Serie A
Giuntoli: “La Juventus il massimo cui si può ambire”
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Cristiano Giuntoli ha parlato della nuova Juventus, cambiata radicalmente dal suo arrivo.
Cristiano Giuntoli, sin dal suo arrivo alla Juventus dal Napoli poco più di un anno fa, ha più volte sottolineato che approdare in bianconero fosse il suo sogno sin da piccolo. Da bambino andava allo stadio con suo padre Tiziano, tifoso sfegatato, e quei ricordi lo accompagnano ancora oggi:
“Era un tifoso fanatico, mi portava alle partite quando avevo otto anni” ha raccontato con commozione. Per lui, essere alla Juventus rappresenta il massimo traguardo: “La Juve è un punto d’arrivo, il massimo cui si può ambire” ha detto, sottolineando quanto sia speciale lavorare nel club che ha sempre amato fin da piccolo.
Una gestione responsabile delle finanze
La Juventus, pur partendo da una situazione finanziaria complicata, è riuscita a portare a termine operazioni di mercato importanti senza compromettere l’equilibrio economico. Giuntoli spiega che non esiste un trucco: “Bisogna semplicemente fare i conti, considerando una prospettiva di cinque anni”.
L’esempio è chiaro: un giocatore che in passato guadagnava 13 milioni lordi è stato sostituito da uno costato 10 milioni, ma con uno stipendio notevolmente inferiore. “Così, tra ingaggio e ammortamento, risparmiamo oltre 30 milioni di euro”. La strategia era precisa: ridurre il monte ingaggi e ringiovanire la rosa, obiettivi raggiunti con successo.
Sulla pressione e la responsabilità in un club storico come la Juventus
Giuntoli ammette che lavorare in bianconero comporta una grande responsabilità: “Qui c’è sicuramente più pressione, ma io preferisco parlare di senso di responsabilità. Appena arrivato, ho percepito subito la storia e il peso di questo club. Non sono uno che lascia trasparire le emozioni, quindi anche la pressione la gestisco interiormente, mantenendo sempre lucidità e serenità”.
Ricordi d’infanzia e idoli bianconeri
Entrare nel J-Museum è sempre un momento emozionante per Giuntoli: “Ogni volta penso a mio padre e mi rendo conto di dove sono arrivato. Mi vengono in mente le immagini della Juventus che sognavo da bambino”.
“I miei idoli? Zoff, Cabrini, Scirea, e anche Causio, che è stato un fuoriclasse. E poi Furino, un simbolo della mia epoca da tifoso”.
Il fiuto per i talenti: tra dati ed emozioni
Quando si tratta di scegliere un giocatore, Giuntoli non si affida solo ai numeri: “I dati raccontano la storia di un calciatore, ma per me è fondamentale l’emozione. Devo vederlo e capire cosa mi trasmette. Anche se tutti i dati sono importanti, senza quella sensazione non ho una visione completa”.
E come in ogni lavoro, ci sono scommesse vinte e perse: “Certo, qualche errore l’ho fatto. La trattativa più complicata? Forse Osimhen, ci ho messo quattro mesi per portarlo a Napoli”.
Il futuro con Thiago Motta sulla panchina della Juventus
L’arrivo di Thiago Motta alla Juventus è stato frutto di una lunga trattativa. “Sapevamo che non eravamo gli unici interessati a lui, ma abbiamo giocato le nostre carte e sposato in pieno il suo progetto calcistico”.
E riguardo un piano B: “Sì, c’era, ma preferisco non fare nomi. Era un allenatore straniero che lavora ancora in Europa”.
Sui rimpianti di mercato
Nel mondo del calcio, ci sono sempre rimpianti. “Tutti ne abbiamo” ammette Giuntoli. “Ad esempio, Calafiori è un rimpianto per tutto il calcio italiano, non solo per la Juventus. Dobbiamo riflettere su come abbiamo lasciato andare un giocatore del suo talento”.
Su Vlahovic, invece, il direttore sportivo ha le idee chiare: “Nel calcio di Thiago può succedere di essere sostituiti all’intervallo, nulla di particolare. Il rinnovo? Non è un problema, lo faremo”.
Le favorite per lo scudetto e il futuro della Juventus
Per quanto riguarda la corsa al titolo, Giuntoli si mostra cauto: “È presto per dirlo, ma Inter e Napoli sono le squadre da battere. L’Inter per la sua esperienza, il Napoli per la sua nuova strategia. E la Juve? Abbiamo cambiato tanto, quindi c’è sempre un rischio. Siamo ancora alla scoperta di noi stessi, ma sono curioso di vedere dove possiamo arrivare”.
Giuntoli racconta come si gestiscono situazioni delicate come quelle di Chiesa e McKennie: “Con chiarezza e semplicità. Con Chiesa siamo stati onesti fin dall’inizio, trovando insieme la soluzione migliore per lui. McKennie, invece, non è mai stato fuori dal progetto, il problema riguardava solo il rinnovo”.
Il direttore sportivo si è poi detto entusiasta di Koopmeiners: “È speciale, sa sempre cosa fare con la palla e ha una tecnica eccezionale. Un giocatore che fa la differenza”.
E su Thiago Motta, aggiunge: “Ha avuto un grande impatto alla Juventus. È empatico, ha una personalità forte e vive per questo lavoro. È un predestinato”.
Le bugie nel mondo del calcio
“Io non dico bugie, al massimo ometto qualcosa. Sono bugie bianche, ma le subisco anche. Quando un giocatore ha già deciso di andare altrove e cerca di nasconderlo, a volte faccio finta di credergli”.
Su Allegri e il bel gioco
Su Allegri, Giuntoli preferisce non esprimersi, ma sul tema del bel gioco e dei risultati ha una visione chiara: “Equilibrio e comando del gioco sono fondamentali. Una squadra forte deve saper fare tutto, non solo vincere”.
Serie A
Fiorentina, tegola Richardson: ecco quante partite starà fuori
Fiorentina, una brutta tegola arriva dal ritiro del Marocco: l’infortunio di Richardson non è così lieve.
Il calciatore marocchino rientrato a Firenze nelle scorse ore si è sottoposto agli esami di rito che hanno evidenziato una lesione muscolare, questo il report del club:
ACF Fiorentina comunica che, nella mattinata di oggi, il calciatore Amir Richardson è stato sottoposto ad accertamenti diagnostici a seguito dell’infortunio occorso in allenamento con la propria nazionale nella giornata di martedì.
Gli esami strumentali effettuati hanno evidenziato una lesione di secondo grado a carico del muscolo soleo della gamba destra. Amir ha già iniziato il percorso terapeutico-riabilitativo stabilito dallo staff sanitario viola e sarà rivalutato nei prossimi giorni.
Fiorentina, ecco quando torna Richardson
Il club viola non ha comunicato i possibili tempi di recupero, che per infortuni di questo tipo sono stimati in almeno 40 giorni di assenza dai campi di gioco.
In linea di massima potrebbe tornare per le gare del periodo natalizio: una stima potrebbe essere per la partita Fiorentina-Udinese del 23 dicembre.
Se così fosse salterebbe le sfide di campionato con Como, Inter, Cagliari e Bologna. La gara di Coppa Italia contro l’Empoli e le gare di Conference League contro Pafos, Lask e Vitoria Guimaraes.
Un bel guaio per Palladino che potrebbe trovarsi con gli uomini contati in una fase con tante partite in programma.
Serie A
Bologna, Ndoye torna a sorridere: c’è la data del rientro
Il Bologna di Italiano sembra finalmente aver preso il ritmo giusto ma gli infortuni mettono a dura prova l’umore della squadra. Ndoye si prepara a tornare.
I rossoblu devono fare i conti con l’infermeria in vista del ritorno in campo del prossimo weekend, a Roma contro la Lazio. L’esterno svizzero tornerà il mese prossimo.
Bologna, quando torna Ndoye: c’è la data
Gli esami strumentali condotti in seguito al forte impatto con il palo della porta situata sotto la Curva Sud della Roma, hanno evidenziato un grande ematoma esteso a tutta la gamba sinistra.
I tempi di recupero stimati per il ritorno in campo sono di circa 3 settimane. Con la sosta nazionali, il giocatore salterà sicuramente il match dell’Olimpico inoltre non sarà a disposizione nemmeno per la delicata sfida di Champions contro il Lille. Difficile vederlo in campo dall’inizio il 30 novembre contro il Venezia ma qualche sprazzo di partita potrebbe giocarlo.
Ad ogni modo la data cerchiata sul calendario dello svizzero è quella del 3 dicembre in Coppa Italia contro il Monza di Nesta. Poi tornerà in Serie A a pieno regime il 7 contro la Juventus.
Serie A
Roma, Garbo: “Ranieri figura giusta, compatterà il gruppo. Su De Rossi…”
Secondo il giornalista Daniele Garbo, Claudio Ranieri è l’allenatore che serviva alla Roma, perché è in grado di compattare lo spogliatoio.
Esonerato dopo il ko casalingo per 3-2 col Bologna, Ivan Juric è stato sostituito sulla panchina della Roma da Claudio Ranieri, alla terza esperienza in giallorosso. A lui il difficile compito di risollevare le sorti della squadra, dopo un avvio di stagione estremamente negativo.
Roma, il pensiero di Daniele Garbo su Ranieri 3.0
Il giornalista Daniele Garbo ha parlato a TMW Radio del ritorno di Ranieri alla Roma: “Ha detto cose interessanti che fanno capire il personaggio. Ranieri serviva alla Roma, serve uno di buonsenso, avendo il vantaggio di essere romano e romanista sa dove intervenire. Ha messo subito le cose in chiaro col presidente. Anche così acquisisci credibilità coi calciatori“.
Il ruolo in dirigenza servirà a scegliere un grande allenatore? “Lui allenerà fino a giugno e poi aiuterà i Friedkin, ma cos’è questo ruolo di senior advisor? Forse servirà per chiamare un allenatore giovane per un progetto a medio-lungo tempo, ma ce l’avevano già in De Rossi prima che lo mandassero via. A De Rossi mancava fare da raccordo tra società e allenatore. Ranieri è quella figura di esperienza che non c’era“.
Sui prossimi impegni: “Il calendario è tremendo, Ranieri sa a cosa andrà incontro. Non potrà fare miracoli ma riuscirà a compattare uno spogliatoio che si era disunito con Juric. Farà di necessità virtù, schiererà una formazione logica mettendo chi sta meglio“.
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