Serie A
Lazio: addio a Pino Wilson, storico capitano

La Lazio piange la scomparsa di un grandissimo campione, se n’è andato lo storico capitano del primo scudetto biancoceleste, quello datato 1974. Un grave lutto per la società laziale che ricorda con immenso affetto il suo campione, scomparso questa mattina all’età di 76 anni.
Addio a Pino Wilson, la Lazio piange un grande uomo e, soprattutto, un grandissimo campione, colui che, nel 1974, con la fascia da capitano al braccio. Trascinò l’aquila capitolina alla conquista del suo primo scudetto. Un calciatore dal grande estro creativo, un capitano che rimarrà per sempre nel cuore dei tifosi laziali. Un uomo che si farà sempre ricordare, anche adesso che non c’è più, per la sua tipica cazzimma napoletana improbabilmente mixata col tipico amplomb inglese.
Nato infatti in Inghilterra da madre napoletana e padre inglese nel 1945, Wilson si trasferì a Napoli in tenera età cominciando subito a giocare a calcio. A 14 anni entra nella Lazio con cui, oltre allo storico scudetto, conquisterà anche una Coppa delle Alpi.
Celebre e iconico il suo rapporto con Mister Maestrelli e con un altro campionissimo, Giorgio Chinaglia: proprio in virtù di ciò sarà tumulato nella stessa cappella dei due simboli laziali. E’ statoa un’icona di quella Lazio da sogno che incantò il calcio italiano a metà degli anni ’70. Addio campione, l’aquila continuerà a volare anche per te, ora sempre.
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Serie A
L’Udinese omaggia Pizzul: lutto al braccio contro la Lazio

L’Udinese omaggerà Bruno Pizzul, gigante della telecronaca calcistica, indossando il lutto al braccio durante la partita contro la Lazio.
Il mondo del calcio continua a omaggiare Bruno Pizzul, gigante della telecronaca sportiva e calcistica, scomparso nella mattina di mercoledì 5 marzo all’età di 86 anni. Ricordato da tanti sportivi e calciatori, tra cui Roberto Baggio, grande protagonista delle sue telecronache, anche l’Udinese gli renderà omaggio.
Nella partita di lunedì 10 marzo all’Olimpico contro la Lazio, la squadra di Runjaic indosserà il lutto al braccio proprio in sua memoria. Pizzul è stato, infatti, grande esponente in Italia del Friuli Venezia-Giulia e di Udine, sua città natale.
La stagione dell’Udinese
Quella dell’Udinese è stata sin qui una stagione molto positiva, come conferma anche la classifica. Contro la Lazio basterebbe un punto per raggiungere quota 40, che vorrebbe dire anche una quasi sicura salvezza. Ora la squadra di Runjaic affronterà quindi un finale di stagione senza pretese, provando a raccogliere più punti possibili.
Centrare la Conference League, distante 8 punti, rimane comunque difficile. Ma i friulani, ora decimi, possono ambire a un piazzamento finale nella parte sinistra della classifica.
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Fonte: Gianluca Di Marzio
Serie A
Juventus, Renato Veiga in gruppo: le ultime su Gatti

La Juventus si sta preparando per la sfida fondamentale di domenica sera contro l’Atalanta, che potrebbe determinare l’accesso al terzo posto in classifica.

LA DELUSIONE DELLA JUVENTUS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La squadra sta affrontando diversi problemi legati agli infortuni, ma ci sono alcune buone notizie per il tecnico Thiago Motta.
Renato Veiga è tornato ad allenarsi con il gruppo dopo essersi fermato nella sfida contro il PSV Eindhoven. Il suo recupero sembra essere positivo, con il dolore che sembra essersi ridotto, e la sua presenza potrebbe essere fondamentale nel reparto offensivo che, a causa di varie assenze, è già ridotto.
Federico Gatti, invece, ha subito un affaticamento muscolare e ha dovuto svolgere un allenamento differenziato. Le sue condizioni saranno valutate con maggiore precisione nell’allenamento di rifinitura di domani, che precederà la partita. Se non dovesse essere disponibile, le opzioni per sostituirlo potrebbero includere Lloyd Kelly al centro della difesa, affiancato da Pierre Kalulu, che ha superato il suo infortunio.
Motta avrà quindi poche risorse a disposizione, ma sta cercando di mettere a punto una formazione competitiva per questa partita decisiva contro l’Atalanta.
Serie A
Lukaku: “Non ho mai odiato l’Inter ma non ho più sentito Lautaro. Conte ti cambia, prima non amavo giocare di spalle alla porta”

Romelu Lukaku racconta la sua carriera, da Inter a Napoli, passando per Conte e Mourinho, e svela il difensore più difficile da affrontare.
Romelu Lukaku ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, ripercorrendo il suo percorso da calciatore. Il centravanti belga ha discusso delle sue esperienze all’Inter e al Napoli, della sua relazione con Antonio Conte e del rapporto speciale con José Mourinho. Nel corso della conversazione, ha anche svelato quale difensore considera il più difficile da affrontare in campo.
Le parole di Lukaku
Dall’Inter al rapporto con Lautaro
Io non ho mai odiato l’Inter, mai. Se qualcuno ha parlato, soprattutto in quel periodo, quel qualcuno non ero io. Non ho più sentito Lautaro, è un ottimo giocatore e si merita tutto ciò che gli sta capitando”.
Romelu ha poi parlato del suo rapporto con Antonio Conte

LA DELUSIONE DI ANTONIO CONTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
“Odiavo giocare spalle alla porta. Al Chelsea lui fu molto chiaro: ‘Se non migliori questo aspetto non puoi giocare con me’. Zero alternative. Lo devo ringraziare perché quello che era il mio punto debole si è trasformato in una qualità. La strada giusta per arrivare in porta si trova sempre. Adesso giochiamo con due punte, ma fino a poco tempo fa ero in mezzo da solo. Io cerco sempre di essere dominante, se sono dominante il gol lo faccio e comunque aiuto i compagni negli inserimenti”.
Su Mourinho
“José è un vincente, l’ho avuto due volte, prima a Manchester e poi alla Roma. Qualcosa è accaduto tra lui e non so chi e non volevo mettermi in mezzo. Di José non parlerò mai male, alla Roma non aveva una squadra top, ma è andato fino in fondo. Gli auguro sempre il meglio, anche in Turchia sta facendo cose fantastiche”.
Sul suo futuro
“L’ambiente è davvero stimolante, qui a Napoli tutto mi riporta alla squadra, alla passione. Il magazziniere tifa Napoli, il cuoco e gli impiegati anche. L’energia che la gente trasmette è incredibile. Non farò l’allenatore dopo, ma chiuderò la carriera all’Anderlecht, la squadra del cuore, l’ho promesso a mio figlio che gioca lì”.
Il difensore più difficile da marcare
“Sono bei duelli. Mi viene da dire Hien. E Bremer, Bremer è un bell’animale”.

GLEISON BREMER ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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