Serie A
Juventus, Di Gregorio: “Non parliamo di scudetto. Buffon? la sua eredità mi sprona”
Juventus, il portiere Di Gregorio ha rilasciato una lunga intervista a Sportitalia dove ha discusso del suo approdo alla Juve e dell’eredità di Buffon.
Juventus, Di Gregorio: “Tornassi indietro rifarei tutte le scelte”
A seguire le parole del portiere della Juventus.
In questi primi mesi avete dovuto fare i conti con diverse assenze, però in campionato siete in quota. Che momento state vivendo?
“Credo che, essendo una squadra molto giovane e con tanti innesti nuovi (siamo la seconda più giovane del campionato) siamo sulla strada giusta, lavoriamo in una certa maniera, seguendo quello che ci dice il mister. Ci sono tante squadre davanti in pochissimi punti, noi siamo tra quelle; penso che, per adesso, il bilancio sia positivo”.
Nello spogliatoio parlate di Scudetto?
“In verità no. Parliamo di cercare di allenarci sempre bene, di tenere alto il livello quotidianamente, guardando partita per partita sia in A sia in Champions League. Provando a fare sempre la migliore prestazione possibile”.
Parlando di Champions League: quale idea ti sei fatto sulla dimensione bianconera?
“Guardando un po’ il percorso fatto fino a oggi, abbiamo 7 punti. Siamo a metà di questa grande classifica del nuovo format; siamo ampiamente in corsa, come detto per il campionato”.
Come sta crescendo il feeling tra voi portieri e lo staff di Motta?
“Più lavori insieme, passi del tempo insieme, più ti conosci e capisci le richieste. Penso si stia vedendo un atteggiamento di una squadra molto compatta, un gruppo molto unito che vuole lottare su tutti i palloni e in tutte le partite per fare il massimo. Più passa il tempo e più le cose andranno meglio”.
Ci pensi ogni tanto che difendi la porta che è stata di Buffon per diversi anni?
“Inevitabile. Già prima di mettere piede qui al centro sportivo è la prima cosa a cui ho pensato. Storicamente sono passati portieri fortissimi. Buffon ha fatto la storia di questa squadra e di questo ruolo, sicuramente è bello e mi sprona molto”.
Sei stato paragonato a Peruzzi. Cosa pensi di avere di simile a lui?
“Credo che sia un paragone più a livello di caratteristiche. E un po’ magari anche estetico, non essendo troppo alti e con una fisicità importante. Mi fa molto piacere, Peruzzi è stato un portiere incredibile”.
Siamo in periodo Nazionale. Tra le tue idee c’è anche quella di puntare all’azzurro?
“Sono molto felice per la prima chiamata perché come da bambini si sogna di giocare in A e in Champions, si sogna anche di vestire la maglia azzurra. La prima convocazione era un obiettivo, così come sarà un obiettivo riuscire a entrare nel gruppo e rimanerci il più a lungo possibile”.
Ci racconti come è nata l’opportunità di arrivare alla Juventus e le prime emozioni che hai provato?
“Allora, nasce che finito il campionato è passato qualche giorno e il mio procuratore dopo una chiacchierata di fine stagione mi ha detto che c’era questa possibilità ed è normale che mi ha lasciato un po’ spiazzato perché comunque sapevo di aver fatto una buona stagione però poi quando si concretizza l’interesse di una società come la Juventus, a realizzarla ci vuole qualche giorno. E’ stata un’emozione molto bella e forte”.
Vorrei parlare del tuo percorso: sei cresciuto nel Settore Giovanile dell’Inter, potevi ambire al posto di terzo portiere in Prima Squadra, invece hai fatto una scelta diversa. Hai scelto di ripartire dalla Serie C, di giocare, di fare gavetta: ti chiedo se rifaresti questa scelta, di ripartire dal basso e quanto poi è stata importante l’avventura al Monza.
“Tornassi indietro rifarei tutte le scelte che ho fatto perché mi hanno formato sia come calciatore che come uomo partendo appunto dalla C dove comunque ti scontri con realtà molto diverse da quelle che sei abituato ad affrontare nel Settore Giovanile. Quindi ti formano davvero tanto. E il fatto di aver fatto un percorso dove ho sempre ambito a giocare, non mi importava dove e in che categoria, mi ha aiutato nel minutaggio, nello sbagliare e migliorarmi. Quindi si, rifarei tutto.
Monza? Quattro anni molto belli, quattro anno vissuti con un obiettivo che era quello di andare in Serie A. Ed esserci riusciti è stato emozionante sia personalmente che per tutto il mondo Monza, per la presidenza. E’ stato veramente bello e anche i due anni in Serie A sono stati molto difficili, perché l’impatto con la Serie A è sempre differente. Però ci siamo tolti delle soddisfazioni, quindi, per me, sono anni che porterò con me per sempre”.
Considerato che il portiere generalmente ha un rapporto diverso col proprio preparatore, nel senso che ci sta più a contatto, ti chiedo se c’è un allenatore che credi ti abbia cambiato la carriera. E poi se c’è una parata che in carriera ricordi con più emozione.
“Ma a livello di preparatori credo di essere stato comunque fortunato, di aver incontrato preparatori diversi l’uno dall’altro, ma da cui ho potuto estrapolare qualche dettaglio o qualche concetto diverso. Un po’ tutti. Sicuramente essermi allenato due anni con Magni mi ha aiutato perché lui arrivava da una società grande come il Milan e aveva già lavorato con portieri come Donnarumma. E anche lui mi è stato di grande aiuto. La parata? La prima che mi viene in mente adesso che sono qua è proprio in Juventus-Monza quella su Di Maria. La ricordo con piacere”.
Svelaci il tuo prossimo sogno che vuoi realizzare: se chiudi gli occhi e li riapri a giugno. Cosa vorresti aver raggiunto?
“Sicuramente se dovessi esprimere un sogno lo farei al massimo e sarebbe quello di aver vinto tutto. E poi dopo c’è la realtà, ci sono gli avversari, ci sono i percorsi. E quindi non è mai semplice vincere. Però questo è il mio sogno: cercare di fare una stagione importante e aiutare la società, la squadra, i miei compagni, di dare il mio massimo e poi cercare di raccogliere tutto quello che si può raccogliere”.
Chi è il più elegante? Chi il più chiacchierone e chi il più riservato? Chi il più divertente del gruppo?
“Locatelli è il più elegante, mentre Perin è il più chiacchierone e Douglas Luiz il più riservato. Quanto a Gatti, ha i gusti musicali peggiori, mentre Vlahovic è il re degli scherzi e McKennie il più simpatico. Danilo è la figura più saggia e il mio principale punto di riferimento per i consigli”
Serie A
Capello: “Milan-Juve gara decisiva. Su Vlahovic…”
L’ex ct della Nazionale ha rilasciato alcune dichiarazioni sul big match della prossima giornata di Serie A. Leggi con noi le parole di Capello.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Fabio Capello ha analizzato il big match tra Milan e Juventus, in programma sabato 23 alle 18.00. L’ex allenatore ha definito la sfida decisiva in ottica Scudetto, sbilanciandosi anche su chi potrebbe rivelarsi il matchwinner.
Le parole di Capello
Un risvolto tattico.
“Se il Milan insisterà con il fuorigioco esasperato, Vlahovic sarà determinante attaccando la profondità. Molto di Milan-Juventus passerà da queste situazioni”.
Su Vlahovic.
“Dusan si muove molto bene in area e in certi aspetti ricorda Trezeguet. Deve migliorare nel gioco con la squadra e i movimenti di Ibrahimovic sono come un manuale del grande attaccante che dovrebbe guardare. Lui sarà una delle chiavi della sfida“.
Chi ha più da perdere?
“Il Milan. Chi esce sconfitto rischia di perdere anche l’ultimo treno per lo scudetto. Vale per tutti, soprattutto per Fonseca. La Juventus è ancora imbattuta e dovesse vincere a San Siro lancerebbe un segnale forte a tutto il campionato. La classifica davanti è corta. Potenzialmente, per rosa e esperienza, la favorita resta l’Inter”.
I nuovi progetti di Milan e Juventus.
«Milan e Juventus sono ancora due squadre in laboratorio. La squadra di Fonseca sembrava sbocciata al Bernabeu, poi a Cagliari è tornata indietro. Segna molto, ma subisce troppo. Thiago Motta ha la miglior difesa della Serie A e pian piano sta iniziando a trovare più gol.
A San Siro mi aspetto che la Juventus gestisca gioco e possesso aspettando il momento giusto per sorprendere la difesa alta dei rossoneri con Vlahovic o con gli inserimenti di Koopmeiners. I bianconeri sono reduci da un derby dominato: ho visto la miglior Juve di stagione contro il Torino. A Fonseca per vincere servirà un Milan stile Bernabeu, più coperto e attento in fase difensiva”.
Serie A
Inter, UFFICIALE: Bisseck rinnova fino al 2029
Era nell’aria ed ora è ufficiale, Yann Bisseck rinnova con l’Inter fino al 2029. Il difensore ha cominciato al meglio questa stagione, meritandosi il rinnovo.
Arrivato a Milano la scorsa estate in sordina, Bisseck è diventato ormai un punto fermo della rosa di Simone Inzaghi, la scorsa stagione è stata un po’ di inserimento con non tantissime presenze, questa stagione però l’aria è cambiata, Inzaghi gli dà molta più fiducia schierandolo molte volte titolare e lui sta rispondendo alla grande.
Inter, Bisseck rinnova: il comunicato
Yann Bisseck ha rinnovato il suo contratto con i nerazzurri, come spiega la società nerazzurra con una nota sul proprio sito ufficiale. Queste le parole del comunicato sul difensore tedesco: “FC Internazionale Milano comunica di aver raggiunto un accordo per il prolungamento di contratto del giocatore Yann-Aurel Bisseck: il difensore classe 2000 sarà nerazzurro fino al 30 giugno 2029″.
Richieste di Inzaghi
La dirigenza nerazzurra, guidata dal presidente Giuseppe Marotta, ha risposto prontamente alle richieste del proprio allenatore, blindando uno dei giocatori più preziosi in rosa. Per Inzaghi, avere un gruppo sereno e motivato è fondamentale e, le questioni sui rinnovi sono fondamentali per tenere il morale alto.
2️⃣0️⃣2️⃣9️⃣ ✍️📃🖤💙#ForzaInter #Bisseck2029 pic.twitter.com/4TYS1RmROi
— Inter ⭐⭐ (@Inter) November 15, 2024
Serie A
Inter, Zielinski: “Sono in un top club, ma avrei prolungato con il Napoli”
Inter, il centrocampista della nazionale polacca Piotr Zielinski ha rilasciato un’intervista al canale Kanał Sportowy trattando varie tematiche legate al suo trasferimento in nerazzurro.
Tra i numerosi temi affrontati da Zielinski c’è proprio la decisione, presa un anno fa, di indossare la maglia nerazzurra. Una scelta maturata nonostante le numerose offerte ricevute per lasciare Napoli a parametro 0. Inoltre, ha parlato del suo ambientamento sotto la guida di Simone Inzaghi, che, inaspettatamente, si è rivelato meno semplice del previsto. Oltre a questo, ha voluto ribadire di essere in un top club, nonostante ne abbia rifiutati altri. A seguire le sue dichiarazioni.
Inter, le parole di Zielinski
NO A JUVENTUS E ALTRI TOP CLUB PER L’INTER
“Su di me c’erano Liverpool, Arsenal, Atletico Madrid, Juventus… Ho ricevuto richieste specifiche da parte del Barcellona. Ma mi piace l’Italia. Quando sono arrivato al Napoli, mi sono trovato bene, sarebbe stato difficile per me andare in Inghilterra, per esempio. Avrei preso in considerazione la Spagna, ma la priorità era continuare la mia carriera in Italia”.
NAPOLI
“Oggi sono all’Inter, ma anche il Napoli è un grande club e sarei stato felice di prolungare il contratto”.
SONO IN UN TOP CLUB
“Sono arrivato in un grande club, dove non ti fanno mancare nulla. A Milano un giocatore ha tutto ciò che serve, deve solo pensare a giocare”.
PREPARAZIONE DIFFICILE
“I primi 3-4 giorni di test sono stati duri, il periodo di preparazione è stato probabilmente il più difficile da quando sono arrivato in Italia”
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