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Genoa, Vieira: “Non sono come Wenger, Lippi e Capello. Il focus è sul campo. Sul portiere…”

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Genoa, Vieira

Il tecnico rossoblu, Patrick Vieira, ha parlato in conferenza stampa pre Genoa-Torino, match valido per la 15ª giornata di Serie A.

Patrick Vieira, allenatore del Genoa, ha parlato in conferenza stampa in merito alla partita contro il Torino di Vanoli. Scontro importante per allontanarsi dalla zona retrocessione.

Vieira Genoa

Genoa, le parole di Vieira

In seguito le parole del tecnico del Grifone:

Serenità dopo 4 punti in 2 partite
“Non ha cambiato niente dal punto di vista dell’intensità che voglio in allenamento. Sono arrivati quattro punti. E’ un bene ma penso che in queste due gare abbiamo fatto bene dal punto di vista del gioco ma c’è ancora tanto da lavorare. Ho visto un gruppo focalizzato su quello che vogliamo fare sul campo”.

Punti deboli del Torino
“Una squadra che nelle ultime partite è in difficoltà ma ci sono giocatori forti e di qualità. E’ una squadra che lavora bene. Noi siamo in un periodo positivo, i giocatori hanno più fiducia e con i tifosi che abbiamo spero che faremo una bella partita. Mi è piaciuto ad Udine vedere così tanti tifosi che hanno seguito la squadra fuori casa e questo è un punto forte per la società e per i giocatori”.

Vittoria in casa
“Dobbiamo concentrarci su quanto bene abbiamo fatto fino ad ora. Giochiamo con fiducia. La squadra è in crescita, ora dobbiamo continuare a far bene. Dobbiamo credere nel lavoro. Abbiamo la fortuna di avere questi tifosi. Noi dobbiamo fare di più per vincere in casa ma non dobbiamo parlare solo di cosa non va bene. Nelle ultime due gare ho visto qualcosa di positivo”.

Miglioramenti
“Non va ancora tutto bene per ora. Ma la cosa che vogliamo fare è sempre un passo in avanti. Ci sono ancora tante cose da migliorare, possiamo far meglio in possesso del pallone e anche dal punto di vista difensivo. C’è ancora da fare per essere più squadra ma sono contento di quanto fatto vedere ma io voglio ancora più dal punto dai giocatori”.

Su Masini
Masini può giocare come numero 8, giocatore box to box. E’ un giocatore a cui piace buttarsi in area ma ha fatto vedere anche la sua cattiveria. Ha dato energia alla squadra”.

Al posto di Zanoli e Miretti
“Mi è piaciuta la partita sia di Zanoli che di Miretti. C’è Vitinha che può giocare a sinistra o Messias che può anche giocare a destra. Ho bisogno di vedere come stanno fisicamente questi giocatori perché abbiamo bisogno di punti e io prendo in considerazione l’aspetto fisico”.

Portiere titolare
“Lei ha fatto la domanda e ha dato la risposta. Sono d’accordo con lei, Leali sta facendo benissimo. Abbiamo la fortuna di avere due portieri di Serie A, Nicola sta benissimo”.

L’influenza dei suoi vecchi allenatori
“Non ho la pretesa di essere come Wenger, Lippi e Capello. Sono grandissimi allenatore. Ho avuto la fortuna di essere stato allenato da tecnici importantissimi, ho imparato tanto da loro ma è importante anche capire chi sono come persona e come la squadra giochi. E’ importante di essere vero, non copiare o voler essere uno di loro perché sono di un altro livello”.

Voci sulla società
“Ne so quanto voi. Sento tante cose ma il mio focus è solo sul campo. Non ho voglia di perdere energia e il mio obiettivo è concentrarmi solo su quello che succede in campo, lavorare con i giocatori per vincere le partite”.

Serie A

Juventus, Tudor e i giocatori da lui criticati: la gestione

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Juventus

L’allenatore della Juventus, Igor Tudor, insieme alla gestione di Koopmeiners e McKennie, si trova davanti delle situazioni da risolvere con alcuni giocatori.

Igor Tudor a muso duro con un manipolo di giocatori. Tutto perché si è sentito deluso. Aveva inserito quattro – cinque, con Savona – cambi di qualità, per alzare il livello tecnico e agonistico di una Juve che iniziava ad avere le gambe molli. Ma non ha avuto nulla. Come spesso è capitato poi in una stagione in cui ha prevalso più l’ego del collettivo, più l’io del noi. Kolo MuaniConceicaoCambiaso e Weah sono finiti sotto la lente d’ingrandimento di tutti, ambiente incluso.

juventus

RANDAL KOLO MUANI FA IL SEGNO OK ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Juventus: la situazione

Il tecnico croato ha preferito parlare fuori dai denti già da subito. Questo per evitare cali d’attenzione, pensare che tutto sia fondamentalmente risolto. Del resto, la stagione della Vecchia Signora è stata un susseguirsi di incendi mai del tutto sventati, o comunque trattati come cose di poco conto e invece divampati nel momento più complicato della stagione. E’ stato il grande dramma di Thiago Motta, che stava per diventare un punto di non ritorno del club. Per questo, meglio mettere le cose in chiaro fin da subito, richiamando tutti all’attenzione e alla serietà.

Cosa rischia questo manipolo di giocatori? Nulla a quanto pare, almeno non nell’immediato. Il tecnico della Juventus, infatti, sta pensando a Cambiaso come sostituto di McKennie. Ovviamente tutto dipenderà dall’americano: qualora non dovesse essere della partita a Parma spazio quindi al ragazzo di Genova. Se anche Koopmeiners non riuscisse a recuperare, spazio a Weah, con Nico Gonzalez avanzato. Così l’obiettivo è ripartire senza problemi, con un unico mantra: c’è una sola partita a settimana, “c’è gente forte” – come dice l’allenatore – e allora nulla è sicuro. Le gerarchie su tutte.

Quale futuro all’orizzonte?

Tanti gli interrogativi che si intrecciano nel futuro bianconero. Il pensiero primario non può non andare sulle situazioni di Kolo Muani, Conceiçao e Cambiaso. Che destino per loro?. La guida tecnica sarà cruciale in questo discorso. Per adesso è salda tra le mani di Igor Tudor, ma chissà tra qualche settimana. Da tutte queste variabili resta impossibile dare una risposta certa. La Juventus ripartirà da altri se si considerano i prestiti, o più semplicemente il mercato la farà da padrone?. Per intenderci: se arriva l’offerta giusta…

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Serie A

Atalanta, il primo rinforzo arriva in dirigenza

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atalanta

L’Atalanta ha il piacere di annunciare un nuovo innesto nella catena di comando. Nel settore dell’area tecnico sportiva è arrivato John Murtough.

E’ con un comunicato stampa ufficiale che il club bergamasco ha presentato il proprio nuovo acquisto, ma questa volta non si tratta di un calciatore, bensì di un dirigente: ovvero John Murtough.

La carriera del manager sportivo è tutt’altro che banale; infatti, se si va a sbirciare in TransferMarkt appare chiarissimo che non si sta parlando di una personalità improvvisata.

Murtough ha lavorato in varie mansioni manageriali nel Manchester United dal 2013 fino al 2024. Prima di questo periodo era stato impegnato dal 2008 fino a giugno 2012 nell’Everton, ma non solo.

Si tratterebbe, quindi, di una personalità manageriale di peso, molto noto nell’ambiente ed avvezzo a trattare con club blasonati e mercati stranieri.

Atalanta

SEAD KOLASINAC E MARCO CARNESECCHI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

L’Atalanta vuole crescere ancora

Di seguito il comunicato della Dea:

Atalanta BC comunica un nuovo ingresso a livello dirigenziale nell’Area Sportiva del Club, della quale entra a far parte con effetto immediato in qualità di Director of Global Development il signor John Murtough. Il 54enne dirigente inglese, che sarà coordinato dal Direttore Sportivo Tony D’Amico, va a potenziare un’area che mira a sviluppare ulteriormente la propria visione internazionale”

Il club nerazzurro sta palesemente virando verso la conquista di una maggiore capacità e presa anche a livello internazionale e questo è in linea con le ultime stagioni decisamente positive.

Il club si è fatto valere sia in Serie A che nelle competizioni europee ed ora sta cambiano, progressivamente, pelle per potersi presentare in modo sempre più competitivo a tutti i livelli.

Il dirigente inglese è alla prima esperienza nel campionato italiano di Serie A, ma ha collezionato, come accennato prima, a vari ruoli nel campionato inglese. Tra Manchester United, Everton, Fulham, Coventry City ecc.

La famiglia Percassi e la famiglia Pagliuca hanno mostrato al mondo del calcio che loro vogliono esserci e che, probabilmente, ci saranno.

 

 

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Serie A

Lazio-Roma, come procede la ricerca dei colpevoli?

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roma

Lazio-Roma ha lasciato il segno, non solo per la passione dei tifosi ma per le scene di violenza ai danni della città e delle forze dell’ordine in servizio

Non si sono affatto raffreddati gli animi degli inquirenti a seguito dei fatti (per meglio dire, degli scontri) nel pre-partita di Lazio-Roma. I feriti, che in prima battuta sembravano già una cifra abbastanza importante (13 tra gli agenti delle forze dell’ordine) sono saliti a 24.

Sembra sempre più uno scenario da film apocalittico più che un pre-partita del derby capitolino.

Ed è diventata una vera e propria caccia agli uomini coinvolti.

Lazio-Roma

LA CURVA SUD ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lazio-Roma, un altro derby macchiato dagli scontri

Quella che sarebbe dovuta essere una domenica di sport, si è trasformata in una guerriglia urbana combattuta addirittura su due fronti in simultanea e che ha messo davvero in difficoltà le forze dell’ordine, presenti per impedire alle due tifoserie di entrare in contatto.

Proprio di oggi è la richiesta del Giudice Sportivo di procedere con un supplemento di indagine perché l’obiettivo è quello di trovare i colpevoli.

Gli inquirenti non hanno alcuna intenzione di soprassedere e vogliono andare fino in fondo per consegnare alla giustizia i violenti.

A rendere le indagini complesse è il numero dei tifosi (a volto coperto) implicati negli scontri: Infatti, quasi 500 ultras della Roma si sono scagliati contro la Polizia per raggiungere i supporter biancocelesti.

E la città è diventata un campo di battaglia con circa 2000 agenti presenti. Numeri che parlano chiaro e che mostrano un ambiente (quello delle tifoserie) che si sente, troppo spesso, al di sopra della legge. Oltre che un pessimo esempio che nulla ha a che fare con lo sport.

Per ora è stato arrestato un tifoso che sembrerebbe coinvolto negli scontri ma la ricerca è ancora aperta.

In tutto ciò il calcio è proprio la parte lesa: azioni di questo tipo potrebbero allontanare le famiglie dall’esperienza negli stadi e questo sarebbe solo un male per il mondo del calcio.

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