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Inter, Calhanoglu non garantisce sul futuro: “Ho un contratto fino al 2027, non voglio illudere nessuno..”

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Inter, Calhanoglu

Inter, Hakan Calhanoglu ha parlato del suo futuro, non escludendo nulla in merito, nemmeno un addio. Vediamo, qui di seguito, ciò che ha detto il mediano turco.

L’Hakan Calhanoglu versione 2024/2025 e’ decisamente un regista meno splendente e dominante rispetto a quella messa in mostra lo scorso anno.

Della sua assenza, tuttavia, l’Inter ne ha risentito, e si sono visti i risultati durante la convalescenza.

Domenica sera si e’ anche scritta una pagina negativa per la sua esperienza italiana. L’errore dal dischetto, contro il Napoli, che ha posto fine alla serie di 17 rigori di fila segnati.

Dal campo al mercato, si sa, il passo e’ breve. Il turco, avvicinato in estate dal Bayern Monaco, ha un contratto con l’Inter fino al 2027.

E dopo? Le parole del turco, a Tv8.5, lasciano aperte tutte le porte. Il futuro dell’ex Bayer Leverkusen e Milan, in buona sostanza, non sarebbe a tinte nerazzurre forti e decise.

Ho avuto l’opportunità di tornare in Turchia quando ero al Milan, ma in quel periodo c’erano le elezioni presidenziali del Galatasaray e non se n’è fatto nulla” – ha confessato il turco – Attualmente sono un giocatore dell’Inter, con un contratto prolungato fino al 2027. Non so cosa accadrà in futuro, sarebbe sbagliato da parte mia dire qualcosa. Non voglio illudere nessuno“. 

Poche certezze, dunque, verso un orizzonte temporale oltre i prossimi due anni. Le sirene tedesche torneranno a suonare alle orecchie di Hakan Calhanoglu? Al momento nella testa del turco c’è solo la lotto scudetto con il Napoli e tutte le altre big. A giugno si tireranno le conclusioni.

Serie A

Fiorentina, Palladino: “Vittoria figlia del percorso. Fagioli è un campione”

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Fiorentina

Al termine di Fiorentina-Atalanta, l’allenatore della Viola, Raffaele Palladino, è intervenuto in conferenza stampa per commentare il match.

Di seguito un estratto delle parole del tecnico della Fiorentina dopo la splendida vittoria contro l’Atalanta che riaccende le speranze per il sogno Champions League.

Fiorentina, le parole di Palladino

Cosa ha segnato la svolta per questa Fiorentina?

“Non credo ci sia stato un singolo momento che ha fatto la differenza, è stato un percorso. Se oggi siamo ancora in corsa per l’Europa e dentro la Conference a due mesi dalla fine, significa che tutto ha funzionato bene. Sin dall’inizio, dal ritiro. Devo ringraziare la società per avermi messo a disposizione un gruppo con valori tecnici, umani e fisici molto forti. Abbiamo cambiato spesso sistema di gioco, ma è il lavoro quotidiano che dà valore alla classifica e alle prestazioni”.

Contro le grandi date sempre il massimo, è un caso?

“Contro le squadre di vertice facciamo sempre partite importanti e questo ci rende felici. Ma dobbiamo restare concentrati anche contro le formazioni che occupano posizioni più centrali in classifica. Ho chiesto ai ragazzi di vivere questi due mesi con intensità, entusiasmo e consapevolezza. Li vedo sereni, convinti, ma dobbiamo mantenere l’umiltà”.

Nel finale ha chiesto l’aiuto del pubblico.

“Il nostro approccio è sempre pensare partita per partita, pur avendo obiettivi chiari. Ora andremo a Milano per giocare una grande gara, con lo spirito giusto. Ho un gruppo equilibrato. Dedichiamo la vittoria al presidente, che era con noi e ci ha trasmesso energia nello spogliatoio”.

Fiorentina

RAFFAELE PALLADINO CARICA MOISE KEAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Gosens sarà a disposizione per la prossima?

“Ieri in rifinitura ha preso un colpo al ginocchio, si tratta di una contusione. Non dovrebbe essere nulla di serio, speriamo di recuperarlo per martedì”.

Parisi ha avuto problemi fisici?

“Solo crampi. Sta bene”.

Come ha giudicato l’ingresso di Zaniolo?

“Tutti quelli che sono entrati mi sono piaciuti, la partita era in una fase delicata. Chi entra dalla panchina è spesso più decisivo di chi parte titolare”.

Questa è la Fiorentina che immaginava a inizio stagione?

“Mi è stata data una rosa di grande qualità. Oggi abbiamo anche aggiunto forza fisica: contro una squadra come l’Atalanta abbiamo vinto tanti duelli e seconde palle. I valori c’erano, dovevamo solo lavorare. Anche le critiche ci hanno aiutato a crescere. Gasperini? Non era una sfida personale, mi è dispiaciuto non vederlo perché era squalificato. Ma questa era Fiorentina-Atalanta, e dopo la vittoria con la Juventus era importante dare continuità”.

Oggi non avete concesso nemmeno un tiro in porta.

“Avevamo davanti giocatori molto forti e tecnici, quindi è un motivo d’orgoglio. È stata una gara un po’ spezzettata, ma è normale con tanti duelli. Abbiamo sbagliato qualche scelta in transizione”.

Ora pressate molto più alti, cosa è cambiato?

“La mia idea è sempre stata quella, anche a Monza volevamo aggredire in avanti. Non è una questione di modulo, ma di principi. Quando siamo passati al 4-2-3-1 ci siamo abbassati un po’, era un momento in cui ci sentivamo più sicuri così. Adesso invece possiamo spingere di più: con Pablo Mari abbiamo un difensore che ama il duello, e la squadra fisicamente sta benissimo. Questo ci permette anche di recuperare quando perdiamo palla”.

Come sta lavorando Fagioli?

“Ha un potenziale enorme, è un campione. Guardate cosa fa nello stretto, ma anche il lavoro in fase difensiva: ne parlavamo proprio l’altro giorno. Se continua così, può arrivare molto in alto. Ha bisogno di sentirsi dentro al progetto, di fiducia e affetto. I compagni l’hanno accolto benissimo, e lui sta dando tutto quello che ha”.

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Serie A

Atalanta, Gasperini: “Sogno Scudetto svanito già con l’Inter. Sul mio futuro…”

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Fiorentina-Atalanta, Gasperini

Al termine di Fiorentina-Atalanta, l’allenatore della Dea, Gian Piero Gasperini, è intervenuto in conferenza stampa per commentare il match.

Di seguito un estratto delle parole del tecnico dell’Atalanta, che vede sfumare probabilmente del tutto il sogno Scudetto dopo la sconfitta contro la Fiorentina.

Atalanta, le parole di Gasperini

Cosa è mancato oggi alla squadra?

“È stata una di quelle giornate che possono capitare durante una stagione, soprattutto con il cambio di clima e subito dopo la sosta. Purtroppo va accettata. Poi ci si è messo anche quel gol un po’ fortuito preso alla fine del primo tempo, proprio quando stavamo facendo qualcosa in più. Da lì si è complicata: se ti mancano gamba, energia e ritmo, non riesci a rimetterla in piedi e rischi pure di prenderne un altro”.

Il sogno Scudetto è ormai svanito?

“Sì, direi che era un sogno già complicato, e credo sia svanito con la gara contro l’Inter. Anche se lì avevamo fatto una buona prestazione. Ora ci sono squadre che hanno inanellato risultati importanti e mancano ancora otto partite. Abbiamo comunque un piccolo vantaggio e cinque partite le giocheremo in casa. Subito affronteremo Lazio e Bologna, che saranno fondamentali per la classifica, ma anche le altre si sfideranno tra loro. Dobbiamo arrivare forti a quel momento, perché l’Atalanta è ancora terza nonostante due sconfitte di fila, e questo è un segnale di forza”.

Le critiche nei suoi confronti hanno influito?

“L’importante è che non sia io a parlarne… Non posso controllare tutto. Sul mio futuro sono stato molto chiaro, e comunque non è quello il motivo della sconfitta. Ora dobbiamo solo completare un campionato straordinario: siamo ancora terzi e con sette punti di margine sulla Fiorentina. Ci sono tante squadre lì vicino, ma siamo sempre stati davanti, anche nelle stagioni passate”.

Fiorentina-Atalanta

Col senno di poi, rifarebbe la scelta di far partire Retegui e Lookman dall’inizio?

“In partite così non esistono vie di mezzo, e l’Atalanta è questa. Retegui rientrava, ma nel primo tempo è stato tra i più vivaci: farlo arrivare a 90 minuti era rischioso. Venerdì abbiamo deciso che avrebbe giocato, con l’idea di fare un certo tipo di partita che però non siamo riusciti a interpretare. Lookman è tornato solo venerdì, ma è uno che porta vivacità e velocità là davanti. Gli altri cercano di più la palla sui piedi. Poi abbiamo provato con Maldini, Samardzic, Brescianini, Cuadrado… ma davanti è mancata in generale la brillantezza”.

Come valuta l’arbitraggio?

“C’è stato un episodio nel primo tempo, un tocco di mano, ma per il resto mi è sembrata una gara gestita normalmente”.

Quanto stanno pesando gli infortuni?

“Alcuni giocatori li perdiamo da giugno, è stata davvero sfortuna. Koussonou potrebbe rientrare presto, se non per la prossima già per quella prima del Bologna. Però siamo stati in emergenza tutto l’anno, in difesa e in attacco, e la squadra ha sempre retto bene. Oggi però non siamo mai riusciti a tirare in porta, anche se c’erano le condizioni per essere molto più pericolosi”.

Si aspettava qualcosa in più sulle corsie esterne?

“Su quelle zone di campo ci siamo un po’ annullati con gli avversari. In un primo momento sembrava che avessimo noi l’inerzia della partita, poi il gol subito ci ha messo in difficoltà e non siamo più riusciti a trovare energie per reagire. È stata una gara abbastanza semplice da interpretare”.

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Serie A

Napoli, De Laurentiis: “Metterei i fondi per lo stadio, ma va valutata la fattibilità”

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Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha parlato dei progetti del club sotto la sua gestione, e della possibilità di ristrutturare il Maradona.

In casa Napoli le chance di vincere lo Scudetto passeranno anche dalla sfida casalinga di questa sera contro il Milan. Con l’Inter che poco prima ospiterà l’Udinese, i partenopei sono chiamati a vincere se vogliono mantenere il passo dei nerazzurri e allungare sull’Atalanta, uscita sconfitta a Firenze. La squadra di Conte punterà sul supporto del pubblico del Diego Armando Maradona.

Napoli, quale futuro per il Maradona? Le parole di De Laurentiis

Lo stadio di Napoli, da sempre associato al calore e alla passione del popolo partenopeo, avrebbe bisogno di un restyling. Questo almeno è ciò che si augurano i tifosi azzurri e il presidente Aurelio De Laurentiis. Quest’ultimo, in occasione dell’evento Fratelli d’Italia nel capoluogo campano, ha parlato proprio della questione inerente la ristrutturazione del Maradona. Di seguito le sue parole riportate da Tutto Napoli.

Napoli

I progetti del Napoli sotto la sua gestione
Quando sono arrivato, in Germania rappresentavano Napoli con un piatto di spaghetti e una pistola. Abbiamo lavorato duramente per restituire alla città il prestigio che merita. Sapevamo che il Comune, a causa della sua situazione debitoria, non avrebbe potuto aiutarci. Solo con l’arrivo di Manfredi la situazione è migliorata e oggi vediamo qualche spiraglio positivo. Non posso chiedere al sindaco investimenti infrastrutturali, perché la città ha altre priorità. Il Napoli ha saputo costruire un progetto vincente, investendo oltre 1 miliardo e 200 milioni per acquistare grandi calciatori. Siamo stati uno dei pochi club in Europa a mantenere i conti in ordine. La gestione dello stadio è un tema cruciale: pur avendolo a disposizione solo nei giorni delle partite, abbiamo dimostrato di saperlo valorizzare. Vorrei che Napoli smettesse di essere matrigna e diventasse finalmente una città più aperta e moderna“.

Sul nuovo centro sportivo
Da due anni sto cercando un’area per il nuovo centro sportivo, perché tra un anno dovrò lasciare Castel Volturno e a settembre dovrò posare la prima pietra. È fondamentale trovare terreni che consentano ai giovani calciatori di raggiungere il campo facilmente, anche dopo la scuola. Sto cercando circa 20 ettari per costruire 10 campi di calcio, oltre a 7.500 metri quadrati di strutture aggiuntive. Inoltre, il calcio femminile non ha ancora ricevuto lo sviluppo che merita. Alla Meloni chiederei di prestare attenzione al calcio. Esiste una legge che permette di costruire stadi con supporto finanziario per riequilibrare il sistema economico del settore. Le soprintendenze non dovrebbero interferire, perché lo sport non riguarda il loro ambito. Serve un intervento diretto da parte del governo“.

Sullo stadio
Mi dispiacerebbe dover lasciare il Maradona, stiamo facendo il possibile per restare. Non posso avere 10mila posti auto, ma ci sono le stazioni della metropolitana. Il problema, oltre ai parcheggi, riguarda anche gli spazi commerciali. Vorrei uno stadio da 65mila posti per i tifosi di casa e 3mila per gli ospiti. Bisogna valutare il livello di usura dello stadio Maradona: costruito nel 1959, è stato poi stravolto nel 1990. Il professor Cosenza ci aiuterà a capire cosa sia necessario fare. Ogni intervento strutturale potrebbe creare problemi, come accaduto due anni fa con il crollo sotto la curva. Se volessimo avvicinare gli spalti al campo, dovremmo affrontare lavori che ogni anno ridurrebbero la capienza di 18mila spettatori per settore. Questo, ipotizzando che un intervento per settore possa essere completato in un anno“.

Il vero problema è un altro… Manfredi ha parlato di riaprire il terzo anello, ma io avevo pensato di realizzare lì dei salottini per aziende e rappresentanze. Chi acquista questi spazi lo fa per motivi di rappresentanza e ospitalità, più che per semplice passione sportiva. I fondi per il Maradona li metterò io, ma la fattibilità dei lavori dipende dalle verifiche in corso. Ho detto ad Abodi: perché fare controlli inutili per capire se Napoli potrà ospitare tre partite di Euro 2032? Dovrebbe stabilire una scadenza: se Napoli non completa il restyling entro il 2029, si scelga un’altra città. Tra un anno non saremo pronti. C’è il problema legato al commerciale come detto sul restyling Maradona. Dove vado a fare il centro commerciale al Centro Direzionale? L’ho chiesto sette mesi fa, mi è stato negato“.

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