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Serie A

Gravina: “Non firmerò mai per il blocco dei tornei, sarebbe la fine del calcio”

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Gravina

Il presidente della FIGC risponde a Spadafora riguardo l’eventuale piano B: “Se dovessimo aspettare il vaccino salterebbe pure il campionato 2020/21”.

Continuano i dubbi e le perplessità, che rimarranno tali probabilmente per diversi giorni. La Serie A 2019/2020 potrà concludersi? Forse sì, forse no. Se il governo frena, dalla FIGC nessuna volontà di sospendere definitivamente la stagione. Che porterebbe di fatto a problemi, secondo la federazione, irrisolvibili.

Se Spadafora ha chiesto al calcio di cominciare a pensare ad un piano B per sicurezza e magari all’eventuale ritorno in campo ad agosto per l’annata 2020/2021, Gravina, numero uno federale, è sicuro nell’annunciare che da canto suo non ci sarà mai lo stop.

A margine del meeting online dell’Ascoli Calcio “Crescere Insieme”, Gravina è chiarissimo:

“Il mio senso di responsabilità mi porta ad avere un piano B, C, D. Ma se esso deve far rima con “è finita” dico che, finché sarò presidente FIGC, non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano”.

Ovviamente se non ci fossero le possibilità di garantire la salute degli atleti, nessuna alternativa:

“Mi rifiuto di mettere la firma ad un blocco totale, salvo condizioni oggettive, relative alla salute dei tesserati, allenatori, staff tecnici e addetti ai lavori, ma qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti”.

Gravina dice ciò che molti hanno evitato di pronunciare in queste settimane:

“Se dovessimo aspettare il vaccino salterebbe pure il campionato 2020/21…”.

Il calcio è la decima industria del paese e uno stop porterebbe a perdite enormi:

“Di 700-800 milioni di euro. Se si dovesse giocare a porte chiuse la perdita sarebbe di 300 milioni, se si ripartisse a porte aperte la perdita ammonterebbe a 100-150 milioni, anche se quest’ultima ipotesi non è percorribile”.

Fondatore e Direttore Editoriale della testata giornalistica Calciostyle.it. Nato a Roma, classe 1981.

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Serie A

Monza, l’era Bocchetti parte con l’infermeria piena: tutti gli infortunati

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Monza, è iniziato ufficialmente il post Alessandro Nesta. Il nuovo tecnico Salvatore Bocchetti sarà chiamato a rincorrere una complicata salvezza, ma dovrà fare i conti con i tanti infortuni.

Si va verso una conclusione di 2024 mesta per il Monza, con un ultimo posto in classifica a 10 punti che fa da contraltare alla seconda salvezza consecutiva conquistata pochi mesi fa.

Un ruolino di marcia non certo lusinghiero per i brianzoli, che speravano addirittura in un upgrade dopo il dodicesimo posto conquistato nella scorsa annata e l’undicesimo dell’annata d’esordio nella massima serie.

La realtà si è rivelata molto diversa, con il fallimento dell’esperimento Nesta, chiamato da Adriano Galliani a succedere a un allenatore che, all’ombra della Villa Reale, si è consacrato come uno dei migliori tecnici della serie A, ovvero Raffaele Palladino.

Roberto Gagliardini

Dopo la parentesi natalizia, a Monzello ci sarà Salvatore Bocchetti a guidare i biancorossi, chiamato a dare una scossa a un ambiente depresso e consapevole che la strada è in ripida salita.

Ad aggiungersi a tutto questo c’è anche un tema che ha fortemente condizionato il girone di andata: gli infortuni. Sono attualmente otto, infatti, gli elementi ad essere in infermeria.

Da Djuric a Pessina, passando Petagna, Gagliardini, Vignato, Valori, Caldirola e Cragno, il fattore medico è, e sarà, un fattore importante da considerare.

L’impossibilità di schierare la miglior formazione fino a questo punto ha determinato una zavorra, ma Bocchetti conta di invertire al più presto il trend anche in questo senso.

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Serie A

Bologna, lettera di un tifoso a Babbo Natale: “Vorrei tornare in Europa”

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Bologna, Vincenzo Italiano

Il Bologna di Vincenzo Italiano si gode un Natale col sorriso grazie ad un grande periodo di forma e punta a rimanere in alto per il resto della stagione.

Forse è stato criticato troppo presto il lavoro di Vincenzo Italiano, un allenatore che in tutte le piazze in cui ha allenato ha sempre ottenuto degli ottimi risultati. Finito il periodo di ambientazione tra i colli bolognesi, il tecnico ha trovato la quadra e una connessione con l’ambiente rossoblù che lo ha portato in un’ottima posizione di classifica. Il Bologna attualmente si trova a 3 punti dalla Juventus, ma deve ancora recuperare la partita casalinga con il Milan.

Italiano ha trovato la quadra

Dopo un inizio non perfetto sulla panchina rossoblù, Italiano ha finalmente trovato i suoi 11 ideali e la squadra che mette in atto ciò che lui chiede. Nelle ultime 8 partite di campionato ha conquistato 6 vittorie 1 pareggio ed 1 sconfitta, compiendo una vera e propria rincorsa alle zone alte della classifica.

L’ex tecnico della viola ha trovato in alcuni giocatori arrivati in punta di piedi delle vere e proprie garanzie: è il caso di Tommaso Pobega, arrivato per allungare la rosa nel reparto di centrocampo ed è diventato un vero e proprio pilastro della squadra accanto a Remo Freuler. Un altro tassello fondamentale nello schieramento iniziale è Odgaard, che l’anno scorso era considerato come una discreta riserva, mentre quest’anno è messo al centro del progetto.

Infine, Italiano ha stabilito una gerarchia in attacco che vede prevalere il classe 2004 Castro, con un Dallinga che deve sudare per guadagnarsi il posto.

Bologna

Bologna, il sogno di tornare in Europa

Dopo la stagione miracolosa della scorso anno, sembrava quasi impossibile riproporre un’annata di quel livello, soprattutto dopo aver perso l’allenatore e degli elementi del calibro di Zirkzee e Calafiori. Il mercato estivo non è stato molto d’aiuto sotto questo punto di vista, ma Vincenzo Italiano si è rimboccato le maniche ed ha iniziato a lavorare con ciò che aveva a disposizione. Se inizialmente tornare in Europa poteva essere un sogno, adesso, visto l’andamento e la strada che sta prendendo questo Bologna, sembra essere un obiettivo realizzabile.

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Serie A

Atalanta, emergenza in attacco: si cerca un bomber a gennaio

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Scarpa d'Oro, Retegui

L’Atalanta non ha ricevuto buone notizie dagli esami fatti da Retegui, il quale starà fuori buona parte di gennaio. In attesa di Scamacca, si guarda al mercato.

L’Atalanta di Gasperini è protagonista di una stagione fin qui quasi perfetta, ma vuole arrivare fino a maggio nelle migliori condizioni possibili per mantenere e concretizzare ciò che è stato fatto fino ad ora. Le brutte notizie però, non tardano ad arrivare. Nel giorno di Natale arriva il cattivo esito degli esami di Mateo Retegui, il quale dovrà stare fermo almeno fino a metà gennaio a causa di una lesione di primo grado al retto femorale sinistro.

Per questo, la dirigenza nerazzurra non vuole stare con le mani e mano e sta pensando di fare un colpo in attacco nella finestra di mercato invernale, al fine di tamponare il vuoto lasciato dalla doppia assenza di Scamacca e del bomber italo-argentino.

Atalanta, il momentaneo sostituto di Retegui

Attualmente Gasperini per colmare l’assenza del suo capocannoniere non ha in rosa altri numeri 9 di professione, escludendo il giovane Vlahovic, ma ha alcuni giocatori che per caratteristiche ed attitudine possono momentaneamente ricoprire quel ruolo: nella sfida del Maradona contro il Napoli, Mario Pasalic è stato schierato da centroavanti al posto di Retegui, al fine di fare un lavoro molto tattico oscurando alcune linee di passaggio in fase di impostazione avversaria e per non concedere riferimenti ai difensori.

Un altro spesso utilizzato nel ruolo di punta centrale è il classe 1999 Nicolò Zaniolo, che per struttura fisica è il principale indiziato per poter ricoprire quel tassello mancante. Chissà se questa può essere un’occasione per l’ex Roma per dare continuità alle ultime convincenti prestazioni.

Occhi sul mercato: idea Berardi

Al momento ancora non sono stati accostati nomi di grandi centroavanti alla squadra bergamasca, la quale ha ricevuto la notizia degli esami di Retegui solo nelle ultime ore. A livello di attaccanti in generale però, l’Atalanta aveva già messo gli occhi su Domenico Berardi, attualmente militante in Serie B. Forse questo infortunio potrebbe avvicinare il numero 10 del Sassuolo, che però sarebbe l’ennesimo giocatore adattabile nel ruolo di punta, ma non nato e cresciuto per fare quello.

Vedremo se la dirigenza nerazzurra deciderà di cogliere la palla al balzo ed affondare il colpo che riporterebbe in Serie A uno dei giocatori simbolo di questi ultimi anni, oppure deciderà di virare su un profilo più adatto per fare il centroavanti puro.

Atalanta

DOMENICO BERARDI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

 

 

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