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Il Torino rinasce grazie all’invalicabile Milinkovic-Savic

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Udinese-Torino

 Il Torino dopo la bella partenza e il tonfo di metà girone d’andata sta finalmente ritrovando continuità, sulla scia di un invalicabile Milinkovic-Savic

Lo spartiacque perfetto per comprendere al meglio la stagione del Torino è è rappresentato dalle due partite giocata contro l’Atalanta: La prima sfida tra le formazioni è andata in scena il 25 agosto scorso e ha visto trionfare i granata per 2-1, sottolineando come meglio non si può il grandissimo momento che stava vivendo la squadra allenata da Vanoli nelle prime giornate di campionato, facendo presagire quanto di buono avrebbero potuto fare qualora fossero rimasti sani e intatti. Soprattutto anche contando il 2-2 a San Siro contro il Milan, la stagione del Torino sembrava aver iniziato con il piede giusto, dando continuità ad un record che si portavano avanti ormai dalla stagione 2023/2024: che li vedeva come la squadra che aveva registrato il numero più alto di clean sheet casalinghi con 13 partite su 19 senza subire reti, mantenendo in 10 delle ultime 14 la porta inviolata e  con solo 9 goal subiti – nessuna squadra prima del match contro la dea aveva subito meno gol in partite interne nel periodo: nove, solo il Real Madrid -.

La stagione riparte da Milinkovic-Savic

Dopo i grandi risultati iniziali che potevano lasciar presagire ad una grande stagione dal parte del Torino, sono arrivati gli infortuni misti a mosse di mercato che hanno infuocato gli animi dei tifosi, facendo inevitabilmente crollare quelle che erano le belle speranze di inizio stagione. Attualmente però i granata sembrerebbe aver ritrovato la buona e giusta strada, ricompattando grazie a Vanoli quelle che erano le spoglie di una stagione destinata alla mediocrità, o forse qualcosa di peggio, riproponendo così la possibilità di provare a  realizzare il sogno di ritornare dopo tante stagioni in Europa, accarezzato solamente la stagione scorsa.

Se l’apporto di Vanoli dalla panchina è stato fondamentale, quello di Milinkovic-Savic tra i pali è stato di gran lunga quello più d’impatto tra i giocatori che scendono in campo, conferendo sicurezza alla squadra e mantenendo la porta immacolata quando l’attacco non riusciva a trovare il goal. Di fatti il Toro nel 2025 non è ancora riuscito a perdere una partita, evidenziando quanto di buono sta facendo a livello difensivo sulla scia di chi si trova tra i pali, attualmente uno dei portieri più forti e determinanti in questa Serie A.

Atalanta – Torino, il crocevia della stagione granata

La partita che senza ombra di dubbio racconta meglio la ripresa della stagione dei piemontesi è quella contro l’Atalanta. Crocevia fondamentale della stagione, che forse ancora più della partita d’andata racchiude in sè risposte, data anche la diversa entità dell’avversario in relazione al suo stato di forma. In questa partita finita con un 1-1, Milinkovic-Savic si è distinto con una prestazione monstre da 9 parate totali, parando  anche un rigore per la seconda volta in stagione (tra l’altro contro la stessa squadra, segnando un precedente che mancava dagli anni trenta per il Toro, con Giuseppe Maina contro l’Alessandria) contribuendo in maniera più che decisiva al risultato finale.

Queste prestazioni sottolineano la crescita di Milinković-Savić come elemento chiave nella difesa del Torino, contribuendo all’imbattibilità della squadra nel 2025.

Torino

Paolo Vanoli carica Alieu Njie ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A

Juventus, assenza di un capitano dopo Danilo

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Cagliari-Juventus:

Nella Juventus esce con le ossa rotte con l’Atalanta, uno dei tanti problemi è l’assenza di un leader dopo la partenza di Danilo, con un valzer della fascia.

Nella Juventus che esce con le ossa rotte contro l’Atalanta, uno dei tanti problemi è l’assenza di un leader, un capitano indiscusso dopo la partenza di Danilo: sino ad ora molti bianconeri hanno indossato la fascia di capitano, ma nessuno di questi ha il carisma di leader.

Juventus, assenza di un vero leader dopo la partenza di Danilo: molti hanno indossato la fascia di capitano, senza avere il carisma necessario

DELUSIONE JUVENTUS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Juventus, senza un vero leader dopo la partenza di Danilo

Tra i tanti problemi della Juventus uscita con le ossa rotte domenica contro l’Atalanta, c’è ne uno di non poco conto, ovvero l’assenza di un leader che guidi la squadra, soprattutto nei momenti più difficili: in bianconeri c’è ne sono stati tanti, da Scirea a Ferrara, da Del Piero a Buffon, sino a Danilo. Proprio da quando è partito il brasiliano, chi ha indossato la fascia da capitano, non ha avuto il carisma di portarla.

Nell’attuale rosa bianconera non c’è nessuno con le doti di un capitano carismatico, tra tutti quelli che hanno indossato la fascia, da Manuel Locatelli a Federico Gatti, da  Weston McKennie e Gleison Bremer, da  Andrea Cambiaso sino a Teun Koopmeiners. Insomma, buoni giocatori ma non leader carismatici, ciò che serve in un momento così difficile per la squadra bianconera.

Sono arrivati tanti giocatori in bianconero tra la scorsa estate e lo scorso gennaio, ma ora per il tecnico Thiago Motta o chi lo potrebbe sostituire sarà quello di creare nuovi leader che facciano gruppo soprattutto nei momenti difficili, in campo e fuori.

Uno che lo potrebbe diventare sarebbe Bremer, che rientrerà dopo 5 mesi di stop, ma da solo non basta: serve un leader come lo sono stati Del Piero o Buffon, Scirea o Vialli, per tornare a essere un club vincente e tornare ad avere in tutto e per tutto lo stile Juventus.

 

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Serie A

Lazio frenata 1-1 dall’Udinese, sfuma il sorpasso sulla Juve

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Lazio-Udinese

Lazio, il pareggio di ieri sera ha lasciato gli uomini di Baroni con l’amaro in bocca non essendo stati in grado di sfruttare l’assist dell’Atalanta.

La Lazio non va oltre l’1-1 contro l’Udinese all’Olimpico, interrompendo così la sua striscia di due vittorie consecutive dopo i successi contro Milan e Viktoria Plzen. I biancocelesti si vedono fermare dalla formazione friulana in una serata che poteva rivelarsi cruciale per le ambizioni di classifica.

La partita si sblocca al 23’ del primo tempo grazie a Thauvin, che davanti la porta batte Provedel e porta in vantaggio l’Udinese dopo un’azione rocambolesca. La Lazio prova a reagire immediatamente, aumentando la pressione e creando diverse occasioni da gol, ma la difesa bianconera regge bene l’urto. Il pareggio arriva al 32’, quando Romagnoli si avventa su un pallone vagante in area di rigore sul secondo palo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, e insacca da pochi passi per l’1-1 finale.

Lazio

ALESSIO ROMAGNOLI SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lazio, occasione sfumata per Baroni

Per la squadra di Baroni, il pari rappresenta un’occasione persa. Con una vittoria, infatti, i capitolini avrebbero potuto approfittare del pesante 0-4 subito dalla Juventus contro l’Atalanta per scavalcare i bianconeri e prendersi il 4° posto in classifica. Il punto conquistato lascia invece la Lazio quinta a quota 51, a una sola lunghezza di distanza dalla Juve, che resta al quarto posto.

Per l’Udinese, invece, il pareggio è un risultato prezioso. La squadra di Runjaic, attualmente 10° in classifica con 39 punti, si mantiene in una posizione tranquilla, a quattro punti di distanza dal Milan. Un risultato che dà fiducia ai friulani, reduci da un campionato altalenante ma sempre capaci di mettere in difficoltà le big del torneo.

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Juventus, Bonucci: “Non ricordo serate così allo Stadium. Motta? io lo confermerei e vi dico perchè…”

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Bonucci

Juventus, l’ex capitano Leonardo Bonucci ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport dove ha commentato il momento delicato dei bianconeri.

A seguire l’intervista completa

Juventus, Bonucci: “Serve pazienza, se non ce l’hai prendevi Conte…”

Si ricorda altre serate così allo Stadium?
“No, non credo sia mai successa una cosa simile, una brutta scena che mi ha riportato ai tempi del Covid. Le emozioni dei tifosi vanno rispettate, lo Stadium delle ultime partite mette pressione a chi ha poca esperienza e leadership. Mi auguro che torni a essere l’elemento in più che ha caratterizzato tante vittorie: tutto passa dai risultati. Da queste gare si capisce che la Juventus deve crescere sotto tutti i punti di vista, manca incisività. Il gioco di Motta è bello, ma in alcune situazioni fatica a concludere in porta, i giocatori difettano di esperienza e personalità.”

Senza il quarto posto in classifica, la stagione sarebbe fallimentare?
“Per forza. Già così è deludente, perché alla Juventus non puoi accontentarti del quarto posto. Senza sarebbe un fallimento”.

Confermeresti Motta anche senza Champions?
“Dipende da quali sono gli obiettivi della società, che in estate ha investito su alcuni giocatori, ma anche su giovani che ha valorizzato: se vuoi vincere subito a giugno cambi e prendi Conte, sennò dai tempo a Motta e Giuntoli di creare le basi per tornare vincenti. Sicuramente mi aspettavo una crescita maggiore, ora bisogna compattarsi per l’unico obiettivo rimasto, che comunque è una magra consolazione. Da juventino non sono contento dei risultati, però un progetto ha bisogno di tempo e che s’incastrino bene le cose pure a livello societario. Non è un caso che le due squadre con maggiori difficoltà in A siano il Milan e la Juventus.

Juventus

(Foto di Salvatore Fornelli)

Motta ora ha un progetto altalenante, ma bisogna dargli fiducia almeno un altro anno per creare i presupposti per vincere. Certo, anche lui deve crescere. Deve imparare che allenare la Juve è un mondo a parte, è intelligente e deve capire quali sono i tasselli da mettere a posto. Anche a Bologna fece fatica all’inizio ma alla Juventus si gioca per vincere, è tutto diverso. Non è giusto caricarlo di responsabilità dopo soli 8 mesi, però deve fare un passo in avanti anche a livello comunicativo. Dire siamo tristi e dispiaciuti non basta. Con l’Atalanta abbiamo fatto una figura di m…Strano che nessuno ci abbia messo la faccia, Agnelli lo fece dopo Haifa. Il club deve essere più presente con figure all’altezza.

E Chiellini?
Sicuramente servono uomini di calcio oltre che manager, Giorgio sta facendo un percorso e un giorno ci arriverà, ma non si può individuare in lui la figura che risolve tutti i problemi. Per me non è tutto da buttare via? Andrò controcorrente, ma ho fiducia che restando con Thiago possa venire fuori qualcosa di positivo. Motta ha permesso alla Juve di dominare le partite a livello di gioco ma questo non significa vincere. Con la crescita dei giovani e l’inserimento di 2-3 giocatori di livello la prossima stagione avrai le basi per poter ripartire con uno scalino in più. Non dimentichiamo che battendo l’Atalanta la Juve sarebbe stata lì a lottare per lo scudetto. E oggi non ha una rosa da titolo”.

Perché Koopmeiners sta facendo così fatica?
“Perché quando cambi azzeri tutto quello che hai creato e se non entri in una squadra già collaudata diventa tutto più complicato. È successo a me al Milan e se non hai grossa personalità fai ancora più fatica.

Juventus

Teun Koopmeiners e Thiago Motta ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Da che cosa si può ripartire?
“Yildiz ha giocato molte più partite che con Allegri e ora lo puoi vendere a 70-80 milioni, hai valorizzato Thuram e Di Gregorio sta facendo bene: qualcosa da salvare c’è. Kenan me lo ricordo nel 2022, quando facemmo una partita con l’Under 19: quando aveva la palla veniva a puntare me e Danilo senza paura. Vale quei soldi perché per la sua età ha dimostrato di avere colpi importanti. Se la Juventus avrà la forza di trattenerlo è uno di quelli da cui ripartire, anche se non ha ancora dimostrato le sue qualità. Porta entusiasmo ai tifosi e ha colpi, però per rientrare nella categoria degli Yamal deve crescere molto ed essere meno egoista: all’andata con l’Atalanta doveva passare la palla a Mbangula.

E Vlahovic?
“Se resta Motta non credo che possa rimanere. All’inizio ha giocato tanto, poi qualcosa è cambiato”.

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