Juventus, sul palco del Festival di Trento i tre ex difensori Barzagli-Bonucci-Chiellini, che per anni hanno formato una delle linee difensive più solide d’Europa, hanno toccato vari argomenti, partendo dalla Juventus di oggi fino a raccontare episodi inediti del loro glorioso passato.
A seguire le opinioni di ciascuno di loro.
LA PERCEZIONE DEL TRIO
“La nostra idea è stata che abbiamo affrontato un periodo lungo dove grazie alla squadra abbiamo fatto un periodo vittorioso e di conseguenza non ti viene di paragonarti agli ex del passato. Abbiamo lasciato tanto nel calcio italiano ed europeo, troppo difficile dire se siamo tra i grandi o no”.
NEI SETTORI GIOVANILI
“Cambiata la tendenza, rispetto a prima si allena più la squadra, saper far giocare i ragazzi. Questi nuovi difensori… io litigo con la gente “eh perché Bonucci sapeva giocare ma non marcare”. Ma chi l’ha detto?! Noi abbiamo fatto tante partite di sofferenza, giocando bassi, ora si tende a essere più alti, non vedi questa ricerca dell’attaccante perché sono cambiati i tempi”.
QUANDO BONUCCI FECE GOL COL MILAN
“Venne nello spogliatoio e disse: “Ve l’ho interrotto il record di imbattibilità, è solo nostro”. Ma davvero pensi a questo? (ride, ndr)”
MALEDIZIONE EUROPEA
“No, non ci credo. La Champions è particolare. Credo che è stato tosto perdere due finali, ancor di più la seconda, però il percorso è stato favoloso, nessuno cancella quegli anni. Tutti avrebbero voluto alzare quella coppa, purtroppo non è successo”.
OBIETTIVO JUVE
“Inter e Napoli sono sopra la Juve. La Juventus parte per vincere, poi c’è un processo dove sono cambiate tante cose e bisogna dar tempo”.
PARLACI DELLA NASCITA DEL TRIO
“Il giorno prima fummo tutti sorpresi di ritrovarci con un modulo che non era stato provato e che veniva provato la prima volta con la partita a 48 ore e ci fu sorpresa. Per me gioia, una delle prime da titolare. Questa intuizione di mister Conte mi ha cambiato la carriera”.
GLI ALTRI DUE
“La loro fortuna era che potevano giocare terzini, io non potevo, mi facevano direttamente fuori dalla linea”.
SOLIDITA’
“Quando superavano noi trovavano il numero uno (Buffon ndr). Le nostre erano le facce di chi amava cosa faceva, la sofferenza nel difendere e l’amore nel non prendere goal”.
DIVISIVO
“Tanti ancora oggi mi ringraziano per il goal all’Europeo, la gioia più grande della mia carriera, segnare in finale di un Europeo è motivo di orgoglio. Vedere tutti gli italiani festeggiare è stato un qualcosa di emozionante e unico”.
FINALE DI BERLINO
“La squadra più forte degli ultimi 15-20 anni, anche il Real Madrid era pieno zeppo di fenomeni”.
LA JUVE DI MOTTA
“Io mi sarei divertito. È un modo di vedere il calcio diverso, servono conoscenze importanti che Thiago sta trasmettendo. Servono calciatori giusti per farlo. Noi ci trovavamo a meraviglia in quel calcio, ma oggi il calcio è cambiato e Giorgione avrebbe dovuto lavorare più sulla tecnica per il calcio di oggi (ride ndr)”.
VLAHOVIC
“Un grande attaccante, poi vivono di momenti di difficoltà…”
SULLA BBC
“Storia di amicizia, un trio che è andato al di là dei singoli, per questo siamo ancora ricordati oltre il valore del singolo. Ci siamo amalgamati bene insieme dal primo istante. Siamo riusciti a dare più di quanto avremmo dato singolarmente”.
QUANDO VI SIETE SENTITI IMBATTIBILI?
“Al Camp Nou al ritorno contro il Barcellona, non potevano segnare”.
QUELL’INTERVENTO SU SAKA…
“Ogni inglese che incontro continua a dirmi che è rosso”.
FINALE DI BERLINO
“No, con me non sarebbe andata diversamente”.
BUFFON
“Non viveva tanto la quotidianità dello spogliatoio. Aveva però la capacità nelle difficoltà di trovare le parole che entravano nel cuore e solo lui riusciva a farlo”.
Aggiornato al 15/10/2024 0:41
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