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Genoa, arriva Balotelli: ecco quando potremmo rivederlo in campo

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Genoa, Balotelli

Da ieri è ufficiale l’arrivo al Genoa di Mario Balotelli, dopo l’avventura turca all’Adana Demispor: ecco quando potrebbe giocare.

Il suo passato parla per lui: da giovane è stato una promessa di Inter, Milan e Manchester City. Dopo il Nizza, è iniziata la sua parabola discendente.

Prima il Marsiglia, le brevi parentesi al Brescia e al Monza e l’approdo in Turchia, all’Adana Demispor dove, se si eccettua una breve parentesi allo svizzero Sion, ha giocato negli ultimi 3 anni.

Ora, all’età di 34 anni, Mario Balotelli è pronto per tornare in Serie A in forza al Genoa e si dice “carico”. Ma quando potremo rivederlo in divisa sui campi da gioco?

Genoa, quando potremo rivedere in campo Balotelli?

L’arrivo di Balotelli si è svolto, come di consueto, con le visite mediche e la successiva firma del contratto, valido solo fino alla prossima estate.

Il ritorno dell’attaccante ha fatto sensazione, dal momento che Super Mario manca dalla massima serie di campionato italiano dalla stagione 2019/2020, trascorsa al Brescia.

Le sue condizioni non sono ottimali, dal momento che il giocatore non disputa una partita ufficiale dallo scorso maggio, quando ancora giocava in Turchia. Già da ieri, appena arrivato, si è allenato individualmente.

Il suo debutto in campo con la maglia numero 45 del Genoa, complici le numerose assenze della rosa, potrebbe avvenire prima del previsto: forse già giovedì sera contro al Fiorentina, in occasione della prossima partita di Serie A.

L’ipotesi più probabile, però, è che sia disponibile il prossimo 4 novembre contro il Parma o il 7 contro il Como.

Serie A

Mateo Pellegrino: eroe o erede

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Fiorentina-Parma

Pellegrino, erede di Crespo ed eroe di una sera: gol decisivo contro la Juve e sipario alzato su un futuro da possibile protagonista. Ecco i dettagli:

Il destino, spesso beffardo, con Pellegrino sembra invece sorridere. Prima il primo gol, poi la prima doppietta: un climax di eventi particolare, che ha colpito entrambe le squadre torinesi, accomunate non solo dalla città d’origine, ma anche dal medesimo carnefice nelle sfide contro i crociati.

Il giocatore in questione è Mateo Pellegrino, attaccante argentino arrivato in Italia dal Vélez per 2 milioni di euro. Un’operazione che testimonia non solo l’incredibile fiuto del club per i talenti, ma anche una certa lungimiranza: il Vélez ha infatti mantenuto il 50% sulla futura rivendita, diversamente da quanto  fatto in passato con Castro. Prima dell’approdo a Parma, Pellegrino aveva già lasciato il segno con 14 reti con il Vélez e, ancor prima, con 15 gol durante la sua esperienza all’Atlético Platense.

Oggi il ragazzo, che indossa la maglia numero 32 del Parma, sembra destinato a farsi notare anche in terra italiana, nel segno anche di papà Mauricio, attuale allenatore del Lanus in Argentina, dopo aver trascorso una carriera tra Barcellona, Valencia e Liverpool ed esser stato assistente di Rafa Benitez in nerazzurro.

Pellegrino

Italian football manager and former football player Luigi Di Biagio, left, and former French football player Hernan Crespo attend an event at Chengdu Sport University in Chengdu city, southwest China’s Sichuan province, 14 December 2018.

Pellegrino erede di Crespo, cosa ne pensa il diretto interessato?

Proprio Hernan Crespo ci ha tenuto a spendere due parole su quello che potrebbe essere il suo futuro erede in terra emiliana “La gente di Parma ha conosciuto un altro centravanti argentino che sa buttarla dentro, e questo non può che farmi piacere, visto che a Parma sono molto legato. Mateo lo seguo da diverso tempo, ha un fisico importante, è bravo di testa e in area di rigore ha fame, che è la dote migliore di un attaccante. Non so dove possa arrivare, ma so che non gli si deve mettere pressione e lo si deve lasciar crescere con calma. Il Parma ha trovato un ragazzo che può dare una mano a raggiungere la salvezza

 

 

 

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Serie A

Napoli, accadde oggi: Nainggolan chiude la lotta Scudetto

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Radja Nainggolan

Oggi, 9 anni fa, il Napoli faceva visita alla Roma. Un incontro importante per la lotta Champions ma anche decisivo per la vittoria dello Scudetto della Juve.

Siamo alla stagione 2015/16, il primo anno di Sarri sulla panchina partenopea. Una stagione che ha visto gli azzurri in vetta alla classifica per diverse giornate fino alla sconfitta contro la Juve a febbraio con sorpasso dei bianconeri.

Dopodichè, la squadra perde qualche punto per strada e si vede costretta a concentrarsi sull’accesso diretto ai gironi di Champions. La Roma intanto, dopo un periodo buio tra novembre e gennaio che ha visto l’esonero di Rudi Garcia riabbraccia Luciano Spalletti dopo 7 anni.

Al suo arrivo i giallorossi si trovavano al quinto posto e fuori dalla Champions: una grande cavalcata li porta al terzo posto che significherebbe preliminari di Champions.

Roma-Napoli, 25 aprile 2016

Napoli

MAURIZIO SARRI PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Gli azzurri sono saldamente al secondo posto ma una vittoria giallorossa riaprirebbe la lotta Champions. Inoltre, una non vittoria degli uomini di Sarri consegnerebbe matematicamente lo Scudetto alla Juve (il quinto di fila).

La partita come da pronostico è molto combattuta: partono bene i giallorossi con qualche occasione per Salah e Florenzi. Gli ospiti cominciano a prendere coraggio però e sfiorano diverse volte il gol con i vari Mertens, Higuain ed Hamsik.

Nel secondo tempo i Partenopei entrano in campo con lo spirito giusto e cercano in tutti i modi di sbloccare la partita. Ma la squadra di Sarri spreca troppo e trova davanti un Szczesny in stato di grazia.

Nonostante l’assedio azzurro, è la Roma a sbloccare la partita con Nainggolan (89′) che dal limite beffa Reina. La partita finisce 1-0, con la Juve Campione d’Italia e i giallorossi che accorciano sui Partenopei portandosi a -2.

Alla fine sarà la squadra di Sarri ad andare direttamente in Champions vincendo le rimanenti tre partite in campionato. Anche la Roma vincerà le sue ultime tre partite ma senza effettuare il sorpasso.

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Como, Fabregas:” E’ stato devastante e perfetto, meraviglioso, è un uomo vero. Peccato che domenica non ci sarà per squalifica”.

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Como

Como-Genoa: Il tecnico spagnolo ha parlato in conferenza stampa in vista del match di  domenica alle ore 12.30 al Sinigaglia contro il Genoa. Ecco le sue parole:

Una sfida che profuma di Gunners quella in programma domenica alle ore 12:30 al Sinigaglia, tra Como e Genoa. Queste le parole del tecnico spagnolo in vista della gara contro il suo ex compagno di squadra all’Arsenal, Patrick Vieira. Di seguito le dichiarazioni:

Tre vittorie di fila per il Como, la squadra ora sembra consapevole della propria forza…
“No, è solo una questione di fiducia e di credere di più in quello che stiamo facendo. Ora ci vuole mentalità per vincere, crescere in personalità e maturità”.

Ha già idee di formazione?
“No, voglio tutti sulla corda fino a domenica. Non mi piace anticipare nulla. Sveglia ore 8 domenica e poi dirò la formazione”.

Come pensa di motivare la squadra nelle ultime partite?
“Voglio vedere chi è pronto per restare con noi, chi continua a lavorare. Si deve lavorare tanto, credo molto in questo. Tutti si devono far vedere in allenamento. Tutti devono essere pronti a dare il massimo. Questo è quello che voglio vedere, chi è forte e chi no

Il Como è migliorato anche in difesa di recente.
“Kempf è tornato su ottimi livelli, altri danno il proprio contributo. Moreno ha fatto fatica a ritornare, ma sta trovando bene. Perrone dà stabilità, Butez ha fatto molto bene, abbiamo cambiato la maniera di difendere. C’è una crescita importante, ora dobbiamo continuare così”.

Intanto si è fatto male Diao…
“Diao l’ho visto triste, mi spiace. Stare infortunato è la peggiore cosa, stava correndo da solo, si è fatto male da solo al quinto metatarso e ieri è stato operato a Brescia. Dice che l’operazione è andata bene, forse tornerà prima a fare rieducazione. E’ sarà pronto per il ritiro con noi”.

I suoi discorsi alla squadra negli spogliatoi?
“E’ importante parlare, un allenatore non deve essere sempre incazzato. Si deve gestire la situazione, non mi è piaciuto il primo tempo a Bologna ad esempio. Un allenatore a momenti deve spingere, in altri momenti la squadra ha bisogno di fiducia e affetto. Dopo una vittoria serve spingere, dopo una sconfitta rinforzare la fiducia. Solo in un paio di occasioni in questa stagione ho dovuto alzare la voce”.

I ricordi dei momenti all’Arsenal con Vieira?
“Ringrazio Patrick, lui era un campione e capitano dell’Arsenal, io avevo 16 anni, si è comportato benissimo con me. E’ sempre stato un leader dentro e fuori dal campo. Un grande uomo, io lo rispetto. Poi ho preso il suo posto e lui è andato alla Juventus. E’ stato devastante e perfetto, meraviglioso, è un uomo vero. Peccato che domenica non ci sarà per squalifica”.

Che Genoa si aspetta?
“Loro faranno un 4-4-2 e noi dobbiamo essere bravi a contenere i loro attaccanti. Noi stiamo lavorando per essere organizzati e con idee chiare, dobbiamo essere preparati per fare bene. Loro sono cresciuti molto, non è la stessa squadra dell’andata. Sarà una partita equilibrata, entrambe vogliono vincere. Hanno pressing, sono organizzati, si vede il lavoro di Vieira”.

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