Sembrava destinata a diventare una serata da incubo. La classica serata in cui l’Inter non riesce a bucare la retroguardia avversaria. Dopotutto in questi ultimi anni in Champions ne abbiamo viste diverse di queste serate.
E invece no. Al 79’ si alza un urlo al cielo: quello di Arnautovic, che finalmente gioisce dopo una serie di errori da matita blu, ma anche quello del pubblico di San Siro, che si toglie un peso dalle spalle quasi quanto il numero 8.
Un risultato preziosissimo, anche per il ritorno. Mica è facile giocare al Wanda Metropolitano, e arrivarci sullo 0-0 l’avrebbe resa, se non una mission impossible, quantomeno una sfida non da poco.
Alcuni problemi ci sono, per carità, nessuno ha i cetrioli sugli occhi. L’infortunio di Thuram, la preoccupante inefficacia offensiva di Darmian, che forse da quinto non garantisce più quel rendimento che garantiva un tempo, e anche un Calhanoglu stasera opaco come non mai.
Eppure perché focalizzarsi sulle negatività? Per chi come molti di noi l’Inter l’ha tifata in periodi grigi, come il recente passato in cui cadevamo proprio in questo stadio contro squadre come l’Hapoel Beer Sheva, questi momenti sono d’oro. Godiamoci il momento invece di guardare sempre al bicchiere mezzo vuoto.
Per queste ventiquattro ore si sorride in casa nerazzurra, poi testa al Lecce. Guai a mollare la presa, né ora né mai.
Avanti così!
Aggiornato al 11/01/2025 14:45
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