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Iachini e gli errori di natura tecnico-tattica
Così come recentemente abbiamo evidenziato gli aspetti positivi di un eventuale arrivo in viola di Maurizio Sarri, questa volta proviamo a vedere gli errori di natura tecnico-tattica che ha commesso (e che sta tuttora commettendo) l’attuale allenatore della Fiorentina, Giuseppe Iachini.
Iachini, i giocatori sono fuori ruolo
Come detto, che la Fiorentina sia scoperta in determinate zone del campo è ormai cosa nota: il problema, però, è che il tecnico ascolano continui a fare di testa propria ostinandosi a cambiare ruolo ai suoi giocatori.
Nel lontano 2015 un portoghese pronunciava queste famose parole: “Dobbiamo fare l’omelette con le uova che abbiamo”. Ecco, allora perché stravolgere un’intera squadra con questo benedetto 3-5-2 quando è evidente che c’è necessità di un altro modulo? Amrabat non è nella sua posizione, così come non lo sarà Callejon quando gli verrà chiesto di fare l’esterno destro nella linea a 5. A preoccupare è anche l’attacco: ok, mancherà pure una punta forte, ma l’impressione è che non ci sia un vero e proprio schema offensivo, così come non si capisce il motivo per cui non giochi Cutrone, ad ora sicuramente più in forma dei vari Kouame e Vlahovic.
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Tonali: “Il ritorno in campo è stato una liberazione. Su Gattuso dico questo”
Il centrocampista del Newcastle Sandro Tonali, ha rilasciato una lunga intervista a Vivo Azzurro TV dove ha commentato la squalifica e il momento attuale.
A seguire l’intervista di Sandro Tonali.
Le parole di Tonali
IL RITORNO
“Il mio ritorno in campo con la Francia è stato un po’ una liberazione. I primi incontri con il Newcastle li avevo vissuti molto a livello emozionale e poco a livello calcistico, invece quello l’ho vissuto totalmente a livello calcistico. Era la terza partita e non avevo più l’emozione della prima. È stato molto bello, è arrivato tutto in maniera naturale”.
IL PERCORSO
“Quello dello scorso anno è stato un percorso molto duro, ma molto produttivo. Porterò sempre con me il ricordo dell’anno che ho passato fuori dal campo perché è giusto non dimenticarlo. Credo che quando un giocatore si allena per tutta la settimana senza il suo obiettivo finale, che è la partita, trovi un senso di vuoto dentro di sé. Non è stato semplicissimo stare il primo anno lontano da casa senza giocare una partita ufficiale, ma cercando di mantenere solo la forma fisica. Questa è stata la sfida che ho dovuto affrontare nella maniera più seria possibile”.
GLI INIZI
“Giocavo con mio fratello e i suoi amici, che avevano tutti tre o quattro anni più di me, ed ero bravo quanto loro nonostante la differenza d’età. Ero un bambino tifoso che sperava di diventare un calciatore, l’ho chiesto a Santa Lucia perché da noi è una festività molto importante. Le avevo scritto di poter diventare un calciatore e di farlo con la maglia del Milan, Santa Lucia o qualcun altro devono avermi ascoltato…”.
PRIMO PROVINO NON SUPERATO
“La chiave è stata che non l’ho preso come un esame, ma come un divertimento e un allenamento. Messo un punto ho intrapreso un’altra via. Credo ci siano tantissimi giovani che in caso di esito negativo perdono le speranze, invece è solamente uno dei tanti ostacoli che il calcio ti mette di fronte”.
GATTUSO
“Il mio rapporto con Rino nasce dopo il mio arrivo al Milan con la richiesta del suo numero di maglia, che avevo visto indossata da lui per tanto tempo e nel migliore dei modi. Mi sentivo in dovere di chiedergli il permesso e un consiglio, da lì è nato un rapporto che c’è ancora oggi. È una persona d’oro, diverso nella vita reale da come appariva in campo. In campo sembrava ‘cattivo’, mentre è sempre molto disponibile, aiuta tutti. Questa è la caratteristica che mi fa amare Gattuso anche fuori dal campo”.
NAZIONALE
“Con mister Spalletti il rapporto è stato molto importante, mi è stato vicino. Non ci siamo sentiti tantissimo, ma ci siamo sentiti nei momenti giusti, sia prima che dopo l’Europeo. Sperava di ritrovarmi in una forma normale, sapendo che dopo un anno fermo non sarei potuto stare benissimo. Stiamo lavorando su un aspetto, che è quello della semplicità. Ognuno ha fatto quello che sa fare nel migliore dei modi, senza inventarsi niente. Vengono così valorizzati tutti i giocatori, tecnicamente e fisicamente, ognuno aiuta il proprio compagno e non ci sono individualismi. Questo ha fatto la differenza finora. Abbiamo tutti il sogno di vincere ogni singola partita e provare a conquistare dei trofei. Perché una vittoria con la Nazionale resta per sempre e vale molto più di ogni altra cosa”.
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Real Madrid, Mbappé: “Voglio vincere la Champions col Real”
Kylian Mbappé punta alla Champions League e dichiara il suo amore per il Real Madrid, definendolo il miglior club al mondo per vincere il trofeo.
Mbappé e il suo sogno di trionfare con il Real Madrid
Kylian Mbappé, una delle stelle più luminose del calcio mondiale, ha espresso chiaramente il suo desiderio di vincere la Champions League con il Real Madrid. Durante un’intervista, il campione francese ha dichiarato: “Sono nel miglior club del mondo per vincere la Champions League”. Queste parole evidenziano non solo la sua ambizione, ma anche la sua fiducia nella squadra spagnola.
Mbappé ha inoltre rivolto un pensiero al suo ex club, il Paris Saint-Germain, augurando loro il meglio, ma ribadendo il suo obiettivo principale: “Voglio vincere la UCL! PSG? Auguro loro tutto il meglio ma la Champions League… la voglio, voglio vincerla al Real Madrid”. Questa affermazione conferma quanto sia determinato a scrivere il suo nome nella storia del club madrileno.
Un futuro luminoso al Santiago Bernabéu
L’arrivo di Mbappé al Real Madrid è stato accolto con grande entusiasmo dai tifosi e dagli addetti ai lavori. La sua presenza aggiunge un talento straordinario a una squadra già competitiva, e le sue dichiarazioni non fanno altro che aumentare le aspettative per i prossimi anni. Con l’obiettivo di riportare il trofeo della Champions League al Santiago Bernabéu, Mbappé si prepara a dare il massimo sul campo, promettendo spettacolo e successi.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
⚪️🏆 Kylian Mbappé: “I’m in the best club in the world to win the Champions League”.
“I want to win the UCL! PSG? I wish them all the best but the Champions League… I want it, I wanna win it at Real Madrid”. pic.twitter.com/yt8JDRF5uS
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) December 9, 2024
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Juventus, un’opera onora la memoria dell’Heysel
La Juventus ha annunciato la realizzazione di un’opera dedicata alla tragedia dell’Heysel, per non dimenticare quanto accaduto.
Per onorare la memoria della tragedia dell’Heysel e sottolineare ancora una volta l’importanza della memoria nel calcio, il club torinese ha voluto dedicare un’opera commemorativa a quel giorno.
Juventus, l’importanza della memoria nel calcio
La decisione del club bianconero di commemorare l’Heysel attraverso un’opera artistica sottolinea l’importanza della memoria nel mondo del calcio e la responsabilità dei club nel preservare la storia.
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Fonte: l’account X di Romeo Agresti (https://x.com/romeoagresti)
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