Serie A
Inter, Lautaro: “Al fischio finale del derby del 22 aprile avrei voluto…”
Dopo la vittoria in campionato dell’Inter nella scorsa stagione, Lautaro Martinez è tornato a parlare ai microfoni della Gazzetta dello Sport dello scudetto e dei suo obiettivi futuri.
Dopo una stagione importante, come quella dell’anno scorso, l’attaccante di origine argentina è tornato a parlare ai microfoni della Rosea parlando dei suoi rimpianti, ma anche dei propri obiettivi futuri.
Indice
Lautaro parla dello scudetto e del mondiale:
“Questo scudetto è stata l’emozione più grande della mia carriera, almeno a livello di club. Poi certo, c’è il mondiale vinto con l’Argentina, che per me è stato il sogno da bambino che ho potuto realizzare. È molto difficile fare una classifica. Questa seconda stella mi resterà dentro per sempre. E lo stesso vale per i miei compagni. È una cosa speciale, è la verità, è realmente straordinario. E questo film ci da la possibilità di rivivere le emozioni vissute lungo tutta la stagione. È stato un anno impegnativo, ma con il lavoro di gruppo siamo riusciti a costruire qualcosa di incredibile”.
La scelta di un’immagine della stagione:
“Se devo scegliere un’immagine di tutto l’anno, un momento, ecco: io che al fischio finale del derby del 22 aprile avrei voluto correre sotto la curva verso i miei tifosi. E invece non ci riesco, perché ero come bloccato dall’emozione. Nella mente in quell’istante mi sono passate tante cose, i momenti difficili vissuti insieme ai miei compagni e allo stesso tempo la soddisfazione per essere riusciti ad andare oltre: tutto il lavoro ha pagato, siamo orgogliosi”.
Gli obiettivi da raggiungere:
“Nuovi film? Eh, speriamo, magari. Questo scudetto è stato molto importante per la carriera di noi giocatori e per il club. Ma ora non dobbiamo fermarci. Dobbiamo continuare a vincere trofei, a portare l’Inter il più in alto possibile. Dobbiamo avere la voglia di crescere ogni giorno, a livello individuale e come gruppo in ogni aspetto: l’obiettivo è alzare il livello sempre”.
Serie A
Juventus, le parole di Cobolli Gigli sul club
Ha parlato l’ex presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli, sulla partita con l’Empoli, in merito al match previsto in Champions e poi con il Napoli.
Ecco di seguito la sua intervista che ha rilasciato.
Juventus, cosa ha detto Cobolli Gigli
Ha iniziato sulla gara con l’Empoli:
“La Juventus non ha giocato bene, mentre il Napoli ha giocato molto bene: significa tanto ossigeno per l’ambiente. Anche il portiere ha giocato molto bene. Mi auguro che, per la Juventus, quest’entusiasmo non duri tanto. Le chiacchiere stanno a zero: tra PSV e Napoli, sarà una settimana difficile. La Juventus, ora, deve dimostrare che, col nuovo allenatore e con i giocatori nuovi, sono in grado di supportare le pressioni”.
Sull’impatto della Champions:
“Sarebbe un errore, se fosse così: va vissuta una partita alla volta. Empoli è un campo molto complicato per la Juventus: negli ultimi due anni, ha perso punti. Non si doveva sottovalutare questa squadra, e anche Motta l’aveva detto. E, fino all’ultimo minuto, c’era il rischio di subire gol…”.
Proseguendo dice:
“Bisogna rimboccarsi le maniche: la fatica rimane, ma arriverà l’entusiasmo. Serve che i nuovi arrivati dimostrino il vero valore. Il calcio moderno non ha pazienza. La Juventus ha fatto un mercato valido soprattutto a centrocampo”.
Sulla gara di sabato contro il Napoli:
“Fisicamente sicuramente il Napoli. Ma, è anche una questione di testa: i bianconeri dovranno trovare, nella partita col PSV, un elemento che certifichi nella loro testa le qualità della squadra. La difesa c’è, anche se mi chiedo dove sia finito Danilo. Il centrocampo, anche. Qualche perplessità ce l’abbiamo in attacco: Vlahovic ha tante critiche se non segna, però ieri ha fatto una partita più che decente”.
Serie A
Hellas Verona, da Roma a testa alta: c’è la mano di Zanetti
La sconfitta dell’Hellas Verona contro la Lazio ha lasciato tanti segnali positivi all’allenatore vicentino. Qualche errore individuale ha sancito la sconfitta.
Nonostante alcune amnesie, la squadra ha risposto bene all’impatto con le offensive dei ragazzi di Baroni. Molto bene Tengstedt e Daniliuc.
Hellas Verona, contro il Torino serve la stessa grinta
Una sconfitta che forse arriva nel momento giusto. Prima del match non ci si aspettava certo di uscire rammaricati dalla trasferta di Roma contro la Lazio. L’Hellas ha reagito immediatamente allo svantaggio e ha giocato da squadra.
L’impronta del nuovo allenatore Paolo Zanetti sembra già molto evidente. Infatti, anche in questa occasione, come contro la Juventus, il modulo di partenza è stato il 3-4-2-1. Contro i bianconeri però non c’è stata partita e nei primi minuti all’Olimpico il goal di Dia ha confermato quel trend.
Contro Genoa e Napoli invece, le scelte hanno dato ragione all’ex Empoli perchè il 4-2-3-1 ha rappresentato un insieme di imprevidibilità e solidità con ben 5 goal segnati e 0 subiti.
Certo, l’infortunio di Frese così come quelli di Duda e Suslov, ha influito sulle scelte prima e durante la partita. L’arrivo i extremis di Bradaric però poteva rappresentare una valida alternativa ma evidentemente il ragazzo deve ancora entrare nei meccanismi.
In attacco Kastanos e Harroui invece hanno dimostrato qualità e maturità tattica, con spunti e dribbling per liberare Tengstedt in profondità. Il lavoro di Belahyane e Dani Silva termina con un giudizio semi positivo, dato che Guendouzi e Rovella sono stati leggermente superiori.
In più la velocità e abilità nel dribbling di Isaksen, Zaccagni e Dia ha messo in seria difficoltà il pacchetto arretrato, compreso Lorenzo Montipò. Il portiere gialloblu si è reso protagonista di diversi interventi decisivi ma l’errore fatale sul goal di Castellanos ha avuto la risonanza maggiore.
Tutto sommato però sembra esserci un’aria diversa dalle parti del fiume Adige. Sei punti nelle prime 4 partite sono un bottino più che rispettabile, considerando l’avvio shock di alcune grandi. Contro il Torino venerdì sera servirà lo stesso tipo di prestazione ma saranno decisive le scelte di formazione.
Serie A
Napoli, l’ex capitano Montervino: “Gli azzurri hanno imparato a soffrire”
L’ex capitano del Napoli, Francesco Montervino, intervenuto ai microfoni di Radio Marte, ha parlato dell’avvio di campionato degli azzurri.
Dopo la pesante sconfitta subita contro il Verona alla prima giornata, il Napoli sembra aver trovato finalmente il giusto ritmo, conquistando contro il Cagliari la terza vittoria consecutiva in campionato, traguardo che mancava addirittura da febbraio 2023. A commentare questo avvio in crescita degli azzurri ci ha pensato Francesco Montervino, uno dei primi capitani dell’era De Laurentiis, intervenuto ai microfoni di Radio Marte.
“Il Napoli ha ancora qualche imperfezione tattica, ma ha dimostrato di saper reagire e superare le difficoltà. Meret? È un portiere di grande personalità, non si lascia influenzare dalle critiche e riesce sempre a dare il meglio in campo” ha spiegato Montervino, elogiando l’estremo difensore azzurro. “Anche se c’è chi continua a mettergli pressione, lui sa come rispondere e col Cagliari ha dimostrato di essere decisivo, salvando più volte il risultato con grandi parate”.
Montervino ha poi sottolineato il fatto che il Napoli non può sempre dominare i match in modo totale: “Esiste anche l’avversario, e quando in panchina c’è un allenatore capace di individuare le fragilità del Napoli, è normale che la squadra possa andare in difficoltà. Ma gli azzurri hanno la capacità di soffrire e trovare soluzioni anche nei momenti più complicati”.
Napoli, le parole di Montervino su due acquisti
Parlando di Lukaku, Montervino ha dichiarato: “È un giocatore che cambia gli equilibri in campo, la sua presenza si fa sentire fisicamente e, anche se tecnicamente ha commesso qualche errore contro il Cagliari, ha comunque contribuito con due assist e un gol. La sua forza fisica e il suo peso nella manovra sono innegabili”.
Infine, un pensiero su Buongiorno: “Un difensore straordinario, dà solidità alla retroguardia ma offre anche supporto in fase offensiva”.
Montervino ha concluso parlando degli obiettivi del Napoli: “L’obiettivo deve essere sicuramente entrare nelle prime tre posizioni. La qualità della rosa è alta e il potenziale per farlo c’è. Rispetto all’anno scorso, il Napoli ha perso 40 punti, ma quest’anno ha tutto per recuperarli”.
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