Intervenuto dal ritiro di Moena, Milan Badelj fa il punto della situazione sul suo Genoa. Spiega le qualità umane di Alberto Gilardino e di che ruolo può avere Mateo Retegui.
Si rivede Milan Badelj nel ritiro di Moena. Il giocatore del Genoa è tornato ad allenarsi con la squadra, rilasciando delle dichiarazioni a fine allenamento. Badelj ha parlato di molte cose. Ha così iniziato: “Ho avuto due giorni di febbre, ma adesso sto bene. Molto bene, i ritiri vanno sempre bene in generale. I ragazzi si vedono dopo un po’ di tempo quindi c’è anche allegria e ognuno di noi non vede l’ora di tornare a lavorare, anche se ci piacciono le vacanze. Stare insieme è anche bello, i rapporti si uniscono ancor di più. Questo ritiro qui è andato anche sopra la media, l’80 o 90% dei ragazzi dello scorso anno sono rimasti. Non abbiamo iniziato, abbiamo continuato. Questo è molto importante”.
Badelj prosegue parlando di Mateo Retegui: “Siamo contenti sia partito prima, la prima partita ufficiale è il 9 agosto e siamo già al 24 luglio. Meno male che è arrivato. Differenze rispetto allo scorso ritiro? Abbiamo continuato come abbiamo finito, non come eravamo l’anno scorso in questo momento. Anche negli allenamenti potete vedere più qualità”.
Badelj ha poi parlato del rapporto con il mister Alberto Gilardino. Ha così spiegato: “L’allenatore è il responsabile, poi ci sono due o tre giocatori che hanno più esperienza e hanno le responsabilità in campo. Gila l’ho avuto anche come compagno di squadra e per me era un onore avere un Campione del Mondo in squadra con me. Ora avendolo come allenatore a me aiuta tanto. Mi capisce e già lì la mia confidenza sale, mi permette di giocare più libero e di fare qualche errore anche negli allenamenti, dove cerco di andare oltre. Lui capisce e io capisco che lui lo capisce. Si crea questa sintonia. Lui ha questo, non solo nei miei confronti ma anche in quello degli altri. Uno spessore umane davvero da prendere come esempio, i ragazzi che sono più giovani se ne accorgeranno meglio ancora più avanti nella loro carriera. Ma tutti siamo consapevoli di averlo come allenatore. Le strisce per terza orizzontali? Anche se le strisce non esistono, il concetto è quello e la palla arriva là. Sono più orientamento per la posizione“.
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