Le bombe di Vlad
Giustizia sportiva che stenta a funzionare
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2 anni fail

Ingiustizia sportiva fu fatta: sanzionata pesantemente la sola Juventus ed i suoi dirigenti dopo che, non più tardi di maggio scorso, si era ritenuto di prosciogliere tutte le società coinvolte per la ritenuta insussistenza degli addebiti mossi dalla Procura.
Le Sezioni Unite della Corte Federale d’Appello della FIGC si sono pronunciate.
La Corte ha accolto il ricorso per revocazione presentato dalla Procura Federale il 22 dicembre scorso, revocando dunque la sentenza del 27 maggio 2022 e sanzionando la sola Juventus con 15 punti di penalizzazione, addirittura più di quelli richiesti dalla Procura, ed inibizioni varie ai dirigenti.
A maggio invece la CFA aveva definitivamente prosciolto la Juventus ed altre squadre per il caso plusvalenze, rigettando quindi le richieste di inibizione.
Per ora risulta depositato il solo dispositivo, attese le motivazioni nell’arco di una decina di giorni.
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NOTE A MARGINE
Sgomberiamo subito il campo da illazioni e pregiudizi: chi firma questo articolo tifa da sempre, e convintamente, Napoli, ma è anche un operatore del diritto che sa riconoscere, o quantomeno ci prova, storture e forzature.
La vicenda, a chi vuole vedere con occhi scevri da campanilismi e faziosità di sorta, appare abbastanza chiara.
V’era stata altra sentenza, neppure un anno fa, che, confermando quanto già deciso dal Tribunale Federale nazionale, statuiva un principio molto semplice ed intuitivo: in mancanza di parametri e criteri di determinazione ufficiali del “giusto” prezzo di un cartellino, cui fare riferimento, non è possibile definire una operazione di mercato scorretta o fittizia, se il prezzo è liberamente fissato dalle parti, e dunque dal mercato, ed il passaggio di danaro, anche solo contabile, è correttamente tracciato.
NOTE A MARGINE / PARTE SECONDA
Non a caso, anche giustamente, la CFA inseriva in provvedimento un invito al Presidente della FIGC, rimasto manco a dirlo inascoltato, a coltivare una iniziativa normativa per definire criteri e parametri e finalmente porre fine ad ogni incertezza e complottismo in materia.
Oggi la Corte Federale di Appello, a distanza di un anno scarso, ribalta del tutto questo principio, non si sa bene sulla base di quale fantastico e fantasmagorico artificio giuridico.
E fa strame anche del principio del c.d. ne bis in idem, quel principio sacrosanto per cui nessuno, nel nostro ordinamento, può essere nuovamente giudicato per fatti sui quali è intervenuto provvedimento passato in giudicato.
Vero è che il sistema della giustizia sportiva è un pò un a parte nel nostro ordinamento, ma se l’indipendenza del sistema si sostanzia nella possibilità di essere giudicati e rigiudicati migliaia di volte dall’opinione pubblica, piuttosto che in applicazione della Giustizia, Dio ce ne scampi e liberi.
LA GIUSTIZIA SPORTIVA HA PERSO OGNI CREDIBILITÀ
Soltanto dopo le note vicende della giustizia ordinaria, con un processo appena iniziato ed ancora tutto da celebrare, la Procura Federale ha deciso di presentare alla CFA istanza di revocazione della sentenza datata 27 maggio 2022, sulla base di presunti “elementi nuovi”.
Ci si chiede quali elementi nuovi possano essere emersi nel ristretto ambito in cui si muoveva quel provvedimento, cioè quello delle c.d. plusvalenze fittizie, e quali novità possano essere saltate fuori rispetto al fatto, tuttora sacrosanto, che non esistono parametri ufficiali di valutazione del cartellino di un giocatore.
Si fosse aperto un nuovo procedimento sportivo, relativo alle differenti vicende del caso stipendi e delle connesse imputazioni di falso in bilancio, non ci sarebbe stato nulla da obiettare.
Ma così non è stato.
Si è deciso piuttosto, con la consueta e mille volte dal sottoscritto già criticata sommarietà che contraddistingue la giustizia sportiva, di soddisfare il montante dissenso pubblico, con una deriva giustizialista che non lascia intravedere nulla di buono.
E lo si è fatto, non a caso, in un momento in cui gli organi della giustizia sportiva, dopo il caso D’Onofrio, scontano il minimo storico di credibilità.
SISTEMA DA RIFORMARE
È possibile che il Collegio di Garanzia del Coni, come al solito, ci metta una pezza restituendo dignità al Diritto, ma appare evidente che un sistema banderuola come questo debba essere interamente ed urgentemente riformato.
La sommarietà con cui sono emessi i provvedimenti non è utile a nessuno, ed anzi è più che mai dannosa.
Il giustizialismo che monta è una stortura che va arginata, la pubblica gogna ripugnante.
L’indipendenza dalla giustizia ordinaria, in teoria anche corretta, va attentamente rivista.
Indipendenza non può significare essere al di fuori o addirittura al di sopra dell’ordinamento italiano: appare quasi assurdo che un principio fondante del nostro sistema giuridico, quale quello del ne bis in idem, possa essere facilmente ed integralmente disatteso.
Questa non è Giustizia.
(Foto: Depositphotos)

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A Napoli si respira di nuovo aria di grande entusiasmo. La vittoria contro il Torino, arrivata grazie alla doppietta di Scott McTominay, ha rilanciato con forza le ambizioni Scudetto degli azzurri.
Il successo per 2-0, arrivato a quattro giornate dal termine del campionato, ha permesso al Napoli di staccare l’Inter in vetta alla classifica, riaccendendo la speranza di tornare sul tetto d’Italia due anni dopo l’ultima volta.
La serata del “Maradona” ha avuto un eroe chiaro: McTominay. Il centrocampista scozzese ha aperto le marcature nel primo tempo, risolvendo con un anticipo fulmineo una mischia nata da una palla vagante di Anguissa.
Il Torino ha provato a reagire con una chance importante per Adams, ma la squadra di Antonio Conteha saputo gestire il momento difficile con intelligenza, mantenendo il possesso palla e rallentando il ritmo.
Poco prima dell’intervallo è ancora McTominay a far esplodere lo stadio: su perfetto cross di Politano, il numero sette firma la sua doppietta personale, portando a undici il bottino di gol stagionali. Un rendimento straordinario per un giocatore che, all’inizio dell’anno, nessuno avrebbe immaginato potesse essere il trascinatore della corsa tricolore.
Ora il sogno Scudetto non è più un semplice miraggio: con solo 360 minuti da giocare, il Napoli ha il destino nelle proprie mani.
La città ci crede, la squadra è compatta e determinata. Il finale di stagione promette emozioni forti, con il Napoli che può essere ormai considerato il candidato numero uno alla vittoria del titolo.
(Foto: Depositphotos)

Scott McTominay come volto simbolo della rincorsa Scudetto.
Con una doppietta decisiva, il centrocampista scozzese ha firmato il 2-0 contro il Torino che ha permesso al Napoli di scavalcare nuovamente l’Inter e tornare in testa alla Serie A. Un’altra prova di forza di un giocatore che, al suo primo anno in Italia, sta già lasciando un’impronta indelebile: 12 gol complessivi, 11 dei quali in campionato, numeri da attaccante più che da mediano.
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E pensare che l’approdo di McTominay al Napoli è figlio di una sliding door estiva che avrebbe potuto cambiare il corso della stagione.
Era la seconda metà di agosto quando il club partenopeo era vicino all’acquisto di Marco Brescianini dal Frosinone.
L’affare sembrava fatto, poi i rallentamenti nelle visite mediche e l’inserimento dell’Atalanta – che ha chiuso l’operazione in poche ore – hanno costretto la società a rivedere i propri piani.
Il “ripiego”, se così si può chiamare, si è rivelato un autentico colpo da maestro. Per “consolarsi”, il Napoli ha investito tre volte tanto per portare in azzurro Scott McTominay dal Manchester United.
Una scelta forte, voluta anche per dare un segnale chiaro ad Antonio Conte, appena insediato sulla panchina azzurra.
Oggi, quei milioni in più appaiono come il miglior investimento possibile. McTominay è diventato non solo uno dei pilastri del Napoli, ma anche un leader carismatico capace di incidere nei momenti decisivi.
Chi è Scott McTominay?
Cresciuto nelle giovanili del Manchester United, il ragazzo ha fatto il suo debutto in prima squadra nel 2017 sotto la guida di José Mourinho. Da allora, si è affermato come un giocatore versatile, capace di ricoprire più ruoli a centrocampo grazie alla sua forza fisica, abilità difensive e capacità di inserimento in fase offensiva.
Nel corso della sua carriera, ha collezionato numerose presenze sia in Premier League che in competizioni europee, diventando un elemento chiave della squadra. McTominay nasce in Inghilterra, ma grazie alle parentele dei nonni ha scelto di giocare per la Nazionale scozzese, diventandone presto uno dei punti fermi.
Se il Napoli dovesse riuscire a riportare il tricolore all’ombra del Vesuvio, il volto da copertina sarebbe senza dubbio il suo: quello di Scott McTominay, l’uomo che ha trasformato un imprevisto estivo in un capolavoro da Scudetto.
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Sette gol e quattro assist: numeri da attaccante navigato, e invece stiamo parlando di un centrocampista, Scott McTominay con le sue prestazioni concrete e decisive, si è guadagnato un posto di riguardo nel panorama della Serie A.
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Ma c’è di più: con il suo rendimento, lo scozzese si candida con forza a essere il miglior giocatore anglosassone ad aver mai calcato i campi del nostro campionato.
Un’affermazione forte, ma supportata dai fatti. Basta dare uno sguardo ai nomi che lo hanno preceduto. Ruben Loftus-Cheek ha iniziato bene al Milan, ma è calato vistosamente nella seconda stagione, tanto da essere ora nella lista dei possibili partenti.
Joe Hart, passato fugacemente per il Torino, ha lasciato pochi ricordi, mentre Ashley Young è arrivato in Italia a fine carriera, voluto da Conte all’Inter ma senza lasciare il segno.
E i difensori? Fikayo Tomori ha vissuto una parabola simile: grande impatto iniziale, poi un evidente calo di prestazioni. Chris Smalling, per un certo periodo colonna portante della Roma, ha subito lo stesso destino, scomparendo dai radar per continui problemi fisici. Anche Ashley Young nella sua parentesi giallorossa non è riuscito a brillare.
Guardando indietro nel tempo, ci sono stati nomi altisonanti, soprattutto a centrocampo. David Beckham arrivò al Milan già nella fase calante della sua carriera, come prestito dai Los Angeles Galaxy.
Paul Ince, uno dei migliori centrocampisti del mondo a metà anni ’90, non riuscì a ripetersi all’Inter. David Platt, tra Bari e Sampdoria, offrì buone prestazioni ma mai al livello da trascinare la squadra. Probabilmente oggi faticherebbe a entrare nelle top tre italiane.
E poi ci sono le meteore e gli incompiuti: Paul Gascoigne, talento purissimo ma mai esploso del tutto in Italia. Tammy Abraham, partito forte alla Roma ma frenato dagli infortuni. Mark Hateley, Luthar Bisset, Trevor Francis, Ray Wilkins, nomi che raccontano di passaggi più o meno brevi, più o meno memorabili, ma mai davvero determinanti.
McTominay, invece, è un’altra storia. Arrivato a Napoli con meno clamore rispetto ad altri, ha saputo imporsi con forza e continuità, diventando un perno insostituibile della sua squadra. Non solo per le cifre impressionanti in zona gol, ma anche per la capacità di influenzare il gioco e incidere nei momenti chiave.
Forse non ha il glamour di Beckham o il talento grezzo di Gascoigne, ma McTominay ha qualcosa che molti suoi connazionali hanno lasciato altrove: la concretezza, la costanza, l’impatto. E sì, probabilmente è davvero il miglior anglosassone mai visto in Serie A.
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