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Juventus vs Bologna: le pagelle della partita

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Juventus

Finisce in parità tra le polemiche la partita tra Juventus e Bologna. I rossoblù recriminano un calcio di rigore non fischiato ai felsinei sul provvisorio 0a1.

La cronaca del primo tempo

Pre partita Juventus vs Bologna

Juventus con due novità rispetto alla vittoria convincente contro l’Udinese. Perin viene schierato al posto di Szczesny con Fagioli preferito a Miretti.

I rossoblù con un solo cambio di formazione con l’inserimento di Orsolini al posto di Dominguez, con Aebischer abbassato in mediana insieme a Moro.

Doppio giallo in avvio. Uno per parte, per due interventi in ritardo di Rabiot, prima e Posch poco dopo.

Primo tempo a tinte emiliane, dove la squadra di Thiago Motta sblocca la partita dopo 24 minuti con un gol di Lewis Ferguson, dopo aver ricevuto un ottimo pallone dentro l’aria di rigore da Zirkzee che anticipa Bremer, scontrandosi accidentalmente con Alex Sandro e trasforma lo 0a1.

La Juventus è spenta, ma recrimina un rigore su un fallo involontario da parte di Lucumì, per il Var non è nulla e si conclude l’azione con la parata di Skorupski.

Il Bologna ancora con Ferguson ad andare vicino al raddoppio. I felsinei si difendono bene ed i bianconeri trovano l’occasione solo da un azione accidentale con un tiro di Fagioli, fuori dallo specchio della porta.

Si va all’intervallo, con la squadra di Thiago Motta meritatamente in vantaggio.

La cronaca del secondo tempo

Chiesa e Ferguson

Si ricomincia con gli stessi 22 della prima frazione di gioco, ma la Juventus è decisamente cambiata. L’inizio è talmente convincente per i bianconeri, che sembra di rivedere a tratti l’ottimo primo tempo di Udine.

Ed infatti al 52′ su un azione offensiva, un azione creata da Danilo, crossa per Bremer, che con una sponda di testa smarca Vlahovic, che pareggia la sfida.

Sfortunatamente per gli uomini di Allegri, sul tiro del serbo, c’è il tocco di Rabiot, che per qualche centimetro e davanti a tutti e dopo un consulto Var, l’arbitro annulla giustamente.

Nonostante il gol non convalidato, i bianconeri continuano ad attaccare e provano un gran tiro dalla distanza di Weah, su un ottimo schema da corner.

All’ora di gioco triplo cambio del Bologna, con gli inserimenti di Corazza, Dominguez e del neo arrivato Karlsson, al posto di Lykogiannis, Moro e Orsolini.

Cinque minuti prova ad accelerare la squadra di Allegri con gli inserimenti di Pogba ed Iling al posto di Fagioli e Cambiaso.

Al 70′ episodio chiave del match. Intervento molto dubbio da parte di Iling, che nell’anticipare Ndoye, non prende il pallone e si tocca con lo svizzero, che a porta sguarnita avrebbe insaccato il gol del raddoppio.

L’arbitro non dà il rigore ed ammonisce Thiago Motta per proteste ed espelle il suo vice Simon Colinet.

Subito dopo esce Chiesa ed entra Milik e la Juve passa al doppio centravanti.

All’80’ tocco delizioso di Pogba, lancia Iling Junior e con un cross preciso, trova la testa di Vlahovic, che supera Skorupski e pareggia la contesa.

Allegri ci crede e subito dopo il gol toglie Weah e Locatelli ed inserisce McKennie ed il giovane Yildiz, che si muoverà sulla trequarti in un 3-4-1-2 molto offensivo.

Purtroppo per il giovane turco, non entra bene in partita e si fa ammonire cinque minuti, dopo essere entrato.

Ultimi due cambi per i rossoblù con gli inserimenti di El Azzouzi e Fabbian per Aebischer e Ndoye.

Dopo i cambi è il Bologna a crederci di più per provare a vincere la partita ed ha un occasione incredibile con Karlsson, che non riesce a trovare il pallone, lasciato tutto solo dalla difesa in affanno bianconera.

Dopo sette minuti di recupero finisce in pareggio la prima sfida stagionale all’Allianz Stadium.

Pagelle Juventus: Vlahovic il migliore, ma quante insufficienze!

Perin voto 6: incolpevole sul gol del vantaggio, non deve fare tanti interventi. Si aspettava una vittoria al ritorno da titolare.

Danilo voto 6: prova da capitano, quando c’è da accelerare lui è presente e ad inizio secondo tempo trascina i compagni sul lancio per Bremer, che nell’occasione i bianconeri avevano trovato il pareggio, poi annullato dal Var.

Bremer voto 5: prova negativa per l’ex Torino, uno dei peggiori in campo. Soffre Zirzkee e si scontra con il compagno Alex Sandro sul vantaggio rossoblù. Unica cosa positiva l’assist a Vlahovic, per il gol non convalidato.

Alex Sandro voto 5: altra prova insufficiente per il numero 12, dopo la buona prestazione di Udine, soffre molto gli attacchi dei felsinei.

Weah voto 6: la corsa c’è, ma al momento solo questo. Prova il tiro dalla distanza su uno schema da corner e dimostra di avere il piede caldo. Chissà se in futuro i suoi tiri potrebbero essere una chiave tattica.

McKennie voto 6,5 (dall’ 81′): entra nel finale subito dopo il pareggio e dimostra di avere gamba sia in fase difensiva, salvando su un attacco del Bologna, ma anche creando due occasioni sulla destra.

Fagioli voto 4,5: probabilmente il peggiore in campo. Il debutto con la numero 21 nel suo stadio, probabilmente se l’aspettava diversamente. Primo tempo da incubo, sbagliando tutti gli stop a seguire e regalando sempre palla all’avversario. Esce per primo, ancora fuori condizione.

Pogba voto 6,5 (dal 66′): dai suoi piedi nasce l’azione del pareggio. Un giocatore troppo importante per questa squadra, se sta bene fa ancora la differenza.

Locatelli voto 5,5: prova incolore per l’ex Sassuolo. Quasi anonimo in tutta la partita, alla Juve serve molto di più dalle sue prestazioni.

Yildiz voto 5 (dall’81’): Allegri lo inserisce per dare la scossa, subito dopo il pareggio, ma in dieci minuti trova molte difficoltà ad inserirsi sulle linee. Sul tabellino verrà ricordato per la prima ammonizione in Serie A.

Rabiot voto 5,5: insufficiente la prova del francese. Da lui ci si aspetta sempre tantissimo, essendo insieme al connazionale Pogba, uno dei più tecnici della squadra. Ingenuo sull’ammonizione dopo dieci minuti.

Cambiaso voto 6: passo indietro per l’ex di turno. La prova comunque è sufficiente, ma forse ci si aspettava qualcosa in più dal nuovo numero 27.

Iling voto 6,5 (dal 66′): entra al posto di Cambiaso e cambia la marcia offensiva. Allegri gli chiede di puntare Posch, già ammonito, e crossare in area di rigore, lo fa solo una volta, ma è quella buona. Seconda volta consecutiva preferito a Kostic, relegato ancora in panchina. Graziato sull’intervento a Ndoye.

Chiesa voto 5,5: corre, si scontra con gli avversari, ma rispetto ad Udine è meno pericoloso, anche grazie alla buona organizzazione difensiva dei rossoblù. Esce ad un quarto d’ora dal termine per provare l’arrembaggio finale.

Milik voto 5,5 (dal 76′): entra ad un quarto d’ora dal termine, ma non lascia mai il segno, sembra essere il più in difficoltà di tutto l’attacco bianconero.

Dusan Vlahovic

Vlahovic voto 7: è nettamente il migliore dei suoi. E’ cambiato l’atteggiamento, adesso insegue gli avversari, incita i compagni a pressare e trova due gol, peccato uno di questi annullato. Ma sicuramente è un giocatore ritrovato.

Allegri voto 5,5: primo tempo molto negativo, come il secondo di Udine. Negli altri 45 minuti, la squadra è diversa anche senza cambi, ottenendo un approccio diverso. I cambi fino al gol del pareggio, gli hanno dato ragione. Poi l’inserimento del giovane Yildiz, ha tolto l’equilibro, perdendo l’occasione di trovare il vantaggio nel finale.

Pagelle Bologna: Ferguson leader, che partita di Ndoye!

Skorupski voto 7: quando vede Juventus, spesso si esalta, ed anche oggi è tra i migliori in campo. Gran parata a mano aperta sul tiro di Weah, ma è soltanto l’unico tiro in porta degli avversari. Su entrambi i gol ci colpa poco.

Posch voto 5,5: il terzino goleador stavolta è apparso in difficoltà. Ammonito dopo un quarto d’ora condiziona molto la sua prestazione e si perde Iling, nell’azione del pareggio.

Beukema voto 6,5: partita completamente diversa rispetto all’esordio da incubo contro il Milan. Insieme al suo compagno di reparto comincia a formare un’ottima intesa.

Lucumì voto 6: mezzo voto in meno rispetto al compagno di reparto, in quanto rischia nel primo tempo su un tocco di mano involontario, che ha rischiato di farsi fischiare un calcio di rigore contro.

Lykogiannis voto 5,5: adesso rischia il posto il terzino greco, dopo l’arrivo di Kristiansen. Gioca più di un’ora, ma la sua performance è andata sempre a calare.

Corazza voto 5,5 (dal 61′): il giovane terzino trova difficoltà prima con Weah e poi con McKennie. Rischia all’ultimo minuto regalando un calcio d’angolo, che poteva costare carissimo.

Aebischer voto 6: rispetto allo scorso anno, Thiago Motta lo schiera per la seconda volta consecutiva da titolare e lui risponde bene a centrocampo nei due. El Azzouzi s.v. (dall’86).

Moro voto 6: prova sufficiente sul centrocampista croato, con la partenza di Schouten, tocca a lui prendersi le chiavi in mezzo al campo e gioca una buona partita.

Dominguez voto 6 (dal 61′): a sorpresa l’argentino rimane in panchina, ma dopo un’ora di gioco, Thiago Motta non può fare a meno della sua tecnica in mezzo al campo, provando a verticalizzare rispetto ai compagni precedenti.

Ndoye voto 7: uno dei migliori, sempre molto incisivo, l’esterno svizzero mette in difficoltà i difensori bianconeri. Recrimina come tutto il Bologna, il contatto che poteva dare il calcio di rigore per il doppio vantaggio. Fabbian voto s.v. (dal 91′).

Ferguson dopo il gol del vantaggio

Ferguson voto 7,5: è lui l’uomo del match. Segna e va vicino al raddoppio. Freddo sotto porta e inizia la sua stagione come aveva concluso quella precedente, cioè segnando.

Orsolini voto 5: il peggiore dei suoi. Schierato a sorpresa sulla trequarti a sinistra, non proprio a suo agio. Esce molto stanco, dopo aver saltato parte della preparazione.

Karlsson voto 5 (dal 61′): entra al posto di Orsolini e debutta molto male in Serie A. Trova grosse difficoltà nonostante gli spazi lasciati dai bianconeri. Al 90′ cicca totalmente il pallone che poteva regalare la vittoria rossoblù.

Zirkzee e Karlsson

Zirkzee voto 7: partita eccellente per l’ex Bayern Monaco. Calciatore completamente cambiato rispetto ai sei mesi finali della scorsa stagione. Non ha trovato ancora il gol in campionato, ma ha creato tanto, divenendo importante anche in chiave assist.

Thiago Motta voto 7: a sorpresa lascia in panchina Dominguez, ma il duo in mezzo al campo fa molto bene. Squadra vivace e dinamica, che a lunghi tratti avrebbe meritato qualcosa in più del pareggio.

Serie A

Roma, tutte le punte centrali dal Covid ad oggi

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Serie A, Dovbyk della Roma

Roma, con l’attesa per il nuovo centravanti è tempo di ripercorrere gli ultimi 5 anni del reparto avanzato giallorosso, tra meteore e leggende

Roma

EVAN FERGUSON RAMMARICATO DOPO LA SOSTITUZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Roma, storia moderna dei numeri 9

Doppietta di Kalinic, gol di Kluivert e Mkhitaryan. Il successo esterno per 3-4 sul Cagliari è l’ultima partita prima del lockdown, sancito l’8 marzo del 2020 dal Premier Conte. Si ritorna in campo il 24 giugno, e contro la Sampdoria decide una doppietta di Dzeko. A fine stagione è proprio il bosniaco il capocannoniere in rosa, con 19 reti e 14 assist in 43 presenze. Una stagione superlativa per il giocatore della Fiorentina.

Ma insieme a lui? Il solo Kalinic. Protagonista di una stagione mediocre, pallida. Da 5+, quel + che a volte suona meglio di un mezzo voto. Solo 5 marcature e 2 assist in 19 presenze, che non valgono la permanenza del croato. Ma non manca qualcuno? Patrick Schick. Il ceco ha tagliato la corda a inizio stagione. In prestito al Lipsia segnerà 10 volte in 22 partite.

L’ultimo anno di Fonseca alla Roma

A settembre si riparte. È l’anno di Pedro alla Roma, per intenderci, e della semifinale di Europa League, con il triplo cambio nel primo tempo ad Old Trafford. Ma sorprendentemente, non è l’anno di Dzeko. Questa volta la scena se la prende Borja Mayoral, con 17 gol e  7 assist in 45 presenze. Per Edin “solo” 13 marcature, che lo porteranno al gradino più basso del podio, nella classifica del marcatori all-time del club. Numeri in calo, sopperiti dal centrocampo: 15 gol per Mkhitaryan, 11 per Pellegrini e Veretout (rigorista della squadra).

Arriva Mourinho

Con José, saluta Dzeko. Dentro Tammy Abraham, secondo acquisto più costoso nella storia giallorossa. E il suo apporto sarà decisivo per la vittoria della Conference League, con i gol contro Vitesse, Bodo-Glimt e Leicester. A fine stagione 27 marcature e un pullman scoperto per Circo Massimo e Colosseo. L’inglese è il miglior giocatore della stagione, intorno a lui il vuoto. Prima di tutto il povero Mayoral, scaricato a gennaio come vittima e colpevole dell’infausto 6-1 in Norvegia. Alla fine il secondo lo fa Shomurodov, con 5 gol e 6 assist. Mourinho lancia anche Afena-Gyan, che ripagherà con una doppietta a Genova.

La finale di Europa League

Il secondo anno poteva essere quello del ritorno in Champions League, ma Taylor aveva altri piani. La Roma ce l’aveva messa tutta. Quasi tutta la Roma. Perchè tra Abraham, Shomurodov e Belotti non si arriva a 15 gol. L’inglese ne fa 9, un terzo dell’anno precedente. Shomurodov uno solo, Belotti 4. A salvare i giallorossi ci pensano Dybala con 18 reti ed El Shaarawy con 9. Serve un nuovo terminale offensivo…

Big Rom in Rome

Dopo Budapest, Abraham si fa male contro lo Spezia. L’infortunio è grave, venderlo non è più un’opzione. Ecco quindi Lukaku in prestito, e il belga non delude: 47 partite, 21 gol e 4 assist. Anche se con l’arrivo di De Rossi, Rom non incide come prima e segna 7 volte. Tammy rientra in tempo per un gol al Maradona, ma anche per sbagliare a porta vuota contro il Bayer Leverkusen. In leggera crescita Belotti, con 6 gol. Per Azmoun solo 3 marcature, e il riscatto rimane un miraggio.

L’anno dei tre allenatori

Un’annata partita male con De Rossi, stravolta dalla notizia dell’esonero, in caduta libera con Juric e salvata dalla scialuppa Ranieri, che quasi rischia di andare in Champions. Dovbyk fatica ad entrare nel gioco, ma porta a casa 17 reti, alcune delle quali fondamentali,  come contro Lecce e Fiorentina. Ranieri ha avuto il merito di puntare e vincere la scommessa Shomurodov, rientrato alla base. L’uzbeko bucherà il portiere in 7 occasioni, tra cui il successo allo scadere contro l’Athletic Bilbao e il pareggio contro la Juventus. Abraham va in prestito al Milan, segnando anche due gol ai giallorossi.

Dentro Gasp, a Roma fuori i gol

Da settembre, il bilancio è devastante. Ferguson 3 gol, Dovbyk 2. I due centravanti sono il motivo dell’esistenza di questo articolo, nonché del possibile arrivo di Zirkzee a Trigoria. Il belga è messo da parte dalla concorrenza di Sesko e Mount, con i Red Devils che proveranno fino all’ultimo a convincere Semenyo a scegliere la parte rossa di Manchester. L’ex Bologna stima Gasp, e Gasp stima il ragazzo. Per la Curva Sud non resta che sperare.

 

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Serie A

Serie A, nostalgia di numeri 9: classifica marcatori invasa da centrocampisti

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Juventus

In Serie A non si vedono più gli attaccanti di qualche anno fa. Sono sempre di meno i bomber di razza e sempre di più i centrocampisti predisposti ad offendere.

Il calcio sta cambiando e l’assenza di grandi centravanti ne è l’ennesima dimostrazione. Se fino a qualche anno fa l’azione di una squadra veniva sviluppata per poi essere conclusa e finalizzata dal numero 9, adesso è sempre meno frequente.

Gli attaccanti hanno spesso la funzione di legare il gioco con la squadra e i tecnici seguono un’idea di calcio “corale” dove tutti possono attaccare e tutti sono coinvolti nella manovra offensiva.

Questo modo di interpretare il gioco ha portato ad una naturale conseguenza, ovvero una redistribuzione dei gol: gli attaccanti segnano meno perché pensano maggiormente alla rifinitura piuttosto che all’attacco dell’area di rigore, mentre i centrocampisti o gli esterni ne fanno di più, perché sono costantemente coinvolti nella manovra offensiva.

Serie A

IL GOL DI CALHANOGLU ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A, dominio di centrocampisti nella classifica marcatori

In Serie A questo processo è molto evidente: tra i primi 8 della classifica marcatori, ci sono solamente Lautaro Martinez, Bonazzoli e se vogliamo anche Leao, che di mestiere fanno i centravanti. Per il resto è un dominio di centrocampisti o esterni: Pulisic, Calhanoglu, Orsolini, Nico Paz, Mandragora. Andando avanti se ne trovano tanti altri e ad esempio a quota 4 reti ci sono anche: De Bruyne, Anguissa, Zaniolo, Soulé, Vlasic.

Ormai si è anche abbassata la quota di gol raggiungibile dai numeri 9, che spesso e volentieri non superano le 20 reti stagionali, al netto di qualche eccezione. Negli anni passati giocatori come Icardi, Immobile, Quagliarella, Higuain e chi più ne ha più ne metta, raggiungevano in modo abituale la quota 20, per poi lottarsi tra di loro il titolo di capo cannoniere.

Quest’anno invece, l’unica eccezione da un punto di vista realizzativo è Lautaro Martinez, che se dovesse continuare con questa media gol, chiuderebbe la stagione con circa 18/19 reti. Per il resto tutti gli altri attaccanti sono decisamente indietro, e difficilmente ci sarà qualcuno che supererà quota 15.

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Serie A

Serie A, chi sono i giocatori con più presenze ma senza gol segnati?

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Serie A

In Serie A sono molti i giocatori a non aver ancora trovato il gol e, con la rete di Hien arrivata nell’ultima giornata, la lista è diminuita. 

Natale è periodo di cene, di gioia e un attimo di distrazione da un mondo che non cessa mai di muoversi.

Tuttavia, in tanti esprimono desideri e risparmiano soldi per i regali. Molti calciatori vorrebbero realizzare il primo gol in Serie A, dopo anni senza alcun gol realizzato.

Scopriamo insieme di quali calciatori stiamo parlando e quanti di questi potrebbero sbloccarsi in questo campionato.

Serie A

Isak Hien ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A, gli 8 giocatori con più presenze a non aver mai segnato un gol

8: Filippo Romagna.

Il difensore del Sassuolo vanta 64 presenze in Serie A, ma nessuna rete segnata.

7: Yunus Musah.

Arrivato in Italia dal Valencia, il Milan non l’aveva certo acquistato per le capacità offensive (243 presenze totali in carriera, 11 gol segnati).

Non a caso, nonostante le 67 presenze in campionato, non è mai riuscito a realizzare una singola rete in campionato.

6: Marcus Pedersen.

Non ha mai avuto grandi numeri in carriera e, in Italia, ha confermato questa narrativa. 70 presenze, 0 gol e una buona crescita rispetto alla scorsa stagione.

5: Evan Ndicka.

Il difensore centrale giallorosso, arrivato a parametro 0 dopo la scadenza del contratto con L’Eintracht Francoforte, non è riuscito a realizzare una rete nel nostro campionato.

Una grande qualità del centrale della Costa d’Avorio, specialmente in Germania, era quella di trovare spesso il gol (2, 4 e 3 reti realizzate nelle ultime 3 stagioni a Francoforte).

Dopo 78 presenze in Italia, non è ancora riuscito a tornare sullo stesso livello realizzativo.

4. Marin Pongraĉić.

Una sola presenza in più rispetto a Ndicka, ma con lo stesso esito. Il difensore della Fiorentina, da quando è arrivato in Italia, non è riuscito a trovare il gol.

È da dire che non trova il gol dalla stagione 2019/20, dunque dai tempi del Wolfsburg.

3. Valentino Lazaro.

Altro esterno del Torino senza reti. Molto paradossale, ma la situazione è questa. L’ex Inter da quando è arrivato in Italia ha giocato 112 partite, senza trovare il gol. Di preciso non segna dalla stagione 2019/20, da quando giocava per il Newcastle.

2 e 1. Antonino Gallo e Sebastian Walukiewicz. 

Il terzino del Lecce in 113 presenze ha avuto lo stesso identico destino degli altri giocatori presenti in lista.

L’ultima volta (e anche l’unica) ad aver realizzato una rete per il Lecce? Nella stagione 2021/22, in Serie B.

Mentre il difensore centrale polacco nonostante abbia giocato per il Cagliari, l’Empoli, il Torino e il Sassuolo, in 125 presenze totali è il primo giocatore in Serie A per partite giocate senza trovare il gol.

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