Serie A
Inter, Lautaro vince il Golden foot : cos’è e chi l’ha vinto prima
Per l’attaccante dell’Inter arriva un riconoscimento ambito. A Lautaro il Golden foot: non il tanto agognato Pallone d’oro, ma comunque un alto riconoscimento.
E’ ancora fresca la delusione in casa Inter per quanto riguarda la classifica finale del Pallone d’oro 2024. Lautaro Martinez avrebbe avuto tutte le carte in regola, quantomeno per sperare in un piazzamento migliore del suo settimo posto: come confermato da Materazzi.
Sia con la sua Argentina, vincendo Mondiale e Coppa America, che in campionato, trascinando i nerazzurri, ha dimostrato di essere tra i più forti attaccanti al mondo, e forse anche lui avrebbe sperato il tanto agognato.
L’Inter e Lautaro festeggiano il Golden Foot
Da grande campione qual è, Lautaro trasformerà sicuramente la delusione in forza. In parte la si è vista in campo ad Empoli, dove ha messo a segno una rete: sfondando un altro record. La sua bacheca personale continua quindi a luccicare: oltre al record è arrivato il Golden Foot.
Il premio fu ideato dal procuratore Antonio Caliendo nel 2003 e ha tutt’oggi il compito di riconoscere al calciatore i meriti sportivi conseguiti nell’anno trascorso. Per l’attaccante nerazzurro il 2023-24 è stato infatti un anno molto proficuo, dove ha raggiunto anche la finale di Champions nel 2023. Tra i predecessori del Golden Foot anche i nostri Totti, Buffon, Del Piero e Baggio.
Serie A
Serie A, le designazioni arbitrali per l’undicesima giornata
Le scelte arbitrali per l’undicesima giornata di Serie A: ecco la lista completa di arbitri, assistenti, IV Ufficiali, VAR e AVAR.
Arriva l’ufficialità della lista con i nominativi di arbitri, assistenti, IV Ufficiali, VAR e AVAR che dirigeranno tutte le partite programmate da sabato 2 a lunedì 4 novembre, gare valide per l’undicesima giornata di serie A.
Serie A, ecco gli arbitri della dodicesima giornata
BOLOGNA – LECCE
Sabato 02/11 h.15.00
COLLU
ROSSI L. – CECCON
IV: GALIPO’
VAR: GHERSINI
AVAR: MASSA
UDINESE – JUVENTUS
Sabato 02/11 h.18.00
ABISSO
CECCONI – ZINGARELLI
IV: PRONTERA
VAR: PATERNA
AVAR: CHIFFI
MONZA – MILAN
Sabato 02/11 h.20.45
FELICIANI
BERCIGLI – PERROTTI
IV: MARIANI
VAR: SERRA
AVAR: MARESCA
h.12.30
DOVERI
SCATRAGLI – MORO
IV: MARINELLI
VAR: FABBRI
AVAR: MASSA
TORINO – FIORENTINA
h.15.00
LA PENNA
CAPALDO – POLITI
IV: SANTORO
VAR: DI PAOLO
AVAR: GHERSINI
H. VERONA – ROMA
h.18.00
MARCENARO
MELI – ALASSIO
IV: MARCHETTI
VAR: PAIRETTO
AVAR: MARESCA
INTER – VENEZIA
h. 20.45
FERRIERI CAPUTI
PRENNA – CAVALLINA
IV: TREMOLADA
VAR: MARINI
AVAR: CHIFFI
EMPOLI – COMO
Lunedì 04/11 h. 18.30
DI BELLO
BRESMES – PALERMO
IV: DIONISI
VAR: GARIGLIO
AVAR: PATERNA
PARMA – GENOA
Lunedì 04/11 h. 18.30
GUIDA
COSTANZO – YOSHIKAWA
IV: PERRI
VAR: MAZZOLENI
AVAR: PAIRETTO
LAZIO – CAGLIARI
Lunedì 04/11 h. 20.45
AYROLDI
PRETI – GARZELLI
IV: ZUFFERLI
VAR: MERAVIGLIA
AVAR: FABBRI
Serie A
Roma, Juric perde un difensore: le ultime da Trigoria
Brutte notizie per Ivan Juric in vista della trasferta in casa dell’Hellas Verona. La Roma si potrebbe presentare alla sfida senza un difensore, i dettagli.
La vittoria sul Torino ha ridato fiducia a tutto l’ambiente giallorosso ma una tegola dell’ultimo minuto ha scombinato i piani. Un difensore salterà molto probabilmente il match del Bentegodi.
Roma, si ferma Hermoso: cosa filtra
La squadra capitolina è scesa in campo oggi a Trigoria per la seduta pomeridiana in vista della trasferta di Verona. Juric si prepara ad affrontare nuovamente il suo passato ma dovrà farlo rinunciando a un difensore.
Mario Hermoso sarebbe dovuto rientrare dalla squalifica in occasione del match in programma domenica alle 18 ma a quanto pare salterà anche questo.
Infatti, l’ex Atletico Madrid ha interrotto anzitempo la seduta di allenamento a causa di un problema muscolare. Nelle prossime ore le sue condizioni saranno rivalutate ma con così poco tempo a disposizione l’allenatore croato e il suo staff opteranno con tutta probabilità per il riposo.
Serie A
Juventus, così male solo 3 volte negli ultimi 10 anni
La Juventus si riscopre sesta in classifica. 18 punti dopo 10 giornate sono una delle peggiori partenze dell’ultima decade.
La Juventus non perde mai, ma non vince più. La squadra granitica di inizio stagione è scomparsa assieme a Bremer. Una solidità difensiva di allegriana memoria, che per un po’ ha celato i reali problemi di Madama e contribuito a giustificare il colpevole ritardo nella costruzione dell’ennesimo rinascimento bianconero.
Juventus, il manico non c’entra: i limiti sono strutturali
La Juventus, nelle prime sette partite, aveva subito un gol. Nelle ultime sei, ovvero dall’infortunio del brasiliano in poi, sono stati undici in sei partite. Un dato allarmante, che i giochisti hanno provato a mettere in secondo piano con i loro consueti deliri su una presunta estetica del calcio. La sensazione è che Thiago Motta, dalla gara contro il Cagliari in poi, abbia effettivamente provato a cambiare la disposizione in campo dei suoi.
Probabilmente il tecnico italo-brasiliano era il primo ad essere consapevole che senza il suo (quasi) connazionale non si potesse conservare quella solidità difensiva, ma paradossalmente ha scelto il momento peggiore per accelerare il processo di transizione della sua squadra. La Juventus scappa meno all’indietro ed è meno preoccupata dall’idea di dover coprire rapidamente tutti gli spazi, facendosi trovata corta e compatta.
Al contrario, la Juventus cerca di tenere un baricentro più alto ma non ci riesce. Prova ad essere più aggressiva e a pressare maggiormente in avanti, ma sbaglia sistematicamente i tempi del pressing. Bremer era il giocatore che avrebbe permesso alla squadra di tenere un baricentro più alto, grazie alla sua velocità e alla sua capacità di giocare con tanto campo alle spalle, ma Allegri prima e Motta poi hanno sempre scelto di non farlo.
Motta, confronto impietoso con l’ultimo Allegri: gli altri dati
E proprio lo spettro di Max torna ad aleggiare sinistramente a Vinovo, con il suo straordinario inizio nello scorso campionato (ma derubricato come “ordinario” dai giullari di corte) che rappresenta un metro di paragone dal quale non è possibile sottrarsi. Lo scorso anno, dopo dieci giornate, la Juventus aveva 23 punti. Questo ci porta a due riflessioni. La prima è la conferma che, con quella rosa, non si potesse fare meglio di Allegri.
Anzi, fin troppo bene ha fatto il tecnico labronico considerando che il suo successore ha addirittura cinque punti in meno di lui. Con i nuovi innesti che, per un motivo per un altro, non si sono ancora inseriti, la squadra di Motta è praticamente quella che Allegri ha allenato l’anno scorso ma con di mezzo l’onere della Champions League. Il secondo è che, se quella rosa fosse stata davvero competitiva, in estate Giuntoli e Motta non ne avrebbero esautorati undici: dando ulteriore forza al concetto sciorinato in precedenza.
Volendo prendere come “anno zero” del rinascimento bianconero la prima stagione di Antonio Conte, che di fatto ha segnato la fine del mesto periodo post-Calciopoli, soltanto in tre occasioni la Juventus ha fatto registrare una partenza peggiore di quella attuale: tutte e tre le volte con Allegri alla guida.
Nella stagione 2015-2016 (ma poi avrebbe vinto lo scudetto con una rimonta incredibile) con 12 punti; nella stagione 2021-2022 (chiusa al quarto posto) e nella stagione 2022-2023, chiusa virtualmente al terzo posto ma con una penalizzazione di dieci punti che l’ha fatta scivolare al settimo.
I primi due anni dell’Allegri-bis sono stati obiettivamente deludenti (sebbene il livornese fosse pieno di attenuanti) ed è complesso che Motta possa fare peggio, ma difficilmente un risultato in linea con questi precedenti vorrebbe accettato: soprattutto dopo (oltre) centocinquanta milioni spesi sul mercato.
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