Serie A
Inter, Inzaghi: “Scudetto? Se sarà domani tanto meglio, ma non è un’ossessione”
Il tecnico dell’Inter, Simone Inzaghi, ha parlato alla vigilia della stracittadina contro il Milan. I nerazzurri possono vincere il tricolore nel derby.
È la vigilia di un derby unico nella sua storia. Infatti, l’Inter di Simone Inzaghi, se domani uscirà vincitrice della stracittadina alzerà al cielo il 20esimo scudetto con cinque giornate d’anticipo. L’allenatore nerazzurro è intervenuto in conferenza stampa per presentare l’importante match di San Siro.
Inter, le parole di Inzaghi
Quali sono le sue sensazioni?
“Il derby è sempre il derby, quindi ci sono ottime sensazioni. In questi giorni abbiamo lavorato tanto e bene, domani potrebbe essere una giornata speciale per l’Inter”.
Come si sente personalmente in queste ore, che precedono una partita dai tanti significati, che potrebbe farla entrare nella storia del calcio italiano?
“Devo essere sincero, coi ragazzi se n’è parlato di quello che stiamo facendo. Abbiamo fatto un percorso magnifico quest’anno, abbiamo fatto una magnifica cavalcata: domani potrebbe essere un giorno importantissimo per tutti noi, ma non la stiamo vivendo come un’ossessione. Speriamo che possa accadere e stiamo lavorando, ma non è un’ossessione: quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto dal 13 luglio. Abbiamo fatto un campionato dominato, ora la salita sta per finire ma sappiamo quello che abbiamo fatto”.
Cosa significa un derby che vale uno scudetto? Se lo aspetta diverso per Inter e Milan?
“La posta in palio è altissima, però sappiamo bene che gli ultimi cinque derby li abbiamo vinti e ci hanno dato una grandissima gioia, ci hanno permesso di arrivare in finale di Champions, ma sappiamo che domani non conteranno nulla. Dovremo mettere in campo quello che abbiamo, contro una squadra seconda in classifica che farà di tutto per renderci il derby difficilissimo”.
Calhanoglu ha detto che la squadra è migliorata, ma che soprattutto è migliorato lei. In cosa?
“Io devo solo ringraziare le persone che sono con me, in primis i giocatori per poi passare ai miei collaboratori. Sono con me da tantissimi anni, mi hanno aiutato tantissimo in questo percorso lungo. Ho una grandissima società alle spalle, abbiamo una società davvero forte a partire dal presidente per passare a Marotta, Ausilio, Baccin, Zanetti, Ferri: tutte persone che amano l’Inter e sono pronte a dare tutto per migliorare, tutti insieme si cerca sempre di trovare la soluzione migliore.
E poi abbiamo tutti questi tifosi, io non dimentico nulla: la finale di Istanbul è stato un momento bellissimo, ma abbiamo perso comunque una finale di Champions… A San Siro contro la Sampdoria… I tifosi ci sono sempre stati vicini, oggi sono tantissimi e poi insieme alla squadra andremo a salutarli: se lo meritano, una volta arrivati al traguardo lo si è fatto andando tutti insieme, dai giocatori a tutti gli altri”.
Cosa cambierebbe tra chiuderla subito e allungare i tempi?
“L’ho detto prima. Stiamo lavorando tanto, bene, forte, come abbiamo sempre fatto in questi tre anni. Se sarà domani, tanto meglio: è quello per cui stiamo lavorando. Ma per me non è un’ossessione e neanche per i ragazzi”.
L’Inter gioca come raramente ha fatto nella sua storia, il gruppo è coeso e l’atmosfera incredibile. Cosa la rende più felice di tutto questo?
“Le vittorie e i trofei nel calcio contano tantissimo. Però io sono contento di quello che siamo riusciti a creare, come sinergia, insieme alla società, alla squadra, ai tifosi. Io vivo a Milano da 3 anni, dopo 22 anni di Roma sono venuto e in tre mesi la gente che incontravo mi faceva i complimenti per come giocava la squadra. È il miglior complimento possibile”.
In questi tre anni il derby ha rappresentato tanto. Umanamente, da due anni fa, dallo scudetto perso, vincere domani potrebbe chiudere una parabola: come la riassumerebbe a livello personale?
“Sono stati tre anni intensi, come detto prima si è vinto e si è perso ma con il mio staff non abbiamo mollato di un centimetro. Abbiamo lavorato sempre duramente, l’unica cosa che posso fare io è lavorare sempre tanto e comunque, insieme al mio staff. Poi ho avuto la fortuna di passare questi tre anni con grandissimi giocatori: quando arriveremo al traguardo, spero il prima possibile, penserò a tutti i giocatori allenati. Poi qualcuno l’abbiamo perso, ma hanno tutti contribuito ad arrivare a questo punto”.
Zhang l’ha praticamente confermata in futuro. Quanto le farebbe piacere continuare il lavoro con lo stesso gruppo la prossima stagione?
“Ho ascoltato le parole di Zhang, mi hanno fatto molto piacere, ma non mi hanno sorpreso. Con Steven c’è un grande rapporto, posso solo ringraziarlo per come si è sempre comportato con me, anche nei momenti meno splendidi. Sono contento per lui che sia uno dei presidenti più vincenti nella storia del’Inter. Per quanto riguarda permanenza o rinnovo, adesso abbiamo un unico pensiero che è vicino, ci sarà tempo e modo sapendo che io qui sto molto bene. Ho una dirigenza alle spalle molto competente”.
Lo scudetto sarebbe il sesto trofeo con lei. È un ciclo che si può aprire o teme il precedente del Napoli?
“È un ciclo che deve proseguire, è normale che se arriva questo trofeo, e se arriva presto sarebbe il sesto in tre anni, il settimo in sette. Deve continuare, poi sappiamo che nel calcio le stagioni sono sempre diverse, ma abbiamo una dirigenza alle spalle che si sta muovendo perché si possa continuare, sapendo che io e la squadra pensiamo a questa stagione e non al 2024 o al 2025”.
L’anno scorso, di questi tempi, è iniziato il suo anno magico, mentre Pioli sembrava saldo e oggi è contestato. Una riflessione su quello che sta vivendo?
“Posso dire che per me è un grande allenatore e un’ottima persona, ho avuto a che fare con lui quando era alla Lazio, mi ha sempre dato grande disponibiltà. Ha fatto un ottimo percorso al Milan, poi quale possa essere il suo futuro non posso dirlo io. Gli auguro il meglio, da martedì”.
Lautaro come l’ha visto?
“Bene, ha lavorato bene. È un attaccante, che si nutre di gol, però come ho detto prima è concentrato, ci sono state soste e pausa, la sua squalifica: indipendentemente dall’ultimo gol al 28 febbraio non ha giocato tantissimo. L’ho visto concentrato”.
Zhang l’ha definita un dono. Per lei l’esperienza all’Inter è un dono?
“Assolutamente sì, è stato un percorso importante. Poi, come tutti i percorsi, ci sono difficoltà, ma si è lavorato bene e si è andati tutti nella stessa direzione. Bisogna continuare, al di là di questi tre anni da ricordare adesso mancano queste ultime sei partite da fare nel migliore dei modi, sapendo che siamo vicini al traguardo”.
La squadra avrà altri obiettivi oltre lo scudetto per il resto del campionato, Buchanan potrà avere più spazio?
“Sicuramente, tutti i giocatori… Domani ci sono tutti, eccetto Cuadrado che ha avuto un affaticamento, ma penso che martedì sarà già in gruppo dato che non è nulla di grave e mi dispiace perché stava lavorando molto bene. Per gli altri, da qui alla fine, dovranno essere bravi a trovarsi spazio, ma tutti sarebbero prontissimi per giocare. Poi purtroppo devo sceglierne undici”.
Ripensando a tutto quello che è stato il suo percorso, se dovesse riassumere tutto in un libro?
“Su questo siete più bravi voi. Adesso pensare un titolo mi è difficile, però sono contento di come insieme a tutti quanti abbiamo vissuto questi tre anni. È stato bello, è stata una grandissima unione. Si percepisce la felicità dei tifosi, anche in città: è bello sentire quanto sia contento il tifoso interista”.
Per domani ha dubbi di formazione?
“Qualche dubbio c’è, perché i ragazzi hanno lavorato tutti benissimo. Saremo 24 compresi i portieri, qualche dubbio me lo porterò”.
Suo fratello Filippo ha detto che questo percorso da allenatore la ripaga di qualche problema avuto da giocatore. Cosa darebbe in più questo traguardo e se sente che è così?
“Diciamo che è normale che questo trofeo mi ripagherebbe, ma da calciatore mi sono tolto soddisfazioni importanti perché ho vinto parecchio con la Lazio. Ora speriamo di poter continuare, ho sentito l’intervista a mio fratello: lui è di parte, ma mi ha fatto piacere. Io più forte di lui? Qualcuno lo diceva, ma lui ha segnato 320 gol”.
Un voto alla stagione?
“Bisogna aspettare, è un ottimo voto ma fra un mese saremo più lucidi per dare votazioni giuste”.
Nell’Inter diversi giocatori sono dichiaratamente tifosi, Dimarco, Barella, Bastoni. Quanto è importante?
“Importantissimo. Perché abbiamo tanti giocatori italiani, che sono da tanti anni nell’Inter, che sentono tantissimo la partita, ma nonostante questo abbiamo anche tanti stranieri che sono da anni in Italia, uno è capitano, e sanno cosa significa rappresentare l’Inter. Non dimentichiamo che i nuovi acquisti, dodici, si sono ambientati benissimo grazie a questi ‘vecchietti'”.
Quando ha capito di poter vincere lo scudetto?
“Le speranze c’erano quando abbiamo iniziato qui, quando abbiamo lavorato a 38-40 gradi in Giappone e i ragazzi lavoravano nel modo giusto nonostante un clima non dei migliori. Poi il percorso è stato lungo, abbiamo avuto tante partite difficili, ricordarne solo una mi è complicato. È normale che lo scontro diretto con la Juventus per noi è stato importante”.
Serie A
Spalletti: “L’Atalanta ha una forza incredibile. Ranieri l’ideale per la Roma. Sul Napoli e la Nazionale…”
Luciano Spalletti è intervenuto ai microfoni di Sky Sport durante il Gran Galà del Calcio AIC affrontando diversi temi del calcio italiano.
Luciano Spalletti, commissario tecnico dell’Italia, intervenuto al Gran Galà del Calcio AIC, ha elogiato il modello dell’Atalanta nella valorizzazione dei giovani talenti, analizzando anche la sfida contro la Roma. Si è soffermato sul Napoli, sottolineando le potenzialità della squadra, e ha espresso considerazioni su giovani promesse come Camarda e Palestra, oltre a parlare del ruolo di Zaniolo all’Atalanta e delle prestazioni di Retegui e Kean. Infine, ha riflettuto sulla crescita della Nazionale e sull’importanza del carattere e della compattezza per il futuro azzurro.
Di seguito un estratto delle sue parole.
Le parole di Spalletti
Parlando dell’Atalanta, Spalletti ha elogiato il lavoro della società nella crescita dei giovani:
“Hanno una qualità unica nel creare calciatori. Gli acquisti ce li hanno in casa: penso a Scalvini, Scamacca e a Palestra, che ha una forza incredibile. In un’altra società sarebbe già stato lanciato, ma loro sanno dosarlo, aspettarlo e proteggerlo. Questo approccio è parte di un sistema di lavoro importante, oltre al sistema tattico di Gasperini, che sa imporre il proprio gioco con e senza palla”.
Parlando del posticipo tra la Dea e la Roma, ha detto:
“La Roma, per 60 minuti, ha giocato alla pari una partita che non è stata di altissimo livello. Negli ultimi 20 minuti, però, l’Atalanta ha mantenuto la sua qualità e la costanza di giocare sempre allo stesso modo. Gasperini sa coinvolgere tutti i calciatori nel suo sistema, rendendo ognuno partecipe del progetto”.
Spalletti ha anche rivolto un pensiero a Claudio Ranieri, sottolineando la sua stima:
“Gli faccio un grande in bocca al lupo. È l’allenatore adatto per trovare soluzioni, e da una figura con la sua esperienza c’è solo da imparare”.
Su Dovbyk, ha spiegato:
“È tecnicamente e caratterialmente forte. L’abbiamo studiato quando abbiamo affrontato l’Ucraina, ma in Italia tutti incontrano difficoltà iniziali. Serve tempo, e forse un pizzico di faccia tosta in più gli gioverebbe”.
Parlando della difesa, ha lodato i giocatori premiati nella Top 11:
“Abbiamo difensori forti come Bastoni, Acerbi, Calafiori e Dimarco. Dopo l’Europeo, dobbiamo ritrovare compattezza e ripartenze. Questi giocatori sono perfetti perché sanno costruire e attaccare, adattandosi anche a un calcio più offensivo”.
Spalletti ha poi ricordato il trasferimento di Barella all’Inter:
“Era sulla bocca di tutti già al Cagliari. Ha dimostrato di essere all’altezza delle aspettative”.
Sul ritorno al gol di Zaniolo, ha aggiunto:
“Conta più il comportamento complessivo. Ha grandi potenzialità, può giocare sia da esterno che in zona centrale. La sua fisicità è fondamentale in campo europeo”.
Riguardo al suo ruolo nell’Atalanta, ha evidenziato:
“La sua posizione è una buona notizia. Abbiamo puntato su giocatori capaci di agire dentro il campo, senza dimenticare elementi come Chiesa, Orsolini e Politano, che monitoriamo costantemente”.
Sugli attaccanti italiani, Spalletti ha espresso fiducia in Retegui e Kean:
“Stanno crescendo. Kean, in particolare, ha fatto passi avanti sia come uomo che come professionista”.
Parlando di Camarda, ha auspicato prudenza:
“Ha un futuro importante, ma bisogna evitare di mettergli pressione. È un talento, ma va lasciato crescere serenamente”.
Interrogato sul Napoli, ha dichiarato:
“È una squadra tosta con un allenatore esperto. Devono ancora esprimere il massimo, ma hanno le potenzialità per arrivare in alto”.
Su Lautaro Martinez, ha aggiunto:
“È un top player che condivide successi con il gruppo, un calciatore perfetto”.
Concludendo sull’Italia, ha osservato:
“La squadra è sulla strada giusta. Ci sono cose da migliorare, ma il carattere dimostrato è una base importante su cui costruire”.
Serie A
Roma-Atalanta, Gritti: “Consapevolezza la parola chiave. Scudetto? Non ci tiriamo indietro”
Al termine di Roma-Atalanta, Tullio Gritti, vice allenatore della Dea, è intervenuto in conferenza stampa per commentare il match.
Di seguito un estratto delle parole del secondo di Gasperini dopo la grande vittoria in Roma–Atalanta.
Roma-Atalanta, le parole di Gritti
Il tecnico ha iniziato commentando i cori dei tifosi dell’Atalanta sullo scudetto:
“È giusto che cantino. Non vedo perché dovremmo spegnere questa loro gioia. Siamo contenti della partita che abbiamo giocato. Detto questo, siamo solo alla 14ª giornata, è presto per parlare di certe cose. L’Atalanta, però, non si è mai tirata indietro davanti a obiettivi importanti”.
Riflettendo sulla prestazione in Roma-Atalanta, Gritti ha sottolineato la maturità dimostrata dalla squadra:
“Credo che la parola chiave per questa partita sia consapevolezza. L’Atalanta sa come affrontare le diverse fasi del gioco e dove colpire. Oggi abbiamo dimostrato che i risultati non cambiano, anche cambiando interpreti. È stata una partita complicata, ma siamo riusciti a portarla a casa”.
Sul contributo dell’esperienza europea alle prestazioni fuori casa, ha dichiarato:
“Da anni facciamo meglio in trasferta che in casa. Fuori è più difficile trovare squadre chiuse. La fisicità e il ritmo della competizione europea ci aiutano a migliorare e lavorare sulle nostre lacune”.
A proposito della prestazione di Zaniolo, il tecnico ha aggiunto:
“Ha vissuto una settimana normale con carichi maggiori, dato che non gioca in Champions. Era esploso per la gioia del gol. Sta recuperando, crescendo e diventando un elemento importante per noi. È un plus. Ha segnato a Roma, ma ha festeggiato sotto la nostra curva”.
Serie A
Roma-Atalanta, Ranieri: “Siamo pronti a lottare. Gli applausi dei tifosi la cosa più bella”
Al termine di Roma-Atalanta, l’allenatore giallorosso Claudio Ranieri è intervenuto in conferenza stampa per commentare il match.
Di seguito un estratto delle parole del tecnico dopo la sconfitta in Roma–Atalanta.
Roma-Atalanta, le parole di Ranieri
Il tecnico ha iniziato parlando della capacità della squadra di affrontare le zone basse della classifica:
“Sono sicuro che possiamo farcela. Le tre prestazioni ci danno la consapevolezza che siamo pronti a lottare. Abbiamo superato tre partite difficili. Ho fatto i complimenti alla squadra, ma le prossime saranno ancora più impegnative perché tutte le squadre cercano di metterti in difficoltà. Sappiamo chi è il Lecce e abbiamo visto come ha giocato l’altra sera. Non mollano mai. Noi siamo pronti”.
Riguardo alle sostituzioni effettuate durante la partita, ha spiegato:
“Ho dovuto fare dei cambi perché in campo non mi hanno fatto capire come stavano. Se avessi voluto inserire un centrocampista più fisico, non avevo alternative, dato che Pisilli era infortunato. Loro hanno effettuato delle sostituzioni, ma non è cambiato molto. I due gol subiti sono stati frutto di nostre imprecisioni. Oggi, però, la cosa più bella è stata l’applauso dei tifosi ai giocatori. Dopo tante critiche, questo è stato il momento più positivo della serata. I ragazzi hanno dato tutto. Abbiamo avuto due tiri nel primo tempo e tre nel secondo, è stato un piccolo passo avanti”.
Sulla mancata presenza di Le Fee in Roma-Atalanta, ha chiarito:
“Le Fee è un giocatore con grande corsa, ma in partite come questa ho bisogno di gente capace di rispondere colpo su colpo. Quando faccio le scelte, considero anche i centimetri degli avversari. Ho tolto Dovbyk, ma ci ho pensato molto. Lui stesso aveva detto che non ce l’avrebbe fatta a giocare, ma è comunque sceso in campo. Non si allena da tanto tempo. Per ora dobbiamo accontentarci di quello che riesce a darci”.
In merito alle condizioni fisiche di Hummels e Cristante, ha spiegato:
“Hummels ha subito un colpo alla schiena che gli ha irrigidito i flessori. Cristante, invece, ha avuto una distorsione alla caviglia, che si è girata completamente”.
Ha poi commentato l’impatto emotivo del recente episodio che ha coinvolto Bove:
“Ha avuto un’influenza sui ragazzi. È cresciuto con noi e lo hanno ricordato indossando una maglietta prima dell’allenamento”.
Infine, sulla condizione di Dovbyk, ha concluso:
“Se si allena, è già qualcosa. Deve ancora adattarsi al campionato italiano, è troppo corretto. Oggi ha combattuto come in una lotta greco-romana, non è stato facile”.
-
Calciomercato3 giorni fa
Milan-Ricci, accordo di massima raggiunto: le condizioni di Cairo e quando arriverà
-
Calciomercato6 giorni fa
Milan, Calabria Okafor e Chukwueze steccano ancora: i movimenti in estate
-
Notizie5 giorni fa
Milan, ci sono stati contatti anche con Roberto Mancini: i dettagli del rifiuto
-
Serie A6 giorni fa
Serie A, le designazioni arbitrali della 14° giornata
-
Notizie4 giorni fa
Milan, Santiago Gimenez pagato con gli introiti della Champions: le cifre
-
Serie A6 giorni fa
De Rossi: “Tutti vogliono imitare Guardiola, Gasperini è il migliore in Italia. Su Totti…”
-
Serie A6 giorni fa
Milan, Scaroni: “La pirateria è un gran problema. Valutiamo uno stadio nuovo”
-
Ligue 16 giorni fa
PSG, Safonov brilla. E Donnarumma rischia…