Il direttore della trasmissione “Calcissimo“ che va in onda alle ore 23:30 tutti i giorni dal Lunedì al Venerdì sul canale TopCalcio24 ci parla del calcio di ieri e quello di oggi.
Qual è il ricordo più bello che ha nel Milan e nell’Inter?
“Il ricordo più bello col Milan è lo scudetto della stella, il decimo scudetto, adesso si parla addirittura di ventesimo scudetto e pensate quanti anni son passati. Il decimo scudetto, a parte l’esordio, è il ricordo più bello!
Con l’Inter le due semifinali, col Real Madrid che fummo eliminati non da una squadra qualsiasi. Una squadra che aveva Butragueño, Hugo Sánchez e Valdano in attacco, giocavano con tre punte! Per cui non è che 40 anni fa, lo dico ancora una volta perché ogni tanto mi chiedono -ah ma il calcio di allora si giocava un calcio antico-… No! Il Real Madrid giocava con tre punte! Adesso giocano con una punta, per cui è tutto cambiato. Ecco, forse si giocava a uomo una volta e allora giocando a uomo, soprattutto i difensori, è considerato un calcio antico ma la realtà non è quella”.
Qual è la differenza che nota tra il calcio di prima e quello attuale e quale può essere migliore?
“E’ un calcio indubbiamente tecnologico. Non è che all’ora… c’era la moviola! La moviola interveniva una volta forse durante la partita, diciamo due, siamo nelle mani del VAR per cui c’è la tendenza da parte dei giocatori a duplificare i contatti sia dentro l’area che fuori, il caso di Faraoni è emblematico, l’avete visto voi in Juventus-Verona. Per cui si tende sempre ad esagerare e a volte si cade anche nella trappola come è successo a Faraoni. E’ un calcio molto più tattico adesso ed è positivo per certi versi, però c’era molta più attenzione all’ora, molte più sfide.
Io parlo da difensore nel senso che quando andavo a giocare con la Juventus a Torino o marcavi Bettega o marcavi Boninsegna o marcavi Paolo Rossi gli ultimi anni. Allora era una sfida diretta che ti entusiasmava nel momento in cui tu magari lo marcavi bene e ti deprimeva nel momento in cui magari l’attaccante ti aveva fatto goal, ma era un confronto diretto che ti poteva esaltare o anche deprimere.
Adesso sai, con la zona, è tutto diverso. Io penso che c’è meno concorso di responsabilità per cui è molto più tattico. Si parla di costruzione dal basso e si usano tutti questi termini, una volta si usava il contropiede adesso si parla di ripartenza. Il terzino, la mezzala, lo stopper com’ero io, adesso ci sono i due centrali che quando fa goal l’attaccante non sai mai di chi è la responsabilità! Invece quando ti faceva goal un attaccante io non dormivo la notte proprio perché era mia responsabilità. Per cui è migliorato per certi versi ma per tanti altri versi no, però ci tengo nuovamente a dirlo non pensate perché è il calcio di 50 anni fa…
Faccio un esempio e non parlo del calcio italiano, l’Olanda del 1974 giocava con il terzino Suurbier che faceva l’ala destra! Praticamente il terzino Suurbier faceva l’esterno destro come fa Dumfries nell’Inter adesso. Oppure lo stopper che era Hulshoff che giocava centravanti. Cioè giocavano senza ruoli, Cruijff era mezzala, centravanti era Johnny Rep, giocavano un calcio totale e sto parlando di 50 anni fa per cui non è che eravamo con l’anello al naso.
Era un calcio meno tattico e si giocava più liberamente e poi c’era il numero 10 che adesso non c’è più! Il numero 10, Cruijff, Maradona, Zico, Platini, Liam Brady, Zola e tutti quelli che mi vengono in mente ma ce ne sono! Ogni squadra aveva un numero 10, andavi a giocare ad Avellino o Cagliari… Uribe era il numero 10 del Cagliari! Perché per antonomasia il numero 10 era il giocatore più tecnico, quello che inventava e che faceva gli assist”.
Juventus-Verona e Inter-Roma, come hai visto le squadre?
“Mah, l’Inter torno a dire, sai adesso è troppo facile dirlo ma l’ho detto forse ad Agosto quando c’è stato il mercato. L’Inter è la squadra più forte del campionato diciamo la verità! E’ la squadra che se si guarda allo specchio come ha fatto contro il Sassuolo e contro il Bologna magari rischia anche di perdere lo scudetto ma può perderlo solo lei perché è la squadra che ha ricambi. Ha i centrocampisti Mkhitaryan, Calhanoglu, Barella, Frattesi che tutti fanno goal! Tu trovami quattro centrocampisti così in un altra squadra che fanno goal, non ce n’é!”
L’INTERVISTA INTEGRALE DI FULVIO COLLOVATI POTETE GUARDARLA DIRETTAMENTE CLICCANDO IL LINK SEGUENTE:
Le interviste
Esclusiva CS, Bernardo Corradi: “Bisogna insegnare ai giovani a conoscere il proprio corpo. Su Vieri ed Euro2004…”
L’ex-attaccante italiano, Bernardo Corradi, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di CS nel corso del “Soccer Football Summit 2024”.
Il 19 e il 20 di Novembre è andato in scena, allo Stadio Olimpico di Roma, l’evento “The Future of Football is Here“, presso il “Soccer Football Summit 2024“. Fra gli ospiti l’ex-attaccante (fra le altre) di Lazio e Udinese Bernardo Corradi, che ha parlato ai nostri microfoni della sua esperienza da tecnico dell’U20 italiana.
Le parole di Corradi a Calcio Style
Corradi ha parlato anzitutto dei suoi ricordi legati agli Europei del 2024, dove venne chiamato inizialmente per sostituire l’infortunato Vieri. Alla fine il centravanti prese regolarmente parte alla competizione e i due finirono per contendersi una maglia. Corradi giocò da titolare l’ultima del girone: la vittoria (2-1) contro la Bulgaria.
“Quando arrivi in pre-raduno, dove hai 24 calciatori, sai che dovrai dire a 4 di loro che non parteciperanno alla fase finale della competizione. Siccome ci sono stato dall’altra parte, mi metto nei loro panni. Ai miei tempi vivevo le cose in maniera molto serena. Ero pronto a tornare a casa dopo la partita, poi Maurizio Manzini (storico team manager della Lazio) mi ha detto che Vieri aveva avuto un problema al ginocchio e che sarei rimasto in ritiro. Eravamo tre esordienti: io, Miccoli e Camoranesi. Ero già contento di far parte della spedizione, poi il mister mi prese da una parte e mi disse: ‘Giochi dall’inizio’. Adesso, con l’età, riesci a vedere da un’altra prospettiva tutto quello che ti è successo. Mi emoziono sempre a ricordare certi momenti.”
Corradi ha poi parlato del suo percorso da allenatore, che lo ha portato a essere selezionatore di tutte le nazionali giovanili italiane. Ha poi parlato anche del suo approccio con i giovani calciatori, della disciplina che intende dare loro e soprattutto delle regole vigenti all’interno degli spogliatoi da lui presidiati.
“Sono stato assistente dell’U19. Poi ho fatto il primo allenatore nell’U16 all’U19, passando anche per l’U17 e l’U18. Sono abbastanza ferrato su questo argomento. Ho notato che chi effettua tutto il percorso generazionale, vale a dire dall’U15 sino all’U20, certi tipi di regole non c’è nemmeno più bisogno di metterle perché le fanno in automatico. I nuovi, invece, seguono la buona strada di chi dà l’esempio. Il gruppo si autoregola, poi un minimo di regole alla base ci vogliono sempre ma gli va data la libertà di sbagliare. Vanno ripresi a volte perché è giusto, l’ultima volta l’ho fatto due giorni fa, perché bisogna alzare il livello d’attenzione. In U15 sono piccoli e quindi sei ‘obbligato’ a dare delle regole rigide, come la sveglia alle 8:30 e la colazione alle 9, perché alcuni sono indisciplinati. 5 minuti prima dell’appuntamento devono essere davanti alla sala della colazione e il capitano deve assicurarsi che siano tutti presenti. Se qualcuno manca allora devono iniziare ad aiutarsi perché poi lo faranno anche in campo, magari quando qualcuno sbaglia una diagonale. In U20 è diverso perché inizi ad avere contezza del tuo fisico. Se uno è abituato a svegliarsi alle 9:30 glielo lascio fare, mentre chi è abituato a svegliarsi presto si sveglia presto. Ora non sto mettendo la sveglia, perché l’impostazione si costruisce così.”
Le interviste
ESCLUSIVA – Lino Banfi sulla Roma: “Nessuno avrebbe commesso errori simili. Ranieri…”
Esclusiva Calciostyle – Il noto attore comico e grande tifoso della Roma Lino Banfi ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai nostri microfoni.
Di seguito la sua opinione sul momento della squadra giallorossa.
Banfi sulla Roma
“Siamo tutti arrabbiati, persino i tifosi delle altre squadre. Neanche un neonato avrebbe commesso errori del genere. Una serie di “americanate” senza senso. Il presidente della Roma dovrebbe essere romano. Comprendo e condivido la frustrazione del tifo giallorosso che spesso fa dei sacrifici senza venire ripagato.”
Su Ranieri: “E’ un validissimo allenatore. Un profilo completo, diciamo. Sono sicuro che anche in questa sua terza esperienza alla Roma farà benissimo. Poi di romanisti come lui ce ne sono pochi, era l’unico da cui si poteva ripartire. Ora sarà importante partire bene nelle prime sfide, anche per placare gli animi di piazza e stampa.
Non ho mai avuto la fortuna di approfondire la conoscenza con lui, ci siamo solamente incrociati durante qualche premiazione, ma sono certo che sia una bravissima persona.”
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Miriana Trevisan: “Il mio Napoli può vincere lo scudetto. Su Insigne…”
“Napoli può vincere lo scudetto, magari con Lorenzo Insigne in campo…”. L’evergreen Miriana Trevisan a tutto gas. Durante l’evento di ieri sera ‘Star People Award’ al Teatro delle Muse di Roma, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con la nota showgirl italiana e icona della tv Miriana Trevisan, napoletana doc e tifosa del Napoli. Miriana Trevisan, nel corso della sua carriera, ha partecipato a Pressing, Ruota della fortuna e altri storici programmi, sempre molto seguiti. Miriana è sicuramente una delle showgirl più conosciute del piccolo schermo. L’abbiamo intercettata a Teatro, dopo averla incontrata più volte alle Olimpiadi del Cuore di Forte dei Marmi. Ecco il suo breve commento sul Napoli di Antonio Conte che vede come principale candidato al titolo.
MIRIANA TREVISAN: “NAPOLI DA SCUDETTO”
Miriana Trevisan, al Teatro delle Muse di Roma, è apparsa molto fiduciosa sul nuovo Napoli di Antonio Conte. Non lo aveva nascosto nemmeno al Mattone del Cuore, evento benefico a cura di Paolo Brosio. “Napoli è il mio cuore, sono nata a Napoli e vivo con una famiglia completamente napoletana”, ci ha fatto sapere in queste ore la simpatica Miriana, ospite dello Star People Award 2024. ” Mi auguro con tutto il cuore che sarà scudetto! Se ho paura della Juventus di Thiago Motta? Assolutamente no, è un gradito sotto al Napoli”.
Quindi una battuta su Lorenzo Insigne: “Se rivedrei bene Insigne al Napoli? Certamente sì. A mio avviso Lorenzo Insigne sarebbe un bel portafortuna, oltre che ‘portabravura’ per così dire. Che altro aggiungere… D’altronde San Gennaro quest’anno si è espresso… Potrebbe essere a tal proposito un segno per la nostra bellissima, fantastica, affettuosa Napoli in chiave scudetto….”. Nelle foto Miriana in questi anni a Forte dei Marmi in occasione delle Olimpiadi del Cuore. Anche Amedeo Goria, ospite ieri sera al Teatro delle Muse, sulla stessa lunghezza d’onda: “Vedevo bene e vedo bene il Napoli per lo scudetto. Ma l’Inter resta secondo me la squadra qualitativamente più forte…”.
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