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Serie A

Inter, Frattesi torna a Roma in veste da attaccante

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Davide Frattesi, uno dei protagonisti della partita Israele-Italia

Frattesi cresciuto nelle giovanili di Roma e Lazio, torna nella capitale da avversario e lo fa in veste da bomber, dopo l’ennesimo gol in Nazionale.

Davide Frattesi è nato a Roma il 22 settembre 1999, nello specifico nella borgata di Fidene. Dal calcio di strada è stato prelevato dalla Lazio, società in cui ha imparato i fondamentali del gioco del calcio. Successivamente ha fatto il settore giovanile nella Roma, senza però mai esordire in prima squadra. L’anno scorso vagava l’opportunità di tornare nella sua città natale, nel momento in cui sia la Roma che la Lazio si erano interessate fortemente al giocatore.

Frattesi però, ha scelto con la testa di andare nella squadra al momento più blasonata d’Italia, ovvero l’Inter, per vincere trofei, confrontarsi con grandi campioni ed affermarsi come giocatore. La frequenza con la quale è stato impiegato sarebbe sicuramente stata maggiore altrove, vista la qualità nel reparto di centrocampo nerazzurro, ma nonostante questo, il giocatore si è sempre detto soddisfatto della sua scelta e si è ritagliato il suo spazio.

Frattesi punto fermo della Nazionale

Frattesi ha sempre dimostrato di avere un gran fiuto del gol: 11 gol in due stagioni con il Sassuolo, giocando come secondo di centrocampo in un 4-2-3-1 e 8 gol lo scorso anno con la maglia nerazzurra. A questi suoi dati però, bisogna ovviamente aggiungere anche gli 8 gol con la maglia della Nazionale segnati in 23 partite disputate: più di 1 gol ogni 3 partite. Sono dei numeri veramente impressionanti se consideriamo che è a tutti gli effetti un centrocampista. Le sue caratteristiche principali sono ovviamente l’inserimento senza palla e l’attacco della profondità, ma deve migliorare qualcosina da un punto di vista tecnico per diventare veramente un giocatore di alto livello.

Roma-Inter, Frattesi torna nella capitale

Domenica sera ci sarà il big match di giornata tra Roma e Inter, partita in cui Frattesi farà rientro nella Capitale. La sua titolarità non è garantita, anche se Barella rientra da un infortunio dunque non ha di certo i 90 minuti sulle gambe. Il nuovo bomber della Nazionale non ha ancora mai segnato allo stadio Olimpico, ma i tifosi giallorossi, che avrebbero tanto voluto vederlo vestire la maglia della Roma, sperano non sia questa la volta in cui farà centro nel loro stadio.

Roma

Serie A

Inchiesta Ultras, Calhanoglu ai pm: “Nessuna cena. L’Inter non voleva che li incontrassi”

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Inter-Calhanoglu
Hakan Calhanoglu, centrocampista dell’Inter, si è recato oggi presso la Squadra mobile di Milano per essere ascoltato come testimone nell’ambito dell’inchiesta “Due Curve”, che ha portato all’arresto di 19 esponenti dei gruppi ultras di Inter e Milan il 30 settembre.
Inter, Calhanoglu

Hakan Calhanoglu of Fc Internazionale during the Serie A match beetween Fc Internazionale and Hellas Verona at Stadio Giuseppe Meazza on January 14, 2023 in Milan Italy .

Il calciatore turco ha ammesso di essersi incontrato con i leader della Curva Nord interista, Marco Ferdico e Antonio Bellocco, ma ha negato di aver mai condiviso cene con loro e le rispettive famiglie.

Calhanoglu ha spiegato che i suoi incontri con gli ultras erano legati a un gesto di riconoscenza, dopo che la Curva Nord gli aveva dedicato uno striscione di solidarietà in seguito al terremoto in Turchia nel 2013.

In cambio, aveva donato alcune maglie da gioco per iniziative benefiche, specificando che erano destinate ai bambini ricoverati negli ospedali.

Per quanto riguarda Antonio Bellocco, figura legata a un noto clan criminale e assassinato il 4 settembre 2023, Calhanoglu ha dichiarato di aver scoperto la sua vera identità solo dopo aver visto la sua foto a seguito delle notizie sull’omicidio.

Ha inoltre ammesso di aver mantenuto rapporti con lui nonostante la società gli avesse consigliato di non avere contatti con i leader ultras.

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Serie A

Empoli-Napoli, duello tra georgiani

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napoli

In Empoli-Napoli si sfideranno a duello due compagni ed amici. L’esterno del Napoli Kvaratskhelia punterà nell’uno contro il connazionale Goglichidze.

Empoli-Napoli oltre che ad essere una partita emozionante tra due squadre in grande salute, sarà anche una sfida personale tra i due amici e compagni di Nazionale KvaratskheliaGoglichidze. Il movimento calcistico georgiano è in continua crescita e sta cominciando a sfornare qualche buon giocatore qua e la, come il difensore dell’Empoli classe 2004. Per la Georgia è un grande onore avere un duello tra due giocatori della Nazionale in un campionato come quello italiano, per questo sarà certamente una partita molto seguita anche in patria.

Empoli-Napoli

Empoli-Napoli, tatticamente

Il Napoli attacca ormai con una sorta di 4-2-3-1 dove Kvara parte sempre molto largo per poter prendere il pallone e portarlo verso il centro, affrontando il difensore nell’uno contro uno.
L’Empoli invece, è una squadra che difende piuttosto bassa ed è molto abile in ripartenza.

Il braccetto di destra della squadra toscana sarà con tutta probabilità proprio Goglichidze che avrà l’arduo compito di arginare il connazionale, aiutato dal rientro dell’esterno di competenza che andrà in raddoppio, ovvero Gyasi.

Sarà dunque un duello emozionante tra due ottimi talenti del calcio georgiano e non solo, che sarà in grado di scaldare il cuore di milioni appassionati di una intera nazione.

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Serie A

Inter, Barella: “Tiferò sempre Cagliari. L’Inter è una tappa irrinunciabile. La finale di Champions…”

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Barella, Italia

Il centrocampista dell’Inter Nicolò Barella ha rilasciato un’intervista presso il canale Youtube di Matteo Caccia in cui ha affrontato svariati temi.

Di seguito un estratto delle sue parole.

Barella tra campo e vita

In finale di Champions ci si ricorda che il calcio è un gioco?
“È faticoso perché, a prescindere da tutto, rimane il nostro palcoscenico, il momento in cui dimostrare che io sono forte, l’Inter e la Nazionale sono forti. Io ho sempre voluto dimostrare, quindi è difficile dire che il calcio è un gioco in quei momenti lì. Poi c’è l’adrenalina che ti dà San Siro, l’inno della Nazionale… Diventa una sfida con l’avversario, il momento in cui ti puoi esprimere, visto che nella vita non ci riesco. Una cosa che non farei mai fuori la faccio in campo, tipo tirare un calcio a un altro. In quel momento lì pensi che vuoi vincere. Ai miei figli dico di interpretarlo come un gioco.”

Servirebbe un aiuto psicologico nel calcio?
“Si sono fatti step importanti in questi anni. Prima il calciatore era visto come un eroe, uno che non poteva avere problemi. Ora è molto più facile parlare anche con un post, facendo capire il tuo stato emotivo. Questo aiuta la gente a liberarsi, ti fa sentire più ‘normale’. Io apprezzo molto questa cosa perché passo meno da eroe rispetto a quello che si pensi. La testa fa tanto, il fatto che ci siano delle figure che aiutano a confrontarti è molto importante.”

La seconda stella cosa significa per lei che è interista fin da bambino?
“Io sono sempre stato tifosissimo del Cagliari, il mio sogno era vestire quella maglia. Ho tanti parenti e amici che tifano Inter, quindi io ho gioito con loro per le tante vittorie. Per me l’Inter è sempre stata tra le grandi, ho sempre simpatizzato. Mi è sempre piaciuta la storia, i suoi colori… Quando vinceva ero contento come se avesse vinto il Cagliari. Per me Cagliari è il mio sangue, l’Inter è entrata nel mio cuore e nella mia vita.

Avevo tante opportunità per andare via da Cagliari, più di un paio, erano squadre importante che non dirò mai. Molte mie scelte sono state dettate dal fatto che non potevo andare in certe squadre perché la rivalità tra tifoserie. La narrazione di quando sono andato via da Cagliari è stata distorta, mi spiace sia stata raccontata in maniera sbagliata.

Quando c’è stata la possibilità di andare all’Inter, volevo il progetto anche perché c’era Conte che ha spinto per avermi. Non c’era possibilità che io dicessi no. Era un passo in avanti troppo grande che non potevo non fare. Ringrazio tutti i giorni chi ha fatto sì che io potessi vestire questa maglia, ora ne sono orgoglioso come se fosse mia.”

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