Serie A
Juventus News, l’analisi di un fallimento annunciato. Uno scudetto che non è stato perso contro l’Inter
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3 anni fail

La Juventus con la sconfitta di ieri sera all’ “Allianz Stadium” ha abdicato allo scudetto. E’ vero che tutto può sempre succedere, ma le squadre davanti dovrebbero fermarsi all’improvviso ed è improbabile che accada.
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Ma la corsa scudetto non è stata compromessa con la sconfitta di ieri, ma con la falsa partenza agli inizi del campionato e attraverso alcune scelte controverse. Andiamo ad analizzare la storia di un fallimento annunciato e che ha chiuso un lungo ciclo di scudetti.
Impazza sui social la rabbia dei supporter bianconeri contro l’arbitro Irrati, reo di non avere espulso Lautaro Martinez per una scarpata in faccia a Locatelli e autore di altri falli e soprattutto colpevole di non avere assegnato un rigore per una spinta di Bastoni su Zakaria.
Anche i giocatori protestano, Rabiot in testa: “Non si può giocare in 11 contro 12”.
Allegri non parla degli arbitri, ma fa intuire il malessere per le decisioni assunte dall’arbitro durante la partita.
Sicuramente la classe arbitrale italiana è inadeguata e il Var viene usato male, ma sarebbe opportuno che il mondo bianconero andasse oltre gli episodi arbitrali. Attaccarsi a quelli, significa dimenticare tutto il resto.
Ossia una squadra che ha attaccato per 90′ e non è andata oltre un ciclonico palo di Zakaria e una palla carambolata sulla traversa, sugli sviluppi di un calcio d’angolo. E tanto altro.
Allegri è uscito furiosamente dal campo, gesticolando e urlando contro Vlahovic: “Non hai toccato una palla !”. Verissimo, l’attaccante è stato praticamente nullo.
Ma la domanda è: tutta colpa sua ?
Come mai inserito nel sistema di gioco di Italiano era una macchina da gol ?
Ieri sera quante palle in velocità e in profondità sono state date al numero 7 ?
Quanti cross puliti e precisi sono sgorgati dalle fasce ?
La Juventus ha uno spartito da eseguire ?
Si sono visti 11 giocatori attaccare disordinatamente e senza raziocinio.
Il centrocampo ? Rabiot e Locatelli (poi sostituito da Zakaria), mai avessimo detto Pirlo e Marchisio.
La Juventus paga 9 milioni di euro all’anno ad Allegri per non avere un canovaccio tattico e faticare contro le big del nostro campionato ? P
assare un girone di Champions League a braccetto con il Chelsea, salvo uscire con il Villarreal ?
Juventus, tutta colpa dei giocatori, salvo il comandante Allegri ? La società e le sue colpe
La rosa bianconera è strutturata male, è evidente. Mancano validi ricambi alla coppia Bonucci-Chiellini, a sinistra c’è una voragine con Luca Pellegrini che non emergerà mai senza avere continuità di impiego e il brasiliano Alex Sandro che viene messo ogni anno sul mercato. La mediana soffre l’assenza di un regista vero e proprio, Locatelli e Zakaria hanno altre caratteristiche di interni di centrocampo. Arthur è uno che spezza il gioco, non un costruttore.
Il trio Vidal-Pirlo-Marchisio è un lontano ricordo. In attacco si è scelto di investire 70 milioni di euro per Vlahovic, senza pensare a un regista e ad esterni migliori di Bernardeschi, Cuadrado (34 anni), Morata (centravanti adattato), Kean (da Juventus ?).
Il grave infortunio di Chiesa ha privato la Juventus dell’unica vera ala di ruolo e soprattutto di un fuoriclasse vero. Pertanto è esercizio sbagliato addossare tutte le colpe ai giocatori e anche all’allenatore.
Agnelli ha fatto una serie di sbagli che hanno chiuso un ciclo d’oro. Il primo è stato avallare l’acquisto di Cristiano Ronaldo, servito a mandare i conti in rosso. Il secondo è stato chiudere il primo ciclo di Allegri, in nome dell’idea del gioco.
Affidandosi prima a un allenatore come Sarri, che con la piazza juventina non c’entrava niente, per carattere e passato sportivo in squadre rivali.
Poi confidando in Pirlo, il quale senza esperienza e pedigree ha fatto quello che ha potuto, vincendo Coppa Italia, Supercoppa Italia e acciuffando il quarto posto solo grazie a un controverso rigore assegnato per fallo su Cuadrado, all’ultima giornata e contro l’Inter.
Defenestrati i suddetti, ha richiamato Allegri, “risultatista” per eccellenza e che non ha mai messo il gioco al centro del progetto. Normale che con una rosa con difetti strutturali e con un allenatore che va sul pratico, i risultati potessero essere deludenti.
Infine, l’errore più grande fatto da Agnelli è stato quello di non dimettersi (cosa che avrebbe dovuto fare anche Nedved) e di uscire bene. Di fatto è un presidente depotenziato e nel mirino di John Elkann, il quale ha messo ai posti di comando l’amministratore delegato Arrivabene e il direttore sportivo Cherubini.
Il futuro e la necessità di fare scelte logiche e condivise
Parlando del futuro, la società Juventus dovrà prima di tutto uscire dalle secche dell’incresciosa inchiesta sulle plusvalenze e programmare uno status di condotta che non la porti più verso l’illegalità.
E’ la prima pietra da posare e si potrà fare solo con un attenta scelta degli incarichi societari. Ha ancora senso la presidenza Agnelli ? E delle figure a lui legate ? Il secondo passo da fare, sarà quello verso l’autosostenibilità economica, evitando che la casa madre Exor ricopra ogni volta le perdite.
Il dimezzamento del monte ingaggi una priorità, così si spiega per esempio l’addio a Cristiano Ronaldo e Dybala.
In terzo è più importante passo da fare sarà quello di decidere se andare avanti con Allegri e i suoi sistemi o se svoltare verso un allenatore che valorizzi la classe e il talento di Vlahovic, attraverso il gioco (e parliamo di allenatori come Italiano, Dionisi, Blessin, Gasperini, Tudor per esempio). Andando avanti con l’attuale allenatore bisogna dargli i giocatori che vuole, senza pretendere l’estetica.
Infine e soprattutto, l’ambiente bianconero dovrà accettare qualche anno di programmazione, anche senza vincere niente. Ma costruendo basi importanti e durature per un altro ciclo vincente e non solo in Italia.
Un ruolo chiave dovrebbe ricoprire il settore giovanile, sfornando talenti pronti per la prima squadra.
La Juventus è la squadra più italiana per eccellenza e con un capillare lavoro di scouting, deve ramificarsi in tutta Italia e nel resto del mondo a caccia di talenti in erba. Ricordandosi che dal vivaio sono usciti giocatori come Marchisio, Paolo Rossi, Kean e tanti altri. In questo modo, la tifoseria si riconoscerà ancora di più nella juventinità.
Questo aspetto è da non sottovalutare, attrezzando a dovere la rete degli osservatori e dei loro direttori.
Serie A
Lazio, Baroni è l’allenatore giusto? I motivi per continuare
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12 ore fail
07/05/2025
La Lazio di Baroni si prepara al finale di stagione, non conoscendo ancora quale sarà il proprio destino dal punto di vista del piazzamento. Merita la conferma?
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L’allenatore biancoceleste è arrivato nell’incertezza generale e la scelta di Lotito è stata fortemente criticata dalla tifoseria. Per Baroni si è trattato di un grande salto in avanti.
Lazio, giusto continuare con Baroni? Serve stabilità
Le ultime stagioni degli acquilotti, dopo l’addio di Simone Inzaghi hanno subito diversi alti e bassi con tanti cambi in panchina. Dimissioni e battibecchi hanno portato il presidente biancoceleste a riflettere profondamente per prendere la decisione migliore.
Il biennio Sarri ha prodotto ottimi risultati, tra cui il ritorno in Champions League e un 2° posto in Serie A, tuttavia durante l’annata 2023/2024 qualcosa si è spezzato e il tecnico toscano ha lasciato il club, venendo poi rimpiazzato da Igor Tudor anch’esso poi dimessosi prima dell’inizio della nuova stagione.
Dopo un 7° posto burrascoso c’era la necessità di ripartire e la decisione primaria fu quella di selezionare profili non abituati al livello dei top club e la scelta ricadde su Marco Baroni, fresco di salvezza che sapeva di impresa con l’Hellas Verona.

MARCO BARONI DA IL CINQUE A PEDRO RODRIGUEZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’ex tecnico del Lecce ha potuto beneficiare di un mercato ricco e su misura, visto anche l’arrivo di Noslin direttamente dalla squadra scaligera. Il quasi capolavoro compiuto in Europa League non è da sottovalutare visto che i biancocelesti sono usciti dalla competizione ai quarti di finale, ai calci di rigore e con una sola sconfitta in tutto il torneo.
In campionato invece l’andamento è stato piuttosto altalenante ma a 3 giornate dalla fine la situazione è ancora apertissima. L’obiettivo di una qualificazione in Europa è raggiunto ma il sogno rimane la Champions, che ad oggi dista soltanto 1 punto (3 squadre a pari merito al 4° posto). Il prossimo impegno sarà in questo senso decisivo, contro la Juventus all’Olimpico, per capire se la Lazio ha le carte in regola per fare il salto di qualità definitivo.
Dalla sua Baroni ha anche l’esplosione di Rovella, regista italiano che sta impressionando tutti per la sua personalità in cabina di regia ma è solo uno dei tanti esempi di quanto di buono fatto dall’allenatore fiorentino.
I numeri parlano chiaro: su 49 partite totali, lo score è stato di 27 vittorie, 11 pareggi e 11 sconfitte con una media di 1,88 punti a partita. Il suo contratto scadrà nel 2026 ma quest’estate sarà decisiva per capire quale direzione prenderà la gestione della Lazio nei prossimi anni.

L’ESULTANZA DI MARCO BARONI CHE PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Roma, Friedkin al fianco di Ranieri per il saluto ufficiale
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14 ore fail
07/05/2025
La Capitale si prepara ad accogliere Dan Friedkin per il saluto ufficiale a Claudio Ranieri. Il tecnico della Roma è pronto a dare l’addio ufficiale al calcio.
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L’arrivo di Friedkin a Roma è atteso entro la fine della settimana prossima, in occasione dell’ultima gara Roma-Milan che vedrà il congedo ufficiale di Claudio Ranieri.

Rome, Italy 20.01.2024: Dan e Ryan Friedkin sitting in the stands watching the Italian Serie A TIM 2023-2024 football match AS Roma vs Hellas Verona at Olympic Stadium in Rome.
Roma, il saluto di Friedkin a Ranieri
L’arrivo del presidente è in programma entro la fine della settimana prossima. In occasione del match Roma-Milan, Friedkin si prepara a dare l’ultimo saluto al tecnico della Roma, Claudio Ranieri, prima del congedo ufficiale. Tuttavia, la presenza di Friedkin a Roma assume altri contorni tecnici e operativi: l’agenda segna l’annuncio del nuovo allenatore, il secondo appuntamento riguarda l’iter per il nuovo impianto a Pietralata che sembra attraversare diverse complicanze burocratiche. Al momento, la scelta di atterrare in Italia direttamente dalla Svizzera, sembra essere profondamente sentita agli occhi di Friedkin nei confronti della squadra.
Serie A
Napoli, Ferrara sicuro: “Conte resterà ma De Laurentiis deve ascoltare le sue richieste. Sta vincendo lo Scudetto senza Osimhen e Kvaratskhelia”
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16 ore fail
07/05/2025
Ciro Ferrara conferma: Antonio Conte rimarrà alla guida del Napoli, ma De Laurentiis dovrà ascoltare le sue esigenze per il futuro.
Conte e il suo impatto a Napoli
Antonio Conte si appresta a continuare la sua avventura con il Napoli, nonostante le sfide affrontate durante la stagione corrente. Secondo quanto riportato da Ciro Ferrara in un’intervista al Mattino, Conte ha dimostrato un’abilità straordinaria nel condurre la squadra, riuscendo a vincere lo Scudetto senza due figure chiave come Victor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia. Ferrara ha sottolineato come il lavoro di Conte sia stato “super” e ha espresso il suo stupore nel vedere il Napoli al primo posto, considerando che a inizio stagione, durante la partita di Verona, non si sarebbe mai aspettato un tale successo.

ANTONIO CONTE SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
De Laurentiis e le richieste dell’allenatore
Nonostante il successo, il proseguimento del rapporto tra Conte e il Napoli dipenderà dalla capacità di Aurelio De Laurentiis di recepire le richieste dell’allenatore. È chiaro che Conte ha delle aspettative e delle necessità per garantire che il Napoli rimanga competitivo ai massimi livelli. La palla ora passa al presidente azzurro, che dovrà dimostrare di saper supportare adeguatamente il suo allenatore per mantenere alto il livello della squadra.
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Fonte: l’account X di Schira
Ciro #Ferrara al Mattino: “#Conte rimarrà al #Napoli, ma #DeLaurentiis deve recepire le sue richieste. Antonio sta vincendo lo Scudetto senza #Osimhen e #Kvaratskhelia. Lavoro super. Ero a Verona alla prima di campionato e mai mi sarei aspettato di veder il Napoli primo a maggio” pic.twitter.com/gsHxNHH3Fu
— Nicolò Schira (@NicoSchira) May 7, 2025
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