Serie A
Lazio, Baroni: “Complimenti a tutti, vittoria di squadra. Col Bodo una mazzata ma ci siamo rialzati”
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Marco Baroni ha parlato in conferenza stampa al termine di Genoa-Lazio 0-2. L’allenatore biancoceleste ha commentato la grande vittoria e l’aggancio alla Juve.
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Castellanos e compagni portano a casa 3 punti fondamentali in chiave Champions League e sfruttano la sconfitta della Juventus a Parma.
Lazio, le parole di Baroni
Quanta rabbia c’era dopo il Bodo/Glimt?
“La rabbia è un brutto compagno. Avevamo amarezza ma anche consapevolezza di aver fatto una partita di spessore e un bel torneo. La voglia ora è di giocarci ogni partita con la volontà di andarcela a riprendere”.
Vinta una partita con qualità?
“Abbiamo vinto una partita di squadra. Non avevo bisogno di avere risposte dalla squadra. In queste ultime partite abbiamo sbagliato poche prestazioni. Oggi devo fare i complimenti a tutti, era una partita complicata. Il Genoa è una squadra che gioca con ritmo”.
Quanto mancava il miglior Castellanos?
“L’assenza dei nostri attaccanti è stata pesate. Abbiamo portato al gol tutti ma loro con la qualità che hanno ci danno soluzioni importanti. Sono contento per Taty, per Dia ma per tutta la squadra. Era la partita che volevamo, che dovevamo centrare e lo abbiamo fatto”.

VALENTIN CASTELLANOS ALZA LE MANI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La qualità in campo?
“Quando ho qualità la metto sempre in campo. Venivamo da una partita con i supplementari, siamo venuti qua e quando eravamo in volo abbiamo ricevuto la notizia che dovevamo tornare. Se mettiamo tutto questo, dà più valore alla prestazione della squadra”.
Lazzari come sta?
“Vediamo. Ha sempre un po’ questi tendini, ora dobbiamo fare delle verifiche domani. La prossima non ci sarà”.
Quanto ha dato Mandas?
“Sta facendo bene, ha fatto bene anche Provedel. Siamo contenti perché è un giovane che è stato a lavorare con dedizione e partecipazione”.
Dopo la sconfitta con il Bodo c’è stato un patto?
“La squadra sta crescendo. Si deve crescere anche da queste mazzate e la squadra sta crescendo di gara in gara. Sono contento, ringrazio i ragazzi perché li vedo lavorare durante la settimana. So cosa può dare questa squadra e quanto crescere ancora”.

ALESSIO ROMAGNOLI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Nella partita più importante della tua carriera e dell’anno della Lazio, tu schieri una squadra con nessun acquisto della campagna di gennaio. Oggi solo Dia. E’ un messaggio alla società?
“No. Stanno crescendo i ragazzi. Abbiamo inserito dei giovani, a gennaio, dove hai poco spazio. Gli daremo spazio piano piano. La cosa più importante è l’atteggiamento della squadra da qui alla fine perché abbiamo dimostrato di poterci stare in Europa e vogliamo riprendercela”.
Hai temuto qualche contraccolpo visti i problemi logistici dovuti alla notizia della morte del Papa?
“Tutti siamo dispiaciuti per quanto è successo. Noi avevamo questa partita, ci siamo trovati a sapere che la partita era rinviata a data da destinarsi e quando eravamo in aereo ci hanno detto che la partita era spostata a mercoledì. Io non volevo far partire subito la squadra ho deciso di fare il viaggio in giornata”.
La classifica dice che la Lazio è in corsa per la Champions.
“La forza ce la devono dare le prestazioni e la voglia di riconquistarci quello che abbiamo lasciato disputando un Europa League di alto livello. Nonostante l’amarezza dell’eliminazione c’era la consapevolezza di aver fatto davanti ai nostri tifosi una prestazione di livello”.

La Roma dopo lo stop di Bergamo ospiterà il Milan all’Olimpico, in un big match fondamentale per la corsa alla Champions League. La tensione sale sempre di più.
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I giallorossi devono rialzare la testa dalla sconfitta contro l’Atalanta ma l’effetto dei 19 risultati utili consecutivi non è ancora svanito. L’Olimpico è pronto a spingere la squadra di Ranieri oltre l’ultimo ostacolo.
Roma, sogno Champions dietro l’angolo ma c’è da vincere
Il miracolo compiuto da Claudio Ranieri nella seconda parte di stagione potrebbe essere etichettato impresa al termine di questa stagione. L’infortunio di Dybala in primis aveva spento il morale del gruppo ma, al contrario, i risultati non ne hanno risentito.
Le vittorie pesantissime contro Inter e Fiorentina ma anche i pareggi contro Juventus e Lazio hanno permesso alla Roma di rimanere in corsa per qualificarsi alla prossima Champions League.

CLAUDIO RANIERI PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La classifica oggi recita Juventus 64, Lazio 64, Roma 63, Bologna 62. I felsinei, conquistata la qualificazione in Europa League grazie al trionfo in Coppa Italia, probabilmente abbasseranno i giri del motore ma non è detto che perderanno punti. I cugini invece saranno ospiti dell’Inter ancora in corsa per lo Scudetto mentre i bianconeri se la vedranno contro Udinese e Venezia.
Per Dovbyk e compagni invece all’Olimpico arriverà il Milan, fresco perdente della finale proprio contro la squadra di Italiano e tornerà nello stesso campo calcato mercoledì. Dal punto di vista mentale potrebbe essere un vantaggio per i giallorossi, che intendono sfruttare qualsiasi fattore per vincere e arrivare a giocarsi tutto all’ultima giornata.

L’Inter si avvicina al prossimo impegno di campionato contro la Lazio, nel quale dovrà dare continuità al duello col Napoli. C’è ancora speranza per lo Scudetto.
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I nerazzurri dopo la conquista della finale di Monaco tornano a San Siro per, quantomeno, rimandare ogni discorso sul prossimo campione della Serie A all’ultima giornata.
Inter, la speranza è l’ultima a morire
I passi falsi contro Bologna e Roma uniti alla continuità del Napoli hanno contribuito a far scivolare la squadra di Inzaghi al secondo posto in classifica. Il punto di distanza con due sole partite da giocare sembra irrecuperabile tuttavia, in casa nerazzurra la speranza è l’ultima a morire e a sostegno di questa tesi le argomentazioni sono diverse.
Asserendo che il destino non è più nelle mani di Lautaro e compagni, i motivi per crederci si possono identificare a partire dai titoli persi dai nerazzurri al fotofinish della Serie A. Se si torna al drammatico pomeriggio di Roma quando la Lazio vinse 4-2, consegnando lo Scudetto alla Juventus oppure al recupero contro il Bologna e la famosa “papera” di Radu il primo sentimento di rabbia e voglia di rivalsa.

ESULTANZA INTER ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Tante volte il titolo è stato assegnato sul gong e diverse di queste hanno coinvolto i nerazzurri, in questa stagione l’epilogo potrebbe essere lo stesso. Tuttavia la solidità del gruppo e la costanza dimostrata col passare delle giornate unite al vantaggio costruito fino al mese di Aprile, fanno pensare a un possibile ribaltone nelle ultime due giornate. Se il Napoli dovesse inciampare a Parma, l’Inter sarebbe pronto ad approfittarne e si riporterebbe in testa con un solo match da disputare.
La finale di Champions League deve rimanere il 31 maggio e non entrare nella testa dei giocatori già adesso. Ovviamente solo il pensiero genera una scarica di adrenalina non indifferente ma è fondamentale mantenere il focus. I motivi per crederci ci sono, tocca a Inzaghi gestire al meglio la situazione.

Il 16/05/04 la Serie A, ma in generale tutto il mondo, assisteva all’addio al calcio di uno -se non il migliore- calciatore italiano degli ultimi 30 anni.
“Da quando Baggio non gioca più, non è più domenica”. Così canta Cesare Cremonini, e a pensarlo non solo lui. Da quel maggio del 2004, in cui il Divin Codino giocò la sua ultima partita, il calcio ha perso un altro pò della sua magia.

Italian football star Roberto Baggio waves to fans during a promotional event for Olympic products in Guangzhou, south Chinas Guangdong province, September 2, 2007.
Italian football star Roberto Baggio arrived in China August 29, 2007. It is the second time for Roberto Baggio to come to China, and he is here to be an ambassador for Olympic products. His six-day-trip in China covers Beijing, Hangzhou and Guangzhou.
Serie A: l’ultima alla scala del calcio
A San Siro, quella domenica, si festeggiava lo scudetto del Milan. Ma si sa, per ogni buona notizia c’è sempre il rovescio della medaglia. Destino ha voluto che in quello stadio, in cui aveva giocato, il numero 10 del Brescia chiudeva una carriera magica. Una vita calcistica quasi a livello del miglior poema epico, con gioie e dolori, soprattutto fisici. Infatti, il nativo di Caldogno in carriera tra le tante noie fisiche annovera due menischi in meno, i legamenti di un ginocchio ricostruiti, tre operazioni e due anni senza giocare.
Ma l’amore per il calcio sempre vivo. Quel 16 maggio di ormai 21 anni fa il “ragazzo”, fortemente voluto da Carletto Mazzone, con gli occhi e le ginocchia di cristallo lasciava il calcio in quel di Milano. Una tela impreziosita da quella cornice che era San Siro, in lacrime.
Commozione e gratitudine, ammirazione e consapevolezza che le sua magie palla al piede sarebbero rimaste uniche, irripetibili.
Serie A: il momento esatto in cui il tempo calcistico si è fermato
Ottantaquattro. Un numero come un altro? Non quel giorno. Al minuto 84′, Roberto Baggio esce dal campo. Una passerella annunciata e strameritata. Indimenticabile l’abbraccio con un’altra leggenda del nostro calcio: Paolo Maldini.
Come marchiate a fuoco le parole di Fabio Caressa in telecronaca: “Si chiude qui una delle carriere più belle della nostra del calcio italiano. Esce dal campo forse il giocatore più amato del calcio italiano. Sicuramente uno dei più forti di tutti i tempi.”.
A più di vent’anni da quello storico pomeriggio, Baggio ricorda bene il giorno del suo addio: “Ricordo ancora molto bene quella mia ultima domenica sul campo, davanti al meraviglioso pubblico di San Siro: 80.000 persone tutte in piedi per regalarmi un applauso che mai potrò dimenticare e che porto nel cuore come un prezioso ricordo pieno di gratitudine e di riconoscenza: in quel momento, compresi che qualcosa di buono avevo fatto anche io”.
Le prodezze del Codino
Tanti hanno parlato di lui: Michel Platini lo definì “più che un 10 un nove e mezzo”.
Con il pallone ai piedi è stato l’italiano più brasiliano che sia mai esistito, ma soprattutto è stato il giocatore più amato dagli appassionati, anche se un po’ meno da alcuni tecnici. Baggio ha unito l’Italia intera del tifo che ama la bellezza pura. È stato capace di vestire le maglie “contrapposte” della Serie A di Fiorentina, Juventus, Milan e Inter, e semmai i tifosi si sono divisi per lui – come nel ’90 per il passaggio dal viola al bianconero – non contro di lui.
Gli omaggi al Divin
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