Smalling. Spinazzola. Dybala. Pellegrini. Sanches. Aggiungere, per completezza d’informazione, anche i lungodegenti Kumbulla e Abraham. Buttando un occhio sulla lista indisponibili della Roma che si preparava ad andare a giocare in casa dell’Inter, si può affermare pacificamente che quello di Mourinho sia stato un capolavoro. Un miracolo a metà. Un’impresa, quella di uscire indenni da San Siro schierando fondamentalmente la squadra riserve, accarezzata dai giallorossi per ottanta minuti. Traguardo agognato ma solo sfiorato, prima che il guizzo di Marcus Thuram piegasse la stoica resistenza dei capitolini.
Il bunker giallorosso è crollato dopo ottanta minuti contraddistinti da una resilienza a tratti commovente. Ottanta minuti in cui la Roma aveva difeso la porta di Rui Patricio senza concedere granché ai nerazzurri.
Eccezion fatta per il primo quarto d’ora. Infatti, l’Inter di Inzaghi ha confermato la propria tendenza a partire fortissimo. Addirittura tre palle gol, in rapida successione, per i meneghini nei primi quindici minuti.
L’Inter, differentemente da quanto le capita di solito, non è riuscita subito a sbloccare la partita. In sei partite su nove di campionato, l’Inter era riuscita a indirizzare l’andamento del match già nel primo tempo.
Non ci è riuscita contro la Roma. Merito della partita tatticamente perfetta orchestrata da Mourinho. Più le lancette dell’orologio scorrevano inesorabili e più la partita sembrava arrovellarsi su sé stessa. Con l’Inter sempre più nervosa e la Roma sempre più sicura nella gestione del pareggio.
I tre centrali giallorossi, prima del gol di Thuram, avevano giocato una partita pressoché perfetta. Tuttavia, proprio dalla sbavatura di uno di loro (Llorente) è nato il gol del vantaggio dell’Inter.
Il difensore spagnolo, che probabilmente era stato il migliore della linea difensiva, si addormenta su un cross proveniente da sinistra. A recapitare lo spiovente in mezzo il solito Federico Di Marco, al suo quarto assist in questo campionato, e il suo sempre affilatissimo mancino.
La bruciante rapidità nei primi metri dell’attaccante francese risulta determinante nel bruciare sul tempo il suo diretto marcatore e depositare alle spalle di Rui Patricio.
La partita, di fatto, finisce lì. Anche se l‘Inter troverà ancora il tempo di colpire una traversa con uno splendido tiro (di destro) di Carlos Augusto. “Non ci sono tanti mancini in grado di calciare in quel modo con il piede destro“. Andrea Stramaccioni, ipse dixit.
All’Inter i tre punti. La testa della classifica e la consapevolezza di essere la squadra da battere. Alla Roma una prestazione di altissimo livello in casa della squadra più forte del campionato. Oltre alla ritrovata consapevolezza che nello spogliatoio giallorosso sono tutti dalla parte di Mourinho.
Una conferma che vale molto più di una vittoria. La Roma, nel momento più difficile dell’ultimo triennio, si è stretta attorno al proprio condottiero.
Nonostante certuni eretici avessero peccato di lesa maestà nei confronti del guru portoghese. Addirittura mettendo in giro voci fantasiose circa un suo possibile esonero. L’unità di intenti, manifestata attraverso una prova di straordinaria applicazione, è il miglior segnale possibile per il futuro.
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