Serie A
Giuntoli: “Senza la guerra non avrei preso Kvara”
Cristiano Giuntoli si confessa in un’intervista a Repubblica. Nella quale parla anche di alcune circostanze fortunate da lui colte al Napoli.
L’attuale ds della Juventus Cristiano Giuntoli parte proprio da quegli affari che, lo scorso anno, hanno fatto parte della fortuna del Napoli: gli acquisti di Kvaratskhelia e di Osimhen. Frutto di fortunate coincidenze.
Queste le sue parole in merito: “Quanto allo scouting, ho trovato qui grandi professionalità. Oggi nel calcio tutti sanno tutto, è difficile battere sul tempo gli altri e fare affari a costi contenuti.
Io a Napoli ho colto delle coincidenze: senza la guerra non avrei preso Kvara a quel prezzo, senza lo stop per la pandemia forse Osimhen avrebbe fatto 30 gol in Francia e sarebbe finito in Premier“.
Sul segreto del suo successo: “Solo sono uno che lavora tanto, che sta attento al rapporto con allenatori, staff, calciatori, agenti. Amo stare dietro le quinte e parlare poco.
Il calcio non è da one man show, solo tutti insieme possiamo riportare la Juve dove merita. Io sono uno che aggrega“.
Giuntoli, poi, riserva qualche parola ai propri obiettivi professionali alla Juventus: “Io ho sempre fatto con quello che avevo a disposizione, per indole e per convinzione.
In un momento di grande crisi del calcio italiano, c’è bisogno di fare di necessità virtù. Inseguire la sostenibilità, creare un meccanismo di autosussistenza in cui puoi spendere in base a ciò che incassi.
Abbassare il monte ingaggi e l’età media, avere più giovani che possano crescere nel club e costituire un valore. In più, creare un ambiente che guardi non solo al risultato ma alla prestazione“.
Perché non bisogna solamente vincere ma anche crescere come squadra. Come dice Giuntoli, “vincere è la cosa più importante, ma se vogliamo crescere dobbiamo analizzare le prestazioni, e questo richiede tempo“.
Serie A
Parma, Bernabé sotto i riflettori di DAZN
Nello speciale DAZN My Skills l’ultimo ospite è un giocatore del Parma: Adrian Bernabé Garcia. Ecco che cosa ha detto nel corso della puntata.
L’ultimo protagonista della “rubrica” My Skills di DAZN è un nome importante del Parma: quello dell’attaccante Adrian Bernabé Garcia.
Il giocatore, che milita anche nella Spagna Under 21, ha fatto la gavetta nelle giovanili del Barcellona, poi del Manchester City e, infine, è approdato alla squadra neopromossa in Serie A.
Ai microfoni di DAZN ha raccontato i suoi esordi di carriera e la sua permanenza al club emiliano.
DAZN, My Skills: la testimonianza di Adrian Bernabé Garcia del Parma
Gli inizi al Manchester City
“Per me è stato fondamentale, una persona che mi ha insegnato tanto, sono stato due anni con lui in prima squadra: a ogni allenamento ho appreso qualcosa di nuovo. Per Guardiola la cosa più importante è la posizione, come ti metti in campo, il modo in cui metti il corpo per ricevere la palla.
È stato bellissimo, vedevo tutti i giocatori del City in tv fino a due mesi prima e poi all’improvviso mi allenavo con loro. Avevo un grande rapporto con Cancelo e anche con Aguero. Ricordo quando ho dovuto cantare davanti a tutti nel rito di ingresso nel gruppo: ho cantato Three Little Birds, mamma mia, male male! (ride)”.
Il problema cardiaco
“Ho avuto paura di smettere, è stata una cosa improvvisa, successa da un giorno all’altro. Non sapevo come gestire la cosa perché non è semplice, senza dubbio è stato uno dei momenti più difficili, non solo della mia carriera ma della mia vita in generale. Quando stai fuori per un motivo di salute come questo, ti rendi conto delle cose veramente importanti della vita: quando sono tornato, ho dato il giusto peso alle cose”.
Sull’esperienza al Parma
“Il Parma per me è molto importante. È un club, una città, che mi ha accolto bene, qui tutti mi sono sempre stati molto vicini anche in quel momento di grande difficoltà che ho avuto: il Parma e Parma sono molto importanti nella mia vita. Della grande storia del club, io ho sempre guardato Zola. Mi dicono anche che gli assomiglio esteticamente!
Non ho potuto vederlo tanto dal vivo ma so quello che ha fatto qui e al Chelsea, sono uno di quelli che ama tanto vedere video su YouTube. Ho un grande rapporto con Bonny e Man, sono diventati come dei fratelli per me e in campo questa affinità si vede: ci aiuta tanto in partita”.
Su come affrontare il campo
“Il mister mi chiede di giocare più basso, mi piace perché posso costruire l’azione. Ma significa che devo crescere fisicamente e sull’aspetto difensivo. Mi piace prendermi dei rischi, sentire la pressione, a volte gioco dei palloni che so che possono fare impazzire i tifosi e l’allenatore: il rischio mi piace.
Sono arrivato fin qui grazie a questo e non devo perdere questa caratteristica, la paura è la peggior cosa che possa avere un calciatore: devo divertirmi. Il mio dribbling preferito? La croqueta, quella di Iniesta. Non è troppo appariscente ma molto efficace”.
Serie A
Flop Dallinga, l’olandese che non vola più
Thjis Dallinga sta diventando sempre più un mistero: dove è finito il bomber che segnava a raffica al Tolosa?
Per il momento l’unica definizione che si può dare di Dallinga è quella di un flop fragoroso.
Una valutazione di mercato clamorosamente sbagliata se il trend dell’attaccante olandese sarà questo: costato 15 milioni di euro in estate, dopo che Sartori ha vagliato vari profili per il dopo Zirkzee, il curriculum segna ancora zeo reti in 8 presenze ufficiali con la maglia rossoblu tra Serie A e Champions League.
Come riporta oggi il Corriere di Bologna, nella sfida di Birmingham contro l’Aston Villa sono arrivati i primi veri due tiri in porta dell’attaccante voluto da Sartori. Nelle 5 apparizioni in Serie A non aveva prodotto neanche quelli…
La crisi di Dallinga in questo primo scorcio di stagione affonda nel mancato ambientamento alla nuova realtà, la sensazione è che sia ancora un corpo estraneo alla squadra.
Dallinga rischia di diventare la punta dell’iceberg di un mercato estivo fatto all’insegna del rischio, dell’azzardo.
I proventi arrivati anche dall’ingresso in Europa, anzichè essere stati utilizzati per aggredire profili con esperienza, sono stati utilizzati per profili futuribili ma che ora non stanno dando risposte positive in Serie A e in Champions, dove naturalmente il livello è molto alto per questo Bologna.
Serie A
Milan, problemi per Fonseca: due assenze contro il Napoli
Milan, brutte notizie per i rossoneri: il rinvio del match contro il Bologna comporterà la rinuncia a due giocatori espulsi in precedenza.
L’anticipo della nona giornata di sabato del campionato di Serie A non si giocherà causa maltempo.
Questo significa che Theo Hernandez e Tijjani Reijnders dovranno scontare la giornata di squalifica saltando la sfida contro il Napoli.
Milan due reparti in difficoltà
Dunque difesa e centrocampo in crisi per la squadra rossonera.
Theo Hernandez era stato espulso contro la Fiorentina, mentre Tijjani Reijnders aveva rimediato la sanzione nel match contro l’Udinese.
Avrebbero scontato la squalifica questo sabato contro il Bologna.
Ma il rinvio a causa dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna ha cambiato le loro sorti.
Chi andrà al loro posto
In difesa potrebbe essere schierato Filippo Terracciano.
Per il centrocampo più probabili Ruben Loftus-Cheek o Yunus Musah.
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