Serie A
Genoa, tre punti d’oro!
La formazione rossoblù trova la seconda vittoria stagionale contro il Torino di Juric. I 3 punti mandano il grifone al terzultimo posto in attesa del Venezia.
Nello specifico
Dopo 328 giorni il Genoa è tornato a vincere e lo ha fatto davanti al proprio pubblico. Blessin è entrato nel cuore di tifosi e dirigenza a suon di gioco e prestazioni. Nella sfida contro i granata i suoi uomini sono stati perfetti, una squadra solida, mai in affanno, soprattutto con l’uomo in meno. Al 25esimo infatti Ostigard ha ricevuto il doppio giallo, molto discutibile, dopo un intervento su Izzo. A gioire però a fine partita sono i rossoblù, con la rete di Portanova al minuto 17, la prima per lui in Serie A Tim.
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L’anima genoana
Nessuno dei calciatori rossoblù ha risparmiato una sola goccia di sudore per sconfiggere un’astinenza infinita. Gli uomini di Blessin hanno corso per tutti i 93 minuti di gioco, dimostrando un forte attaccamento alla maglia. Il pubblico non ha smesso nemmeno per un secondo di sostenere la propria squadra, sapeva che questo momento doveva arrivare. Crampi, sudore, grinta, sono queste le parole chiave che sintetizzano il Genoa in queste ultime apparizioni. In qualsiasi modo si vuole tentare di salvare una stagione che fino a qui si è rivelata molto complicata.
Lotta salvezza
Nell’attesa di di conoscere l’esito di Cagliari-Milan e Venezia-Samp, la banda di Blessin ha non solo il dovere morale ma anche il diritto di credere al miracolo. Le compagini con cui si appresta a lottare non sono distanti e le giornate da disputare sono ancora molte, ben 8. Sicuramente la vittoria contro il Torino ha portato molto entusiasmo e fiducia nell’ambiente, chissà che non sia la scintilla per un finale di stagione infiammato. Il pallone è rotondo ed il bello del calcio è proprio questo, non si può mai dare nulla per scontato.
Serie A
Lazio, Oddo: “Volevo firmare a vita, ma fui obbligato a partire…”
L’ex calciatore di Milan, Verona, e Napoli tra le altre, Massimo Oddo, ha parlato del suo addio alla Lazio in una lunga intervista a Radio Serie A.
Massimo Oddo ha parlato ai microfoni della sua carriera calcistica, soffermandosi in particolare sul suo addio alla Lazio, squadra dove, a detta sua, sarebbe rimasto a vita.
Lazio, le parole di Oddo
In seguito le parole dell’ex calciatore biancoceleste.
“Io arrivai alla Lazio come ultimo acquisto di Cragnotti, in uno dei più grandi club d’Italia, di Nesta, di Crespo, di Stam, di Couto, di Mihajlovic, di Stankovic. Arrivammo quarti, vincemmo la Coppa Italia quell’anno. Poi la Lazio passò di mano, ci fu l’anno di Baraldi e quindi il momento della grande crisi quando ha rischiato anche di scomparire. E il grande legame con quella piazza nasce lì, dal fatto che io probabilmente sono stato uno dei pochi, insieme a Peruzzi e Cesar, a stare prima nella grande Lazio fino a quella che successivamente chiamarono “Lazietta”: un anno rischiò anche di retrocedere, quando ci fu quel famoso derby alla terzultima giornata con la Roma, finì 0-0, e tutto lo stadio ci fischiò”.
Il momento difficile e l’addio
“Poi andai via l’ultimo anno con la squadra che però si qualificò per la Champions League. Passai al Milan a gennaio 2007, ma l’anno precedente avevo fatto anche 7 gol in campionato. Insomma, avevo questo legame fortissimo, diventai anche capitano, incarnai lo spirito Laziale che c’era in quegli anni lì. La gioia più grande fu ritrovare i biancocelesti in Champions League, perché vivemmo degli momenti difficili, brutti, pesanti, anni in cui arrivarono anche 9 giocatori negli ultimi 5 minuti di mercato, giocatori sconosciuti, non sapevamo quasi di che morte dovevamo morire. Io essendo capitano mi sentivo addosso una grandissima responsabilità. E fu un addio obbligato. Prima di andare via avevo proposto al Presidente di restare alla Lazio a vita, di rinnovare il contratto. Ma lui in quel momento non poteva perché c’erano esigenze economiche particolari e fui costretto a partire. Mi sentivo un peso addosso, forte, proprio perché ero anche capitano. Mi sentivo in difetto, insomma”.
Serie A
Milan, Fonseca: “Domani partita difficile. I ragazzi capiscono i tifosi. Su Theo…”
L’allenatore dei rossoneri, Paulo Fonseca, ha parlato nella conferenza stampa pre Hellas Verona-Milan: match valido per la 16ª giornata di Serie A Enilive.
Paulo Fonseca ha parlato nella conferenza stampa pre partita a Milanello della situazione in casa Milan dopo l’avvio di stagione molto complicato, che vede i rossoneri a -14 (con una partita in meno) dall’Atalanta capolista.
Milan, le parole di Fonseca
In seguito le parole del tecnico dei rossoneri:
Sulla partita di domani
“Da quando sono arrivato qui, ogni partita dico che è importante. Ma perché lo sono tutte. Domani partita difficile, ma come sempre abbiamo lavorato per vincerla”.
Su Theo
“Come sempre faccio, abbiamo parlato. La sua situazione è facile da spiegare: Theo ha giocato tanto, non ha trovato la miglior condizione fisica, ha bisogno di rinnovare la condizione per stare bene. È importantissimo per noi. Mai è una punizione che stia fuori, è semplicemente fare in modo che possa tornare alla condizione di essere il miglior terzino del mondo”.
Spogliatoio
“Io so come sono le cose, voi non guardate gli allenamenti. Magari uno di questi giorni vi invitiamo per vedere l’atmosfera della squadra. C’è una bellissima atmosfera e quando è così è più facile lavorare. Mai ho sentito la squadra senza fiducia, senza voglia di lavorare, con tristezza”.
Clima rossonero
“Tutti noi capiamo la situazione dei tifosi. Non c’è nessuno che vuole vincere più di noi. I ragazzi sono forti, capiscono i tifosi. Quello che possiamo fare è lavorare in forma onesta per cambiare le situazioni, per avere i risultati che i tifosi meritano”.
Voto all’inizio di stagione
“Non posso fare questo esercizio, non sarei giusto: io vedo le cose in un modo, gli altri in un altro. Io sono qui, lavoro tutti i giorni qui ed è meglio non fare questo gioco. Non ho guardato niente, ma le opinioni degli altri vanno rispettate. Possiamo migliorare tanto i risultati”.
Mercato
“È presto per parlarne. Con la società parlo sempre, la società sta attenta al mercato e, se abbiamo bisogno, loro sono pronti per farlo”.
Come risolvere i problemi
“Noi lavoriamo valutando ciò che succede in partita. Abbiamo avuto un problema sulla difesa dell’area a Cagliari e ci abbiamo lavorato: mai, da quella partita, la squadra ha avuto problemi in area. Ma poi ci sono altri problemi a seconda delle partite. Noi per il poco tempo che abbiamo cerchiamo di migliorare gli errori fatti nella partita precedenti. E per me la squadra ha migliorato tante cose. Vero che i risultati non lo dimostrano, ma qual è la partita in cui abbiamo avuto problemi di organizzazione tattica? O qual è stata la partita in cui gli avversari sono stati molto meglio di noi? Io non me ne ricordo, forse Liverpool e il primo mese”.
I tifosi possono cambiare idea?
“Le vittorie portano fiducia a tutti. Se vinciamo con Verona e Roma e facciamo una buona Supercoppa, c’è un’altra immagine della squadra”.
Rischio esonero
“No, onestamente non mi sento a rischio. Si parla di cose che non si sanno. Se guardiamo i risultati, è vero. Ma io non posso arrivare qui e dire quello che non succede. Per i risultati abbiamo tanto da fare, ma sappiamo cosa fare”.
Distanza dai primi
“Non mi sembra sia un problema tattico, tecnico. Quando non abbiamo vinto, si è sempre parlato di un problema di testa. Per me è quello”.
Su Jimenez
“Mi hanno fatto arrivare questa notizia. In questa squadra hanno già giocato Torriani, Camarda, Bartesaghi, Zeroli, Jimenez e Liberali. Poi leggo che loro sono dispersi tra Milan Futuro e Prima Squadra. Noi siamo in difficoltà ora con i giocatori. Ho detto che non avevamo infortuni, e dopo che ho parlato ne abbiamo avuti. Morata ha la tonsillite. Può giocare Camarda”.
Sui tifosi
“Non mi pongo da un’altra parte rispetto alla squadra. Le critiche ci stanno. I fischi li sento, così come i giocatori. Ma noi qui siamo tutti insieme”.
Abraham e Camarda insieme
“Ho pensato a questa possibilità a inizio settimana. Ma con la situazione di Morata non possiamo cominciare con due attaccanti”.
Paragone con gli anni alla Roma
“Non possiamo fare paragoni, sono squadre e club diversi”.
Serie A
Inter, l’esito degli esami di Nicolò Barella
Dopo l’infortunio contro la Lazio, il centrocampista dell’Inter Nicolò Barella si è sottoposto agli esami strumentali: la sua situazione andrà valutata.
Autore di uno dei sei gol con cui l’Inter ha travolto la Lazio nell’ultimo turno di campionato, Nicolò Barella era stato costretto a uscire al minuto 74 a causa di un infortunio. Un problema che all’inizio non sembrava destare preoccupazioni, ma che col passare del tempo ha richiesto l’ausilio degli esami.
Inter, esami per Barella: l’esito e i tempi di recupero
Oggi il centrocampista si è sottoposto agli esami strumentali per conoscere l’entità del suo problema fisico. Di seguito il comunicato del club: “Nicolò Barella si è sottoposto questa mattina a risonanza magnetica presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. Gli esami hanno evidenziato una lieve elongazione all’adduttore lungo della coscia destra. La situazione sarà valutata giorno dopo giorno“.
Il centrocampista nerazzurro salterà ovviamente la partita di Coppa Italia di stasera contro l’Udinese e quasi certamente la prossima di campionato contro il Como. Da capire se rientrerà il 28 dicembre contro il Cagliari, la sua ex squadra, o se il tecnico Simone Inzaghi deciderà di preservarlo per la semifinale di Supercoppa contro l’Atalanta del 2 gennaio.
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