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L’angolo dell’Atalanta: piedi per terra

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Atalanta Under 23

Atalanta: quando si corre, spesso a perdifiato, senza risparmiarsi per cercare di raggiungere un obiettivo, è inevitabile, per stanchezza, affaticamento e altro ancora, incappare nella cosiddetta “battuta d’arresto” che ne frena l’entusiasmo e la corsa.

E’ quanto è accaduto all’Atalanta nell’ultima di campionato prima della sosta per le nazionali, a Roma, sul rettangolo verde dell’Olimpico contro la Lazio. Un piccolo inciampo che, ovviamente, non csompromette nulla nel cammino che la Dea intende fare per raggiungere quelli che sono i suoi traguardi, ma che si vorrebbe evitare per proseguire tranquilli e senza troppi intoppi.

Si sapeva che la partita nella capitale, al cospetto dell’undici di mister Sarri, non sarebbe stata certamente una “passeggiata di salute”, ma un impegno da prendere molto seriamente e senza troppi fronzoli.

E così è stato per Scalvini e compagni anche se sin da subito si è dovuti necessariamente rincorrere gli avversari che, partiti di gran carriera hanno immediatamente preso il largo con due gol di vantaggio. Ma l’Atalanta, dopo aver serrato i ranghi e rimesso a posto alcune situazioni di campo, ha cominciato a macinare gioco e a battere l’area avversaria che prima ha vacillato e poi è caduta rovinosamente facendosi raggiungere.

Ma qui, quando l’impresa pareva aver raggiunto il suo intento, s’è pensato a tirare un po’ il fiato e questo ha dato nuova linfa ai biancazzurri che con Vecino hanno completato l’opera a pochi minuti dalla fine. Peccato…

Ora, come detto c’è la sosta che per l’Atalanta – come per tutti, del resto – arriva come una benedizione. Serve recuperare forze non solo fisiche e dinamiche ma anche mentali.

Il campionato propone, al ritorno in campo della banda-Gasperini un paio di gare (Genoa ed Empoli inframmezzate dal match di Europa League con lo Sturm Graz) alla portata, prima di affrontare l’Inter. Ed è qui che la Dea dovrà entrare in ballo e ballare con sapienza e diligenza senza farsi prendere dalla frenesia e dalla voglia di strafare. Un passo alla volta e quel che ci vuole e a cui serve far riferimento, non guardare già prima oltre l’ostacolo…

Serie A

Torino, qualcuno fermi Vlasic: contro il Cagliari è arrivato il terzo gol consecutivo

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Torino: Vlašić ritrova centralità in Italia grazie alla svolta tattica di Baroni: numeri in crescita, ruolo chiave e impatto decisivo nella rinascita granata.

 

Nikola Vlašić non si ferma più. C’è un momento, nella stagione di un calciatore, in cui tutto sembra tornare al posto giusto. Per il croato, quel momento è arrivato proprio sotto Natale, quando dopo i gol contro Milan e Cremonese ha deciso di concedere un altro regalo ai suoi tifosi, trovando la rete anche contro il Cagliari.

È lui ad aprire la partita, a dare il primo scossone emotivo al match, prima del pareggio firmato da Matteo Prati e del sorpasso di Kılıçsoy. Ma al di là del risultato, resta la sensazione sempre più evidente: Vlašić è tornato centrale, protagonista, determinante.
Il gol contro i sardi è il terzo consecutivo, il quarto in campionato, a cui si aggiungono due assist che raccontano molto più di una semplice statistica.

Sono numeri che parlano di crescita, di continuità, di una parabola finalmente in risalita iniziata già nella seconda parte della scorsa stagione. Numeri che sembrano riavvolgere il nastro, riportando alla mente il talento cristallino che emergeva ai tempi dell’Hajduk Spalato, quando il suo nome iniziava a circolare con insistenza negli ambienti della Premier League, fino al trasferimento al West Ham per 30 milioni di euro.

Negli anni, il legame tra Serie A e Inghilterra è stato spesso un ponte affascinante ma insidioso. Molti talenti hanno scelto quella strada, come Sasa Lukić senza allontanarsi troppo dalla Mole, capace di farsi valere in Italia prima di cedere al richiamo della Premier. Vlašić, invece, ha vissuto il percorso inverso, portandosi dietro aspettative, pressioni e qualche ferita aperta.

Dopo aver brillato in Croazia e soprattutto poi con la maglia del CSKA Mosca, dove conquistò anche il premio di MVP del campionato pur senza vincere il titolo nazionale. L’impatto con il calcio inglese si è rivelato più complesso del previsto. L’esperienza all’Everton non ha avuto seguito, e nemmeno quella al West Ham, dove nonostante l’investimento importante, velocemente East London si è poi rivelato essere un luogo non ideale per lui, in cui non gli è stato concesso il tempo necessario per esprimersi davvero.

Torino, la rinascita di Vlašić

In Italia, però, Nikola Vlašić sembra aver trovato davvero ciò di cui aveva bisogno.
Un contesto giusto, fiducia e soprattutto un allenatore capace di leggerne le caratteristiche. Dopo le prime dodici giornate di campionato, Marco Baroni ha preso una decisione destinata a cambiare il volto della stagione del croato, modificandone la posizione in campo.

Una scelta che inizialmente poteva sembrare un semplice “Mea Culpa”, sancendo cosi un ritorno al passato che ha avuto un impatto immediato e quasi devastante, come raccontano i numeri: da quel momento in poi Vlašić ha messo insieme tutti i gol e gli assist stagionali.

Nel primo terzo di campionato, infatti, il numero 10 granata era stato impiegato abitualmente da esterno largo a sinistra, un ruolo che ne limitava l’incisività e dal quale faticava a lasciare il segno. Oggi, invece, il cambio di prospettiva è evidente.
Baroni, ex tecnico della Lazio, ha scelto di restituirgli centralità, affidandogli nuovamente il ruolo alle spalle delle punte, lo stesso che aveva già ricoperto nella scorsa stagione, quando sulla panchina granata sedeva Vanoli.

È lì, nel cuore del gioco, che Vlašić tocca più palloni, decide, rifinisce e incide. È lì che il suo talento riesce finalmente a emergere con continuità.

Va detto che una parte consistente delle reti del croato è arrivata dal dischetto, un dato che potrebbe sembrare ridimensionante ma che, in realtà, non intacca minimamente il peso del suo contributo. Perché oltre ai gol, Vlašić ha garantito leadership, personalità e continuità, diventando uno dei punti di riferimento di una squadra che oggi appare solida e ben posizionata.

Il risultato è una classifica che racconta di una salvezza tranquilla, costruita anche grazie alla rinascita del suo numero 10, finalmente tornato a essere il centro del progetto granata.

 

 

 

Torino

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Serie A

Yildiz, il nuovo pupillo di Spalletti e il futuro della Juventus

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Juventus

Yildiz è l’uomo chiave della Juventus, confermandosi come l’indiscusso numero 10 della squadra. Il tecnico Luciano Spalletti ha rimarcato il rapporto che si è creato con il turco.

La Juventus continua a mietere successi in campionato, conquistando la terza vittoria consecutiva alla Cetilar Arena di Pisa. Protagonista indiscusso di questa ascesa è il calciatore turco Yildiz, che con la sua maglia numero 10 ha ormai acquisito tutte le caratteristiche che questo numero impone.

Luciano Spalletti non ha dubbi sul valore del suo giocatore, affermando senza esitazioni a DAZN: “È il nostro numero 10. Questa responsabilità deve prendersela. Gli voglio bene come a un figlio: è l’uomo che può cambiarci le situazioni. Nessuno potrà mai farmi dubitare della sua personalità e conoscenza del ruolo importante che ha”.

Yildiz

MATIAS SOULE PROVA A FERMARE KENAN YILDIZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Yildiz il presente e il futuro: la società vuole blindarlo

Da quando Spalletti è diventato allenatore della Juventus, Yildiz è sempre partito da titolare, tranne nella partita d’esordio contro la Cremonese a causa di un problema al ginocchio. In sette gare ha segnato quattro gol, dimostrando il suo valore fondamentale per la squadra.

La Juventus vede in Yildiz non solo il presente, ma anche il futuro del club. Per questo motivo, la società sta proseguendo la trattativa per il rinnovo del suo contratto, in scadenza nel 2029. I contatti tra i dirigenti e l’avvocato del giocatore sono in corso.

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Fonte: Gianluca Di Marzio

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Serie A

Cagliari, Kilicsoy si prende la scena

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Cagliari

Il Cagliari alla scoperta del talento di Semih Kilicsoy. Dopo il gol contro il Pisa, il centravanti turco classe 2005 firma il successo contro il Torino con una splendida conclusione.

Da oggetto misterioso a leader dell’attacco dei rossoblù. È stata questa l’incredibile parabola avuta al Cagliari da Semih Kilicsoy. Il classe 2005 ha mostrato finalmente nelle ultime due gare il suo incredibile talento, che in estate aveva convinto il ds Angelozzi di puntare su di lui. Arrivato dal Besiktas, l’attaccante turco si è finalmente imposto nell’attacco di Pisacane. La prima gioia in Serie A è arrivata la scorsa settimana in casa contro il Pisa, per il gol del momentaneo 2-1.

L’Imperatore”, come viene soprannominato Kilicsoy, deve averci preso gusto, tanto da ripetersi ad una settimana di distanza sul campo del Torino. Rete decisiva per il 2-1 finale dei rossoblù, arrivata in rimonta dopo il gol iniziale di Vlasic. Il turco ha sbloccato la parità a metà del secondo tempo, trovando un gol di pregevole fattura. Il numero 9 ha condotto il contropiede del Cagliari in solitaria, andando a concludere con il mancino dopo aver dribblato diversi giocatori granata e aver depositato in fondo al sacco il pallone che permette ai rossoblù di allontanarsi dalla zona retrocessione.

Cagliari, alla scoperta di Kilicsoy

Cagliari-Pisa

L’URLO DI FABIO PISACANE ALLENATORE DEL CAGLIARI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Nonostante le pesanti assenze di Belotti e Felici, entrambi finiti ko per la rottura del crociato, abbiano ridotto le opzioni offensive a disposizione di Pisacane, il tecnico dei rossoblù ha saputo far di necessità virtù. L’assenza di Borrelli nelle ultime settimane, ha dato modo ai rossoblù di dare spazio al talento di Kilicsoy. Sia in coppia con Esposito come contro il Pisa, o come contro il Torino nel dover far reparto da solo, da riferimento centrale, il classe 2005 ha le potenzialità per diventare un giocatore speciale.

Arrivato dal Besiktas con la formula del prestito con diritto di riscatto, fissato a 10 milioni di euro, difficilmente il Cagliari si lascerà sfuggire Kilicsoy. Continuando così a suon di gol potrebbe presto valere molto di più.

 

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