Serie A
Genoa, un osso duro per le big: a Torino per fare la partita

Il Genoa si prepara alla sfida delle 18:00 contro la Juventus di Tudor. Il grifone è un cliente scomodo per le big e i bianconeri non avranno vita facile.
Questa sera andrà in scena il primo capitolo della nuova Juventus di Tudor ed è attesa fin da subito una reazione tattica ma soprattutto emotiva. Dall’altra parte però, c’è una squadra che di certo non ama tirarsi indietro dalla lotta e andrà a Torino per dire la sua. Da quando Vieira siede sulla panchina dei rossoblu, il Genoa è stato definito “l’ammazza piccole”, visti i 24 punti in 12 partite con le squadre di pari o inferiore livello ed un tema salvezza archiviato in anticipo.
Genoa, avversario ostico per le big
Il grifone, oltre ad aver trovato una grande continuità di prestazioni e di punti contro le medio piccole del campionato, ha sempre dato fastidio anche alle grandi della Serie A: è andato a San Siro prima a pareggiare con il Milan e poi a far sudare l’Inter per tutti i 90 minuti, ha rinchiuso il Napoli nella propria metà campo per quasi un tempo intero ed ha perso di misura all’Artemio Franchi di Firenze creando occasioni fino al triplice fischio.
A Torino per fare la partita
Il Genoa questo tipo di partite tende ad approcciarle sempre con uno spirito attendista, per capire le intenzioni dell’avversario e stabilizzare in primo luogo il castello difensivo. Dopo una prima fase di gara, comincia ad alzare il proprio baricentro, prendendo a tratti in mano il palleggio e dettando il ritmo partita a prescindere dall’avversario, tipico del calcio di Vieira.
Nella seconda frazione i rossoblu cominciano a creare maggiori occasioni e a testimonianza di ciò, si nota che sotto la gestione del tecnico francese sono stati segnati 14 gol sui 18 totali nel secondo tempo. Dunque la squadra ligure andrà a Torino senza nulla da perdere e con la sua solita leggerezza, vogliosa di fare la sua partita e di mettere in difficoltà la squadra di Tudor.
Serie A
Milan, Thiaw in gruppo, Loftus-Cheek fermo: i tempi di recupero

Il Milan di Sergio Conceição si prepara al derby di Coppa Italia con qualche novità importante in chiave formazione.
La buona notizia per i rossoneri è il ritorno in gruppo di Malick Thiaw, che aveva saltato la trasferta contro il Napoli a causa di un virus. Il difensore tedesco si è allenato regolarmente con i compagni e sarà a disposizione per la stracittadina contro l’Inter, una gara cruciale per il cammino in Coppa Italia.
Dall’altra parte, però, c’è l’assenza pesante di Ruben Loftus-Cheek, operato d’urgenza per un’appendicite a Napoli. L’inglese dovrà stare fermo due settimane e tornerà disponibile solo tra circa un mese, lasciando un vuoto importante a centrocampo.
Sarà interessante vedere come Conceição deciderà di rimpiazzarlo nel derby e se il Milan riuscirà a reagire dopo la sconfitta contro il Napoli.

RAFAEL LEAO PERPLESSO IN PANCHINA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Hellas Verona, media punti perfetta: salvezza più vicina

L’Hellas Verona strappa un altro punto importante in ottica salvezza. Contro il Parma uno 0-0 che aiuta gli uomini di Zanetti ad avvicinarsi alla salvezza.
Con questo punto gli scaligeri stabiliscono una media punti perfetta di 1 punto a partita che può facilitare la strada verso l’obiettivo finale. In vista delle prossime sfide l’ambiente è carico e spera nella salvezza anticipata.
Hellas Verona, 30 punti in 30 giornate: dimostrazione di solidità
I gialloblu tornano a fare punti al Bentegodi dopo la sconfitta con il Bologna e danno il via a una mini serie positiva dopo la vittoria di Udine. Montipò e compagni hanno dato dimostrazione di compattezza nonostante qualche assenza pesante (Suslov su tutti) e l’adattamento di un difensore come Dawidowicz in mediana al fianco di Duda.
In attacco la coppia Sarr–Mosquera col colombiano che ha avuto dopo 1 minuto la palla del vantaggio ma il colpo di testa si è infranto sulla traversa. Per il resto il Bufalo si è mosso bene tra le linee, capeggiando tra i difensori crociati.

ESULTANZA DANIEL MOSQUERA ( FOTO KEYPRESS )
Tuttavia le poche occasioni nitide e la timidezza nel concludere verso la porta sono stati fattori decisivi per il secondo 0-0 della stagione dell’Hellas Verona.
In ogni caso, restare imbattuti nei due incontri con un’altra pretendente alla salvezza è da considerarsi molto positivo soprattutto in vista delle prossime delicate sfide contro altre squadre nella parte sinistra della classifica.
La trasferta di Torino poi Genoa in casa possono regalare la salvezza anticipata e coronare una vera e propria impresa viste le premesse.
Serie A
Khephren Thuram: “Non so quando sarà superato il problema del razzismo e sulla Juventus…”

Il calciatore della Juventus Khephren Thuram ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni de La Stampa su varie tematiche
Juventus, le parole di Thuram
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dal centrocampista francese della Juventus Khephren Thuram ai microfoni de La Stampa su diverse tematiche tra cui il razzismo:
“Non so quando sarà superato il razzismo, so che è necessario non fare finta di nulla. Sono felice di portare la mia voce tra i giovanissimi per sensibilizzarli su questo. Sono rimasto in Italia fino a 4 anni e di quel periodo non ricordo bene, ma in Francia il razzismo l’ho incrociato. Temo non ci sia un posto specifico in cui incontrarlo, è un atteggiamento. Anche io ho avuto le mie brutte esperienze”.
Khephren Thuram entra quindi più nello specifico:
“Avevo 13 anni, circa, e mio padre mi ha lasciato davanti a casa, ero senza chiavi e aspettavo mia mamma facendo avanti e indietro di fronte al portone. Una donna mi ha fissato dicendomi di tornare da dove vengo.
Io ci pensavo e mi chiedevo dove dovessi tornare… In Italia? Poi quella sensazione, la fitta. Mio padre mi aveva spiegato come mi sarei sentito ed è andata proprio così. Non dovrebbe succedere, capiterà ancora. Papà ha aiutato me, spero di averlo fatto con qualcun altro”.
Prosegue e conclude parlando ancora di razzismo, Thuram junior:
“Il pensiero bianco esiste ancora, pure certi afrodiscendenti lo seguono. Ed è ancora più triste: è un retaggio colonialista che buca il tempo. La nostra società ne è intrisa, il pregiudizio della superiorità a prescindere è durissimo a morire.
Siamo comunque distanti da quando non si potevano usare gli stessi bagni o sedersi sul bus. Evolviamo e questo conta”. Il calcio fa abbastanza per combattere il razzismo? Prosegue e conclude così Thuram: “La volontà c’è. Alla Juve si parla spesso di come combattere il razzismo, bisogna trovare una comunicazione efficace e reazioni forti”.
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