Il doppio colpo da k.o. sferrato in quattro giorni da Milan e Bayern Monaco ha depresso l’ambiente interista. Quello che spicca in queste due partite è evidente a occhio nudo: condizione atletica precaria, sfiducia nei giocatori.
La difesa nerazzurra è in sofferenza, ha incassato 10 reti fra campionato e Champions League. Il trio composto da Skriniar, De Vrij e Bastoni rasenta una condizione atletica precaria, dovuta alla struttura fisica. Hanno bisogno di tempo per entrare in condizione.
Il guaio è che anche il centrocampo non è nelle migliori condizioni atletiche e a risentirne è proprio la difesa, esposta ai contropiedi avversari. Manca quella protezione che blindava De Vrij e compagni.
A catena, va in difficoltà anche l’attacco dove spesso Martinez è isolato e Lukaku deve arretrare fino al centrocampo per prendere palloni giocabili. Le 11 reti realizzate in campionato ingannano: 2 al Lecce, 3 allo Spezia, 3 alla Cremonese…
La precarietà della condizione atletica toglie lucidità e fiducia nei giocatori. Come si nota in maniera evidente, la palla scotta fra i piedi, viene giocata subito verso un altro compagno. Gli unici che non hanno di questi problemi sono Brozovic e Martinez, giocatori dal cuore caldo e dalla testa dura.
Ad Inzaghi è toccato un brutto compito: prendere il posto di Conte. L’allenatore che aveva riportato il tricolore dopo 10 anni. Salutando tutti, una volta compreso che non c’erano margini per uno step successivo.
La scelta è caduta su Inzaghi soprattutto perché utilizza lo stesso modulo tattico del tecnico leccese. E non si voleva stravolgere il lavoro fatto dall’ex ct della nazionale azzurra. Una scelta che aveva una sua logica ed accolta con favore dalla tifoseria nerazzurra.
Quella stessa tifoseria che adesso intasa i social, bollando l’allenatore come “incapace”, “inadatto”, “piangina”, “fissato solo su un modulo”, “attaccato alla poltrona, dovrebbe dimettersi” e amenità varie. A margine, insulti anche pesanti sulla persona: la classica deriva social a cui ci hanno abituato certi pseudotifosi.
Sempre sui canali telematici, si legge una certa nostalgia per Conte e la sicurezza che con lui, la squadra avrebbe vinto tutto. A parte che manca la controprova, dovrebbe far riflettere il fatto che il tecnico ha risolto il (lauto) contratto ed è andato via: aveva visto lungo ?
Appurato che Inzaghi non può essere immune da colpe per i risultati negativi e atteso che in campo ci vanno i giocatori, balzano all’occhio le conferenze stampa nelle quali il mister non riconosce mai i meriti degli avversari, si attacca al metro arbitrale e alle assenze: alibi a uso e consumo della squadra stessa…..Una china molto pericolosa.
Squadra sopravvalutata ? Rimedi per un rilancio in grande stile ?
La sensazione è che Conte per vincere il diciannovesimo scudetto abbia spremuto tutto quello che poteva. L’anno scorso l’Inter è arrivata seconda, trovandosi davanti un Milan in stato di grazia e soprattutto sfruttando errori arbitrali in sfavore dei cugini rossoneri (Spezia, Udinese, Napoli n.d.r.).
Bisogna togliere ogni scusa o alibi a società, squadra e tifoseria se si vuole veramente fare il salto di qualità. Un esempio: l’Inter non ha perso lo scudetto a Bologna solo per Radu, ma anche e soprattutto per l’imprecisione degli attaccanti e dei centrocampisti negli assalti alla porta avversaria. L’Inter non ha perso lo scudetto perché il Milan è stato favorito (da chi ?), ma perché i milanisti erano più forti.
Le vittorie in Supercoppa Italia e Coppa Italia contro la Juventus sono state un illusione: la prima è stata vinta al 120′ grazie a un errore di Alex Sandro da oratorio (non si stoppa mai la palla nell’area piccola, ma si spazza…), la seconda sempre ai supplementari e ai bianconeri mancava Chiesa uno dei pochi giocatori in grado di fare la differenza.
Non esistono ricette magiche per risollevare una squadra che ha perso tutti gli scontri diretti stagionali: Lazio (3-1), Milan (3-2), Bayern Monaco (0-2). Però…però….Una difesa schierata a quattro potrebbe essere più compatta ? Onana peggio di Handanovic ? Un centrocampo a tre, un trequartista e due punte, no ?
Serve una svolta radicale, un netto taglio con il passato. A partire dal cambio della guardia in porta: Handanovic ha fatto il suo tempo, deve cominciare quello di Onana. Davanti a lui: Dumfries, De Vrij, Skriniar, Bastoni o Gosens. Chi ha tre centrocampisti come Asslani, Brozovic e Barella ? Calhanoglu è nato “10”: sganciato da compiti di copertura può diventare devastante.
E in attacco ? Lukaku e Martinez intoccabili e con i cambi giusti in Dzeko e Correa. A volte ci vuole davvero poco per svoltare un’intera stagione. Inzaghi dovrà essere abile a togliere ogni alibi a se stesso e alla squadra: se ci riesce, raddrizza la stagione.
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