john elkann - Ferrari - EXXOR
<p><strong>La sconfitta contro il Parma ha riaperto una ferita che sembrava cicatrizzata: la Juventus rischia seriamente di restare fuori dalla prossima Champions League,</strong></p>
<p>A questo punto lo scenario non è più solo ipotetico, ma concretamente sul tavolo.</p>
<p>La <strong>classifica</strong> dice che i bianconeri sono <strong>quinti a pari punti con la Lazio</strong>, con il <strong>Bologna davanti</strong> e <strong>due scontri diretti da giocare in trasferta</strong>. Insomma, la situazione si è complicata. E le conseguenze <strong>sarebbero forti</strong>, non solo sul piano sportivo, ma soprattutto su quello <strong>economico e strategico</strong>.</p>
<h2><strong>L’impatto economico: 60 milioni in meno</strong></h2>
<p>Restare fuori dalla Champions significherebbe <strong>perdere almeno 60 milioni di euro</strong>, tra premi UEFA, sponsor, diritti TV e visibilità internazionale. Un colpo durissimo per una società che sta già cercando di rimettere i conti in ordine dopo gli anni post-pandemia e le note vicende giudiziarie.</p>
<h2><strong>L’aumento di capitale: la mossa preventiva di Exor</strong></h2>
<p>La proprietà, però, si è mossa in anticipo: <strong>Exor ha già autorizzato un aumento di capitale fino a 115 milioni di euro</strong>, un&#8217;iniezione vitale per sostenere la struttura in caso di mancata qualificazione alla Champions.<br />
Questo consentirebbe al club di:</p>
<ul>
<li>Evitare <strong>cessioni forzate</strong> a giugno</li>
<li><strong>Rinviare decisioni</strong> sui big (come Chiesa o Vlahovic) alla sessione estiva avanzata</li>
<li>Avere <strong>più potere contrattuale</strong> nelle trattative in uscita</li>
</ul>
<h2><strong>Juventus, cessioni: sì, ma non obbligate subito</strong></h2>
<div id="attachment_451586" style="width: 1010px" class="wp-caption aligncenter"><img aria-describedby="caption-attachment-451586" class="size-full wp-image-451586" src="http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2025/04/Vlahovic-e-Tudor.jpg" alt="Juventus" width="1000" height="600" /><p id="caption-attachment-451586" class="wp-caption-text">IGOR TUDOR E DUSAN VLAHOVIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )</p></div>
<p>L’uscita dalla Champions <strong>non significherà smantellamento</strong>, ma il <strong>player trading</strong> rimane una voce fondamentale. In ogni caso, grazie all’aumento di capitale, la Juve potrà:</p>
<ul>
<li><strong>Selezionare con calma</strong> chi sacrificare (evitando svendite)</li>
<li><strong>Gestire con strategia</strong> i rinnovi e le situazioni contrattuali (Chiesa, Bremer, McKennie, Vlahovic)</li>
<li>Fare <strong>innesti mirati</strong>, magari puntando su profili più giovani o su occasioni a parametro zero</li>
</ul>
<h2><strong>Mercato sostenibile, ma competitivo</strong></h2>
<p>La Juve punterà comunque a costruire una squadra <strong>competitiva</strong>, magari non da fuochi d’artificio, ma da <strong>idee forti</strong>. L’eventuale mancata Champions non fermerà operazioni già impostate, ma condizionerà le modalità e i tempi. E sarà determinante anche nella scelta dell’<strong>allenatore</strong> per il nuovo ciclo.</p>
<h3> In sintesi:</h3>
<ul>
<li><strong>Senza Champions = -60 milioni</strong></li>
<li><strong>Aumento di capitale = ossigeno immediato</strong></li>
<li><strong>Cessioni = sì, ma senza panico</strong></li>
<li><strong>Strategia = visione a medio termine, con attenzione ai giovani e al monte ingaggi</strong></li>
</ul>
<p>Elkann si è mosso in anticipo, e questo è già un segnale forte. Ma la Champions rimane <strong>una necessità</strong>, non solo un obiettivo sportivo.</p>
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Aggiornato al 25/04/2025 11:12
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