In casa Lazio è scoppiato di nuovo il caso tamponi, infatti la Procura federale ha deferito al tribunale federale nazionale la Lazio, Claudio Lotito e i medici Pulcini e Rodia con l’accusa di aver violato i protocolli sanitari Figc anti-Covid. In particolare, a Lotito e ai medici viene contestata la violazione dell’articolo 4.1 del codice di giustizia sportiva, dell’art. 44.1 del Noif, dei protocolli sanitari Figc e da quanto previsto dal comunitato Figc del 1/o settembre 2020 in caso di “mancata osservanza dei protocolli sanitari”. La Lazio è stata deferita a titolo di responsabilità diretta, oggettiva e propria.
Le accuse mosse dalla procura sarebbero “la mancata comunicazione alle Asl competenti e messa in isolamento di 8 giocatori positivi ai tamponi Uefa prima delle sfide con il club Bruges e con lo Zenit”, “mancata comunicazione alle Asl competenti e messa in isolamento di 3 giocatori positivi ai tamponi Uefa (Immobile, Strakosha e Leiva) prima della sfida contro il Torino” e “l’inserimento in distinta di un calciatore positivo contro la Juventus“. Oltre alla mancata messa in quarantena dell’intero gruppo squadra secondo le procedure stabilite dal protcollo anti-covid della Figc.
Secondo quanto detto dal responsabile della comunicazione della Lazio, Roberto Rao, e dall’avvocato Gian Michele Gentile, tutto questo caos è dovuto ad una diversa interpretazione dei protocolli emessi dalla Figc, dal ministero della salute e dalla Uefa per lo svolgimento della Serie A e della Champions League.
Le parole dell’avvocato Gentile: “Secondo quanto dicono le norme, nell’eseguire i tamponi, il laboratorio comunica il risultato del tampone all’ASL la quale a sua volta lo comunica alla società ed agli interessati, dando loro le istruzioni su come comportarsi. Secondo l’ipotesi avanzata dalla Procura, il laboratorio doveva comunicare i risultati alla società che, a sua volta, doveva comunicarli all’ASL. Partendo da qui, noi abbiamo tutti i tamponi eseguiti dal laboratorio di Avellino che sono stati comunicati alla Regione Campania ed alla Regione Lazio attraverso una piattaforma e successivamente comunicato alla società ed ai singoli. Nel protocollo UEFA è previsto che il laboratorio che esegue l’analisi – unico in tutta Europa – comunica il risultato alla Regione Toscana, per ciò che riguarda i calciatori italiani e se trova un calciatore di una squadra straniera positivo, non cerca l’autorità sanitaria competente, ma lo comunica al club. Se gosse stata rilevata una situazione di positività, in Belgio, la comunicazione sarebbe arrivata alla Lazio che avrebbe dovuto avvisare la Regione. Tutto ciò è avvenuto in Italia, pertanto sosteniamo che la comunicazione alla Regione è quanto previsto dai protocolli. Attualmente, c’è una lettura diversa pertanto il Pubblico Ministero Sportivo ritiene di essere nel giusto e chiede al Giudice Sportivo una sentenza. Nel momento in cui c’è un’analisi corretta della disciplina giuridica vigente, si rende conto che abbiamo ragione. Abbiamo avuto un caso specifico di tre calciatori che hanno avuto il tampone negativo al prelievo della stessa mattinata che ha dato tre risultati positivi: Leiva, Strakosha e Immobile erano negativi secondo il laboratorio di Avellino e positivi secondo il campus biomedico, abbiamo messo in isolamento i tre calciatori positivi e mandato i risultati. All’unico laboratorio Europeo abbiamo chiesto dell’affidabilità dei tamponi, la risposta è stata che sono relativamente affidabili con un margine di errore del 10% dipendendo da una serie di fattori
In tutta questa vicenda quello che ha fatto più rumore sono i rischi che corre la Lazio, soprattutto per i grossi titoli che sono apparsi in questi giorni in molti giornali italiani, tant’è che per Lotito questa è una battaglia politica contro di lui. Infatti sembrerebbe che la Lazio rischi dei punti di penalizzazione, sconfitte perse a tavolino e addirittura la retrocessione. Queste sanzioni sono possibili, ma solo in caso di ipotesi fortemente aggravate, infatti quello che rischiano la Lazio e i tre deferiti dalla procura sono l’ammenda, l’ammenda con diffida e l’interdizione, in più dei provvedimenti alla società che arrivano, al massimo, alla penalizzazione di punti.
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