Le bombe di Vlad
Inter, una scalata con varie tappe

L’Inter, dopo una stagione fantastica, che rimarrà nella storia, è arrivata in cima alla montagna e adesso il panorama tanto agognato da Inzaghi è davanti agli occhi, mozzafiato.
La scalata è stata contraddistinta da varie tappe, alcune dominanti, altre con il cuore in gola, ma tutte determinanti per l’obiettivo finale.
Andiamo a vedere le gare più memorabili di una stagione magnifica in questo angolo speciale per il ventesimo scudetto nerazzurro.
Inter-Milan 5-1 (4°giornata)
Era solo la quarta giornata ma la sensazione era che quella tra Inter e Milan fosse già una sfida che avrebbe messo di fronte le due rivali per lo scudetto.
Con entrambe a punteggio pieno, entrambe in fiducia, il derby prometteva spettacolo. E lo spettacolo c’è stato, ma per una sola tifoseria.
Un trionfo, un dominio assoluto, con gol meravigliosi come quello di Thuram, la rivalsa di Calhanoglu e lo show di Mkhitaryan.
A margine la prima gioia di Frattesi e la sensazione, se prima non si era provata, che l’Inter era davvero, davvero forte.
Inter-Verona 2-1 (19°giornata)
Nemmeno nelle stagioni dominante l’Inter può togliersi di dosso quella follia che da sempre la contraddistingue.
Quella contro il Verona è la gara da pazza Inter per eccellenza in questa stagione: i nerazzurri vanno in vantaggio, si fanno riacciuffare, trovano la rete in pieno recupero con Frattesi e ricevono anche un rigore contro all’ultimo respiro.
Dall’alto qualcuno ha voluto bene ai nerazzurri, però, perché Henry angola troppo la mira e San Siro può esplodere di gioia dopo la grande paura.
È proprio quel tipo di partita al termine della quale inizi a pensare che lo scudetto sarà tuo quest’anno.
Fiorentina-Inter 0-1 (22°giornata)
Era probabilmente il momento più difficile della stagione dell’Inter, coinvolta in un tour de force che partiva con la Supercoppa e terminava con la Champions League contro l’Atletico Madrid.
I nerazzurri arrivano a Firenze con la possibilità di fare il controsorpasso ai danni della Juventus anche con una partita in meno (quella da recuperare a febbraio contro l’Atalanta) visto il pareggio dei bianconeri il giorno prima contro l’Empoli.
L’Inter soffre ma mantiene il vantaggio fino al momento in cui la partita può cambiare: Sommer anticipa Nzola ma colpisce l’ex Spezia con il pugno e l’arbitro, al var, indica il dischetto. Nico Gonzalez però calcia un rigore prevedibile, che Sommer intuisce.
Un’altra vittoria di importanza incredibile anche per la giornata dopo c’è il grande scontro.
Inter-Juventus 1-0 (23°giornata)
Fin da subito doveva essere lo scontro che avrebbe potuto dare un colpo importante al campionato e così fu.
L’Inter batte la Juventus di Allegri dominando una partita che, per quanto finita solo 1-0, poteva anche finire 4-0. A deciderla è un autogol di Gatti al termine di una delle tante azioni di altissimo livello dei nerazzurri.
È una vittoria che di fatto è decisiva: la Juventus crolla e l’Inter continua a volare avvicinandosi di settimana in settimana sempre di più allo scudetto.
Milan-Inter 1-2 (33°giornata)
E arriviamo al genere momento, al secondo atto tra Milan e Inter. La partita tanto attesa, la partita della storia: mai prima di ieri si è assegnato uno scudetto in un derby.
E l’Inter la stravince, con le reti di Acerbi e Thuram, patendo leggermente solo nei minuti finali.
Dieci minuti finali che sembravano durare ore in attesa del fischio finale, che ha fatto partire la festa in tutta la città, oltre che in campo.
Un trionfo frutto non di un solo giocatore, non solo dell’allenatore (al quale vanno fatti i complimenti più sentiti) né solo della dirigenza, ma di tutto il gruppo, che ha perseverato nelle difficoltà e trionfato meritatamente. Sono 20 adesso!
(Foto: Depositphotos)
Le bombe di Vlad
Napoli: Lo scudetto dipende solo da te

A Napoli si respira di nuovo aria di grande entusiasmo. La vittoria contro il Torino, arrivata grazie alla doppietta di Scott McTominay, ha rilanciato con forza le ambizioni Scudetto degli azzurri.
Il successo per 2-0, arrivato a quattro giornate dal termine del campionato, ha permesso al Napoli di staccare l’Inter in vetta alla classifica, riaccendendo la speranza di tornare sul tetto d’Italia due anni dopo l’ultima volta.
La serata del “Maradona” ha avuto un eroe chiaro: McTominay. Il centrocampista scozzese ha aperto le marcature nel primo tempo, risolvendo con un anticipo fulmineo una mischia nata da una palla vagante di Anguissa.
Il Torino ha provato a reagire con una chance importante per Adams, ma la squadra di Antonio Conteha saputo gestire il momento difficile con intelligenza, mantenendo il possesso palla e rallentando il ritmo.
Poco prima dell’intervallo è ancora McTominay a far esplodere lo stadio: su perfetto cross di Politano, il numero sette firma la sua doppietta personale, portando a undici il bottino di gol stagionali. Un rendimento straordinario per un giocatore che, all’inizio dell’anno, nessuno avrebbe immaginato potesse essere il trascinatore della corsa tricolore.
Ora il sogno Scudetto non è più un semplice miraggio: con solo 360 minuti da giocare, il Napoli ha il destino nelle proprie mani.
La città ci crede, la squadra è compatta e determinata. Il finale di stagione promette emozioni forti, con il Napoli che può essere ormai considerato il candidato numero uno alla vittoria del titolo.
(Foto: Depositphotos)
Le bombe di Vlad
Napoli: Lo sliding doors di McTominay

Scott McTominay come volto simbolo della rincorsa Scudetto.
Con una doppietta decisiva, il centrocampista scozzese ha firmato il 2-0 contro il Torino che ha permesso al Napoli di scavalcare nuovamente l’Inter e tornare in testa alla Serie A. Un’altra prova di forza di un giocatore che, al suo primo anno in Italia, sta già lasciando un’impronta indelebile: 12 gol complessivi, 11 dei quali in campionato, numeri da attaccante più che da mediano.
E pensare che l’approdo di McTominay al Napoli è figlio di una sliding door estiva che avrebbe potuto cambiare il corso della stagione.
Era la seconda metà di agosto quando il club partenopeo era vicino all’acquisto di Marco Brescianini dal Frosinone.
L’affare sembrava fatto, poi i rallentamenti nelle visite mediche e l’inserimento dell’Atalanta – che ha chiuso l’operazione in poche ore – hanno costretto la società a rivedere i propri piani.
Il “ripiego”, se così si può chiamare, si è rivelato un autentico colpo da maestro. Per “consolarsi”, il Napoli ha investito tre volte tanto per portare in azzurro Scott McTominay dal Manchester United.
Una scelta forte, voluta anche per dare un segnale chiaro ad Antonio Conte, appena insediato sulla panchina azzurra.
Oggi, quei milioni in più appaiono come il miglior investimento possibile. McTominay è diventato non solo uno dei pilastri del Napoli, ma anche un leader carismatico capace di incidere nei momenti decisivi.
Chi è Scott McTominay?
Cresciuto nelle giovanili del Manchester United, il ragazzo ha fatto il suo debutto in prima squadra nel 2017 sotto la guida di José Mourinho. Da allora, si è affermato come un giocatore versatile, capace di ricoprire più ruoli a centrocampo grazie alla sua forza fisica, abilità difensive e capacità di inserimento in fase offensiva.
Nel corso della sua carriera, ha collezionato numerose presenze sia in Premier League che in competizioni europee, diventando un elemento chiave della squadra. McTominay nasce in Inghilterra, ma grazie alle parentele dei nonni ha scelto di giocare per la Nazionale scozzese, diventandone presto uno dei punti fermi.
Se il Napoli dovesse riuscire a riportare il tricolore all’ombra del Vesuvio, il volto da copertina sarebbe senza dubbio il suo: quello di Scott McTominay, l’uomo che ha trasformato un imprevisto estivo in un capolavoro da Scudetto.
(Foto: Depositphotos)
Le bombe di Vlad
Napoli: Nessuno come McTominay

Sette gol e quattro assist: numeri da attaccante navigato, e invece stiamo parlando di un centrocampista, Scott McTominay con le sue prestazioni concrete e decisive, si è guadagnato un posto di riguardo nel panorama della Serie A.
Ma c’è di più: con il suo rendimento, lo scozzese si candida con forza a essere il miglior giocatore anglosassone ad aver mai calcato i campi del nostro campionato.
Un’affermazione forte, ma supportata dai fatti. Basta dare uno sguardo ai nomi che lo hanno preceduto. Ruben Loftus-Cheek ha iniziato bene al Milan, ma è calato vistosamente nella seconda stagione, tanto da essere ora nella lista dei possibili partenti.
Joe Hart, passato fugacemente per il Torino, ha lasciato pochi ricordi, mentre Ashley Young è arrivato in Italia a fine carriera, voluto da Conte all’Inter ma senza lasciare il segno.
E i difensori? Fikayo Tomori ha vissuto una parabola simile: grande impatto iniziale, poi un evidente calo di prestazioni. Chris Smalling, per un certo periodo colonna portante della Roma, ha subito lo stesso destino, scomparendo dai radar per continui problemi fisici. Anche Ashley Young nella sua parentesi giallorossa non è riuscito a brillare.
Guardando indietro nel tempo, ci sono stati nomi altisonanti, soprattutto a centrocampo. David Beckham arrivò al Milan già nella fase calante della sua carriera, come prestito dai Los Angeles Galaxy.
Paul Ince, uno dei migliori centrocampisti del mondo a metà anni ’90, non riuscì a ripetersi all’Inter. David Platt, tra Bari e Sampdoria, offrì buone prestazioni ma mai al livello da trascinare la squadra. Probabilmente oggi faticherebbe a entrare nelle top tre italiane.
E poi ci sono le meteore e gli incompiuti: Paul Gascoigne, talento purissimo ma mai esploso del tutto in Italia. Tammy Abraham, partito forte alla Roma ma frenato dagli infortuni. Mark Hateley, Luthar Bisset, Trevor Francis, Ray Wilkins, nomi che raccontano di passaggi più o meno brevi, più o meno memorabili, ma mai davvero determinanti.
McTominay, invece, è un’altra storia. Arrivato a Napoli con meno clamore rispetto ad altri, ha saputo imporsi con forza e continuità, diventando un perno insostituibile della sua squadra. Non solo per le cifre impressionanti in zona gol, ma anche per la capacità di influenzare il gioco e incidere nei momenti chiave.
Forse non ha il glamour di Beckham o il talento grezzo di Gascoigne, ma McTominay ha qualcosa che molti suoi connazionali hanno lasciato altrove: la concretezza, la costanza, l’impatto. E sì, probabilmente è davvero il miglior anglosassone mai visto in Serie A.
(Foto: DepositPhotos)
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