Serie A
Juventus, il secolo degli Agnelli
La Juventus festeggia i cento anni della famiglia Agnelli che ha legato il suo nome alla società in modo indissolubile.
Juventus, quei fasti racchiusi in un secolo e un cognome
C’è una data segnata a caratteri dorati nella storia della Juventus. E’ il 24 luglio 1923. Da quel giorno le sorti della società e quelle della famiglia Agnelli si sarebbero incrociate in modo indissolubile.
E ne sarebbe nata una lunga storia di trionfi, comunque una leggenda. Cominciò Edoardo Agnelli, poi fu la volta di Giovanni, patron della Fiat, altro elemento portante del tessuto sociale torinese, Umberto e Andrea.
Anni di scudetti a pioggia, di una Coppa dei Campioni pur molto discussa conquistata all’Heysel di Bruxelles contro il Liverpool per 1-0. Ma anche anni amari della retrocessione in serie B per via di una vicenda di illecito sportivo. Anni di campioni portati alla ribalta, due su tutti Michel Platini e Zbigniew Boniek. Poi ne sarebbero venuti molti altri, tanto per cesellare il discorso in un solo nome e a distanza di anni, Cristiano Ronaldo. Gli italiani valorizzati e portati al successo , poi, neppure si possono contare. Si può ricordare che l’ossatura della nazionale azzurra trionfatrice dei mondiali del 1982 in Spagna profumava quasi esclusivamente di Juventus, da Dino Zoff a Claudio Gentile, dal compianto Gaetano Scirea ad Antonio Cabrini, da Roberto Bettega e Marco Tardelli a un altro compianto, Paolo Rossi.
E, in tempi più moderni, come non citare Alessandro Del Piero? . A lui l’avvocato Agnelli avrebbe dedicato una delle sue frasi divenute poi di dominio collettivo: “ho dato a Del Piero il soprannome di Pinturicchio per l’estetica e il modo di giocare, i suoi gol sono sempre eccellenti”.
Agnelli amava in modo particolare gli aforismi e ne sfornava in continuazione. Sempre intrisi dell’orgoglio di essere al timone della nave bianconera e del desiderio di condurla a nuovi porti di successi.
Alcuni sono rimasti ben impressi nella memoria e non solo di quella juventina. Eccone un florilegio: “Di stile Juve parlano gli altri, non noi”, “prima della partita sono sempre nervoso, dopo quasi sempre soddisfatto”, “amo il calcio a tal punto da mettere in second’ordine le alternative domenicali”, “a Villar Perosa sono più popolare dei giocatori, se non lo sono a casa mia”.
Dall’Avvocato ad Andrea
“E’ una storia che inizia esattamente un secolo fa- ha ricordato la Juventus sul proprio sito juventus.com con parole riprese da Tuttosport – una storia di visione, progetti, vittorie, crescita, futuro, ma principalmente una grande, infinita storia d’amore, il 24 luglio 1923 Edoardo Agnelli diventava presidente della Juventus, il primo della famiglia Agnelli a legare il suo nome ai colori bianconeri, poi Gianni, l’avvocato, Umberto il dottore e infine Andrea, il legame tra il club e la famiglia non si è mai spezzato ed è, ancor oggi, fortissimo”.
Una Juventus sempre in grado di cavalcare la storia , non solo del calcio, ma anche quella del costume italiano la cui evoluzione si è fatta sentire anche nel mondo della sfera di cuoio. “E’ bello però- prosegue la nota – pensare che c’è qualcosa che, in questi anni, non è cambiato, magari si è rinforzato, alimentato, cresciuto ma non è cambiato. Parliamo dell’amore di un popolo verso i suoi colori”.
Un amore mai venuto meno anche nei tempi bui del calcio scommesse e della retrocessione in cadetteria. “Quell’amore- conclude la nota- che il grande popolo della Juve ci tributa con una forza che non si può discutere e che è lo stesso che da cento anni guida i passi della famiglia Agnelli”.
Agnelli e Juventus, insomma, sono due nomi che si sovrappongono perfettamente. E che, a dispetto della storia che passa, continueranno a stringersi la mano.
Serie A
Juventus, Motta: “Il derby partita speciale. Domani non ci sarà Douglas Luiz”
Thiago Motta, allenatore della Juventus, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del derby della Mole, in programma sabato 9 novembre alle 20:45.
Il tecnico della Juventus, Thiago Motta, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del derby della Mole contro il Torino di Vanoli. Il match dell’Allianz Stadium, valido per la dodicesima giornata, è previsto per domani, sabato 9 novembre, alle ore 20:45.
I bianconeri arriva dal pareggio esterno in Champions League contro il Lille, mentre in campionato dalla vittoria, sempre in trasferta, contro l’Udinese.
Juventus, le parole di Thiago Motta
Che partita sarà?
“Sensazioni buone, perchè vedo la squadra bene con il solito atteggiamento giusto. C’è un’atmosfera speciale con i nostri tifosi e vogliamo dare il massimo per fare una grande partita”.
Sul derby?
“L’importanza del derby perchè sappiamo che la città lo vive in maniera intensa. Sono partite belle da giocare e dobbiamo fare il nostro massimo per portare la partita dalla nostra parte”.
Come state fisicamente?
“Fisicamente molto bene. Abbiamo avuto 3 giorni di recupero. Questo è importante e vedo molto bene la squadra. Ho fiducia in tutti. Domani entreremo al 200% in partita”.
Su Bonucci?
“Abbiamo parlato del suo futuro da allenatore. Lo conosco da molto tempo, perchè abbiamo giocato insieme. Per noi è un privilegio la sua visita. In difesa stiamo lavorando bene, ma possiamo ancora crederci”.
Ha avuto modo di conoscere la città?
“Onestamente vivo poco la città. Però mi sento un privilegiato, perchè durante tutta la mia carriera hot vuto la fortuna di vivere in città bellissima. Oggi sono un privilegiato di essere in una grande squadra e vivere in una grande città. Sono stato fortunato”.
Le caratteristiche per avere la fascia da capitano della Juve?
“Tutto. Deve avere tutto. Il capitano deve trasmettere quello che siamo in questo momento”.
Come sta Douglas Luiz?
“Douglas è venuto per una mia richiesta a Lille. Ieri non si è sentito al 100% e ho deciso di non volerlo rischiare. Nico non sarà disponibile. Invece ci vorrà più tempo per Milik e Bremer. Da valutare anche Adzic”.
Domani sarà importante il tiro da fuori?
“Penso sia importante per tutte le squadre. I tiri da fuori sono un’arma importantissima soprattutto quando le squadre si difendono nella propria area di rigore. Noi dobbiamo sfruttarla nel momento giusto”.
Quanto è soddisfatto della crescita della squadra?
“Molto soddisfatto anche se noi tutti possiamo dare qualcosa in più. Io per primo. Lo stanno facendo sia allenamento che in partita. Bisogna crescere anche fuori dal campo, perchè noi dobbiamo fare qualcosa in più per non far sentire l’assenza di Bremer. Dobbiamo continuare così”.
Chi ha più probabilità di giocare tra Perin, Vlahovic e Fagioli?
“Possono giocare come partire dalla panchina”.
Si vede a lungo termine sulla panchina della Juve?
“Voglio restare per molti anni. Non penso a queste cose però”.
Serie A
Parma, Pecchia: “Il Venezia è in buon momento. La sconfitta col Genoa brucia”
Parma, Fabio Pecchia ha parlato nella conferenza stampa odierna in vista del match di Serie A contro il Venezia, in programma domani pomeriggio alle ore 15:00.
Il Parma di Fabio Pecchia sta attraversando un momento complicato. Fermo a 9 punti, il club emiliano ha collezionato 4 pareggi consecutivi nelle ultime 5 partite, seguiti da una sconfitta nell’ultima gara contro il Genoa. Questa serie di risultati ha portato la squadra in una situazione delicata. Il Parma si trova ora a un solo punto dalla zona retrocessione e ha urgente bisogno di una vittoria per rilanciarsi in classifica e allontanarsi dalle posizioni più rischiose.
Parma, le parole di Pecchia
A seguire, la conferenza stampa di Pecchia.
Che settimana è stata dopo la sconfitta e come ha reagito il gruppo?
“Una settimana abbastanza intensa, per le tante partite, ma abbiamo avuto il tempo per recuperare. E’ una sconfitta che brucia, abbiamo lavorato e continueremo a insistere facendo il nostro lavoro sempre con entusiasmo. Le partite vanno giocate con entusiasmo”.
Qualche problema numerico a centrocampo, loro hanno gamba a centrocampo. Prevede marcature speciali?
“Dobbiamo tenere conto, il Venezia viene da una grande partita, una grande prova a Milano e prima la vittoria con l’Udinese. Hanno giocato con intensità e qualità, attaccando con tanti uomini. A parte Osorio che è fuori, il resto del gruppo sarà a disposizione, anche Anas. Senza Bernabé mi aspetto ancora di più dagli altri che giocano in quella zona, anche Simon che sta vivendo un grande momento. E’ una responsabilità tecnica e morale, per lui come Keita, Anas e Estevez”.
Potrebbe esser la partita per vedere all’opera Di Chiara o qualcun altro di quelli che son rimasti fuori?
“In queste partite tante buone prestazioni di Coulibaly, Hainaut e lo stesso Valeri. Di Chiara è partito in ritardo rispetto al gruppo, ha bisogno di giocare, la sua condizione è sempre stata indietro ma con professionalità e serietà sta aiutando il gruppo. Può darci una mano, mi auguro possa esser decisivo se chiamato in causa”.
Senza Bernabé pensi di cambiare sistema o l’identità va oltre il singolo?
“C’è grande dispiacere, come è stato per Kowalski e gli altri infortunati. Perdiamo un giocatore importante, ovviamente lui ha caratteristiche particolari ma mi aspetto ancora di più a livello di leadership dagli altri in quella zona di campo, mettendo a disposizioni le caratteristiche. Devo esaltare ogni giocatore, è evidente poi che la nostra idea è chiara definita, ma continuiamo con la nostra idea adattata ai giocatori”.
Pensi di fare cambi sugli esterni?
“La partita di Torino li ho visti bene, contro il Genoa è stata una partita diversa, vedo un grande miglioramento di Benek e questo è importante, poi continua la partecipazione con ancor più forza di Almqvist e Cancellieri. Chiedo molto agli esterni e voglio ancora di più, abbiamo bisogno di giocatori in grado di dare qualità al nostro gioco offensivo”.
Contro il Genoa zero tiri in porta, non succedeva da due anni, che spiegazioni vi siete dati:
“E’ stata una partita non particolarmente bella, non abbiamo mai tirato in porta, è una cosa eccezionale. Lavoreremo, domani dobbiamo ovviamente migliorare la prestazione e fare le cose che sappiamo fare”.
Dopo l’uscita di Bernabé avete costruito meno contro il Genoa, è una questione fisica?
“Ci abbiamo messo un po’ per riorganizzarci dopo l’infortunio, anche se l’ingresso di Anas mi è piaciuto moltissimo, ha creato e ha dato tanto. Adesso non dobbiamo più pensare all’assenza di Bernabé, dobbiamo continuare a lavorare ed esaltare le caratteristiche dei giocatori che ho disposizione”.
Che Venezia ti aspetti?
“Sono in un grande momento, guidati da un allenatore che vuole giocare e proporre, oltre a questo ha buona struttura fisica nei singoli”.
Camara l’anno scorso è stato decisivo, può avere una chance dal primo minuto viste le difficoltà?
“Bei ricordi ma è il passato, domani sarà una partita diversa nello stile di gioco, pur essendo cambiati pochi giocatori ora hanno uno stile di gioco totalmente diverso rispetto all’anno scorso. Vogliamo continuare a giocare, anche con la maturità giusta e la consapevolezza del momento”.
Serie A
Serie A, media spettatori: sorprese in top 10
Transfermarkt ha pubblicato un report sulla media spettatori in Serie A fino all’11° giornata. Oltre ai soliti stadi, ci sono anche delle novità nella top 10.
Il sold out è ormai di routine per alcune società, tuttavia non si tratta sempre di grandi club bensì i piccoli possono dire la loro da questo punto di vista.
Media spettatori Serie A: guida San Siro, c’è anche il Bentegodi
In questa speciale classifica (in fondo all’articolo) fa fede il dato comunicato da ciascuna società in occasione dei singoli match, dunque contano le presenze effettive allo stadio e non i numeri comprensivi anche di abbonati non presenti.
Tra le 10000 e le 20000 presenze si posizionano ben 6 club, tra cui Fiorentina, Parma, Como, Monza, Venezia e Cagliari. I viola però non possono contare su una capienza completa, visti i lavori di ritrutturazione in atto al Franchi.
A completare la classifica dalla 14° all’11° posizione ci pensano Udinese, Atalanta e Torino con circa 22000 presenze ciascuno. Naturalmente alcuni match con le big hanno contribuito a gonfiare leggermente i numeri.
Entrando invece in top 10, salta subito all’occhio il dato riguardante l’Hellas Verona che conta addirittura una media di 25000 spettatori. Cifra figlia dell’ottima campagna abbonamenti conclusa a circa 15000 tessere.
Un gradino più su c’è il Lecce di Gotti che nonostante le difficoltà riesce sempre ad attirare un grande pubblico, anche per i giallorossi infatti sono ben 25000 le presenze in media dopo 11 giornate.
Ci pensa però il Genoa a sfondare il muro dei 30000 ma per arrivare alla decina successiva bisogna spostarsi a Torino, più precisamente all’Allianz Stadium. Thiago Motta ha riacceso l’entusiasmo e il club bianconero può vantare circa 40000 spettatori fissi a partita.
La top 5 si apre all’Olimpico, sponda Lazio, che per le partite casalinghe degli acquilotti fa registrare circa 41000 presenze. Il Napoli di Conte si posiziona alla 4° posizione di questa speciale classifica e, complice il primo posto, vanta numeri simili a quelli dell’anno dello scudetto (quasi 50000).
Il podio lo apre l’altra romana, nonostante il momento difficile infatti i ragazzi di Juric possono sempre contare su un pubblico delle grandi occasioni che spesso supera i 63000 spettatori.
In testa non poteva che esserci San Siro con Milan e Inter che viaggiano fisse a oltre 70000 tifosi ogni match casalingo.
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