“E’ difficile tracciare differenze tra epoche diverse. Ciò che posso dire, riprendendo anche le recenti parole del grande Bruno Conti a Tiki Taka, è che Mourinho è un numero uno”. Così il giornalista Mediaset Giammarco Menga, incontrato ieri sera a Milano. In esclusiva ai nostri microfoni il Menga nazionale ha detto la sua sulla Roma di Mourinho, alla vigilia del derby capitolino: “José Mourinho è un grande allenatore. Bisogna dargli del tempo per cercare di trovare materiale umano tale da poter esprimere al massimo il suo gioco e il suo potenziale. In ogni caso la speranza, come per tutti i romanisti, è quella di trovare presto un nuovo pro-Conti, anche se è difficilissimo, così come trovare un Totti o un De Rossi”. Menga prosegue, parlando del nuovo libro ‘Un gioco da ragazzi’ (Rizzoli) scritto con Bruno Conti: “Con De Rossi Bruno Conti ha un rapporto particolare perché comunque lo ha scoperto. Si tratta di un volume che nasce in un anno speciale, nel quarantennale del mondiale. Tra l’altro il gruppo della nazionale, così come potrete leggere nel libro, è rimasto legato nei vari elementi, ad esempio esiste ancora una chat in cui si sentono frequentemente… Il libro è un omaggio ai valori di famiglia e di sport di Bruno Conti. Valori che, a quanto pare, molti giovani oggi non hanno. Un esempio per le nuove generazioni e un omaggio alla semplicità di Bruno, alla sua famiglia, al fatto che è rimasto sempre lo stesso, continuando a vivere ad es. nella sua Nettuno”. Giammarco Menga confessa: “Bruno Conti ha vissuto con difficoltà gli anni di Genoa, era lontano da Roma, dalla sua gente, dalla sua famiglia. Il suo è un legame indissolubile con Roma, con la famiglia, con il pallone”. , Menga si dice orgoglioso e fiero di averlo accompagnato in questo cammino: “Personalmente ho scoperto anche quest’epoca che per questioni di età non avevo vissuto – conclude Giammarco Menga, sempre molto schietto e sincero – Sono riuscito a rivivere quelle emozioni tramite i racconti di Bruno, cercando di assecondarlo e aiutarlo in una scrittura che rispecchia molto il suo personaggio: una scrittura semplice, comprensibile, genuina… Insomma, un’esperienza professionale importante e che mi ha fatto mettere alla prova in un campo diverso: del resto scrivere di altri non è mai facile, soprattutto raccontare di una vita che non è la tua. Ma se si entra in sintonia con la persona a livello umano diventa tutto più semplice”.
GIAMMARCO MENGA E BRUNO CONTI: IL NUOVO LIBRO ‘UN GIOCO DA RAGAZZI’ Bruno Conti a tutto campo, senza alcun filtro. È uscita in data 15 marzo l’autobiografia dal titolo ‘Un gioco da ragazzi‘ scritta dalla bandiera della Roma Bruno Conti insieme al giornalista di Mediaset Giammarco Menga
. Il volume racconta la storia dell’ex centrocampista della Roma, i valori antichi della famiglia e l’amore per la Roma e la Nazionale tra aneddoti di sport, di vita privata e ricordi indelebili. Prefazione a cura di Francesco Totti. Conti, oggi dirigente, ha dato vita,a questo libro emozionante: la famiglia, il mondiale dell’82 che lo ha visto sollevare la coppa del Mondo con gli azzurri della Nazionale. Una vita vissuta nella Capitale, tralasciando la breve apparizione con il Genoa, una gloriosa carriera da centrocampista con ben 52 reti da incorniciare e tante belle giocate regalate ai tifosi della curva sud dell’Olimpico per cui ha vinto lo scudetto. Ma nell’autobiografia non si parla solo di calcio bensì dell’amore per la famiglia e per i suoi due figli, Andrea e Daniele, che gli hanno regalato 5 nipoti. Oggi Bruno Conti, da Direttore del settore giovanile della Roma, vive a Nettuno con la moglie Laura. Il libro è edito da Rizzoli. Proprio il sito Rizzoli Libri svela qualche ‘chicca’. “Signor Conti, suo figlio Bruno è davvero bravo e vorremmo portarlo con noi in America”, afferma il dirigente della squadra di baseball di Santa Monica . Alla parola “America”, mia madre chiede senza pensarci due volte: «Scusate, ma l’America dove si trova?». In cucina c’è silenzio assoluto. Poi, dopo una manciata di minuti, mio padre si decide: «Mio figlio è piccolo e da Nettuno non si muove». Se lui avesse detto sì in quella tiepida serata di agosto, non sarei mai diventato Bruno Conti. Aveva cominciato con il baseball, il piccolo Bruno (il più brasiliano di tutti i nostri calciatori, che per la prima volta si racconta in questa autobiografia vivace e sincera), ma lo aspettava una lunga carriera che avrebbe fatto di lui una grande colonna giallorossa e un uomo-chiave nel mitico campionato Mondiale dell’82. Cresciuto in una famiglia semplice e unitissima nei dintorni della Capitale, Bruno ha fatto la gavetta per campetti, lottando contro il pregiudizio verso la sua piccola statura, però nulla ha potuto fermarlo grazie alle sue eccezionali doti da funambolo e alla sua personalità testarda e pugnace.
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