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Juve-Inter al microscopio: l’analisi

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Allegri

Domenica 26 Novembre, al rientro dalla sosta per le nazionali, ci aspetta il big match Juve-Inter. Facciamo assieme un confronto statistico fra le due squadre.

La sfida fra Juventus e Inter, nel Monday Night della 13esima giornata di Serie A al rientro dalla sosta per le nazionali, sta venendo dipinta come una partita dai caratteri antitetici. Da una parte il bel gioco di Inzaghi.

Spumeggiante. Offensivo. Ricco di gol e qualità. Dall’altra il corto muso di Allegri. Nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore troviamo, nell’accezione più dispregiativa possibile, il termine catenaccio. Ma è davvero così?

Oggi ho intenzione di sbugiardare questa falsa dicotomia. E, come al solito, lo faremo sciorinando qualche dato. Poiché l’esegesi calcistica, meritevole di definirsi tale, non può prescindere da una oculata indagine statistica.

Juve & Inter: difese a confronto

L’Inter è la quarta squadra della Serie A per possesso medio del pallone (54,6%) mentre la Juventus appena la dodicesima. (48,6%)

• Nonostante questo, il dato su quante volte queste due squadre hanno lasciato il pallone ai propri avversari è molto simile. L’Inter lo ha fatto quattro volte in dodici giornate (33,3%), mentre la Juventus cinque volte (41,6%). Ciò implica che se è vero che l’Inter mediamente tiene il pallone più della Juventus, è altrettanto vero che ha la stessa propensione ad abbassarsi.

Szczęsny viene spesso indicato come uno dei principali motivi della solidità difensiva della squadra di Allegri. Quasi a voler deprivare il lavoro del tecnico labronico della sua effettività. Eppure i numeri ci dicono che Sommer è il dodicesimo portiere di Serie A per parate effettuate. (26) Due in più del collega polacco, che staziona al quindicesimo posto con ventiquattro.

• Spesso si dice che le squadre di Allegri “subiscano” il gioco degli avversari. Poi però ti accorgi che la Juventus è l’undicesima squadra del campionato (146) per tiri subiti. L’Inter è la penultima, con appena 114 tiri subiti.

• Al netto di ciò, la Juventus è la terza miglior squadra di Serie A per tiri in porta concessi. (32) Appena uno in più dell’Inter (31): la migliore assieme alla Roma.

• Nella percentuale di tiri in porta in relazione alle conclusioni subite, poi, la Juventus è la migliore del campionato. Infatti, ha una percentuale di 21,9%. L’Inter, la quarta in questa speciale classifica, la ha del 27,2%.

• Juventus e Inter, infine, si spartiscono anche la palma di squadra che ha concesso meno xG ai propri avversari. La Juventus è la migliore con 7,7: media di 0,64 a partita. Subito dopo viene l’Inter con 8,3: media di 0,69.

Juventus Bremer-Rugani

Juve & Inter: attacchi a confronto

Anche il numero dei clean sheet è simile. Primo Sommer (8) e secondo Szczęsny (7). Così come il numero dei gol subiti. Primo lo svizzero (6, media di 0,5 gol concessi a partita) e secondo il polacco (7, media di 0,58 gol concessi a partita).

Dov’è quindi che l’Inter performa meglio della Juve? Sicuramente per quanto concerne i gol fatti. L’Inter ha il miglior attacco del torneo, con 29 reti in 12 partite: media di 2,4 gol fatti per partita. La Juventus ha appena il settimo, con 19 gol fatti (10 in meno dell’Inter) e una media di 1,58 per partita.

Sicuramente molti demanderanno questa sterilità offensiva al gioco “troppo difensivo” di Allegri. Per la sorpresa di nessuno, anche stavolta gli anti-Allegri hanno torto. La Juventus è la terza squadra del campionato per conclusioni tentate. 174 tiri contro i 198 dell’Inter seconda. (prima è il Napoli con 216, n.d.r.) Il primo problema lo si riscontra con i tiri in porta.

Se l’Inter scivola al quarto posto, con 54 tentativi totali verso lo specchio, la Juve è addirittura nona con 48. Gli xG prodotti dalla squadra di Allegri sono 19,8 (terzi) mentre quelli dell’Inter (primi) sono 24,6. Alla Juventus stanno mancando i gol dei suoi attaccanti. L’Inter ha segnato 16 dei suoi 29 gol totali con i suoi attaccanti (55%) E per “attaccanti” intendo Lautaro Martinez e Marcus Thuram, dato che Arnautovic e Sanchez sono ancora a secco.

La Juventus, invece, ha avuto dai suoi attaccanti “solo” 10 gol. Suddivisi (quasi) equamente fra Vlahovic (4), Chiesa (4) e Milk (2). Sono sei gol totali in meno dei nerazzurri, con una percentuale di partecipazione del 52,6%. Ciò che vuol dire che Lautaro da solo ha segnato più di tutto il parco attaccanti. 

Juve

Conclusioni

Si può quindi attribuire allo stile di gioco predicato da Allegri la ormai cronica sterilità offensiva della Juventus? La risposta è, ovviamente, no. L’Inter è una squadra enormemente più qualitativa della Juventus e la proposta calcistica non c’entra assolutamente nulla.

La definizione stessa di “gioco” è soltanto uno specchietto per le allodole. Un tentativo di semplificare qualcosa di estremamente complesso, come è ormai consuetudine nella comunicazione nostrana. A tutti i livelli, purtroppo, e non solo nel calcio. Una reductio semplicistica che impoverisce il livello qualitativo del dialogo, portandolo sul piano del becero dualismo ideologico.

L’Inter, e questo è sotto gli occhi di tutti, è la squadra più forte del campionato per distacco. Inzaghi ha due squadre. Allegri grasso che cola se ne ha una. Inzaghi può permettersi il lusso di tenere in panchina Frattesi. Di relegare al ruolo di gregari due come Asllani e Klaassen. Allegri ha dovuto dare centralità a un epurato (McKennie) e a un ragazzino (Miretti) della Next Gen. Che, diciamocelo, prima di incontrare Max non era poi ‘sto granché. E’ stato costretto ad adattare Cambiaso a mezz’ala et similia.

Mi si potrebbe rispondere che Allegri non è in grado di far esprimere alla squadra il suo reale potenziale. Soprattutto con gli attaccanti. Vlahovic in primis. Ma anche Chiesa, le cui parole (decontestualizzate) post-vittoria di Udine hanno dato linfa nuova alle dietrologie degli anti-Allegri per settimane.

Sull’argomento mi sono già espresso nel mio editoriale su Vlahovic. Sta di fatto che l’Inter, vice-campione d’Europa in carica, si approccia alla lotta scudetto con il peso sulle spalle di chi deve vincere per forza. La Juventus, invece, non ha nulla da perdere. In quanto è consapevole, checché ne strillino i giochisti, che Allegri stia facendo un miracolo a essere lì con questa squadra. E nonostante tutti gli indicatori positivi siano a favore dei meneghini, mi aspetto una partita equilibrata. Il valore teorico delle due rose non è minimamente paragonabile, ma sul campo c’è incredibilmente partita e questo lo si deve unicamente al condottiero della provincia toscana.

Serie A

Milan, Paratici sarà il nuovo ds

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Milan

Il Milan è pronto ad ufficializzare Fabio Paratici come nuovo ds: accordo verbale raggiunto tra le parti, ora si passa alla stesura del contratto.

Il Milan è pronto ad ufficializzare Fabio Paratici come nuovo ds: nelle ultime ora tra le due parti si è raggiunto un accordo verbale, ora la mano passa ai legali che devono fare la stesura del contratto, con l’inserimento di alcune clausole.

Milan, Fabio Paratici sarà il nuovo ds: raggiunto l'accordo verbale tra le due parti, ora la palla passa ai legali per la stesura del contratto

FABIO PARATICI AL TELEFONO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Milan, Fabio Paratici sarà il nuovo ds, raggiunto un accordo verbale tra le due parti

Finalmente il Milan ha scelto il nuovo ds: sarà Fabio  Paratici, che dopo un incontro avvenuto a Londra ieri, ha raggiunto un accordo verbale con la società rossonera, quindi sarà il nuovo ds rossonero. Ora però la palla passa ai legali che dovranno preparare la stesura del contratto, che prevederà l’inserimento di molte clausole, quindi ci vorrà del tempo.

Dopo un autentico ballottaggio con Tare, alla fine il club di via Aldo Rossi ha deciso per l’ex ds della Juventus, che visto ciò che ha fatto nel club bianconero , potrà rilanciare sicuramente la società rossonera, dopo questa non proprio esaltante stagione attualmente in corso. Nei prossimi giorni ci saranno ulteriori aggiornamenti.

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Serie A

Inter, il sindaco Sala: “Marotta quello che deve fare è portare a casa lo scudetto”

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Inter, Marotta

 Il patron dell’Inter, Beppe Marotta, ha espresso scetticismo sui tempi di realizzazione del nuovo stadio. Non si è fatta aspettare la risposta del sindaco Sala.

Il sindaco di MilanoGiuseppe Sala, a margine di un evento a Linate ha risposto piccato alle parole del Presidente dellInter, Giuseppe Marotta, che ieri aveva espresso scetticismo sui tempi di realizzazione del nuovo stadio.

Inter

View of Stadio Giuseppe Meazza also known as San Siro Stadium, is a football stadium of A.C. Milan and Inter Milan in Milan, Italy.

Inter, la risposta del sindaco Sala

In seguito le parole del sindaco di Milano:

“Marotta quello che deve fare è portare a casa lo scudetto. Su questa questione parlo con Oaktree e credo che Marotta, come tutti, legga la preoccupazione legata alle tante resistenze, che però non arrivano certo da noi. Dal nostro punto di vista c’è il desiderio di far rispettare le regole e garantire che le valutazioni siano fatte nel modo più corretto possibile, ma l’obiettivo rimane quello di chiudere tutto per l’estate“.

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Serie A

Atalanta, De Ketelaere, cento giorni senza gol. Ora serve la scossa

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Atalanta-Inter

Charles De Ketelaere a secco da troppo tempo: l’Atalanta aspetta la sua scintilla per il rush finale. Obiettivo: blindare la Champions

L’ultimo gol risale al 22 dicembre contro l’Empoli. Da allora, Charles De Ketelaere ha perso lo smalto che lo aveva reso il simbolo della nuova Atalanta di Gasperini. L’attaccante belga, che fino a pochi mesi fa sembrava trascinare da solo la Dea, ora si ritrova impantanato in un momento difficile, sia a livello mentale che tecnico. E con la volata Champions ormai entrata nella fase decisiva, il suo risveglio diventa indispensabile per l’Atalanta.

Atalanta

Esultanza Atalanta con Charles De Ketelaere ( foto KEYPRESS )

Dall’exploit all’ombra: cosa è successo a De Ketelaere?

La stagione di De Ketelaere era partita nel migliore dei modi: dopo la difficile esperienza al Milan, il belga aveva trovato nuova linfa a Bergamo, dimostrando talento, incisività e continuità. Sembrava la sua consacrazione definitiva, fino a quando, a metà febbraio, qualcosa si è inceppato. Il doppio confronto con il Bruges – la squadra che lo ha lanciato – avrebbe dovuto essere la sua vetrina, ma è stato invece l’inizio di un blackout preoccupante.

Da quel momento, prestazioni opache, poca incisività e, soprattutto, nessun gol. Eppure, la voglia di invertire la rotta c’è: lo dimostra la rabbia dopo l’occasione sfiorata contro la Fiorentina, quando un tiro a fil di palo lo ha lasciato con un misto di frustrazione e consapevolezza. Gasperini continua a dargli fiducia, aspettando il suo ritorno ai livelli di inizio stagione.

Atalanta, otto partite per cambiare il destino

Il tempo stringe e De Ketelaere deve ritrovare il suo istinto sotto porta. Lo scorso anno, nelle ultime otto partite, riuscì a mettere a segno quattro reti decisive. Ora serve una reazione simile per guidare l’Atalanta nella corsa alla Champions. La squadra ha bisogno delle sue giocate, del suo talento e della sua personalità. Il momento di rialzarsi è adesso.

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