Serie A
Juventus: subito il cambio di modulo
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La Juventus in campionato non sa più vincere tra errori, distrazioni e un atteggiamento troppo passivo:
occorre cambiare subito.
Se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, la Juventus ha giocato le ultime due partite contro Napoli e
Milan, due delle squadre più in forma del nostro campionato: in entrambe le partite i bianconeri sono
passati in vantaggio e hanno concesso pochissimo agli avversari, facendosi recuperare solo grazie a gravi
errori dei singoli o distrazioni in fase difensiva.
Questa però è l’unica nota positiva, perché essere penultimi in campionato dopo 4 giornate non ammette
attenuanti.
Il modulo e la continuità con Pirlo
Allegri insiste sul modulo utilizzato da Pirlo nella scorsa stagione: 4-4-2 in fase difensiva e 3-5-2 in fase offensiva;
probabilmente, anche se non è il suo modulo ideale, vuole che la squadra riparta con delle certezze, come aveva già fatto nel dopo Conte,
quando utilizzò per un periodo il 3-5-2.
Tuttavia il modulo attuale ha più di un problema: primo, è davvero inusuale che una squadra attacchi e
difenda con due moduli differenti; secondo, la Juventus non ha in rosa un vero esterno sinistro di
centrocampo oltre ad Alex Sandro (già impiegato come terzino); terzo, forse l’aspetto più importante, non è
pensabile che De Ligt e Chiesa siano fuori dall’11 titolare.
La Juventus con il 3-4-2-1
Uno dei maggiori pregi di Max Allegri è la capacità dimostrata negli anni di utilizzare schemi molto diversi
tra loro, apportando cambiamenti anche nel corso della partita.
Cuadrado Chiellini e Bonucci non si discutono, ma serve un modulo in grado di ospitare anche De Ligt e
Chiesa: l’ideale sarebbe un passaggio al 3-4-2-1: una difesa a tre con Bonucci affiancato da De Ligt e
Chiellini, centrocampo a 4 con Cuadrado e Alex Sandro sulle fasce e Dybala e Chiesa dietro Morata.
Il tempo della difesa a 3 vista come utile solo in Italia è finito: l’anno scorso con la difesa a 3 l’Inter ha vinto
lo scudetto, l’Atletico di Simeone ha vinto la Liga e soprattutto il Chelsea ha vinto la Champions League.
Inoltre Allegri ha mostrato di saper applicare con successo sia la difesa a 3, sia i 2 giocatori dietro la prima
punta, ruolo in cui anche Kulusevski, Bernardeschi e Ramsey potrebbero trovarsi a loro agio, in caso di
cambi a partita in corso ovviamente perché i titolari non sono in discussione. Ad Allegri non resterebbe che
scegliere il partner di Locatelli tra Rabiot e Bentancur, almeno sino al rientro di Arthur.
il cambio di modulo è la via più veloce per dare la scossa a questa squadra, perchè ogni nuovo innesto non arriverà prima di Gennaio e, di questo passo, sarebbe troppo, troppo tardi.
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Serie A
Sacchi duro sul Milan: “Non gioca come una squadra”
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Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi critica duramente il Milan e Sergio Conceicao: “Non è una squadra, manca un’idea di gioco”.
Arrigo Sacchi, storico allenatore del Milan, ha espresso forti critiche nei confronti della squadra rossonera in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Sacchi ha puntato il dito contro la mancanza di coesione e di un’idea di gioco chiara, osservata durante la recente partita contro il Bologna.
Secondo l’ex tecnico, il Milan si è presentato in campo con undici giocatori “sparpagliati”, sottolineando l’assenza di un sistema di gioco solido e coeso. Le parole di Sacchi hanno risuonato come un monito per l’allenatore attuale, Sergio Conceicao, che si trova ora sotto pressione per migliorare le prestazioni della squadra.
Il futuro del Milan sotto la lente
Le dichiarazioni di Sacchi giungono in un momento delicato per il Milan, che si trova a fronteggiare critiche sia dai tifosi sia dagli esperti del settore. Il commento dell’ex allenatore non solo getta ombre sul lavoro svolto finora, ma solleva anche interrogativi sul futuro del club.
Conceicao dovrà lavorare sodo per ritrovare l’unità e l’identità di gioco che sono state il marchio di fabbrica del Milan nelle sue stagioni di successo. La reazione della società e dei giocatori sarà cruciale per rispondere alle critiche e riportare la squadra ai vertici del calcio italiano e internazionale.
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Fonte: l’account X di Schira
Arrigo #Sacchi stecca #Conceicao alla GdS: “Questo #Milan non è una squadra. A Bologna c’erano 11 giocatori sparpagliati per il campo, senza nulla che li tenesse uniti, senza un gioco, senza un’idea…”. #ACMilan pic.twitter.com/SSp0U8ASZi
— Nicolò Schira (@NicoSchira) March 1, 2025
Serie A
Inter, rientro di Sommer: pronto un guanto con un tutore
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L’Inter, nonostante le ottime prestazioni di Martinez, sta lavorando per recuperare al più presto il titolare Sommer. Al rientro utilizzerà un guanto speciale.
Il calendario è colmo di impegni sempre più importanti per la squadra di Simone Inzaghi, che vuole al più presto recuperare gli infortunati per avere l’intera rosa a disposizione per affrontare al meglio il finale di stagione.
Uno di questi è ovviamente il portiere svizzero Sommer, fermato da un infortunio alla mano, che lo ha costretto a doversi operare. Inizialmente erano previsti circa 45 giorni di stop, ma l’ex Bayern Monaco potrebbe rientrare prima del previsto.
Per lui è stato pensato un guanto con un tutore al suo interno, in modo tale da proteggere la mano e farlo tornare a giocare il prima possibile. Il nuovo obiettivo di rientro è la sfida di ritorno contro Feyenoord in Champions League, prima della sosta per le Nazionali.
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YANN SOMMER ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Empoli, D’Aversa: “Sarà una partita dura, ma dobbiamo ripartire dalla determinazione vista con la Juventus”
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Alla vigilia di Genoa-Empoli, l’allenatore dei toscani, Roberto D’Aversa, è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match.
Di seguito un estratto delle parole del tecnico dell’Empoli in vista della sfida contro la Roma. Dopo lo storico passaggio del turno in Coppa Italia, adesso i toscani hanno bisogno di rialzare la testa in campionato per uscire dalla zona retrocessione.
Empoli, le parole di D’Aversa
Dal punto più basso della stagione alla magica notte di mercoledì: come ha vissuto questo percorso?
“Avevo chiesto una reazione d’orgoglio dopo il tracollo contro l’Atalanta, ma ora ci aspetta una partita complicata, con tante assenze. Dobbiamo ripartire da qui”.
Che tipo di gara si aspetta domani?
“Nelle ultime tre partite in casa hanno sempre vinto e hanno trovato un buon equilibrio. Il loro pubblico è un fattore, puoi sentirti superiore in certi momenti, ma poi la partita può cambiare improvvisamente. Mi viene in mente la gara dell’anno scorso con il Lecce: l’energia dello stadio ha cambiato tutto. Abbiamo le nostre qualità e la partita di mercoledì deve darci fiducia e compattezza.
Non siamo una squadra che sa aspettare: di solito facciamo meglio quando siamo aggressivi. Non sarà tanto la tattica quanto i duelli individuali a fare la differenza. Anche a Torino, seppur con la testa al passaggio del turno, abbiamo comunque recriminato per il risultato finale”.
Quanto conterà la cura dei dettagli?
“I dettagli sono fondamentali. All’andata un episodio ha deciso la partita, e questo vale sia nel calcio che nella vita di tutti i giorni”.
Ismajli sarà disponibile?
“Ismajli non ci sarà. La soddisfazione per il passaggio del turno non ci restituisce gli infortunati. Dobbiamo dare tutto in campo, mantenendo la testa sulla realtà: in campionato abbiamo preso cinque gol e quello che è successo mercoledì non deve distrarci dall’obiettivo salvezza”.
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ESULTANZA EMPOLI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Quale atteggiamento servirà per fare risultato?
“La partita di mercoledì ci deve dare energia, ma dobbiamo ricordare che domenica scorsa abbiamo incassato cinque gol. Dobbiamo mettere da parte la felicità e concentrarci su una squadra in forma e in uno degli stadi più caldi d’Europa”.
Riproporrà lo stessi undici della sfida con la Juventus?
“Bisogna considerare le tre partite ravvicinate, il minutaggio dei giocatori. Metterò in campo chi può garantire il massimo rendimento. Sono contento per chi ha giocato meno, come Sambia, Konaté, Tosto. L’impresa di mercoledì ha richiesto energie fisiche e mentali, dove ho gestito meglio potremmo avere dei vantaggi nelle scelte iniziali”.
Cosa ha visto nei suoi ragazzi durante i rigori a Torino?
“I ragazzi hanno affrontato i rigori senza la pressione di dover passare a tutti i costi. Ci siamo detti di non mollare proprio in quel momento cruciale. Meritavamo di vincerla quella partita. Quando riesci a schierare giocatori nei loro ruoli naturali, come Ismajli e Marianucci, fa una grande differenza. Non voglio trovare scuse, ma è chiaro che certe assenze pesano”.
Serve più fortuna sotto porta?
“Non credo nella fortuna o nella sfortuna. A volte serve più precisione e determinazione per segnare. Ho visto una buona aggressività in settimana, quella voglia di non prendere gol che può determinare un risultato”.
Dopo l’Atalanta sembrava che la squadra avesse mollato. Cosa è cambiato contro la Juventus?
“Può sembrare che ci siamo arresi, ma è stata anche l’Atalanta a metterci in difficoltà. L’autogol ha influenzato l’inconscio. Non voglio che passi l’idea che i ragazzi abbiano mollato. In allenamento non hanno mai smesso di lottare”.
Vedere i risultati delle altre squadre influenzerà l’approccio alla partita?
“Dobbiamo pensare solo al nostro percorso, senza aggiungere pressioni. Ogni partita va affrontata con la massima concentrazione, senza fare troppi calcoli”.
Quanto conta il sostegno dei tifosi?
“Tornare a casa e trovare uno striscione per noi è stato bellissimo. È un vantaggio sentire sempre il loro supporto. I tifosi apprezzano chi lotta per la maglia. Lavoriamo per restare fuori dalla zona retrocessione, ma sappiamo che tutto potrebbe decidersi all’ultimo secondo dell’ultima giornata”.
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