Serie A
Juventus-Roma: probabili formazioni e dove vederla
All’Allianz Stadium di Torino, sabato alle ore 20:30, va in scena il match di cartello della diciassettesima giornata del campionato di Serie A che vede la sfida fra Juventus e Roma. Una partita storica per il calcio italiano, che ricorda i duelli scudetto del passato. Domani, considerando i 22 punti che dividono le due squadre, non sarà uno scontro decisivo ai fini della classifica, ma resta una partita di grande fascino.
I bianconeri, dopo la vittoria nel derby, vogliono continuare la loro spaventosa cavalcata, praticamente perfetta, rallentata solo dal gol di Bessa. Completamente opposto il morale in casa giallorossa. La vittoria sofferta contro il Genoa, che ha messo fine ad un digiuno di 5 gare senza successo fra campionato e coppa, non ha placato gli animi, lasciando Di Francesco ancora in bilico.
Juventus
Il ruolino di marcia della Juve è incredibile. In campionato, oltre ad aver vinto tutte le partite con un unico pareggio nella gara casalinga contro il Genoa, i bianconeri vantano il miglior attacco con 33 gol fatti e la miglior difesa con 8 reti subite.
Per la gara di domani Allegri, oltre a Cuadrado, vittima di un trauma in iperestensione del ginocchio sinistro, dovrà fare a meno di Cancelo, alle prese con un problema al menisco che lo terrà ai box fino a metà gennaio. Al suo posto giocherà De Sciglio, reduce dalle ottime prestazioni precedenti. In mezzo torna, dopo la squalifica, Rodrigo Bentancur, pronto ad affiancare Pjanic e Matuidi. Davanti confermatissimo il trio stellare con l’inamovibile CR7, supportato da Dybala e Mandzukic.
Roma
Di Francesco ha bisogno di una partita di alto livello per allontanare le critiche e rendere più salda la panchina. L’inizio di stagione giallorosso non è stato esaltante, considerando il settimo posto in classifica a 22 punti dalla Juve. Per questo i capitolini devono assolutamente cambiare marcia per risalire la china e guadagnare una posizione più consona al loro blasone.
Il tecnico di Pescara, dopo la parentesi del 3-4-3 con il Genoa, dovrebbe tornare al 4-2-3-1 con l’arretramento di Florenzi e Kolarov in difesa. Molti interrogativi fra le file giallorosse: El Shaarawy e Pellegrini sono alle prese con problemi muscolari che rendono incerta la loro presenza in questa partita. Con De Rossi ancora in dubbio per un problema fisico, davanti alla difesa agiranno Cristante e Nzonzi. In attacco dovrebbe essere recuperato Dzeko, supportato dalla linea verde formata da Under, Zaniolo e Kluivert.
Probabili formazioni
JUVENTUS (4-3-3): Szczesny; De Sciglio, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic, Matuidi; Dybala, Mandzukic, C. Ronaldo.
ROMA (4-2-3-1): Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Nzonzi, Cristante; Under, Zaniolo, Kluivert; Dzeko.
I precedenti
Il bilancio fra le due squadre verte nettamente a favore dei bianconeri: su 168 partite, la Juve ha ottenuto 80 successi contro le 39 vittorie della Roma ed i 49 pareggi.
La scorsa stagione i bianconeri hanno vinto 1-0 a Torino con la rete di Benatia ed hanno pareggiato 0-0 all’Olimpico, nella gara che è valsa lo scudetto.
Ancora più favorevoli per la Juve sono i precedenti nelle gare giocate a Torino. Su 84 partite, sono 55 i successi bianconeri contro le sole 8 vittorie giallorosse, l’ultima addirittura datata 23 gennaio 2010 (1-2). Le tre gare precedenti giocate allo Stadium sono terminate tutte 1-0. Vedremo se domani proseguirà questa tendenza.
Dove vederla
La partita sarà trasmessa in diretta ed in esclusiva su DAZN, il servizio di video streaming online di eventi sportivi di proprietà di Perform Group.
Serie A
Cagliari, finalmente Gaetano: ora è davvero un numero 10
Il Cagliari cerca punti a Torino per allontanare la zona calda: Pisacane si aggrappa a un Gaetano ritrovato, finalmente leader e numero 10.
Il Cagliari, reduce dal pareggio amaro in casa contro il Pisa, si prepara all’ultima sfida del 2025 con un obiettivo chiaro: tornare alla vittoria. Il prossimo impegno, in trasferta contro il Torino, diventa fondamentale per allontanare la zona retrocessione ma anche per ritrovare continuità. I numeri parlano chiaro: nelle ultime 12 partite è arrivato un solo successo, quello contro la Roma, troppo poco per dormire sonni tranquilli.
La squadra di Fabio Pisacane ha bisogno di risposte immediate. Il tecnico napoletano potrebbe dover fare a meno di Michael Folorunsho, che contro i nerazzurri ha riportato un trauma contusivo-distorsivo al ginocchio, ma potrà contare su un giocatore che sembra aver cambiato marcia nelle ultime settimane: Gianluca Gaetano.

L’URLO DI FABIO PISACANE ALLENATORE DEL CAGLIARI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Cagliari, Gaetano ritrovato: qualità e leadership per Pisacane
Il trequartista ex Napoli sta vivendo il suo momento migliore della stagione. Nelle ultime tre partite ha messo a referto 2 gol e 1 assist, più di quanto fatto nelle precedenti 13 gare di campionato. Un dato che racconta bene la sua crescita recente. In estate, la scelta di affidargli la maglia numero 10 era stata un segnale forte per squadra e ambiente, ma finora era mancata quella continuità e quella leadership che ci si aspettava da lui.
Nelle ultime uscite, però, Gaetano sembra essere tornato ai livelli della stagione 2023/24, quando arrivò a gennaio dal Napoli e risultò decisivo nella salvezza rossoblù con 4 gol e 1 assist in appena 11 presenze. Oggi il Cagliari ha bisogno proprio di questo: qualità tra le linee, personalità e un riferimento tecnico capace di accendere la squadra nei momenti difficili.
La speranza dei tifosi rossoblù è che Gaetano continui su questa strada. Perché questo Cagliari, per salvarsi, ha bisogno di un vero numero 10. E ora, finalmente, sembra averlo trovato.
Serie A
Roma, tutte le punte centrali dal Covid ad oggi
Roma, con l’attesa per il nuovo centravanti è tempo di ripercorrere gli ultimi 5 anni del reparto avanzato giallorosso, tra meteore e leggende

EVAN FERGUSON RAMMARICATO DOPO LA SOSTITUZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma, storia moderna dei numeri 9
Doppietta di Kalinic, gol di Kluivert e Mkhitaryan. Il successo esterno per 3-4 sul Cagliari è l’ultima partita prima del lockdown, sancito l’8 marzo del 2020 dal Premier Conte. Si ritorna in campo il 24 giugno, e contro la Sampdoria decide una doppietta di Dzeko. A fine stagione è proprio il bosniaco il capocannoniere in rosa, con 19 reti e 14 assist in 43 presenze. Una stagione superlativa per il giocatore della Fiorentina.
Ma insieme a lui? Il solo Kalinic. Protagonista di una stagione mediocre, pallida. Da 5+, quel + che a volte suona meglio di un mezzo voto. Solo 5 marcature e 2 assist in 19 presenze, che non valgono la permanenza del croato. Ma non manca qualcuno? Patrick Schick. Il ceco ha tagliato la corda a inizio stagione. In prestito al Lipsia segnerà 10 volte in 22 partite.
L’ultimo anno di Fonseca alla Roma
A settembre si riparte. È l’anno di Pedro alla Roma, per intenderci, e della semifinale di Europa League, con il triplo cambio nel primo tempo ad Old Trafford. Ma sorprendentemente, non è l’anno di Dzeko. Questa volta la scena se la prende Borja Mayoral, con 17 gol e 7 assist in 45 presenze. Per Edin “solo” 13 marcature, che lo porteranno al gradino più basso del podio, nella classifica del marcatori all-time del club. Numeri in calo, sopperiti dal centrocampo: 15 gol per Mkhitaryan, 11 per Pellegrini e Veretout (rigorista della squadra).
Arriva Mourinho
Con José, saluta Dzeko. Dentro Tammy Abraham, secondo acquisto più costoso nella storia giallorossa. E il suo apporto sarà decisivo per la vittoria della Conference League, con i gol contro Vitesse, Bodo-Glimt e Leicester. A fine stagione 27 marcature e un pullman scoperto per Circo Massimo e Colosseo. L’inglese è il miglior giocatore della stagione, intorno a lui il vuoto. Prima di tutto il povero Mayoral, scaricato a gennaio come vittima e colpevole dell’infausto 6-1 in Norvegia. Alla fine il secondo lo fa Shomurodov, con 5 gol e 6 assist. Mourinho lancia anche Afena-Gyan, che ripagherà con una doppietta a Genova.
La finale di Europa League
Il secondo anno poteva essere quello del ritorno in Champions League, ma Taylor aveva altri piani. La Roma ce l’aveva messa tutta. Quasi tutta la Roma. Perchè tra Abraham, Shomurodov e Belotti non si arriva a 15 gol. L’inglese ne fa 9, un terzo dell’anno precedente. Shomurodov uno solo, Belotti 4. A salvare i giallorossi ci pensano Dybala con 18 reti ed El Shaarawy con 9. Serve un nuovo terminale offensivo…
Big Rom in Rome
Dopo Budapest, Abraham si fa male contro lo Spezia. L’infortunio è grave, venderlo non è più un’opzione. Ecco quindi Lukaku in prestito, e il belga non delude: 47 partite, 21 gol e 4 assist. Anche se con l’arrivo di De Rossi, Rom non incide come prima e segna 7 volte. Tammy rientra in tempo per un gol al Maradona, ma anche per sbagliare a porta vuota contro il Bayer Leverkusen. In leggera crescita Belotti, con 6 gol. Per Azmoun solo 3 marcature, e il riscatto rimane un miraggio.
L’anno dei tre allenatori
Un’annata partita male con De Rossi, stravolta dalla notizia dell’esonero, in caduta libera con Juric e salvata dalla scialuppa Ranieri, che quasi rischia di andare in Champions. Dovbyk fatica ad entrare nel gioco, ma porta a casa 17 reti, alcune delle quali fondamentali, come contro Lecce e Fiorentina. Ranieri ha avuto il merito di puntare e vincere la scommessa Shomurodov, rientrato alla base. L’uzbeko bucherà il portiere in 7 occasioni, tra cui il successo allo scadere contro l’Athletic Bilbao e il pareggio contro la Juventus. Abraham va in prestito al Milan, segnando anche due gol ai giallorossi.
Dentro Gasp, a Roma fuori i gol
Da settembre, il bilancio è devastante. Ferguson 3 gol, Dovbyk 2. I due centravanti sono il motivo dell’esistenza di questo articolo, nonché del possibile arrivo di Zirkzee a Trigoria. Il belga è messo da parte dalla concorrenza di Sesko e Mount, con i Red Devils che proveranno fino all’ultimo a convincere Semenyo a scegliere la parte rossa di Manchester. L’ex Bologna stima Gasp, e Gasp stima il ragazzo. Per la Curva Sud non resta che sperare.
Serie A
Serie A, nostalgia di numeri 9: classifica marcatori invasa da centrocampisti
In Serie A non si vedono più gli attaccanti di qualche anno fa. Sono sempre di meno i bomber di razza e sempre di più i centrocampisti predisposti ad offendere.
Il calcio sta cambiando e l’assenza di grandi centravanti ne è l’ennesima dimostrazione. Se fino a qualche anno fa l’azione di una squadra veniva sviluppata per poi essere conclusa e finalizzata dal numero 9, adesso è sempre meno frequente.
Gli attaccanti hanno spesso la funzione di legare il gioco con la squadra e i tecnici seguono un’idea di calcio “corale” dove tutti possono attaccare e tutti sono coinvolti nella manovra offensiva.
Questo modo di interpretare il gioco ha portato ad una naturale conseguenza, ovvero una redistribuzione dei gol: gli attaccanti segnano meno perché pensano maggiormente alla rifinitura piuttosto che all’attacco dell’area di rigore, mentre i centrocampisti o gli esterni ne fanno di più, perché sono costantemente coinvolti nella manovra offensiva.

IL GOL DI CALHANOGLU ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A, dominio di centrocampisti nella classifica marcatori
In Serie A questo processo è molto evidente: tra i primi 8 della classifica marcatori, ci sono solamente Lautaro Martinez, Bonazzoli e se vogliamo anche Leao, che di mestiere fanno i centravanti. Per il resto è un dominio di centrocampisti o esterni: Pulisic, Calhanoglu, Orsolini, Nico Paz, Mandragora. Andando avanti se ne trovano tanti altri e ad esempio a quota 4 reti ci sono anche: De Bruyne, Anguissa, Zaniolo, Soulé, Vlasic.
Ormai si è anche abbassata la quota di gol raggiungibile dai numeri 9, che spesso e volentieri non superano le 20 reti stagionali, al netto di qualche eccezione. Negli anni passati giocatori come Icardi, Immobile, Quagliarella, Higuain e chi più ne ha più ne metta, raggiungevano in modo abituale la quota 20, per poi lottarsi tra di loro il titolo di capo cannoniere.
Quest’anno invece, l’unica eccezione da un punto di vista realizzativo è Lautaro Martinez, che se dovesse continuare con questa media gol, chiuderebbe la stagione con circa 18/19 reti. Per il resto tutti gli altri attaccanti sono decisamente indietro, e difficilmente ci sarà qualcuno che supererà quota 15.
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