Nella quattordicesima giornata, flop Milan e Juventus, volano Inter e Napoli, rilancio per Mourinho e Gasperini
Con la quaterna rifilata dal Napoli alla Lazio ieri sera, si è conclusa la quattordicesima giornata del campionato. Zielinski, doppietta di Mertens e assolo di Fabian Ruiz: amaro ritorno per Sarri nell’amata Napoli.
La squadra biancoceleste non ha retto il ritmo imposto dagli azzurri e la difesa è stata esposta al tiro a segno: la mediana di palleggiatori filtra poco, Acerbi e Luiz Felipe sullo scatto sono vulnerabili, i terzini ricevono poca assistenza dagli esterni offensivi. Cominciano a filtrare malumori nello spogliatoio laziale, per l’integralismo tattico di Sarri.
Mentre il gruppo di Spalletti ha reagito alla grande agli infortuni di Osimhen e Anguissa, grazie alla mentalità vincente inculcata dall’allenatore. Unica nota stonata nella serata dedicata alla posa della statua di Maradona, l’esultanza “hot” di Mertens: il rispetto non è per tutti, la società dovrebbe intervenire. Napoli che si stacca dal Milan, sorprendentemente sconfitto a San Siro, dal solito Sassuolo.
Che quando vede rossonero si scatena e fa grandi partite. Il gruppo di Dionisi, tatticamente ben messo in campo, ha sfruttato la stanchezza dei padroni di casa e ha giocato con la testa libera.
Ancora una volta i rossoneri hanno preso gol per la cosiddetta “costruzione dal basso”, con palla persa da Bakayoko che ha dato il via all’eurogol di Scamacca e da Kessie (come Hernandez a Firenze): sarebbe il caso, in determinate situazioni di buttare via la palla, soprattutto se si è pressati.
Mediana a due in sofferenza: ma replicare i tre centrocampisti di Madrid, no ? Stefano Pioli, fresco di rinnovo, rischia (come Sarri) di incagliarsi sulla fedeltà al modulo tattico. Emozionante il ritorno di Ivan Gazidis a San Siro: il dirigente accolto da applausi e striscioni si commuove. Inter lanciata come un treno in corsa all’inseguimento dei cugini e del Napoli: steso il Venezia al “Penzo”, con la solita dimostrazione di gioco e potenza atletica. In questo momento ci sono tre giocatori che stanno facendo la differenza: Calhanoglu, Brozovic e Perisic. Che saggiamente vengono dosati da Simone Inzaghi, il quale numeri alla mano sta facendo meglio del predecessore Antonio Conte.
Grigiore sulla Juventus: sconfitta interna ad opera dell’Atalanta, società nei guai per il caso delle plusvalenze, fischi taglienti dei tifosi e come se non bastasse, l’infortunio occorso a Chiesa, che priva per molto tempo la squadra di una pedina fondamentale. Dell’unico giocatore in grado di spaccare le partite e di dare un senso alla manovra offensiva. Onore ai bergamaschi, che stanno scalando posizioni in classifica, dando spettacolo e sfruttando la vena realizzativa di Zapata (che insieme a Osimhen, Abraham, Vlahovic, Arnautovic, Immobile, Ibrahimovic e Simeone è uno dei centravanti più forti del campionato italiano).
La Roma piega il Torino grazie alla rete di Abraham al 32′, favorita da un “velo” di Zaniolo: il ragazzo italiano ha fatto una partita “totale”, a tutto campo e si candida come valore aggiunto per la nazionale di Roberto Mancini, in vista degli spareggi per Qatar 2022. I giallorossi hanno la fortuna di avere un grande allenatore come Mourinho, che sta tenendo a galla la Roma con delle rotazioni cortissime e motivando tutti. Inoltre, sta facendo quello che pochi in Italia fanno: lanciare giovani, anche se nei finali di partita.
La lista è già lunga: Bove, Afena Gyan, Missori, Zalewski. L’Empoli si conferma una solida realtà, capovolgendo il mondo Fiorentina in tre minuti, con le reti di Bandinelli (87′) e Pinamonti (89′) che rendono vana la rete del “solito” Vlahovic al 57′. Sarà un caso, ma tutte le volte che Italiano sostituisce Bonaventura e Torreira la squadra si perde: era già successo contro il Milan. Sono cambi non necessari, soprattutto pensando al fatto che la squadra toscana non è impegnata in competizioni europee. Al “Ferraris” di Genova, tris di una vivace Sampdoria al Verona, che permette a D’Aversa di aggiustare la classifica.
Gli uomini di Tudor hanno pagato le assenze in difesa, ma hanno confermato di essere una realtà concreta. Bonazzoli al 90′ gela le speranze del Cagliari di Mazzarri di uscire dalla crisi di risultati.
Quello che manca alla squadra sarda è la tranquillità psicologica. Come dimostra la rete subita a tempo scaduto, da un giocatore lasciato completamente libero di tirare in porta, da una difesa completamente disorientata dai furiosi assalti finali dei granata. Gli uomini di Colantuono non hanno demeritato, ma il livello qualitativo della rosa è quello che è. Colpo salvezza del Bologna che sbanca La Spezia, grazie un rigore di Arnautovic al minuto 83′.
Provvidenziale e che ha sanato le tante occasioni da rete sciupate dai rossoblù: urgono ripetizioni al tiro per attaccanti e centrocampisti felsinei. Spiace per Thiago Motta che cerca di stare a galla con il materiale che ha. Infine, noioso pari a reti bianche fra Udinese e Genoa, utili solo a muovere la classifica delle due squadre.
La dirigenza bianconera riflette su Luca Gotti: ma davvero mettono in discussione un allenatore che ha centrato due salvezze consecutive ? E che è costretto a lavorare in mezzo a una babele di stranieri. Forse il problema è in società, non nella guida tecnica. Primo punto invece per Andriy Shevchenko alla guida del Grifone, si notano migliorie nella fase difensiva, grazie all’inserimento in pianta stabile di Masiello, che Ballardini non “vedeva”.
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